Let
it snow ♪
La
neve scendeva soffice,
vorticando lievemente fino a toccare il suolo senza produrre rumore. Il
cielo
era coperto da nuvole bianche, anche se ogni tanto
s’intravedeva uno spicchio
di sole, e l’aria era tersa e gelida.
Alec,
appollaiato su una
panchina, stava osservando con sguardo luminoso i fiocchi che
scendevano
intorno a lui.
Magnus,
che ancora non si
era fatto notare, si concesse qualche secondo per rimirarlo con fare
affascinato.
Il
ragazzo aveva le guance e
la punta del naso adorabilmente rosse, le labbra dischiuse lasciavano
sfuggire
nuvolette di vapore al tempo del respiro; i capelli scuri erano
schiacciati
sulla fronte dal cappello di lana nera – probabilmente un
reperto storico
trovato casualmente in fondo a qualche cassetto – ed i suoi
occhi chiari,
ancora più azzurri del solito, saettavano da una parte
all’altra del parchetto:
prima verso lo stagno ghiacciato, poi verso i bambini che,
dall’altra parte
dello stagno, facevano un pupazzo di neve, poi di nuovo rivolti verso
la neve
che scendeva.
Magnus
udì il ragazzo
borbottare qualcosa sul freddo e su quel
maledetto ritardatario che mi vuole assiderato!
Lo
stregone arricciò
compiaciuto le labbra, decidendosi infine a farsi notare, avviandosi
verso il
ragazzo.
Quando
Alec alzò lo sguardo
verso di lui, Magnus aveva un’aria assolutamente noncurante,
le mani ficcate
nelle tasche del giaccone. Intorno
a
loro, solo neve che scendeva a grandi fiocchi e qualche rumore
soffocato.
-
ehi – lo salutò, con un
sorrisino sghembo. Alec borbottò qualcosa di poco coerente,
abbassando lo
sguardo e spostandosi un poco per fare spazio all’altro.
Magnus si sedette
accanto a lui, allungando pigramente le gambe ed una mano a stringere
quella
del ragazzo. Alec sussultò lievemente.
-
fa freddo, eh? – disse lo
stregone, scuotendo la testa, cercando di far scendere un po’
di neve dai
capelli e sorridendo del tentativo, miseramente fallito, di Alec di non
arrossire.
-
già – annuì il Cacciatore,
aggrottando le sopracciglia contrariato. – questi guanti non
tengono niente –
dichiarò poi, osservando i propri guanti. Magnus
evitò di fargli notare che
raramente dei semplici guanti in cotone tengono lontano il freddo e si
limitò a
sorridere intenerito.
-
ti presto i miei. – disse,
rendendosene conto solamente quando Alec alzò uno sguardo
dubbioso su di lui. –
tanto le mie mani sono sempre calde – si
giustificò lo stregone, affrettandosi
a togliersi gli spessi guanti giallo fosforescente e ad infilarli sulle
mani
del ragazzo.
-
grazie – mormorò Alec,
sorridendogli ed evitando di pensare a quanto orribile fosse quel
colore.
Magnus
fece una strana smorfia, si sarebbe potuta definire imbarazzata e
sorpresa, ma
Alec si era nuovamente distratto ad osservare i bambini, che ora si
rincorrevano festanti, lanciandosi palle di neve e
allontanandosi sempre di più, finché
le
rispettive madri non li richiamarono all’ordine, decidendo
che era ora di
tornare a casa a bere una cioccolata calda tutti insieme.
Magnus
seguì il suo sguardo, e un luccichio divertito gli illumino
gli occhi quando,
con uno scatto felino, s’abbassò fino a riuscire a
schizzare Alec con la neve.
-
Magnus! – esclamò indignato il ragazzo, con
un’espressione che l’altro reputò
adorabilmente offesa.
-
dimmi – gli rispose in un miagolio, con un sorriso pienamente
dominato,
seguendo con lo sguardo i movimenti frenetici dell’altro che
si tirava via di
dosso la neve.
