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Autore: SassyUnicorn    20/11/2011    5 recensioni
Riapro gli occhi come se le palpebre mi bruciassero ma non trovo sollievo, trovo te. Te. Te. TE. Ci sei sempre tu. Sei davanti a me. Sei nella mia mente. Sei nei miei occhi e sulla mia lingua.
Oh, come mi manca la tua lingua.
[...]
-Sai,- continui –mi tormenti- ti fisso aspettando altre parole.
Poi capisco.
Corrugo la fronte e ti guardo stranito.
-Io ti tormento?!- rido un po’ e bevo l’ultimo sorso di birra.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: i personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti scritti sono di fantasia.
 

You and only you.
(nome moltomoltomoltomolto originale lo so.)

 
La birra ormai non mi distraepiù. Non mi distrae più niente!
Cazzo Frank, perché ti ostini a sederti di fronte a me?
Mikey mi guarda sospettoso, meglio bere un altro sorso e puntare gli occhi sulla tv attaccata alla parente, lontana, vicino il bancone. Merda. Una partita di football. No, non posso guardare la tv, non sarei credibile.
Allora mi metto a scarabocchiare. Si, mi piace.
Prendo il blocco dalla tasca del cappotto nero e arrangio una penna da Ray, sempre fornito.
Disegnare, devo disegnare e mi devo distrarre.
Chiudo gli occhi per lasciare libero spazio alla mia immaginazione ma.. nella mia immaginazione ci sei tu.
Si, ci sei tu FRANK.
Riapro gli occhi come se le palpebre mi bruciassero ma non trovo sollievo, trovo te.
Te.
Te.
TE.
Ci sei sempre tu.
Sei davanti a me. Sei nella mia mente. Sei nei miei occhi e sulla mia lingua.
Oh, come mi manca la tua lingua.
Halloween.
Ho sempre odiato quella festa.
Però poi ho scoperto che era anche la tua festa.
Lasciamo stare.
Tre settimane fa ti stavamo festeggiando.
Perché Frank? Perché ci hai fatto ubriacare? E perché ci hai fatto giocare al gioco –stupido- della bottiglia?
E perché fato di merda hai scelto me per baciare Frank in uno stanzino buio?
Così vicini, così al buio.
La tua mano che tira la mia nuca verso di te che a quanto ho potuto capire eri sulla punta dei piedi. Le tue labbra morbide che si poggiano sulle mie.
Oh Frank, perché l’hai fatto?
E perché ora mi stai tirando dei calci agli stinchi? E perché Ray se la ride? Cioè dovrei ridere io, sei ridicolo con quei capelli amico.
Mikey invece è paonazzo.
D’istinto mi fisso le mani. Il foglio sotto di me non è più bianco.
Ecco, come al solito.
Un piccolo schizzo, due labbra unite in inchiostro blu.
                -Cazzo avete da ridere?-  chiedo senza capire.
                -Amico non hai sentito Mikey? Tu stai perso- Ray continua a ridere e Mikey gli da uno scappellotto.
E allora perché Frank, perché continui a tirarmi calci?
E perché non me la sento i urlarti di smetterla?
E perché mi fissi in quel modo?
Sposto le gambe, sento il tuo piede sbattere contro il legno della panca. Sorrido divertito.
E’ come se fosse un discorso muto fra me e te. Come quelli che avevamo da bambini.
Quando venivi a trovare Mikey e lui si metteva a farneticare su Star Wars e tu mi chiedevi silenziosamente aiuto seduto sul tappeto vicino alla tv. Com’eri dolce.
Ma lo sei ancora, eh..
Con quei tuoi occhioni puntati nei miei e quel tuo sorriso contornato da un anellino di ferro che ancora sento premuto sul mio labbro.. e quei tuoi capelli sempre diversi. Ora ti sei fermato sul castano. Eh Frank?
Ma ti sta bene.
Ti sorrido.
Perché diamine ti sorrido poi?
Non lo so.. ma il tuo faccino è così bello e tenero..
Ricambi il sorriso. Resto un po’ di stucco, non mi abituerò mai al tuo sorriso.
Ho finito la birra, ho la gola secca, ma non voglio rompere questo.. questo.. questo nulla, questi occhi legati. Forse non voglio semplicemente allontanarmi da te.
Ti sorrido ancora.
Poi distogli lo sguardo, guardi Ray. Muovi la bocca ma non sento nulla.
Alle mie orecchie arriva solo un rumore ovattato, un insieme di schiamazzi e risate, quelle che riempiono il bar.
Ma io voglio sentire la tua voce.
Corrugo la fronte cercando di concentrarmi sulle tue parole e la tua splendida voce finalmente mi arriva.
                -Tu, cosa prendi?- mi chiede Mikey. Ray e Frank mi guardano.
                -Mh?- mi sono perso gran parte del discorso forse
                -Cosa prendi da bere?- mi ripete mio fratello.
                -No dai, Gee viene con me, no?- e mi punti i tuoi splendidi occhi. Certo che vengo con te, vengo ovunque con te. In paradiso, all’inferno, al purgatorio, al bancone e anche al cesso!
Mi limito ad annuire senza farti questo elenco e mi alzo piano aggiustandomi le pieghe del pantalone nero e aggiustandomi la mia fedele sciarpa a righe viola. Quella che qualche anno fa mi ha regalato Mikey e che tu hai apprezzato l’estate scorsa, quando eravamo in campeggio e faceva un freddo cane.
Mi passi vicino e mi fai un segno con la testa di seguirti ed io, ovviamente, lo faccio.
Mi faccio strada fra le persone ammucchiate a guardare lo schermo di quel discreto televisore.
Sei basso, ma cerco di non perderti di vista.
La luce a neon illumina il bancone e Freddy, il barista, ascolta il tuo ordine.
                -Io..- cerco di ordinare ma tu mi fissi sorridendo.
                -Una chiara, come piace a te- mi sorridi ancora e non posso fare a meno di sorriderti di rimando.
Conosci i miei gusti Frankie.
                -Ecco a voi- ci liquida il barista e tu sei senza birra.
