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Autore: telesette    18/11/2011    0 recensioni
Per dimostrare i suoi veri sentimenti alla consorte, Luigi XIII dichiara di essere pronto a scioglierla da ogni suo impegno. Nel caso lei scelga di rinunciare ad essere sua moglie, lui rinuncerà al trono per mantenere salvo l'onore della donna e rendere nullo il loro contratto di matrimonio. Spetterà dunque ad Anna decidere del suo futuro, davanti all'affetto sincero del suo consorte...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Luigi XIII e la sua corte avevano organizzato un banchetto in aperta campagna. La simpatica iniziativa era per celebrare l’anniversario di matrimonio del fratello del re, Philippe, con la contessa Camille De la Fontàine. Erano passati ormai ben tre anni dal famigerato complotto, ordito da Maschera di Ferro e soci, e tutto sembrava finalmente essere tornato calma e serenità. L’unica nota triste di quell’evento però, come tutti gli altri giorni del resto, era l’espressione malinconica sul volto della regina Anna. La sua mente e i suoi pensieri erano come sempre rivolti al Duca di Buckingam e, nonostante l’atmosfera festosa che regnava intorno a lei, non riusciva a darsi pace per la sua morte. Solamente il re sembrava però essersi accorto del disagio della consorte e, mormorando qualcosa al capitano De Tréville, pregò questi di giustificare la loro assenza con gli ospiti per alcuni minuti. Sua Maestà invitò dunque la regina a seguirlo e, dopo essersi allontanati dagli schiamazzi festosi degli invitati al banchetto, i due sovrani si ritrovarono soli e appartati sulle rive di un laghetto poco distante. Senza capire il motivo di questa riservatezza, Anna domandò al marito se per caso non fosse successo qualcosa di grave. Luigi chinò il capo gravemente e, prima di rispondere, voltò le spalle alla donna guardando verso il laghetto davanti a sé.

- Siamo sposati da tredici anni - esclamò. - Il tempo passa e la Francia attende il Delfino che prenderà il mio posto, quando io non ci sarò più!

Anna annuì.

- Capisco, volete che io dia alla luce al più presto il vostro erede…

Luigi XIII sospirò fortemente e sollevò lo sguardo verso il cielo. Per un attimo sembrò incapace di proseguire tuttavia, dopo essersi voltato a guardarla negli occhi, le disse una cosa che la sorprese enormemente.

- Anna - disse. - Voi sapete che, come regina di Francia, siete tenuta a rispettare una volontà superiore alla vostra!
- Non capisco, per caso ho mancato ai miei obblighi nei confronti di Vostra Maestà?
- No, non è questo il punto - si affrettò a tranquillizzarla il re. - Intendevo dire che, se lo desiderate, posso sciogliervi da ogni vostro impegno!
- Come?

Anna pareva non comprendere quello strano discorso ma, temendo il significato dietro le sue parole, esitò perfino chiedere cosa Sua Maestà intendesse. Luigi attese un momento, fissandola con sguardo intenso e profondo, dopodiché si accinse a spiegare meglio il significato delle sue parole.

- Vi prego, non fraintendetemi - aggiunse dunque il re. - Intendevo dire che, se è vostro desiderio, posso liberarvi da ogni obbligo nei miei confronti… E l’unico modo per farlo, senza macchiare il vostro onore, è che io abdichi in favore di mio fratello Philippe!

La regina non credeva alle sue orecchie. Ciò che Sua Maestà aveva appena detto era semplicemente incredibile: poteva capire la minaccia a lungo temuta di essere ripudiata, quando i dubbi e le insinuazioni sulla sua condotta avevano spinto Luigi a valutare tale ipotesi; ma che questi fosse ora disposto a rinunciare al trono, per rimettersi alla volontà e ai desideri della consorte, non aveva alcun senso. Quello di regina di Francia era solo un titolo onorifico, Anna era stata infatti costretta a sposare Luigi per procura all’età di quattordici anni, e tra loro non era mai sussistito nulla che lasciasse intendere a qualcosa di più di un matrimonio combinato. Eppure Sua Maestà aveva appena detto di essere disposto ad abdicare, affinché la regina sua consorte potesse essere libera di scegliere del suo futuro, con tutti gli onori derivanti dall’annullamento di un fittizio contratto. Secondo l’accordo stipulato infatti, Anna d’Austria si era impegnata a sposare il re di Francia Luigi XIII ma, se questi avesse deciso di rinunciare al trono, l’accordo sarebbe stato nullo e Anna si sarebbe potuta avvalere del diritto di chiedere l’annullamento del matrimonio e tornare in Spagna con il suo onore intatto. La domanda che però cominciò ad echeggiare nella testa della donna era perché Luigi aveva intenzione di fare questo per lei ?

- Non stupitevi della mia decisione - esclamò il sovrano, socchiudendo gli occhi. - La verità è che provo un dolore immenso, per tutte le umiliazioni che siete stata costretta a subire finora, e soprattutto di non essere stato per voi il marito che desideravate! Sono stato cieco ed egoista, non meno colpevole nei vostri confronti di mia madre e di Richelieu (*), e non vi ho mai dato alcun motivo per essere felice ma…

Tacque, le dita strettamente chiuse nel pugno. Per un attimo Anna lo vide tremare ma, senza neanche il tempo di rendersene conto, il re le afferrò la mano tra le proprie e la guardò supplicante.

