Ciao, a te che leggi questa
lettera. Non so chi
tu sia, né quale sia il tuo nome, né quale sia il tuo
profumo preferito. Ma ti scrivo comunque, perché non ho
nessuno con cui parlare, ora che non ci sono più. Questa mattina mi sono
svegliato..ed ero calmo, molto calmo..credo
di non essere mai stato più calmo in vita mia..qualcuno la chiama quiete prima del temporale..sai, quando arriva il vento freddo, sempre più forte, e
vedi che la natura pensa alle sue creature, le raffredda prima del caldo
acquazzone estivo. Anch’io avrei voluto avere una natura che mi preparasse alla
vita..ma non l’ho mai trovata. Una volta ho ascoltato
una canzone che diceva you cannot hide yourself behind a fairytale forever and ever.. me ne hanno raccontate
così tante, di storielle, le fiabe che si raccontano ai bambini: guarda,
Ho pianto per
la luna, ho pianto per la pioggia, ho pianto per il mare e per il vento, per la
sabbia e per l’azzurro, solo perché ormai non avevo più niente dentro, ero
vuoto..aspettavo, guardandomi attorno, e speravo, di trovare, tra
la folla, un particolare che mi aiutasse a capire il perché di questo mondo. Non
l’ho mai trovato. Stamattina, mentre osservavo l’alba, ho respirato i profumi
del mondo, mi sentivo così sereno..era il grande giorno, il
giorno più bello della mia vita. L’ultimo. E mentre camminavo, mi sembrava di
vedere e di sentire tante cose, molte di più di quelle che vedevo e sentivo
prima..l’odore di caffè e di brioches dei bar mi ricordava mia mamma, quando mi svegliava
dopo aver preparato la colazione. I fiori sui davanzali mi ricordavano quella
volta in cui, per la prima volta, ho visto un fulmine spaccare la superficie del
mare: quelle piantine si erano illuminate.. io ero
piccolo, e mi sono emozionato per le cose incredibili che può fare la natura.
Grazie, lettore, se dopo tutto questo
sei ancora qui. Io
non ho davvero più nessuno con cui parlare..nessuno che sia in grado
di ascoltarmi e capirmi, senza pietà o dispiacere, come farebbero gli altri con
un suicida, non me ne frega un cazzo della pietà e del dispiacere adesso..dov’eravate tutti quando io chiedevo aiuto e nessuno mi
rispondeva. “Sarà un momento” dicevate. “Il solito idealista che cerca risposte,
non le trova e si deprime”. Stronzi, non avete capito
proprio niente.. non avete capito che io parlavo sul
serio, quando dicevo di voler farla finita. Adesso, vi sentite almeno un po’
delle merde?O forse no, siete stati talmente
inghiottiti da tutto che ora provate solo pietà e
dispiacere?Non ho mai chiesto tanto, niente che non potessi raggiungere con le
mie forze.. tranne quelle maledette domande che mi hanno portato ad un’unica
risposta. No. No, non c’è gioia. No, non c’è verità. No, non c’è comprensione.
Se ci sono, io non le ho mai trovate. È per questo che io, per non nascondermi dietro a quelle
sciocche favolette, ho deciso. Ho deciso per me, da
solo, senza che nessun altro mi consigliasse. Ho deciso di lasciare questo
mondo. E se tu, lettore,la pensi come Amleto, sbagli,
secondo me, perché è vero che noi sappiamo che cosa c’è in vita e non cosa c’è
dopo la morte, ma se quello che tu sai che c’è in questo mondo ti fa schifo,
credimi, sei disposto ad andartene da qui, ad imbarcarti con Caronte, Mercurio e Ade in un’impresa nera come pece, fredda come
ghiaccio e ruvida come corteccia. Prima di andarmene, quando sentivo che le forze e la vita pian piano mi stavano abbandonando, ho
sorriso, per la prima volta, e ho pianto. Di felicità.
E allora grazie, grazie ai giorni felici
che ho passato con il mio unico amore, morto in un incidente qualche anno fa,
grazie ai miei pochissimi amici, che non mi hanno preso a calci come gli altri,
grazie a quegli scrittori che, con le loro parole, mi hanno dato la forza di
vivere i miei 27 anni senza finirli prima, grazie ai tramonti e alle albe che ho
potuto vedere, solo o con il mio amore, perché mi hanno dato un senso di
continuità infinito, grazie a questo strano corpo aeriforme che mi ha permesso
di morire senza troppi spargimenti di sangue, semplicemente addormentandomi pian
piano, nella stessa macchina che ha ospitato il mio amore per l’ultima volta,
che io ho voluto tenere per potermene andare con il suo ricordo. E, naturalmente, grazia anche a te, lettore, per avermi tenuto un
po’ di compagnia. Ora devo andare..spero di riuscire a
smettere di piangere.