Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Ricorda la storia  |      
Autore: Denki Garl    20/11/2011    5 recensioni
Si fermò ad ascoltare il vuoto che ora regnava nella sua mente, nel quale pareva il battito del suo cuore riecheggiasse spaventosamente forte. Un'eco impossibile da ignorare, la voce dell'amore. Eppure aveva quella fastidiosa sensazione di quando si hanno mille altre cose da dire, da buttare fuori, ma nulla sembrava voler uscire dalle sue labbra, non più.
«Fottiti!»
«Era quello a cui pensavo.» e lo sguardo di fuoco che Yuu gli lanciò non lo incenerì come il mittente avrebbe voluto, bensì lo accese ulteriormente.
I personaggi non mi appartengono, nulla si ispira a fatti realmente accaduti.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Reita
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Strano, dici di odiarmi e invece mi ami!










«Ehi... Cosa c'è che non va?»
«Cosa c'è che non va? Cosa c'è che non va, Ryo?!» sbottò infuriato il corvino. Rise nervosamente per una frazione di secondo, poi riprese «C'è che sono stufo, ok? Ogni santo giorno ti vedo troieggiare con Yutaka, e sono geloso. Sì, Yuu Shiroyama è fottutamente geloso. E vorrei che ridessi e scherzassi con me, non con Kouyou. E vorrei che trattassi come un bambino e prendessi in giro me, non Takanori. Vorrei che mi considerassi al di fuori della camera da letto, molto semplicemente!»
Si fermò ad ascoltare il vuoto che ora regnava nella sua mente, nel quale pareva il battito del suo cuore riecheggiasse spaventosamente forte. Un'eco impossibile da ignorare, la voce dell'amore. Eppure aveva quella fastidiosa sensazione di quando si hanno mille altre cose da dire, da buttare fuori, ma nulla sembrava voler uscire dalle sue labbra, non più.
Ryo sapeva bene che non era tutto lì, e attendeva. Gli veniva da sorridere un po' perché credeva che Yuu fosse dannatamente dolce in quel momento. Tuttavia, si trattenne, poiché aveva avvertito una nota di dolore nella sua voce e l'ultima cosa che avrebbe voluto era che il chitarrista soffrisse a causa sua. Per non parlar del fatto che comunque si divertiva a dargli sui nervi, e sebbene sapesse che Aoi era alla ricerca di qualcos'altro da dire, sapeva altrettanto bene che si aspettava lui dicesse qualcosa in quel frattempo silenzioso. Taceva, quindi, e cercava di non ghignare o sorridere, a seconda che pensasse alla situazione o si concentrasse sull'espressione contrariata di Shiroyama, reso da questa forse ancor più irresistibile che al solito.
«Io... Odio tutto questo. So benissimo che ci tieni a me, non credere. Lo so. Sento che non menti quando dici tutte quelle cazzate da diabete, e odio ritrovarmi a fare questa scenata perché...» un sospiro sofferente interruppe la sua frase, doveva cercare delle parole che sminuissero il più possibile il concetto che voleva esprimere. «Dimostra che ci tengo a te più di quello che vorrei», concluse a denti stretti.
«Yuu...» iniziò con aria grave, «sei proprio un idiota!»
«Oh, questo sì che mi fa sentir meglio!» ironizzò roteando gli occhi, era mai possibile che Reita non facesse altro che peggiorare le situazioni, indipendentemente dalla loro natura?


«Ruki, un po' d'insalata ti fa bene, mangiala...»
«Non mi piace, Kai. Lo sai che mi fa schifo!»
«Dai che se sei fortunato ci trovi pure qualche insetto!»


«Se non vado errato questa è la mia specialità, però.»
Se c'era una cosa che Yuu odiava, quella era dover ammettere di avere torto. Il suo orgoglio era così vasto da bloccargli le vie respiratorie in modo tale da impedire a qualunque parola di fuoriuscire dalle sue labbra ogni qual volta la sua coscienza lo convinceva a pronunciare la formula d'arresa, facendogli rischiare la morte per soffocamento. Certo è che, se c'era una cosa che odiava ancor di più, quella era dover ammettere che fosse Ryo ad aver ragione. In quel caso il suddetto orgoglio si precipitava diritto nelle sue budella e le faceva rivoltare, cozzare dolorosamente contro qualunque suo organo interno. E quello più colpito in questi casi era il cuore che, ahimè, non andava toccato.
Mai.
«Ancora una volta ti sbagli, Suzuki.» tentò di risultare freddo, ma il vagare incessante delle sue pupille lo tradì, dando segno di quell'agitazione tipica di un menzognero. «Ohohoo... Come vuoi tu, Shiroyama.» si sentì concedere.
