Ed eccomi: ci risono!

Sono di nuovo nel più profondo baratro. Il mio unico incubo, il mio unico rifugio, la mia unica fonte di gioia, la mia unica fonte di rovine.

Eccola. La sento che mi chiama: “Vieni, forza! Ancora una dose! Coraggio, so che ti piace!”. La guardo, mi tenta! Sto per scoppiare! Sento quelle fottutissime voci all'interno della mia psiche. Mi tappo le orecchie, ma niente da fare. I demoni permanevano lì. Erano un chiodo fisso. Non avevano alcuna intenzione di sloggiare. Potevo vederli: ridevano di me, ghignavano. Le loro maledettissime voci stridule mi stavano uccidendo, eppure mi attiravano, eccome se lo facevano.

Caddi in ginocchio. Ero solo nella mia spoglia e desolata stanza. Non c'era nessuno insieme a me. Anzi, sì: i demoni. Mi misi a gridare più forte che potevo, illudendomi che qualcuno potesse sentirmi: “Bastaaaaaa! Lasciatemi in paceeeeee! Andate viaaaaaa!”. Correvo di qua e di là agitando le mani seguendo quegli “ipotetici” esseri maligni. Sì! Io li vedevo proprio lì di fronte a me! Ridevano, ridevano e ancora ridevano... “Bastardi! Figli di puttana! Fanculo!”.

Stavo morendo, mi stavo gettando da solo nella fossa. Anni e anni di martoriamento mi avevano condotto verso danni irreversibili. Avevo imboccato quella strada. Avevo scelto la morte. Eppure non volevo morire.

Sfinito e barcollante, tentai di arrampicarmi sul letto. Sopra di esso vi era appeso un crocefisso. Lo guardai con insistenza, dopodiché parlai con quell'oggetto come se fosse una persona umana: “Tu! Sei tu! È tutta colpa tua se sto così! Se sei chi dici di essere e se veramente esisti, aiutami!”. Porca troia, ero davvero disperato. Nonostante non avessi mai creduto in Dio, ebbi come l'istinto di rivolgermi a lui. Improvvisamente il crocefisso si staccò dal muro e cadde per terra, frantumandosi in mille pezzi.

Sconsolato e rassegnato, abbassai il capo e mi coprii il volto con le mani. Mi rannicchiai tutto: “Nemmeno lui mi ascolta!”. Nella mia mente bacata pensai: “Se perfino Dio non mi dava retta, a che cazzo mi serviva vivere?”.

Ormai il mio infame destino era segnato. Ero un dannato per l'eternità, un misero fallito del cazzo. Null'altro da aggiungere. Tanto vale che mi sparassi l'ennesima, o forse ultima, dose massiccia e la facessi finita, perché non valeva la pena trascorrere una vita così in quelle condizioni.

Andai verso la finestra e guardai il panorama sottostante. La gente era felice, rideva, scherzava, mangiava e beveva tranquilla. Tutto mi scorreva davanti agli occhi come i fotogrammi di un film. E io invece? Un reietto. Una merda. La feccia dell'umanità.

Ficcatevelo bene in testa: questo è il prezzo che si paga quando non ci si assumono le proprie responsabilità. Tutti ti scansano e di conseguenza si rimane soli. È solo questione di scelte. In questo caso scelte di coloro che come me hanno rifiutato tutto fino ad arrivare a distruggersi con le proprie mani. È un circolo vizioso senza via d'uscita, a meno che non ci metti una pezza in tempo.

Se mai arrivassi al giorno successivo, svegliarsi con il pensiero che tutto ricomincerà daccapo è troppo forte. A volte vorresti non svegliarti affatto...



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Premesso che io credo in Dio, la scena del crocefisso non è da interpretare in chiave atea: era solamente per dare un ulteriore tocco di pessimismo alla storia. Ho voluto solamente scrivere qualcosa di triste e senza speranza.
Se avete bisogno di chiarimenti su qualunque passaggio, chiedetemi pure visto che sono a vostra disposizione :)
Per il resto... Spero che la mia fanfiction vi sia piaciuta!!