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Autore: Botan    20/11/2011    4 recensioni
“Là dove c’è luce, si annida sempre l’oscurità, nera come pece. Fin dai tempi antichi, gli esseri umani hanno conosciuto la paura dell’oscurità. Ma un giorno, grazie alla spada di un cavaliere capace di fendere le tenebre, gli esseri umani ritrovarono la luce della speranza.”
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Hai l’aria stanca questa mattina

                              Fantasmi – parte 1 

                                          #25

 

 

 

 

 

“L’oscurità inghiotte la luce, e piega l’animo impuro dell’uomo.  

Brilla nell’era, così come ordina la canzone del destino, e splende al chiaro di luna la luce di un cavaliere solitario. Una luce nell’oscurità.”

 

 

 

 

 

- Hai l’aria stanca questa mattina. – gli fece notare Zarba, mentre lo osservava di sottecchi nel bel mezzo della via. – Non hai dormito bene? – chiese, ma la risposta non arrivò subito.

 

Con accidia Kouga provò quasi la necessità di emettere un lauto sbadiglio, tuttavia pur di mantenere il suo solito contegno si trattenne. 

- No. – rispose finalmente, e il timbro della voce non sapeva proprio di buono. Anch’esso tendeva verso il basso, a cadere sfinito da una stanchezza pesante e fastidiosa. Svegliarsi la mattina e sentirsi già fiacchi non era proprio il massimo.

 

- Eppure ieri non mi sembra che tu abbia fatto le ore piccole… - disse il Madougu con una certa perplessità – Adesso che mi ci fai pensare, è da quando Kaoru si è trasferita in camera tua che ti vedo sempre così assonnato. Non avrà ricominciato a parlare nel sonno, spero! – fece, ripensando a quella famosa notte passata nel Kantai insieme ai due umani. Il pulcino spennacchiato non gli aveva fatto chiudere occhio, constatò amaramente, rivolgendo un pensiero a quel ricordo.

 

Kouga sembrava avere annuito con fiacchezza alla domanda dell’anello, e sempre con più accidia aggiunse: - Oltre a parlare, non sta ferma un secondo.

 

Zarba scoppiò di proposito a ridere. – Questa è veramente bella! E non ti biasimo affatto. Non è facile dividere la metà di un letto con un terremoto vivente. Fortuna che io ho la mia teca di legno del tutto insonorizzata, in aggiunta non devo dividerla con nessuno. Scommetto che adesso vorresti fare a cambio, dico bene? – scherzò con lauta ironia, ma proprio come c’era da aspettarselo Kouga non rispose.

Anche perché in quell’attimo c’era ben altro a cui pensare. Doveva occuparsi del suo lavoro, come sempre. E da quella Lettera di Missione che gli era stata recapitata, non aveva ricavato granché.

 

- Cosa vuol dire “Vive accogliendo la vita dentro se”?

 

- Stai ancora pensando a quella frase? – gli rispose l’anello guida, a tratti un po’ scocciato – Anche se non ti farà molto piacere, per l’ennesima volta sarò costretto a ripeterti che accanirsi troppo su ciò che c’è scritto nelle Lettere di Missione a volte può condurre fuori strada.

 

- In ogni caso, si tratta di un messaggio dal significato inconsueto. Nessun Orrore può accogliere dentro se stesso una forma di vita.

 

- Ti riferisci al fatto che quelle creature sono capaci di seminare solo morte?

 

Kouga annuì. - E’ un paradosso.

 

Zarba si mise pensieroso. – Sì, concordo con te, ma quella frase chiunque potrebbe interpretarla in chissà quanti modi. Tuttavia, come ti ha appena spiegato il Cane da Guardia, dovresti iniziare le tue ricerche proprio partendo dal territorio che ti è stato menzionato.

 

- Tu percepisci qualcosa di anomalo?

 

- A dire il vero no. Però sappiamo che si trova da queste parti. Il quartiere non è molto grande, c’è poca gente. Non ti sarà difficile individuarlo.

 

Kouga si fece silenzioso, e mentre camminava con andatura lenta tra le varie stradine di quella zona presidiata per lo più da enormi case residenziali e splendide ville, cercava di fare del suo meglio per risolvere alla svelta quello strano caso.

Anche perché non vedeva l’ora di tornare a casa e recuperare finalmente il sonno perduto.

 

 

 

 

 

                                                                           ***

 

 

 

 

 

Kaoru fissava con lo sguardo perso nel vuoto il posto vacante d’innanzi a sé.

Era da un po’ che Ikuo non veniva più alle lezioni di disegno. Mancava ormai da diverse settimane, dal giorno in cui lì su quel ponte sospeso tra cielo e terra si era scontrato pesantemente con Kouga.