«Sì, è sempre come voglio io.» ribattè più duramente possibile. «Guarda che non devi ripeterlo per metterlo di più in evidenza, a me sta bene che sia così. Non te le darei vinte ogni volta, se così non fosse; non credi?»
«Non ti ho mai chiesto di darmele vinte.»
«Ma io voglio farlo.»
«Non devi!»
«Ah no?»
«No.»
Calò un breve silenzio tra i due, sapevano alla perfezione quanto quella conversazione fosse solo un inutile spreco di fiato. Eppure continuavano, come spinti dalla curiosità di vedere dove quell'inusuale colloquio li avrebbe condotti. «Se è così, allora...» cominciò Ryo.
Infilando le mani in tasca e alzando le spalle prese a ciondolare sul suo posto, sorridendo lievemente tra sé. «Io non troieggio con Yutaka, primo. Giochiamo insieme, perché siamo a-mi-ci. E lo stesso vale per Kou. Capisco che, magari, a te fa strano pensare a me come tale, ma è così che dev'essere, dal momento che sono il tuo, ehm, ragazzo. E se tratto Takanori da bambino e lo prendo in giro, è perché mi diverte un sacco -e tu sai bene quanto- farlo incazzare e sentirlo insultarmi in quei modi fantasiosi che solo la sua mente contorta da nano può fare», si fermò per vedere la reazione di Aoi. Non vi stupirete, così come nemmeno Reita ha fatto, se vi dirò che il chitarrista tacque in religioso e colpevole silenzio. Nulla di nuovo giungeva alle sue orecchie, voleva solo sentirsi dire determinate cose, e la sua fame fu saziata. «Ed ora tu ti mordi il labbro con quell'aria pensierosa che mi fa venir voglia di saltarti addosso seduta stante.» concluse soddisfatto il bassista.
«Fottiti!»
«Era quello a cui pensavo.» e lo sguardo di fuoco che Yuu gli lanciò non lo incenerì come il mittente avrebbe voluto, bensì lo accese ulteriormente.
Una veloce evaporazione di suoni fece sì che l'intangibile, fragile telo del silenzio li avvolgesse un'altra volta. Improvvisamente sentirono una sensazione di freddo sulla pelle, ed entrambi la riconobbero come distanza. Ryo, portando gli occhi sul volto dell'altro, capì che questi stava ripercorrendo anni della sua vita che diceva d'aver dimenticato, ma che in realtà aveva solo isolato nell'angolo più remoto della sua memoria. Capì, solo ora, qual era il vero problema. Capì perché Yuu stava cercando di litigare e, probabilmente, di allontanarlo.
E sentì paura, molta. Non so dirvi, però, se quella che sentì per la prima volta fu la paura che da qualche tempo era sorta nel chitarrista o se, invece, fu la paura di perdere quanto di più bello la vita gli aveva concesso.
«Yuu...» riprese il biondo col cuore in mano. Sbuffò, forse per dare al ripensamento il tempo di entrare in scena ed impedirgli di dire quella che, in fondo al cuore, sapeva essere la cosa giusta. «Se hai bisogno di tempo, prenditelo. Non voglio forzarti, in nessun modo. Ma non voglio nemmeno che tu cerchi stupidi pretesti per litigare e... rompere.»
Aoi boccheggiò per qualche istante, incredulo. «Ti vengo a dire che sono geloso perché dai più attenzioni agli altri e secondo te sto cercando di rompere?!»
«No, ma mi stai aggredendo per nulla e -magari mi sbaglio, eh!- ma pare tu muoia dalla voglia di litigare con me. Quindi se vuoi del tempo, prenditelo.»
«Non hai capito niente, Ryo.»
«Allora spiegami! Non puoi startene in un angolo a fermentare la tua rabbia aspettando che io venga a chiederti cosa c'è che non va, dandoti un pretesto per attaccarmi! Se hai un problema, vieni a parlarmene! Diossanto, non abbiamo quattro anni, no, Yuu?»
«Su una cosa ci hai azzeccato.»
«Sono degno di sapere cosa o devo indovinare anche questo?»
«Rabbia.»
«Oh, perfetto. Posso azzardare a chiedertene il motivo, o è troppo?»
Aoi posò gli occhi sulle iridi nocciola dell'uomo che gli antestava. Nonostante il suo volto fosse perlopiù coperto da quella stupida ed inutile fascetta, vi vedeva agiata un'espressione contrariata che sapeva esser causata dal dolore che lui stesso gli stava provocando con quel suo atteggiamento. Era proprio uno stupido, non c'erano dubbi. La cosa che più lo spaventava, al momento, era soffrire della perdita di Reita. E ciò che stava facendo... be', era proprio tentare di spingerlo il più lontano possibile. Ma non è un po' troppo tardi quando, per evitare il dolore, sentiamo una morsa al petto che ci lacera l'anima?
