You are perfect to
me
Da quando
Rachel si era sposata la sua vita era totalmente cambiata.
Ormai non
era più una ragazzina che frequentava il liceo e sognava di arrivare, un
giorno, a calcare i palchi più prestigiosi di Broadway per interpretare il
ruolo della protagonista dei suoi musical preferiti. Era diventata una vera e
propria donna e il suo più grande amore era suo marito Finn.
Subito dopo veniva il suo lavoro.
Dopo il
diploma Rachel era stata ammessa senza problemi alla New York Academy of the Dramatic Arts insieme a Kurt ed
era stata apprezzata dai suoi insegnanti per il suo grande talento. Proprio per
questo ora si trovava a vivere il grande sogno che la accompagnava sin da
quando era bambina e i suoi papà la facevano partecipare a vari concorsi canori
per dimostrare a tutti che la loro piccola era speciale.
Tutto ciò
che aveva sempre desiderato era lì, a portata di mano, era tutto vero.
Rachel
viveva a New York con Finn, la persona che amava da quando
aveva sedici anni, era la star di Broadway e aveva degli amici strepitosi. Blaine aveva raggiunto Kurt a New York non appena si era
diplomato, un anno dopo di loro, ed anche loro due avevano visto i proprio
desideri diventare realtà.
Quella per
Rachel era una giornata come le altre, con la solita routine e le solite
faccende da sbrigare. Ancora non sapeva che cosa il destino avesse in serbo per
lei.
Rachel buttò
un’occhiata all’orologio, sbuffando sonoramente poiché la fila alla cassa del
supermercato quel venerdì mattina sembrava non terminare mai e lei aveva un
sacco di cose da fare e pochissimo tempo a disposizione.
All’ennesimo
sospiro dell’amica Kurt, che si era offerto di aiutarla con le spese visto che
aveva il giorno libero, si voltò verso di lei e disse con tono scocciato:
<< Rachel, potresti gentilmente smettere di sbuffare almeno per un
minuto? Questo non aiuterà a far scorrere più velocemente la fila! >>.
Rachel si
voltò di scatto verso il suo migliore amico e il suo sguardo si fece serio
quando disse, alzando il tono della voce: << Dimmi come posso andare in
lavanderia a ritirare la giacca di Finn, passare in
banca e comprare un vestito elegante per domani sera in sole due ore se questa
fila non si velocizza? >>. Parecchie persone si voltarono verso di lei
con aria infastidita in quanto stava praticamente urlando nel bel mezzo del
supermercato.
Tra di
queste c’era una bambina che si trovava proprio di fronte a loro che cominciò a
fissare Rachel con insistenza. Sembrava esserne ipnotizzata.
Dopo qualche
minuto Rachel si accorse che la bambina non era intenzionata a distogliere lo
sguardo da lei e, improvvisamente, anche lei si perse nei suoi grandi occhi
color nocciola.
Era proprio
una bambina adorabile. I suoi lunghi capelli castani leggermente ondulati le
ricadevano sulle spalle e aveva una mano sulla bocca che nascondeva un timido
sorriso rivolto a Rachel.
Intanto
Kurt, che non si era accorto di nulla, continuò a riprendere la sua amica
dicendo: <
Poi si
accorse che Rachel era diventata silenziosa tutto ad un tratto e la cosa lo
preoccupava. Kurt notò che aveva uno sguardo che non riuscì ad interpretare e
continuò ad osservarla per comprendere cosa avesse intenzione di fare.
Rachel
mostrò un grande e dolcissimo sorriso e salutò con la mano la bambina che
tentava di nascondersi dietro le gambe della madre per la vergogna. Quando capì
che la ragazza aveva buone intenzioni ricambiò il saluto con un timido gesto e
sul suo viso apparve un sorriso felice.
In quel
preciso istante Rachel si rese conto di desiderare qualcosa come non lo aveva
mai fatto. Era la prima volta che le capitava una cosa del genere, era una
sensazione strana ma fortissima.
Da quel
momento Rachel non si lamentò più della fila e sul suo volto apparve un sorriso
colmo di felicità.
Kurt la
osservò preoccupato ma non le disse nulla. Almeno la ragazza ora si era calmata
e l’ondata di nervosismo sembrava essere passata.