                -Non hai preso niente?- ti chiedo prendendo un sorso della mia birra e tu scuoti la testa.
                -Guarda, Mikey sta arrivando. Lascia qui le loro birre, io devo fumare una sigaretta, ti unisci?- indichi mio fratello fra la folla e mi guardi con aria di supplica, come posso dirti no?
Annuisco.
Usciamo fuori, sono senza cappotto e l’aria fredda di dicembre mi colpisce il petto coperto dalla felpa. Per fortuna ho tenuta la sciarpa.
Tu hai i tuoi fedeli guanti a mezze dita.
Ci sediamo al bordo del marciapiede, la strada è deserta ma non è ancora troppo tardi. Forse sono tutti a vedere questa famosa partita.
Ho lasciato il pacchetto dentro, mi offri una delle tue.
Io ti offro la mia birra.
Ne prendi un sorso e penso che la tua mascella sia estremamente carina.
Mi riprendo la bottiglia ma vorrei accarezzarti.
                -Allora Gee, come va?- mi chiedi buttando via il fumo.
Scrollo le spalle.
                -Tutto okay, tu?- ti guardo e subito mi sento un bugiardo.
No, no che non è tutto okay.
Anche tu scrolli le spalle e mi punti i tuoi occhi.
                -Normale.- aspiri il fumo e lo butti fuori ma lo so, lo so che non hai finito di parlare quindi ti guardo ancora.       -Sai,- continui –mi tormenti- ti fisso aspettando altre parole.
Poi capisco.
Corrugo la fronte e ti guardo stranito.
                -Io ti tormento?!- rido un po’ e bevo l’ultimo sorso di birra.
                -E’ finita?- mi chiedi indicando la bottiglia verde. Io annuisco. –Bhè si, tu mi tormenti Gee, smettila!-
Sembri ironico ma si sente un accenno di serietà nel tuo tono.
                -Ma.. non faccio nulla!- calpesto la cicca della sigaretta e mi infilo le mani nelle tasche della felpa, fa proprio freddo.
                -Invece si Gee! Non te ne accorgi ma mi tormenti!- insisti.
                -Spiegati Frankie, ti prego!- rido un po’ ma i tuoi occhi seri mi fermano.
                -Quando parli Gee, quando parli gesticoli e quando gesticoli mi tormenti. Ecco, uno dei tanti tormenti- la luce è fioca, siamo lontani dal lampione, ma il tuo improvviso rossore si nota benissimo.
Sorrido un po’ compiaciuto ma forse sono arrossito anche io.
                -Vuoi che smetta di gesticolare? Cioè ora non sto gesticolando! Ho le mani in tasca!- dove vuoi arrivare Frankie?
                -Si ma quando parli muovi la bocca di lato e questa cosa mi tormenta- sei serio.
Non so cosa risponderti.
                -Mi tormenti sempre Gee!- sbotti ridendo ma non mi guardi, fissi l’asfalto, come me.
                -Non ti facevo complessato Iero- rido piano.
Tu ti volti verso di me ma io non ce la faccio, no, non ce la faccio a guardarti.
Perché sei così maledettamente forte Frank? Perché riesci ad avere coraggio sempre e comunque?
Perché sono un fifone?
                -Infatti tu mi complessi Gee- sei serio, lo sento.
Cosa vuoi dirmi Frank? Vuoi che mi allontani da te? Vuoi mandarmi via? Corrugo la fronte e trovo un briciolo di forza e ti guardo.
Sei paonazzo, come prima. Sei magnifico.
Ti guardo confuso.
Un attimo i silenzio.
La stoffa ruvida dei guanti strausati mi stringe le guance.
Le tue labbra di nuovo sulle mie.
Le mie mani, incastrate nelle tasche, lottano per stringerti.
I tuoi occhi chiusi.
I miei spalancati dalla sorpresa.
Sei bellissimo, te l’ho detto Frankie?
Poi ce la faccio, ti stringo in un abbraccio.
Tu mi stringi ancora le guance.
Sembriamo una vecchia coppia da film anni ’70.
Quelle che si danno l’addio davanti un aeroplano.
Quei baci che si usano ai matrimonio, all’uscita dalla cerimonia.
Quelli con tanto di caschè.
Ma tu sei seduto.
E noi non siamo una vecchia coppia.
Non siamo nemmeno degli sposi.
E.. ci stiamo dando un addio? No, sarebbe stupido..
Non voglio pensarci.
Ti stringo ancora, emani calore. Sei calore.
Labbra premute forte, niente di più, niente di più casto.
Ti stacchi poco.
Io riapro gli occhi, tu li tieni ancora chiusi.
Un’espressione tra il meravigliato e il soddisfatto.
Poi riapri quelle due.. due.. due non lo so!
C’ho provato a classificare il tuo colore, il colore dei tuoi occhi, Frankie ma non ci sono riuscito.
Poi sorridi.
Un sorriso sincero, grande, luminoso. Un sorriso alla Frank. Un sorriso di Frank.
Il piccolo Frank che adorava giocare a guardie e ladri e fare la guardia.
Ora sei un ladro.
Ladro del mio cuore.
Titubante richiudo gli occhi e mi avvicino al tuo viso.
Ho quasi paura che tu mi possa rifiutare.
Poi mi do forza. Ti bacio.
Labbra contro labbra, di nuovo.
Poi la sento, la tua lingua chiede di incontrare la mia.
Sorrido sulle tue labbra dandoti il permesso di fare tutto, anche di rubarmi l’anima.
Un lungo bacio, un intreccio si sospiri e respiri.
Le tue mani cercano le mie, le stringono e io non posso fare a meno di stringerle a mia volta.
Altri piccoli baci e poi mi stringi.
Affondi il tuo dolce viso sulla mia spalla ma ti sento, stai sorridendo.
Ti stringo le spalle quasi cercando di appiccicarti a me.
Volti il viso e mi baci il collo.
Vuoi giocare, eh Frankie?
Rido e ricominciano i baci, le carezze e i sospiri.
Tutto su quel marciapiede, fuori da un locale pieno di gente in una sera fredda, fottutamente fredda di dicembre. Ma tu mi riscaldi. Riscaldi il mio cuore con i tuoi sorrisi e il mio corpo con i tuoi abbracci.
Ti amo Frankie.
Si, l’ho detto. Me lo sono detto e vorrei tanto dirlo anche a te. Ma le mie labbra sono occupate con le tue.
 