«Yune.» pronunciò cercando di mantenere la calma, e qualcosa scattò nel bassista, che all'ex componente dei GazettE proprio non aveva pensato. «L'ultima volta che ho tenuto così tanto a qualcuno è stata con lui. E, be', sai perfettamente com'è finita.»
«Mh, sì.» annuì serioso il biondo, che in tutti quegli anni aveva solamente potuto immaginare cosa fosse realmente accaduto tra i due. Tutto ciò che sapeva era che una mattina Yune si era svegliato, aveva contattato Uruha e aveva mollato la band. E non aveva mai avuto occasione -questo il nome del suo coraggio, mi dicono- di domandare, continuando così a vivere nell'ignoranza. Ma a quanto pare Yuu si era deciso a parlargliene, anche se di certo non aveva scelto il migliore dei pretesti per farlo.
«Lui... faceva proprio come te, ecco. Ricordi? Io ero uno qualunque della band; il lavoro era lavoro e la vita sentimentale non doveva influenzare il nostro essere musicisti, il che è tanto simile a quello che fai tu che a volte mi sento lì lì per impazzire. Cercavo di far finta di niente, no? Mi dicevo che sembrava a me che si stesse allontanando, una volta a casa mi avrebbe abbracciato e saremmo stati la solita bella coppia. Ma a lungo andare la distanza aumentava e io continuavo a riempire il vuoto tra noi due di bugìe, senza sapere però che anche lui lo faceva.»
«Yune ti mentiva?»
«Tu fa' conto che aveva un'altra.» spiegò. «Io non ho un'altra, Yuu.»
«Ma non ti sto accusando di tradirmi, infatti! Volevi che ti spiegassi, no? Be', ti sto spiegando.» s'innervosì Aoi, si sentiva così fragile in quel momento. Per la prima volta si stava aprendo con qualcuno della band riguardo al passato, e di sicuro il fatto che questo fosse Reita non lo aiutava a star più tranquillo. «Ed io ti sto rassicurando!» ribatté il biondo alzando probabilmente un po' troppo la voce, ma fortunatamente il suo tono non risultò essere un problema.
Yuu non era sicuro di voler continuare quel discorso. Si stava pentendo di aver iniziato quella conversazione, si malediceva per aver avuto la geniale idea di fare una scenata al suo ragazzo. In cuor suo sapeva che era giusto così, certe cose non potevano restare sepolte nel loro animo sotto strati e strati di timore, ma d'altro canto questo significava che ci teneva davvero a quella relazione.
Sedette per terra, sulla moquette smunta della sala prove, e con l'indice iniziò a torturare un centimetro di pavimento scelto per pura casualità fra i tanti. Ryo, che aveva il seggiolino della batteria a circa un metro, decise di occupare quello.
«E tu com'è che mentivi, eh, Yuu?»
«Te l'ho detto. Mi dicevo che era solo una mia impressione, che tutto andava alla grande. Ma, sai com'è, arrivi ad un punto in cui la realtà è così evidente che, sì, puoi continuare a prendere in giro te stesso, ma gli altri non sono così ciechi e stupidi. Fatta a eccezione per te, ovviamente; ma tu sei speciale, lo sappiamo bene.» scherzò, riuscendo ad alleggerire di non poco la situazione. «Ti voglio bene anche io, Yuu»
«Ovvio, ovvio.» asserì sorridendo, senza alzare lo sguardo sull'altro che, comunque, non stava prestando attenzione alla sua figura. «E poi...» tornò serio, ma s'interruppe. Sospirò rumorosamente e riprese «Mi decisi a parlare con lui. Non fu una gran chiacchierata o che so io, una domanda e la risposta - che poi, già sapevo quale sarebbe stato l'esito, ma finché non mi confermò di avere un'altra, io mi ostinavo a non volerci credere.»
«È per questo che non sei venuto a parlarmi prima?»
«Credo di sì. E comunque non è carino andare dal tuo ragazzo ed elencargli una sfilza infinita di cose che odi di lui.»
«Oh, wow. Spero che almeno ci sia qualcosa che ti piace di me!»
«Non sarei qui, ora, non credi?»
«Non so, sei strano tu. Magari mi stai usando per uno dei tuoi complotti da capo della Yakuza, che ne posso sapere!»
Scoppiarono a ridere entrambi. «Un giorno qualcuno mi dovrà spiegare da dove arriva questa storia della Yakuza!»