Una volta
usciti dal supermercato Rachel si diresse velocemente verso la sua macchina,
esortando l’amico a camminare più in fretta: << Kurt, sbrigati. Devo
andare immediatamente a parlare con Finn >>.
Kurt,
piuttosto confuso, entrò in macchina e rispose: << Forse mi sfugge
qualcosa. Non avevi mille cose da fare? Poi Finn non
è a lavoro adesso? >>.
<< Lo
so, ma è importante >> disse Rachel entrando in macchina e mettendo in
moto.
Mentre
guidava Rachel aveva un solo pensiero fisso nella sua mente.
Aveva
finalmente capito che cosa mancava per far sì che la sua vita fosse davvero perfetta.
Quella splendida bambina aveva risvegliato il suo istinto materno e il desiderio
di avere un figlio tutto suo che avrebbe reso la sua vita, già felice, perfetta.
Aveva sempre
desiderato avere un figlio ed ora che lei e Finn avevano
un lavoro stabile e il loro rapporto era più solido che mai sembrava essere il
momento adatto.
La guida di
Rachel era piuttosto spericolata e Kurt non poté fare altro che lanciarle
occhiate sconcertate. Conoscendo la sua amica, sapeva benissimo di non avere
alcun potere decisionale in situazioni come questa perché Rachel era troppo
testarda e quando aveva in mente qualcosa non era poi così semplice
distoglierla dal suo obiettivo.
Dopo qualche
minuto arrivarono di fronte all’edificio dove lavorava Finn
e Rachel parcheggiò velocemente, scese subito dalla macchina non degnando
nemmeno di uno sguardo il suo amico che sbuffò e poggiò la testa sul sedile con
aria rassegnata.
Rachel,
intanto, corse su per le scale e superò la scrivania della segretaria che non
fece in tempo neanche a salutarla, ed entrò nell’ufficio del marito che era intento
a scrivere qualcosa al computer.
Non appena
Rachel apparve alla sua porta senza fiato Finn la
guardò preoccupato, temendo che fosse successo qualcosa di grave. Si alzò di
scatto dalla sedia e raggiunse Rachel che non aveva detto una parola ma lo
guardava con un ampio sorriso.
Finn la osservò
con uno sguardo interrogativo e le chiese: << Amore, va tutto bene? Che è
successo? >>.
<< Finn, mi ami? >> gli chiese Rachel avvicinandosi
sempre di più, con il sorriso ancora stampato in volto.
<<
Tesoro, avresti dei dubbi a riguardo? >> disse Finn,
sorpreso dalla domanda, chiudendo la porta dell’ufficio visto che la
discussione stava diventando sempre più intima.
<< Ho
bisogno di sapere se mi ami veramente. Ho bisogno di sentirtelo dire >>.
Lo sguardo
supplichevole di Rachel convinse Finn a farsi più
vicino a sua moglie e ad afferrare le sue mani.
<< Ti
amo, Rachel >> disse Finn guardandola
intensamente negli occhi. << Ti amo come non ho mai amato nessun’altra
donna nella mia vita. Ti amo perché sei la cosa più bella che mi sia mai
capitata. E ti amo perché nessuno prima di te aveva creduto così tanto in me
come hai fatto tu >>.
A quelle
parole delle lacrime cominciarono ad apparire sul volto di Rachel, ma il
sorriso non la abbandonò.
<<
Volevo esserne sicura perché anche io ti amo alla follia e solo oggi ho capito
che cosa ci manca per poter essere una vera famiglia >>.
Dopo un
attimo di pausa per farsi coraggio, Rachel rivolse a Finn
uno sguardo entusiasta ma intimidito allo stesso tempo per poi fissare un punto
indefinito sul pavimento.
Sperava che
suo marito avesse il suo stesso sogno ma aveva paura di ricevere una risposta
negativa da parte sua.
<<
Poco fa, mentre ero al supermercato a fare la spesa, è accaduta una cosa che mi
ha fatto riflettere >> disse Rachel, per poi alzare lo sguardo e continuare
con maggiore convinzione. <
Finn continuò a
guardarla incuriosito da questa dichiarazione improvvisa e le fece un cenno di
incoraggiamento, invitandola ad andare avanti.
<<
Sento che è arrivato il momento di avere un figlio. E’ quello che desidero di
più al mondo adesso >> disse Rachel, mentre le lacrime continuavano a
scendere per l’emozione. << Non sarebbe bellissimo avere qualcuno che ci
chiami “mamma” e “papà” e che ci ricordi ogni giorno che il nostro amore è
stato capace di creare qualcosa di così prezioso? >>.