 
E poi Frankie, cosa succederà?
 
 
Mi mordi piano il labbro lo fai quasi apposta, per non farmi pensare, per distrarmi da questi stupidi pensieri che mi riempiono la testa quando dovrei solo pensare a te e alle tue labbra, alle tue mani e.. a Ray e Mikey che sono dentro ad aspettarci da un pezzo.
Ridi, mi leggi nel pensiero Iero?
Fai per alzarti ma io continuo a fissarti dal basso, poi mi porgi la tua mano e io la afferro facendomi tirare e facendo leva sulle mie gambe, sei troppo debole piccolo Frankie.
Preso dallo slancio ti abbraccio e tu ridi con quella risata cristallina che mi riempie la testa e mi fa dimenticare di tutto.
-Ti amo Frank-  lo dico. Lo dico con il sorriso sulle labbra che sono vicinissime alle tue.
Nemmeno ci penso, nemmeno me ne rendo conto. Forse ho sbagliato, forse non era il momento, forse era troppo presto ma..  fanculo.  Ti bacio, di nuovo, l’ennesimo bacio nell’arco di venti minuti.
Tu non hai aperto bocca ma mi stringi, ricambi il bacio e poi mi stringi la mano.
Un vocio interrompe il silenzio, arriva da dentro. Qualcuno è uscito.
Ti stacchi poco e guardi dietro di me per poi sorridere divertito e affondare il viso sulla mia spalla, ancora con la mia mano stretta dalla tua.
                -Ma che cazzo di fine avete fatto?- la voce di Ray mi fa voltare.
                -Noi.. avevamo da.. parlare-  dico e annuisco per sembrare più convincente. Frank annuisce pure ridendo e stringendomi di più la mano portata dietro la mia schiena.
 
Deve essere un segreto Frankie?
E chi se ne fotte!
Mi basti TU.
Tu e solo tu.
 
 
Bene, QUESTA COSA NON HA SENSO.
Si cioè ha un finale a minchia, non ha una trama ma pazienza.
Avevo iniziato questa cosa a settembre e poi me ne ero completamente dimenticata, si era persa nei meandri della cartella piena di trame e cazzate varie.
L’ho travata, l’ho riletta e mi è piaciuta.
Raramente mi piace quello che scrivo così tanto, l’unica volta è stata per la onesto dell’estate.
Comunque sia era a metà e quindi forse noterete i due modi di scrivere diversi, perché personalmente penso di aver perso qualcosa in questi mesi. Oltre che alla fantasia e un mucchio di lacrime.
QUINDI spero che vi sia piaciuta e bhò, amen <3
 
Ann
 
 

   
 
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