- Anna - mormorò. - Molti non hanno stima di voi, e vi considerano un oggetto nelle mie mani, ma voi non siete un oggetto… Non per me almeno e, qualunque cosa stiate pensando in questo momento, io voglio solo che voi siate felice!
- Ma io… Io non capisco…
- Sì invece, ma avete paura che io non sia in grado di comprendere né il vostro cuore né i vostri sentimenti! Eravate una ragazzina e, incapace di sottrarvi ai vostri doveri, siete stata costretta a sposare un uomo che non amavate; avete vissuto per anni alla sua ombra, prigioniera di una situazione che non volevate; e non avete mai provato la gioia di amare ed essere riamata… Non posso pretendere di essere degno del vostro amore ma, se me lo permettete ora, desidero dimostrarvi il mio!

Ora Anna cominciava a capire. Durante tutto il tempo trascorso dal loro matrimonio, costei non aveva mai neanche lontanamente immaginato che Luigi potesse provare un simile affetto nei suoi confronti. Per anni aveva pensato che fosse solo un individuo orgoglioso e influenzabile, invece lui si era reso conto nel tempo di apprezzarla ed amarla sinceramente. Tuttavia costui non poteva guarire il suo cuore ferito, per quanto lo desiderasse immensamente, e l’unica cosa che poteva fare per lei era concederle appunto la possibilità di scegliere.
Con il suo gesto, Luigi stava offrendo ad Anna la più grande prova d’amore che un sovrano possa compiere. Restituendole la libertà, salvando l’onore di lei e rinunciando perfino al trono, intendeva infatti scioglierla da ogni tipo di imposizione… Anche se questo significava perderla per sempre, in ogni caso, non poteva più tollerare che la dolce Anna fosse costretta da un matrimonio di circostanza e non da un sentimento concreto.

- Siete libera, se lo desiderate - ripeté Luigi, quasi con le lacrime agli occhi. - Non ho alcun interesse per il trono, più di quanto ne abbia la mia vita senza di voi, e non posso costringervi a rimanere accanto a un uomo che non amate!

Anna rimase a lungo in silenzio, chinando il capo e riflettendo attentamente su ogni parola. Alla fine sollevò lo sguardo, in modo da incontrare quello di Luigi, e si rivolse a lui in tono chiaro e deciso.

- Mi state dicendo che sono libera di scegliere?
- Sì - confermò questi. - Qualunque sia la vostra volontà, io la rispetterò… Avete la mia parola!

Per tutta risposta, Anna fece qualche passo in avanti verso il laghetto e, dopo essersi chinata nell’erba col suo ampio vestito, fece per raccogliere qualcosa.

- Anna - esclamò stupito Luigi. - Ma cosa…
- Venite qui, Maestà - lo invitò la donna con un sorriso. - Sedetevi accanto a me, per favore!

Senza assolutamente comprendere le intenzioni di Anna, il re fece come questa gli aveva detto. Dopo essersi seduto al suo fianco, poté vedere chiaramente che aveva intrecciato due lunghi fili d’erba e ne aveva ricavato due piccoli anelli sottili.

- Lo avete detto voi che il nostro matrimonio non è stato sincero la prima volta - spiegò lei, mostrandogli chiaramente quei due piccoli cerchi. - Ma se adesso fossi io a chiedervelo, di mia spontanea volontà, accettereste di sposarmi?
- Anna, ma… Voi dunque…

Il sorriso luminoso e la luce negli occhi della donna non lasciava alcun dubbio. Ora che finalmente aveva compreso i reali sentimenti di Luigi nei suoi confronti, e sinceramente commossa dalla bontà del suo animo, Anna desiderava sul serio essere sua moglie. Quei fili d’erba intrecciati erano solo un gesto simbolico, ma insieme importante; con quello Anna intendeva attribuire alla loro unione un significato semplice e sincero, senza cerimonie sfarzose o altro, e sostituire la formalità di un impegno con la dolcezza di un sentimento reciproco. Ormai Buckingam era morto e, per quanto difficile da accettare, Anna non avrebbe mai trovato nessuno capace di prenderne il posto nel suo cuore. Con Luigi però era diverso: lui l’amava sinceramente e, dopo quanto le aveva appena detto, sentiva di essere più vicina a lui che a chiunque altro.
Senza alcuna esitazione, Anna prese dolcemente la mano sinistra del re e gli infilò l’anello d’erba al dito.

- Io Anna prendo voi Luigi, come mio legittimo sposo, per amarvi ora e sempre!

Luigi fissò i suoi occhi in quelli di Anna, incapace di distogliere lo sguardo da lei, e si accinse a compiere lo stesso gesto di infilarle quella fede simbolica. Era perdutamente innamorato di quella donna, ora più che mai, e d’ora in avanti avrebbe fatto di tutto per dimostrarglielo… Questa sarebbe stata la sua promessa.

- Io Luigi prendo voi Anna, come mia legittima sposa, per amarvi e custodirvi come il bene più prezioso di tutta la mia vita!

Il bacio che i due si diedero suggellò il loro nuovo giuramento, un giuramento di amore sincero. Ormai entrambi non erano più nomi e inchiostro, su un pezzo di carta abbellito da eleganti cerchi di ceralacca, ma marito e moglie.

FINE

(*) = i riferimenti sono storici

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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