Forse gli era capitato qualcosa, o più semplicemente non gli andava di incontrare Kaoru per solo imbarazzo. Si era dichiarato a lei ricevendo un rifiuto, perciò era comprensibile.

Finita la lezione, raccolse le sue cose e uscì dall’aula. Mancava poco all’ora di pranzo, e Gonza le aveva promesso che le avrebbe cucinato una delle sue memorabili specialità quel giorno.

Raggiunse l’esterno, ma quando svoltò l’angolo andò a sbattere contro qualcuno.

I libri che aveva tra le mani le volarono a terra, si inginocchiò per prenderli e quando vide che la persona contro cui era andata a scontrarsi aveva un nome ed un cognome ben preciso, provò una forma di scossa.

 

- I-Ikuo…- biascicò, mentre il giovane con estrema gentilezza le finì di raccogliere il resto dei libri. – Grazie – rispose, ma vide subito che l’amico cercava di mantenersi sulla difensiva. Capì che doveva dirgli qualcosa, e dopo un primo tentennamento si fece avanti – E’ da un po’ che non vieni al corso. E’ forse successo qualcosa? – chiese con tono quasi timoroso, l’altro si limitò solo ad oscillare il capo, segno che no, non era successo niente, era tutto ok, nella norma. Lei sollevata tirò un sospiro - Menomale, sai, stavo iniziando a preoccuparmi.

 

- E invece non credo che dovresti farlo. Il tuo ragazzo potrebbe arrabbiarsi, e non ho nessuna intenzione di litigare ancora con lui. – replicò seduta stante, ma lo fece con estrema freddezza.

 

Ormai era più che evidente: Ikuo non era più lo stesso. Trattava Kaoru quasi come se fosse un’estranea, quasi non volesse più avere a che fare con lei.

 

Quella risposta la mise a disagio. Non sapeva se tirare in ballo quel tanto fatidico argomento, oppure tacere. Però in qualche modo doveva tentare perlomeno di aggiustare le cose, di rimettere ordine nell’intera faccenda.

Spostò leggermente gli occhi verso il basso, schiuse la bocca – Riguardo a quella sera… - premise con una cadenza incerta, ma non appena riprese fiato lui la bloccò con una risposta secca.

 

- Non mi interessa. Ormai è storia vecchia.

 

- Però non vorrei che per colpa di quanto successo ci andasse di mezzo la nostra amicizia.

 

- Ma tu non hai fatto nulla, non c’e l’ho con te. Sto solo dicendo che io e il tuo ragazzo vediamo le cose in maniera differente, e se lui mi reputa un tipo poco raccomandabile, forse dovresti seguire il suo consiglio e tenermi alla larga. – Ikuo si stava certamente riferendo al fatto che Kouga, dopo essersi introdotto con una certa irruenza in casa sua e scontrato con il padre, lo ritenesse un pericolo, un soggetto da evitare ad ogni costo.

 

Cosa poteva aggiungere Kaoru a quel punto? Ricordava perfettamente la faccenda, e sapeva oltretutto che Kouga non sarebbe stato molto propenso ad accettare il ritorno del giovane Shiota.

- Capisco. – disse soltanto, e mogia chinò il capo. Tuttavia di quella situazione non ne andava particolarmente fiera.

 

L’amico gettò uno sguardo all’orologio. Sembrava avere una certa fretta. – Adesso devo andare. Sto cercando un lavoro part-time, e non posso trattenermi oltre.

 

- Hai già controllato sulla bacheca degli annunci appesa qui fuori? – fece, indicando un grosso riquadro agganciato sul muro lì accanto. – Se non sbaglio cercano giovani camerieri disposti ad occuparsi di un’enorme villa.

 

- Vuoi scherzare?!replicò inorridito il ragazzo, ed un lungo brivido freddo gli solcò la schiena. – Lo sanno tutti che quella casa è infestata.

 

- Infestata? – Kaoru non aveva capito, così specificò – Da topi?

 

L’altro dopo un primo momento di indecisione, scosse con risolutezza il capo. – Fantasmi. E’ una casa infestata dai fantasmi!

 

Stavolta fu la giovane Mitsuki a rabbrividire. – Fantasmi?! Ma… - riuscì solo a dire, era troppo spaventata anche solo per infilare una parola dietro l’altra.

E pensare che spesso, quando non le andava di ritornare a casa mediante la stradina più lunga, quella che passava per il centro della città, decideva di percorrere il sentiero secondario, esattamente quello in cui si trovava il presunto maniero infestato.

