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Autore: Hcn    15/07/2006    2 recensioni
Questa è la lettera di un suicida, l'ultima. La chiesa viene considerata piuttosto male, qui..quindi se questo vi può disturbare non leggete, vi avviso solo.Dopo aver letto questa lettera, ditemi che ne pensate, per me significherebbe molto..un bacio =]
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My last tear..

Ciao, a te che leggi questa lettera. Non so chi tu sia, né quale sia il tuo nome, né quale sia il tuo profumo preferito. Ma ti scrivo comunque, perché non ho nessuno con cui parlare, ora che non ci sono più. Questa mattina mi sono svegliato..ed ero calmo, molto calmo..credo di non essere mai stato più calmo in vita mia..qualcuno la chiama quiete prima del temporale..sai, quando arriva il vento freddo, sempre più forte, e vedi che la natura pensa alle sue creature, le raffredda prima del caldo acquazzone estivo. Anch’io avrei voluto avere una natura che mi preparasse alla vita..ma non  l’ho mai trovata. Una volta ho ascoltato una canzone che diceva you cannot hide yourself behind a fairytale forever and ever.. me ne hanno raccontate così tante, di storielle, le fiabe che si raccontano ai bambini: guarda, la Bestia, era brutto e cattivo ma ha trovato la Bella e l’ha reso un principe; guarda, tutte le principesse poveracce e i principi sfigati sono riusciti a sfondare, piccolo, ce la farai anche tu! Ma poi però cresci, e ti accorgi che non è vero un cazzo che funziona così. Non è vero che le giostre sono sempre piene di bambini felici, le giostre sono anche vuote, tristi, con persone sole che le vanno a guardare. Non è vero che gli eserciti entrano nelle città e portano la pace, portano solo morte e altra sofferenza. Non è vero che la chiesa aiuta tutti in maniera incondizionata: vai a dirgli che tua figlia è una suicida, un’omosessuale, una divorziata, un’adultera o un’atea e senti che ti rispondono. Non è vero che la notte è una gabbia, che ci sono i mostri e che bisogna solo dormire: la notte è l’unico momento in cui riesci a sentire i respiri del mondo, i palpiti del suo cuore, lo scorrere del suo sangue. Non è vero che la vita è il sole, la gioia e la realizzazione dei propri desideri: la vita è una gabbia, la vita è piena di mostri..ed è per questo che ho scelto di dormire di un sonno eterno, un sonno da cui non potessi più essere svegliato, perché mi fa male la luce, Dio quanto mi fa male. ..Dio?Ehi! Mi hai visto scivolare nella fossa e non mi hai aiutato, mi hai visto implorare aiuto, immerso nel fango, mi hai visto gridare nel mio silenzio e nella mia confusione..dimmi, hai riso quando ho respirato per l’ultima volta?hai riso in quel momento, quando ho concesso al mondo un’ultima lacrima, prima di dirgli addio?

Ho pianto per la luna, ho pianto per la pioggia, ho pianto per il mare e per il vento, per la sabbia e per l’azzurro, solo perché ormai non avevo più niente dentro, ero vuoto..aspettavo, guardandomi attorno, e speravo, di trovare, tra la folla, un particolare che mi aiutasse a capire il perché di questo mondo. Non l’ho mai trovato. Stamattina, mentre osservavo l’alba, ho respirato i profumi del mondo, mi sentivo così sereno..era il grande giorno, il giorno più bello della mia vita. L’ultimo. E mentre camminavo, mi sembrava di vedere e di sentire tante cose, molte di più di quelle che vedevo e sentivo prima..l’odore di caffè e di brioches dei bar mi ricordava mia mamma, quando mi svegliava dopo aver preparato la colazione. I fiori sui davanzali mi ricordavano quella volta in cui, per la prima volta, ho visto un fulmine spaccare la superficie del mare: quelle piantine si erano illuminate.. io ero piccolo, e mi sono emozionato per le cose incredibili che può fare la natura.

Grazie, lettore, se dopo tutto questo sei ancora qui. Io non ho davvero più nessuno con cui parlare..nessuno che sia in grado di ascoltarmi e capirmi, senza pietà o dispiacere, come farebbero gli altri con un suicida, non me ne frega un cazzo della pietà e del dispiacere adesso..dov’eravate tutti quando io chiedevo aiuto e nessuno mi rispondeva. “Sarà un momento” dicevate. “Il solito idealista che cerca risposte, non le trova e si deprime”. Stronzi, non avete capito proprio niente.. non avete capito che io parlavo sul serio, quando dicevo di voler farla finita. Adesso, vi sentite almeno un po’ delle merde?O forse no, siete stati talmente inghiottiti da tutto che ora provate solo pietà e dispiacere?Non ho mai chiesto tanto, niente che non potessi raggiungere con le mie forze.. tranne quelle maledette domande che mi hanno portato ad un’unica risposta. No. No, non c’è gioia. No, non c’è verità. No, non c’è comprensione. Se ci sono, io non le ho mai trovate. È per questo che io, per non nascondermi dietro a quelle sciocche favolette, ho deciso. Ho deciso per me, da solo, senza che nessun altro mi consigliasse. Ho deciso di lasciare questo mondo. E se tu, lettore,la pensi come Amleto, sbagli, secondo me, perché è vero che noi sappiamo che cosa c’è in vita e non cosa c’è dopo la morte, ma se quello che tu sai che c’è in questo mondo ti fa schifo, credimi, sei disposto ad andartene da qui, ad imbarcarti con Caronte, Mercurio e Ade  in un’impresa nera come pece, fredda come ghiaccio e ruvida come corteccia. Prima di andarmene, quando sentivo che le forze e la vita pian piano mi stavano abbandonando, ho sorriso, per la prima volta, e ho pianto. Di felicità.

E allora grazie, grazie ai giorni felici che ho passato con il mio unico amore, morto in un incidente qualche anno fa, grazie ai miei pochissimi amici, che non mi hanno preso a calci come gli altri, grazie a quegli scrittori che, con le loro parole, mi hanno dato la forza di vivere i miei 27 anni senza finirli prima, grazie ai tramonti e alle albe che ho potuto vedere, solo o con il mio amore, perché mi hanno dato un senso di continuità infinito, grazie a questo strano corpo aeriforme che mi ha permesso di morire senza troppi spargimenti di sangue, semplicemente addormentandomi pian piano, nella stessa macchina che ha ospitato il mio amore per l’ultima volta, che io ho voluto tenere per potermene andare con il suo ricordo. E, naturalmente, grazia anche a te, lettore, per avermi tenuto un po’ di compagnia. Ora devo andare..spero di riuscire a smettere di piangere.     

  
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