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Autore: V a m p i r e    19/11/2011    10 recensioni
Fluff puro. Dove passa le notti Dawn? E perchè è tornata a sorridere?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dawn Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' una FF piccola e stupida, ma volevo dedicare un momento a Dawn e Spike. I Feedback sono graditissimi! Questa è un'opera di fantasia, i personaggi sono di Joss Whedon, altrimenti Spike, Tara e Anya non sarebbero mai morti, la serie finirebbe con lo Spuffy e Spike ora sarebbe legato al mio letto! (Ok, mi sa che ora dovrò cambiare rating!). Buona lettura!



Quella sera la luna era alta nel cielo di Sunnydale, il vento soffiava incessantemente da due settimane ormai.
Dawn camminava velocemente per allontanarsi dal suo vialetto, con la giacca di pelle nera della sorella addosso e una gran voglia di arrivare al più presto al cimitero.
Cosa ci faceva una ragazzina di quattordici anni fuori di casa di notte, per di più diretta in una cripta, senza neanche che i suoi familiari lo sapessero? Tutto il motivo si riduceva ad un nome: Spike.
Se Buffy non lo poteva vedere, non lo sopportava, sembrava persino disgustarla, l’altra sorella Summers aveva reazioni esattamente contrarie. Quando Spike era in giro, quando aiutava la Scooby Gang o semplicemente le dava una mano nei compiti, il comportamento di Dawn cambiava in meglio. Non era più la ragazzina problematica e sfortunata che aveva perso la madre e la sorella nello stesso anno, che rubava dai negozi senza successo e non sorrideva mai. Era di nuovo la Dawn Summers di prima, quella spensierata che faceva scherzi a Buffy per vederla disperarsi e arrabbiarsi senza una ragione vera.
Si era presa una cotta per il bel vampiro quando lui stesso aveva iniziato ad avere una malata ossessione per Buf, e per quel motivo passava sempre a salutarla o portarle qualcosa in casa.
Ormai aveva preso l’abitudine di uscire di nascosto dalla finestra, da quando una volta Buffy si era addormentata sul divano dopo essere uscita di ronda, e andare alla cripta di Spike.
Non l’aveva subito accolta bene, le aveva intimato di uscire due o tre volte, ma lei aveva buoni argomenti per convincerlo. Bastava pronunciare il nome “Buffy” e lui pendeva dalle sue labbra. Certo, non come avrebbe voluto, però per ora poteva accontentarsi.
Corse verso la pesante porta e bussò impaziente di vedere il suo ossigenato preferito, sperando proprio che non fosse fuori a spiare sua sorella, giocare d’azzardo con dei gattini o fare altre cose che preferiva non sapere.
Lui le aprì rassegnato, con una mano tra i capelli biondi e la maglia nera stropicciata. Anche se era già notte stava ancora dormendo, sognando della sua Cacciatrice inarrivabile.
«Briciola...» Neanche il tempo di salutarla e lei lo stava già abbracciando, evitando di notare le sue inutili proteste e gli occhi alzati al cielo.
«Ciao Spike!»
«Quante volte ti ho detto che non puoi venire qua? Io sono cattivo! Cattivo!» Quando aggiunse un altro “cattivo” alla frase, cercando di enfatizzare il tutto e spaventarla, dovette mordersi le labbra per non ridergli in faccia.
Davvero pensava di fargli paura? Con quegli occhi?
«Sì, okay allora non ti dirò cosa Buffy ha detto di te oggi... Sai, ha parlato per ore!»
«No! Resta un momento, ragazzina. Ma quando hai finito esci subito, se tua sorella scopre dove passi le notti divento polvere in un minuto. »
Dawn sorrise e si sedette sulla sedia di fronte a lei: aveva vinto per quella sera.

Due ore dopo Dawn dormiva profondamente nel letto di Spike, che non aveva cuore di svegliarla e si accontentava della poltrona, vegliando la “sorellina piccola” della Cacciatrice.
Quando era partito in un monologo sulla sua ossessione, neanche l’adorazione di Dawn era riuscita a mantenerla sveglia. Era letteralmente crollata sulla sua spalla, e una volta svegliata si sarebbe maledetta per non averci pensato prima ed essersi addormentata veramente. Sarebbe stato un ottimo espediente per farsi tenere stretta da quelle braccia muscolose.
«Dormi bene, Briciola... e non scocciarmi quando ti sveglierai, ti prego!»Le sussurrò mentre le rimboccava le coperte.
Forse dopotutto l’anima non era che un freno, l’umanità in Spike c’era sempre stata. Serviva soltanto una persona che la tirasse fuori, e adesso avrebbe dovuto capirlo lei stessa.
   
 
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