Questa one-shot partecipa al
contest Christmas Comedy, indetto
da Girl_in_Blu e Yori. ^^ L'obiettivo sarebbe far ridere, quindi spero
tanto
che la mia storiella riesca nell'intento! XD Kitsune
Titolo:
A Training for
You!
Genere:
Comico
Avvertimenti:
One-shot, Missing
Moments
Rating:
Verde
Personaggio scelto: Goku
Pacchetto scelto: Oro
Introduzione:
Goku riceve un regalo di Natale decisamente speciale! Il nostro eroe, e
con lui
Vegeta, non ha molta scelta: o accetta il regalo…o niente
cena per una
settimana!
A Training for You!
Quando Goku
quell’anno aveva scartato il suo regalo di Natale
ne era rimasto molto sorpreso. Non si sarebbe mai aspettato nulla del
genere. I
suoi occhi stupefatti erano passati in rassegna di tutti i presenti,
che lo
guardavano divertiti. Solo quando aveva visto lo sguardo inorridito di
Vegeta,
che aveva ricevuto lo stesso regalo, Goku aveva capito che in effetti
c’era
qualcosa che non andava.
Il principe dei
saiyan aveva alzato lo sguardo, incrociando
il suo. Entrambi avevano capito di non avere scampo. Lo scintillio
sinistro che
balenava negli occhi delle loro mogli sorridenti era un avviso
più che chiaro:
se avessero rifiutato il regalo per loro sarebbero stati guai seri.
E ora, Goku si
stava cimentando in una lezione per “imparare
l’autocontrollo”. Così avevano detto le
due donne.
“Sono
stanca di dover rifare l’arredamento della casa una
volta a settimana!” aveva detto Chichi. Quindi Goku aveva
accettato di buon
grado di prendere lezioni. Se fosse servito per tranquillizzare sua
moglie,
allora non ne vedeva nulla di male.
Certo, non si
aspettava che le lezioni di autocontrollo fossero
tanto strane.
“Guardi
che io…non so se posso farcela!”
“Non
dica sciocchezze signor Son, secondo me è
bravissimo”.
“Le
dico che non è vero!” esclamò Goku,
corrucciato. Incrociò
le braccia, ma quel movimento fece sì che perdesse
l’equilibrio e cadesse per
terra, proprio sul sedere.
“Ahiahiahi!!!”
L’istruttore
lo aiutò ad alzarsi. “Le avevo detto di tenere
il suo peso in avanti, signor Son. Pattinare sul ghiaccio non
è facile come
sembra! Bisogna saper dosare ogni movimento, solo dopo potremo passare
alla
parte più divertente!”
“La fa
così facile lei!”
Un urlo
improvviso interruppe la loro conversazione. “Stai
attento a dove metti le mani, inutile terrestre!”
“Ma
io…la stavo solo aiutando a rialzar…”
Un colpo secco e
un rumore assordante. Un povero istruttore
era volato contro al bordo del palaghiaccio.
“Questo
è il settimo?” chiese Bulma, che stava appoggiata
al
bordopista con fare annoiato, mentre Goten e Trunks si rincorrevano
sugli
spalti.
Chichi
annuì funerea. “Vegeta non ha speranze...e noi che
speravamo che qualche lezione di pattinaggio potesse aiutarli. Almeno
mio
marito si sta impegnando”.
Le due donne
volsero a questo punto la loro attenzione su
Goku, che sembrava aver ritrovato il suo equilibrio…un
equilibrio un po’
strano. Stava a gambe divaricate in mezzo alla pista di pattinaggio,
aveva il
busto piegato in avanti e teneva le braccia aperte. Forse non era col
sedere a
terra, ma nemmeno dava cenno di volersi muovere.
Bulma sorrise.
“Già! Goku sembra proprio mettercela
tutta!”
A quel punto
Trunks si aggrappò al bordopista insieme a
Goten. “Sarà, a me sembra seduto sul
water!” disse il primo, e l’amico mise il
muso, arrossendo per l’imbarazzo.
“Signor
Son” stava dicendo l’istruttore, accalorato,
“cerchi
di unire di più le gambe, così non
andrà avanti di un millimetro!”
“Ma
insomma” disse Goku offeso, “mi lasci
concentrare!”
Stava guardando
un punto imprecisato sul ghiaccio, e in poco
tempo una leggera aura dorata lo avvolse completamente.
L’istruttore era senza
parole. “Signor Son, cosa sta…?”
“Ssssst!
Vuole stare zitto?” disse l’eroe, che lentamente,
molto lentamente, si alzò, riuscendo a mettersi in piedi.
L’aura dorata sparì
mentre Goku si rilassava.
“Ce
l’ho fatta!” urlò infine, alzando il
pugno in aria in
segno di vittoria.
“Ottimo!”
disse l’istruttore, battendo le mani, “Bravissimo,
riesce finalmente a stare in piedi!”
L’eroe
strinse i pugni, lo sguardo carico di grinta ed
euforia. “Adesso passiamo alla parte divertente?!”
“Certo!”
esclamò l’uomo, entusiasta. “Cominci
pure, signor
Son. Ma mi raccomando, non dimentichi di mantenere
l’equilibrio”.
“Allora
io vado. Si tenga pronto eh?” disse Goku in un
sorriso, piegando leggermente le ginocchia.
“Partirò
dopo di lei. Non abbia paur…aaaaah!”
L’istruttore,
che un secondo prima si trovava in piedi di
fronte a Goku, ora era spiattellato sul bordopista, dalla parte
opposta. Era
evidentemente svenuto.
Goku, col
braccio ancora teso e il pugno chiuso, era
stupefatto. “Ehi, ma…dov’è
finito?”
Poi vide
cos’aveva combinato. “Cosa? Al tappeto per
così
poco? Chichi, tesoro, sei sicura che quel tizio sia un vero
maestro?” aggiunse
rivolto alla moglie, che rimaneva appoggiata al bordopista con aria
depressa.
Goku si
alzò e si volse dall’altra parte. “Ehi,
Vegeta, l’ora
di lezione è finita. Ce ne andiamo?” disse,
uscendo dalla pista con un salto e
sedendosi per togliersi i pattini.
Non
c’era bisogno di chiederlo. Il principe si era già
rimesso gli stivaletti bianchi e aveva raggiunto il saiyan, in
silenzio.
Insieme si diressero verso l’uscita del palaghiaccio.
“Che
delusione” disse Goku, portandosi le mani dietro alla
nuca, “credevo che questi allenamenti
sul
ghiaccio fossero un po’ più duri.
Pensavo che tu stessi esagerando come al
solito, ma anche il maestro che avevo io non era
granché”.
Vegeta
incrociò le braccia. “Tsk, solo una perdita di
tempo…”
La delusione sul
volto di Goku sparì in un istante. “Mi
è
venuta una gran fame! Che ne diresti se andassimo a mettere qualcosa
sotto i
denti?”
“Mangiare
con te, io?” disse Vegeta, senza guardarlo. “Fai
come ti pare, comunque è sempre meglio che allenarsi con
questi pagliacci!”
Così
i due saiyan uscirono, seguiti dai bambini, lasciando
dentro le mogli sconfortate.
“L’anno
prossimo” disse Bulma con rabbia, “gli
regalerò una
settimana di lezioni di danza classica!”
Chichi sospirò.
“Non credo possa servire a qualcosa…”
disse,
mentre si dirigeva con l’amica verso l’uscita.
Entrambe sembravano abbattute.
Era inutile, quegli scimmioni nei geni non avevano un briciolo di
eleganza.