Gli
occhi azzurri di Alec brillarono pericolosamente e Magnus si
ritrovò una palla
di neve dritta in faccia senza nemmeno avere il tempo di dire
“ma”.
La
risata di Alec vibrò cristallina nell’aria gelida
di quel pomeriggio di fine
gennaio, probabilmente causata dallo shock che doveva essersi dipinto
sul volto
del più grande.
E
Magnus avrebbe davvero, davvero, voluto
riuscire ad arrabbiarsi anche minimamente con quel ragazzo angelico,
che gli
stava ancora ridendo in faccia senza un minimo contegno.
-
Alexander Lightwood! –
ruggì Magnus,
cercando di sembrare pericoloso (probabilmente non ci
riuscì, perché Alec
aumentò il volume, piagandosi in due dalle risate)
– sei finito! –
La
risata dello Shadowhunter scemò senza fretta,
un’eco indefinita di calore umano
e carezze, fino a perdersi nel rumore impercettibile della neve che
cade. Magnus,
ancora una volta, considerò con ammirabile
lucidità l’effetto che Alec aveva su
di lui: forse era valsa la pena sopravvivere ottocento anni, se il
punto di
arrivo era lui.
-
ah si? – domandò estremamente divertito il
ragazzo, sfregandosi distrattamente
le mani.
Magnus
emise un ringhio poco convincente e, raccolta un po’di neve,
la lanciò in
direzione del Cacciatore che schivò il lancio con la stessa
agilità di un
gatto.
-
non mi prendi, Magnus Bane! – chiocciò in tono di
sfida Alec, iniziando a correre
verso lo stagno, incespicando nella neve.
Lo
Stregone si lanciò all’inseguimento senza
pensarci, allungando le braccia nel
tentativo di afferrare l’altro, che fu costretto a scartare
di lato per evitare
di venir catturato.
La
corsa si trasformò ben presto in un gioco, e durò
finché Alec, giratosi per
controllare la distanza tra lui e Magnus, non inciampò nei
suoi stessi piedi e
cadde a terrà, tirandosi addosso lo stregone, cui si era
aggrappato nel
tentativo di rimanere in equilibrio.
Rotolarono
nella neve, ridendo come matti, fino a che non andarono a schiantarsi
contro
una panchina.
-
ti ho preso, Alexander – sorrise vittorioso Magnus, sentendo
un’irrefrenabile
sensazione di gioia farlo tremare tutto, nel realizzare di essere sopra Alec. Quest’ultimo rise,
scostandosi via un po’ di neve dalla faccia e cercando di non
far intuire
all’altro di aver notato la posizione tanto quanto lui.
-
non mi scappi – dichiarò convinto lo stregone,
sistemandosi meglio a cavalcioni
del ragazzo con espressione soddisfatta, quando Alec provò a
toglierselo di
dosso con qualche scusa imbarazzata.
-
Ah! Magnus, togliti, mi si congela la schiena! – rise,
scalciando a vuoto,
quando la neve cominciò ad infilarglisi sotto il cappotto ed
il maglione, fino
ad entrare in contatto con la pelle calda, facendolo rabbrividire.
Magnus
ghignò, decidendo di reprimere più che
efficacemente la protesta messa in piedi
dal ragazzo: si chinò repentino sull’altro,
scoccandogli un bacio sulle labbra.
Alec
si zittì improvvisamente, diventando rosso scarlatto per
l’imbarazzo. Mosse la
bocca a vuoto, tentando di articolare una frase, anche la
più stupida.
-
devi dire qualcosa, Alec? – lo canzonò compiaciuto
Magnus, ad un soffio dalle
sue labbra, dopo essersi chinato nuovamente sull’altro per
baciarlo sul serio.
Alec
contrasse il viso in una smorfia imbarazzata e, con incredibile
presenza di
spirito e forza, gli tirò una ginocchiata non proprio ben
mirata.