Finn, nel
frattempo, era rimasto immobile vicino alla porta e guardava attentamente sua
moglie.
L’unica
volta che l’aveva vista così emozionata era stato quando le aveva chiesto di sposarla.
Anche lui ultimamente aveva pensato spesso alla possibilità di avere un figlio
e a come sarebbe stato bello potergli insegnare a giocare a football o portarlo
al parco. Si sentiva pronto ormai e il fatto che Rachel fosse al suo fianco
rendeva tutto più semplice e più bello.
Finn si avvicinò
lentamente a Rachel che stava attendendo con evidente agitazione il suo parere
su ciò che aveva appena detto e le posò una mano sulla guancia, accarezzandola
dolcemente, mentre abbozzava un sorriso e i suoi occhi diventavano lucidi.
<< Ho
sempre pensato che tu fossi la donna perfetta per me e ciò che mi hai detto ora
non fa altro che confermarlo >> disse Finn con un
tono dolce ed affettuoso, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi lucidi
di sua moglie.
<< Sin
da quando ci siamo conosciuti tu non hai fatto altro che credere in me e mi hai
dato la forza necessaria per andare avanti e capire che cosa volevo veramente quando
il futuro mi sembrava incerto >> riprese Finn.
<< Ed è per questo che anche io desidero con tutto me stesso avere un
figlio da poter crescere con te >>.
Non riuscì
neanche a terminare la frase che Rachel era già tra le sue braccia, con le
lacrime agli occhi e il cuore che le batteva forte per l’emozione. Anche suo
marito aveva il suo stesso desiderio e sentirgli dire quelle parole l’aveva
colpita profondamente.
Rimasero
abbracciati per qualche minuto in silenzio, senza aggiungere altro, ed entrambi
potevano percepire l’emozione dell’altro per un futuro pieno di esperienze da
condividere.
Poi Rachel
alzò lo sguardo per incontrare gli occhi del marito e gli disse, fingendo un tono
serio: << Se sarà femmina la chiameremo Barbra
o Patti, così diventerà sicuramente una star! Mentre se sarà maschio lascerò a
te la scelta! >>.
<<
Certo che non ti smentisci mai >> disse Finn
con un sorriso, avvicinando il suo volto a quello di Rachel. << Comunque,
essendo tua figlia diventerebbe senz’altro una star, non ci sono dubbi!>>.
Rachel si
fece sfuggire un sorriso e posò le sue labbra su quelle di Finn.
Improvvisamente
si ricordò che Kurt era rimasto in macchina e la stava aspettando, quindi si
separò da Finn e disse: << Ora è meglio che
vada o Kurt me la farà pagare per averlo lasciato da solo al freddo e al gelo
>>.
Dopodiché si
avvicinò alla porta con un ampio sorriso e disse: << Ci vediamo stasera.
Ti aspetto per cena >>. Poi aprì la porta e si diresse verso l’uscita.
Finn non smise
di guardarla mentre se ne andava felice e sollevata e rimase impalato di fronte
alla porta aperta.
Proprio in
quel momento un collega passò di fronte al suo ufficio ed osservò Finn che aveva lo sguardo perso nel vuoto con il sorriso in
volto e si avvicinò preoccupato.
<< Finn, va tutto bene? >>.
Finn sembrò
svegliarsi da un sogno, si voltò lentamente verso il suo collega e rispose:
<< Non sono mai stato così bene in vita mia >>.
Quelle
parole erano sincere e uscirono spontaneamente, come un fiume in piena. Aveva
bisogno di farlo sapere al mondo.
Tutti
dovevano sapere che, in quel momento, Finn Hudson si
sentiva l’uomo più fortunato del mondo.
Note dell’autrice
L’altro
giorno ero in autobus per andare all’università, ho visto una splendida bambina
seduta accanto a me e mi è venuta l’ispirazione per una storia del genere. Non
chiedetemi come ho fatto a pensare a Rachel perché non ne ho idea. So solo che
a lezione non ho fatto altro che scrivere la storia anziché ascoltare la
professoressa!
Spero vi
piaccia! Come sempre sarei felicissima di sapere cosa ne pensate!
Alla
prossima!
Ilaryf90