Murtagh guardò annoiato, dall’alto del suo drago, il gruppo di ribelli di cui si doveva occupare.
Ormai si era rassegnato al suo destino e, finché Galbatorix non gli avesse ordinato di attaccare nuovamente Eragon, uccidere varden non gli dava più fastidio.
L’aveva accettato per il bene suo e del suo drago. Con un solo pensiero mando Castigo all’attacco.
 
Camminava tranquillamente per la radura che il drago rosso aveva creato.
Dei ribelli non c’era più traccia, disintegrati dal fiato di Castigo.
Avresti potuto renderti utile anche tu invece di lasciar fare tutto il lavoro sporco a me…lo punzecchiò il suo drago, ma il ragazzo sembrava perso in altri pensieri.
Se continui così metterai su ciccia e dopo le sentirai da Galbatorix…Cercò nuovamente di stuzzicarlo il drago ma il giovane, per quanto avesse la mente aperta nei suoi confronti stava rimuginando su tuttaltro.
-Senti Castigo…- iniziò a dire il cavaliere quando una figura saltò giù da un albero prendendolo di spalle e, in un unico movimento fluido, lo fece cadere in ginocchio puntandogli un pugnale affilato alla gola.
Castigo ruggì per la rabbia di essersi fatto sorprendere ma la figura blocco ogni suo gesto.
-Non ti agitare drago, se ci tieni al tuo cavaliere- Castigo si ritiro sibilando.
La ragazza, perché di una ragazza si trattava, costrinse il moro ad alzare il volto verso di lei.
-Ci si rivede, Murtagh- lo salutò la giovane. Il ragazzo al suono della sua voce si era irrigidito e non si sorprese quando incontrò un paio d’occhi di un verde molto molto scuro.
-È sempre un piacere rivederti Shila-