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Autore: Melanie__    18/11/2011    2 recensioni
Aprì la porta, trovandosi di fronte una scala. Una normalissima scala in legno, con un corrimano scheggiato che la costeggiava.
Genere: Fantasy, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And she’s buying a stairway to heaven
 
La chiave si inceppò un attimo nella serratura. La donna imprecò sottovoce e la girò con più forza. La porta si chiuse e lei, stizzita, si girò e scese rapidamente le due rampe di scale che dal suo appartamento portavano in strada. Uscita all’aria aperta sospirò e si diresse verso il centro. Era una donna sulla quarantina, dall’aria severa, con un abbigliamento ricercato in contrasto con una vita che di ricercato aveva poco o nulla. I capelli castani stretti in una coda ondeggiavano a ritmo col ticchettio dei tacchi sul marciapiede. Strinse leggermente al corpo la borsa quando oltrepassò il pub all’angolo della via. Svoltò in una strada più affollata e si sporse per chiamare un taxi. Abbassò il braccio, delusa, quando non se ne fermarono. Guardandosi intorno, come per assicurarsi di non essere stata vista da nessuno, riprese a camminare come se niente fosse.
Mentre camminava a testa alta, evitando di scontrarsi con i passanti di fretta, sull’asfalto consumato della strada iniziarono a cadere delle gocce d’acqua. Infastidita, la donna guardò verso il cielo grigio, riparandosi sotto la tenda di un ristorante vicino. Quando la pioggia aumento ed iniziò a raggiungerla comunque, la donna corse velocemente ed entrò nel primo negozio che trovò. Con le mani guantate si ravviò rapidamente i capelli umidi di pioggia. Si avvicinò al bancone del piccolo negozio, i passi che risuonavano amplificati nell’ambiente silenzioso. Si sporse col busto per scorgere qualcosa al di là della porta socchiusa di fronte a lei, schiarendosi la voce. Non ricevette alcuna risposta, quindi si girò per osservare il negozio. Era scarsamente illuminato, stipato di librerie zeppe di cianfrusaglie. La donna si avvicinò alle vetrine per scrutare la strada. La pioggia continuava, e le gocce d’acqua correvano lungo il vetro. Guardò nervosamente l’orologio. Era in ritardo. Sbuffando, si diresse alla porta socchiusa. Magari avrebbe trovato un ombrello.
Aprì la porta, trovandosi di fronte una scala. Una normalissima scala in legno, con un corrimano scheggiato che la costeggiava.

 
There's a lady who's sure
All that glitters is gold
And she's buying a stairway to heaven.
 

Mentre avanzava si sfilò i guanti e li ripose nella borsa. Alzò lo sguardo, ma non vide nulla alla fine della scala. Colpa del buio, pensò. A terra, poggiato contro il terzo gradino, un cartello rovinato. Sembrava scritto a mano, dai bordi irregolari. Nero su bianco, spiccava quella parola, con accanto una freccia malamente disegnata che indicava verso l’alto: ‘Paradiso’. Divertente, pensò la donna. L’avrà scritto il figlio del proprietario. Ma lei non si fidava delle parole, possono avere più significati.

 
There's a sign on the wall
But she wants to be sure
'Cause you know sometimes words have two meanings.
 

Prese in mano il cartello, con delicatezza, come per non rovinarlo, o per non sporcarsi. Lo girò, guardandone il retro annerito. Riponendolo, tentò di chiamare qualcuno dal piano superiore. Il rumore dei tacchi che pestavano sul legno consumato della scala rimbalzava contro le pareti spoglie. La donna arrivò alla fine della prima rampa di scale. Sul muro  si stagliavano più ombre ed a quello dei suo passi si era aggiunto un altro suono. Rallentò, diffidente. Dopotutto talvolta tutti i nostri pensieri sono sospettosi. Questo cantava un uccello canoro, appollaiato tra le fronde di un albero che sembrava sorto dal muro stesso.

 
In a tree by the brook
There's a songbird who sings,
Sometimes all of our thoughts are misgiven.

 
La donna, vista la fonte del suono, ricominciò la salita. Il suo obiettivo ora era raggiungere la fine di quella scala,non si sarebbe certo fermata ad ascoltare le raccomandazioni di un animale.
Un passo dopo l’altro, un gradino dopo l’altro, la scala si allargava, l’ambiente si faceva più luminoso. Stizzita, fece per voltare la testa ed osservare la strada percorsa, ma incespicò, cadendo inginocchiata sui gradini, con un breve lamento. Un mormorio sommesso, come l’eco di una risata si sparpagliò attorno a lei. Alzandosi di scatto si trovò a guardare una foresta, da cui provenivano brevi sbuffi e sussurri. La foresta stava ridendo di lei.
 

And the forests will echo with laughter.

 
Si girava, il respiro affannato, cercando con lo sguardo chi la stava sbeffeggiando, chi la trovava così divertente. Si sentiva puntati contro centinaia di occhi. La donna non sopportava  essere derisa. Quando si è derisi si perde ogni dignità. E’ una debolezza, pensava, e lei non era debole. Come era iniziata la risata si spense, pian piano, lasciando posto ad un silenzio innaturale, quasi rispettoso. Ruotando su sé stessa, mentre il respiro le si calmava, scorse la scala. Là in fondo, fra due cespugli incolti. Lisciandosi la gonna con le mani e sistemandosi la borsa sulla spalla, riprese a camminare. 


 

Buondì a tutti. Mi stavo ascoltando tranquillamente la nostra 'Stairway to heaven' ed ho pensato: oibò, voglio scriverci una storia. Ok. Vi chiedo umilmente scusa se ho stuprato il testo e chiedo scusa a Mr. Plant ed ai Led Zeppelin se la storia farà piuttosto pena. Immagino sarà di due capitoli, ma non si può mai sapere che succederà. Magari spunterà Robertone e mi punterà una pistola alla nuca intimandomi di non scrivere più una riga. In questo caso non me ne fregherebbe più un cavolo della storia e mi preoccuperei di non far uscire Robert da quella porta. LOL. 
Embè, vi lascio. Se avete voglia di lasciarmi una recensione, anche solo per dirmi di lasciare in pace la cara scala per il paradiso, ne sarei molto contenta. Thank you.
Ci si vede. Credo.
:D
Goodbye

Melanie

  
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