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Autore: _Padfoot    19/11/2011    6 recensioni
Dopo dodici anni in quella maledetta prigione Sirius era finalmente libero di fare quello che voleva, e nessuno l'avrebbe fermato
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Per Meg e Lali, quando e se la leggerete;) Ok, è la prima volta che scrivo quindi che nessuno si aspetti niente di spettacolare! Parto con una one-shot in modo da non dovermici impegnare troppo, so che una storia troppo lunga la lascerei a metà…
 
C’era voluta una forza di volontà incredibile, ma ce l’aveva fatta alla fine. Gli rivennero in mente tutti quegli anni rinchiuso lì dentro, con nient’altro che pensieri orribili, e rabbrividì quando nella sua mente si formò l’immagine di un’alta figura nera incappucciata, il cui passaggio significava, per lui come per chiunque altro, sprofondare in un incubo terribile. Aveva una paura matta dei Dissennatori. Certo, avrebbe dovuto esserci abituato, dopo dodici anni, ma il terrore sembrava aumentare ogni volta, come se non fosse già abbastanza. E pensare che era stata proprio la persona che ce l’aveva mandato, lì dentro, a dargli la forza di uscirne, di scappare… ma non era il momento di pensarci, aveva cose da fare prima.

Si mosse velocemente, cercando di fare il meno rumore possibile con le sue zampe nere come la pece, per timore di essere scoperto e di spaventare il ragazzo. Chissà com’era diventato quel ragazzo. Era forse come suo padre, con gli occhiali, i capelli neri sempre spettinati, tanto talento e tanta voglia di mettersi in mostra? Gli scappò un sorriso al ricordo.

La partita era appena terminata, era stata particolarmente dura ma grazie a James ora la squadra aveva vinto la coppa per la seconda volta di seguito, e la gioia di tutti era incontenibile. Un’ondata rossa e oro si stava riversando sul campo, desiderosa di festeggiare il loro capitano. Sirius rimase indietro, ci sarebbe stato tempo dopo per i complimenti, questo era il suo momento di gloria e non l’avrebbe interrotto, anche perché sarebbe stato impossibile attraversare quella marea di gente per abbracciare il suo migliore amico. Vide che lo sollevavano per portarlo nella sala comune, catturò il suo sguardo da lontano e gli rivolse un largo sorriso, con i pollici alzati. James ricambiò il sorriso e si lasciò trasportare via. Lily era rimasta indietro, chissà come mai. Negli ultimi tempi era sempre più aperta con loro, soprattutto con James, e specialmente dopo che alla fine dell’anno prima aveva litigato con quello sfigato di Snivellus; per fortuna si era resa conto di che tipo era, dopo come l'aveva chiamata.

Si fermò di colpo. Era arrivato al limite dei cespugli in cui si stava nascondendo, e lui era seduto lì, sul marciapiede, apparentemente senza sapere cosa fare. Vederlo gli fece provare un’ondata improvvisa di affetto, felicità e nostalgia, tutto mischiato insieme. Harry si girò di colpo, vide il cane nero e cadde all’indietro spaventato, ma quando si rialzò Sirius era già scomparso, felice come non lo era stato da tempo, e deciso a vendicare tutte le ingiustizie che il ragazzo aveva dovuto subire. Ora c’era lui, era tornato, e niente avrebbe potuto fermarlo dall’uccidere quel verme di Minus, era quello che si meritava. Poi sarebbe andato da Harry e gli avrebbe fatto capire che non era colpa sua, come gli avevano probabilmente già detto, non era stato lui ad uccidere i suoi genitori. E poi, gli sarebbe importato farlo capire agli altri? No, probabilmente no.
  
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