L’ambasciatore ci aveva appena lasciato. Scesi dal trono e mi guardai attorno. Vidi mia figlia Mary, che aveva due anni, giocare con Agnes Livingstone e Riccio. Quella dannata bambina, ora si che era inutile.
<< Dannata, stupida, inutile bambina! >>urlai. Mary iniziò a piangere, subito confortata da Mary Livingstone, mentre mia moglie era livida.
<< Marito mio! Perché quest’ira ingiustificata? >> << Perché? Avete anche il coraggio di chiedermelo? Non vi hanno forse avvisato? Non sapete forse che vostra sorella la principessa Margherita di Valois è arrivata in Inghilterra? E che il re la vuole chiedere in sposa? E ora che me ne faccio di una figlia? Niente! >>
Mia moglie mi osservò in silenzio, poi feci un segno a Rodrigo e lasciai la stanza del trono. Non m’importava che mi vedesse, che mi vedesse pure, che sapesse che non provavo nulla per lei, che le preferivo Rodrigo.
Mi raggiunse nella mia stanza. << Maestà >>, << spogliati >> mi obbedì, senza fiatare. Non appena fu nudo gli saltai addosso, era da troppo tempo che non lo possedevo. Mentre lo prendevo, con furore e rabbia, facendolo gemere di dolore e di piacere, mi chiese cosa avrei fatto nei confronti di Enrico di Guisa. << Prima finisco qui, poi te lo dico >> risposi, penetrandolo di nuovo, e godendo del suo urlo, un urlo di puro piacere.
<< Soddisfatto mio re?>> << Si, come lo sono sempre di te. Ti amo. Cosa farò nei confronti del cugino di mia moglie? Lo ucciderò, lo processerò e lo arresterò >> << L’ordine è errato mio signore >> << No, assolutamente no >> risposi, prima di scoppiare in una fragorosa e diabolica risata.