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Autore: LubyLover    19/11/2011    0 recensioni
2007 - Luka è finalmente stabile con Abby e Joe, ma qualcosa, improvvisamente, lo obbliga a tornare a Vukovar, la città in cui la sua prima famiglia è stata uccisa.
Una guerra, è sempre stata così. Una guerra, e Vukovar.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luka Kovač
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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5.

 

Pronto? Luka... sei tu, vero?”

Silenzio. La sua voce. Vuole solo ascoltarla parlare. Il groppo in gola va su e giù. La sua voce.

Luka, parlami per piacere”

Non può. Non ne è più capace. Non riesce nemmeno più quasi a respirare. La sua voce. La sua stupenda voce.

Ok, allora... mmmm... io sto bene, insomma... beh, mi manchi... e Joe... lui, anche lui sta bene... dice le prime parole ormai... e... lo so, parlava anche quando sei partito ma... mmmm... Luka”

Niente. Lui è paralizzato, diviso eternamente tra due vite. Chi è lui? Chi è adesso? E cos’è stato? Dalla finestra, Vukovar continua ad osservarlo muto. È una trappola, Vukovar. Perché è capitata sulla sua strada? Perché Vukovar, perché? Essere a metà così è come non esistere, è come non essere. Lui non è, ma la voce di Abby che pronuncia il suo nome gli ricorda che lui è. Non ha senso, non può averlo. Non c’è soluzione.

... beh, Joe oggi ha detto, detto tata...”

 

***

Tata!”

Oddio! Ma ha detto... ha detto?”, sguardi confusi, orgogliosi e speranzosi. “Ha detto...”, non si sarebbe mai aspettato di perdere il coraggio in un momento così bello. Non poteva nemmeno immaginare che ci sarebbe voluto coraggio in un momento così.

Eh già, Luka, sei la prima parola di Jasna... sei contento?”

La mia principessa...”, non si è mai sentito così. La sua bambina. La sua prima parola. I suoi occhioni innocenti lo fissano. È un patto siglato. Lui sarà suo per sempre. Sempre. Tata. Tutti i significati del mondo in quattro lettere. Jasna e il suo tata. Per la vita.

***

 

Io... Luka, riesci a dirmi qualcosa? Lo so che è difficile... ho cercato di capire, e forse ci sto riuscendo, però ho bisogno che tu mi aiuti... ho bisogno di te... per piacere”

È affranto, Luka, il cuore in mille pezzi. Non riesce a parlare e non riesce a smettere di piangere. Piangere e stare male. Piangere e stare male. È quello che sta facendo da quando è a Vukovar. È tutto quello che gli ricorda Vukovar. Lacrime. E dolore. E disperazione. E morte. E come può da quel posto atroce voler parlare a Abby, lei che è sempre stata uno dei suoi momenti di gioia?

I suoi singhiozzi la raggiungono attraverso la cornetta, lontani chilometri e chilometri, ma terribilmente vicini e reali. Abby non ha mai desiderato stringere qualcuno così tanto.

Luka... vorrei essere lì... Luka parlami, ti prego...”

Quell'implorazione. Così disperata. Così vera. Si odia sempre di più, Luka. Non riesce più nemmeno a contare le persone che ha fatto soffrire. Amarlo. È questa la maledizione.

 

***

Ma papà...”

Niko, basta. Ti dico che è meglio così”

Lasciarlo partire?”

Sente anche quello che non vuole (o deve) sentire. Il muro di mattoni è freddo contro la sua schiena. L’aria è umida. Il mare incessantemente rumoroso.

Inverno e mare. La sua tristezza.

Si alza il vento. Trema nel freddo. Ne è contento. Partire...

Non capisci? Noi non riusciamo ad aiutarlo”

È lui che non vuole essere aiutato”

Puoi biasimarlo?”

Silenzio. Luka guarda le nuvole che passano nel cielo. Aiutarlo. Come se ne valesse la pena, come se le cose potessero cambiare, come se loro potessero mai tornare.

Deglutisce. La sua vita dove è andata? Perché lui? Perché Vukovar?

Sempre a difenderlo, il tuo bambino. Il punto è che tu non sei meno codardo di lui”

Luka sente distintamente lo schiocco dello schiaffo sulla guancia di suo fratello. Vorrebbe – e sa – che dovrebbe provare qualcosa, ma ciò che resta di lui non è altro che un involucro.

Guarda il mare. Quelle onde sono più vive di lui.

***

 

Si accascia sul pavimento, solo parzialmente consapevole della sua durezza. Chiude gli occhi. Vede i loro corpi martoriati. Li riapre di colpo.

La voce di Abby sembra lontana e lontana. Stringe la cornetta, ma le dita non rispondono bene.

La voce lontana e lontana.

Il groppo in gola.

I loro corpi martoriati.

Paura e disperazione.

La cornetta gli sfugge.

Vukovar se la ride.



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Margheritanicolaevna: grazie per aver letto e commentato. Mi piacerebbe se seguissi questa storia fino alla fine.

 

 

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