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Autore: Silverheart    18/11/2011    1 recensioni
Gannicus, ormai uomo libero, ripensa con nostalgia ai giorni passati alla villa di Batiato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sognato per una vita intera di poter essere libero, di poter andarmene dalla scuola di Batiato, e ora che finalmente sono un uomo libero non so che cosa fare. Ho tradito il mio migliore amico e l’unica donna che io abbia mai amato è morta. Il mio padrone, controvoglia, mi ha restituito la libertà proprio quando avevo dimostrato all’intera Capua che sono un vero campione. E ora che non ho più nessuno contro cui combattere mi sento solo. Mai più allenamenti e ramanzine, mai più missioni pericolose e al limite della legalità, questo è vero, ma anche mai più duelli contro degni e abili avversari, mai più lotte nell’arena e bagni di folla, mai più i miei fratelli. L’unica cosa che mi resta ora è la gloria... Ma che cosa posso farci? Non mi serve a mangiare, e nemmeno a tirare avanti. Ora che sono cittadino del mondo dovrò darmi da fare, dovrò trovarmi un lavoro e farmi una famiglia. Ma come farà un pigro inguaribile come me a lavorare sodo? E, soprattutto, come farò a trovare la donna giusta? Ho sempre avuto la compagnia di belle prostitute e ho sempre fatto feste a base di vino e cibo, non troverò mai una donna. Non ne troverò mai una che sia capace di perdonare questi miei vizi. Per Melitta ci ho provato, ma la sua morte mi ha fatto capire che tra noi due non avrebbe mai potuto funzionare. Lei era la moglie di Enomao, e, a parte questo, era totalmente diversa da me. Gli dei se la sono presa per farmelo capire, ma così hanno fatto un torto al mio migliore amico, un vero credente, devoto a questi maledetti dei. Sì, maledico gli dei, in quanto per anni ho sperato di diventare libero e ciò non è mai accaduto. E proprio quando ho capito che la mia vita apparteneva al furore e al sangue dell’arena, quando ho capito di essere un vero e proprio gladiatore fin dentro nell’anima, quegli infami han fatto sì che io tornassi ad essere libero. Deriso dal destino...
Non oso nemmeno pensare a quali e quante fatiche mi aspettano. Ahh, era bella la vita alla villa... Nonostante fossi uno schiavo, ero trattato come un re ed ero adorato quasi come un dio. Mi manca già tutto questo... E’ vero, negli ultimi tempi credevo che sarebbe stato meglio se me ne fossi andato, ma solo ora mi rendo conto di quanto fossi poco obiettivo. Complici Tito, quei bastardi di Tullio e Vezio, e la storia con Melitta, la vita a scuola era diventata un vero e proprio inferno per me; ma poi, quando ho vinto la sfida finale nella nuova arena e tutto il popolo mi ha applaudito e ha gridato a gran voce il mio nome, ho capito davvero che era quello ciò che volevo diventare. Essere un fedele gladiatore di Batiato è ciò che volevo realmente, ma non me ne sono mai accorto. E, ormai, è troppo tardi per cambiare il mio desiderio. Ho sempre vissuto mostrando una facciata che non rappresenta il mio vero carattere, la mia persona. Probabilmente nessuno mi ha mai compreso fino in fondo: né Enomao né Melitta e nemmeno io stesso.
Posta una fine al capitolo “tradimento”, ho capito che non ho mai avuto intenzione di fare un torto così grande al mio amico, né che ho mai desiderato davvero di andarmene dalla villa. Sono stato solo un piccolo uomo che è finito per cedere di fronte alle emozioni che ha cercato di celare per troppi anni... Ma se potessi davvero tornare indietro, non pregherei più gli dei affinché mi donino una nuova vita, ma affinché mi facciano restare il più a lungo possibile campione della casa di Batiato. Quanto vorrei tornare ad essere un gladiatore. Anche il giorno del mio addio, quando ho salutato i miei compagni guerrieri, ho finto di essere felice per me, contento di aver guadagnato la mia libertà, ma in realtà non me ne importava neanche allora. L’ho fatto solo per rassicurare i miei fratelli, per dare un’ultima lezione a Crisso, e un po’ anche per fare ingelosire Barca. Anche lui ora sogna di diventare libero, un giorno. Beh, spero per lui che questo suo desiderio si realizzi, e spero anche che lui lo desideri davvero, e non per finta, come me.
Alla fine della storia, sono solo una persona che s’è guadagnata qualcosa che non solo non si meritava, ma che nemmeno voleva. Sono una specie di esempio vivente per tutti. La sorte si è divertita a prendersi gioco di me, quale crudele divertimento. La libertà che ho sempre anelato finirà sicuramente per condannarmi. Libertà, il mio fardello...
  
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