-
ahio! . protestò lo Stregone, non troppo convinto.
-
così impari – borbottò fievole Alec,
voltando il viso di lato. Magnus sorrise,
sfregando il naso contro la guancia del ragazzo che mugolò
contento. Gli
sorrise un’ultima volta, prima di
scendere e sdraiarsi accanto a lui, afferrandogli una mano.
E,
con un sospiro felice, rimase fermo lì, la mano stretta in
quella di Alec, ad
osservare la neve che, lenta, scendeva.
-
Extra –
Alec,
avvolto come una mummia nel suo piumone blu, gemette al sentire il
cigolio
(lieve ma incredibilmente assordante nella sua testa) della porta che
si
apriva.
-
Alec? – la voce di Isabelle lo raggiunse nonostante la
protezione della coperta
pesante e, nonostante il tono usato dalla sorella fosse lieve, gli si
conficcò
dolorosamente nelle orecchie. – c’è
Magnus al telefono –
Alec
mugugnò scontento, esponendo una mano al freddo della stanza
ed afferrando il
cordless con un “grazie” appena biascicato.
Aspettò di sentire la sorella
uscire, prima di portarsi l’aggeggio
all’orecchio.
-
è tutta colpa tua – borbottò, sentendo
le tempie scoppiare quando Magnus gli
rispose:
-
scusa. Stai tanto male? – domandò lo stregone,
apprensivo.
-
mi fa male la testa – piagnucolò Alec, con una
punta di divertimento nella voce.
Si raggomitolò nelle coperte, tenendo ben stretto il
telefono. – e la gola. –
tossì per sottolineare il concetto.
Magnus,
dall’altro capo, sorrise, ben sapendo che Alec non era solito
lamentarsi e che
probabilmente quella era tutta una mezza messinscena per farlo sentire
in colpa
di avergli fatto prendere l’influenza.
-
non puoi usare una runa di guarigione? –
-
non si usano le rune per cose così stupide! –
ribatté indignato Alec, spostando
lo sguardo sul latte caldo appoggiato sul suo comodino e chiedendosi se
fosse
il caso o meno di sporgersi fuori dalle coperte calde per prenderlo.
-
scusa. Noi stregoni non ci ammaliamo spesso – si
scusò ancora Magnus. Alec
borbottò qualcosa che a Magnus sembrò un
“nonalzarecosìtantolavoce,perpiacere,mifamalelatesta”
-
beh, dai, è stato divertente – tentò lo
Stregone. Alec socchiuse gli occhi e sorrise
lievemente.
-
si – sussurrò sentendo la gola bruciare.
– è stato bello. Grazie –
Chiuse
definitivamente gli occhi, travolto dalla stanchezza, addormentandosi
sullo
strascico dolce delle ultime parole di Magnus:
- grazie a te, Shadowhunter –
NdA
~
*
IIIIII heard that youuuu settle
dooown, that yooooou found a giiirl and you’rrrre marry
noooooow ♪
Shallà,
wha, wha!
Sono
finalmente riuscita a concludere questa benedettissima FF!
Amen
Hallelujah, posso morire in pace – no, non è vero,
ma almeno ho fatto un altro
passo verso la conquista del mondo. Buahahah –
Sto
in fissa con la neve. E chi mi segue lo sa ma, gente, rassegnatevi.
Aaaal
solito, commenti, critiche e quant’altro sempre ben accetti! ♥
See ya! :3
( * someone like you
di Adele, yeah u.u)
P.S.
si ringraziano la Lily per il suo lavoro di allegro betaggio/correzione
/quant’altro e la Chia per il non-sostegno datomi. Love ya!
♥
P.P.S.
oddiomiolamiaprimaMalec! Whawhawha!
*fangirleggia*
..
e no, per chi se lo chiedesse, il
titolo non c’entra una beneamata cippa.
_
L a l a