«Ta-ka-no-ri. Serve altro?»
«Direi di no, aha!»
«Cos'è che ti dà così tanto ai nervi, allora?» riprese il biondo un po' timoroso. Di certo non gli aveva fatto piacere sentirsi dire che c'erano lati di lui che l'altro odiava, anche se in fondo non si può amare tutto di una persona, pur amandola alla follia, e questo Ryo lo sapeva bene. « Magari posso cercare di cambiare... » propose colpevole, nonostante si stesse spaventando, restava fiducioso. «Ma... Non è vero e proprio odio, sono stupidaggini. Anche se...»
«Cosa?»
Yuu alzò lo sguardo sul bassista, del quale aveva catturato tutta l'attenzione lasciando la sua ultima frase in sospeso. Gli rivolse un fugace sorriso e si affrettò ad abbassare gli occhi nuovamente, non voleva che Ryo vedesse quanto le sue iridi brillavano se lo guardava.
«Buh, era per fare un po' di suspence!»
«Yuu!»
«Ma non è che odio te. Come potrei? Odio il fatto che anche se non fai altro che darmi ai nervi io continuo ad amarti, o che se alla mattina mi dicessi "tutte queste rughe ti donano" sarebbe lo stesso che sentirmi dire "sei il più bello del mondo", solo perché sei tu. E questo non ti autorizza a dirmi una cosa del genere, ti prendo a calci se ti azzardi!» aggiunse vedendo che l'altro faceva per ribattere divertito.
«Mi ami?» domandò innocentemente Ryo, che era rimasto piacevolmente colpito nell'udirlo. «Non l'ho detto!» negò imbarazzato il corvino, distogliendo per l'ennesima volta lo sguardo, arrossendo impercettibilmente. «Sì invece!»
«Non me ne sono accorto, allora.»
«Non importa. Tu mi ami? Rispondi!»
«Come faccio a saperlo?»
«Rispondi!»
«Fottiti. Ti odio!»
Sul volto del bassista apparve un sorriso che più esteso non avrebbe sicuramente potuto essere. Vi chiederete il perché, date le parole che gli furono riferite, ed è molto semplice: capitava spesso che i due fingessero di battibeccarsi e si dicessero cose non esattamente carine, ma era tutto un gioco. I loro occhi brillavano più intensamente di quanto facevano quelli di Giulietta nel porre a Romeo le celeberrime questioni, le loro labbra s'arricciavano e s'attiravano come calamite. I loro cuori battevano all'impazzata e le loro braccia sentivano il peso della mancanza che solo il trattenere l'altro poteva colmare.
«Devo ricordarti com'è andata a finire l'ultima volta che l'hai detto?»
«Mi stai dando del vecchio?!»
«Mi alleno per il futuro, no? Tu sarai quello senza memoria che lascerà la dentiera in giro e io sarò quello sordo e fortemente rincoglionito. L'importante è che saremo ancora insieme, giusto?»
«Tu credi che staremo insieme per sempre?» domandò allora Yuu. Devo specificare che, seppur dal suo tono sembrava trovasse la convinzione implicita nell'affermazione di Ryo stupida, e l'ipotesi espressa irrealizzabile, in realtà sperava che la risposta che avrebbe ricevuto suonasse come un  deciso e irrequivocabile. Tuttavia, ciò che Ryo disse, ebbe un suono ancor più piacevole - non tanto per le orecchie, quanto per il cuore.
«Non lo so, a dir la verità. Ma so che farò di tutto perché sia così.»

















DE's:

Ok. Non so di preciso cosa sia questa cosa. Però mi piace. E poi avevo una fottuta voglia di scrivere su loro due, quindi: wow.
No, sul serio. Non so cosa dire, scusate. Mh, non c'è nulla da dire, ecco perché.
Facciamo che questa fic la dedico a Michiyo e alla mia Donnah.
A Michan perché... be', perché sì. So che lei sa il perché, e questo è più che sufficiente. Aggiungo un grazie di cuore, perché è il minimo che possa fare. Perché le voglio un bene dell'anima e senza lei sarei persa.
E alla mia J., perché ci tengo a lei più di quanto dimostri - e non nego di sentirmi in colpa per questo, ma non sono brava con le relazioni, ahimè. E quindi ringrazio dal profondo anche lei, perché non se n'è ancora andata, ma, anzi, mi vuole bene. Sappia che gliene voglio anche io, e tanto.
Naturalmente ringrazio anche chiunque abbia letto questa fic e chiunque abbia intenzione di dirmi che ne pensa.
A presto, credo.

Bad Spider.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: Denki Garl