Chissà quante volte, anche nelle ore più tarde e buie, l’aveva vista da lontano. E chissà quante altre volte ancora c’era persino passata spensieratamente accanto.

 

E mentre lei ripensava terrificata a tutto ciò, Ikuo andò via. A dire il vero le aveva anche detto “ciao”, ma presa dalla sua fervida immaginazione, Kaoru non l’aveva sentito.

Poi iniziò a pensare che se avrebbe voluto mangiare le prelibate pietanze cucinate da Gonza alla svelta, si sarebbe dovuta servire proprio di quella famosa stradina. Ma visto quanto appena scoperto, dubito che lo avrebbe fatto.

Pur di non incappare in un fantasma dispettoso, il suo gorgogliante stomaco poteva anche aspettare.

 

 

 

 

 

                                                                              ***

 

 

 

 

 

- Non può essere… - disse ad un tratto Zarba, poi sembrò sorridere – Questa è veramente bella!

 

Kouga lo guardò alla svelta con fare stranito. – Mi avevi detto che quell’Orrore si trovava qui. Ti sei confuso?

 

- Niente affatto. E’ proprio qui. – rispose con certezza il Madougu, ma Kouga continuava a non capire e a guardarsi attorno con aria spaesata. In quel posto non c’era nessuno, solo una casa enorme. A giudicare dalle dimensioni, i proprietari dovevano essere molto ricchi. Per certi versi poteva assomigliare anche alla residenza dei Saejima.

 

- Vuoi dire che si trova in questa casa?

 

L’anello parlante socchiuse gli occhi. – Non in questa casa, bensì la casa stessa.

 

Il ragazzo si sentì colto praticamente alla sprovvista. – La casa? – ripeté, quasi scettico – Spiegati meglio.

 

- L’Orrore si è impossessato di questa casa. Probabilmente il terreno sulla quale è stata costruita, doveva essere l’antica dimora di qualche vecchia entità demoniaca. Credo che nel momento in cui hanno iniziato ad edificare, l’essenza del mostro si sia unita alle fondamenta di questo maniero finché non è diventato un tutt’uno con l’intera struttura. – Quando Zarba ebbe finito, Kouga iniziò a collegare svariati fattori.

 

- “Vive accogliendo la vita dentro se”… - pensò a voce alta. Aveva scoperto il significato sibillino di quella frase che fin dall’inizio gli era parsa troppo inconsueta.

 

- Una casa come questa accoglierà un sacco di persone, quindi vite umane. – precisò Zarba.

 

- Questa villa avrà più di cinquant’anni. Perché l’Orrore ha aspettato tutto questo tempo per uscire allo scoperto?

 

Il Madougu non sapeva bene cosa rispondere, ma un dubbio lo spingeva a credere ad un’unica supposizione.- Potrebbe avere a che fare con te, scommetto che sarà stato risvegliato da quella stessa persona che non fa che crearti problemi. Tuttavia, il vero dilemma ora riguarda come stanare la creatura.

 

Il giovane Saejima si mise pensieroso. In effetti, mai prima d’ora si era ritrovato a dover combattere con un’enorme… casa.  

 

- Dovrò distruggerlo dall’interno?

 

L’anello annuì. – Ma prima ancora dovrai trovare il punto esatto in cui colpire. Ci saranno almeno una cinquantina di stanze presidiate da inservienti, custodi addetti alla sicurezza, senza contare gli inquilini che ci abitano. Eludere la servitù non sarà per niente facile, e non puoi nemmeno bussare alla loro porta e dire che l’intera casa va esorcizzata, o nel peggiore dei casi, rasa al suolo. – Le parole di Zarba non erano di certo confortanti.

 

- Così non mi aiuti per niente. – sbottò seccato il giovane Cavaliere.

 

Zarba fece metaforicamente spallucce. – Guarda che questa situazione è nuova anche per me. Ad ogni modo, se proprio vuoi un consiglio, faresti meglio a tornare a casa. Hai bisogno di dormire, non puoi pretendere di affrontare una simile situazione nello stato in cui ti trovi adesso.

 

Per una volta tanto, Kouga si trovò d’accordo con il proprio Madougu.

Oltretutto, da lì la casa di sicuro non si sarebbe spostata.

 

 

 

 

 

                                                                              ***

 

 

 

 

 

Gonza spalancò il portone del palazzo ed accolse Kaoru con un inchino cortese.

 

- Avete fatto tardi signorina? – le chiese, mentre lei appoggiava la sua saccoccia marrone sulla sedia.

 

- Per una serie di circostanze sono stata costretta a fare un giro più lungo. – rispose fiacca, e anche un pochino arrabbiata. Per colpa di quella storia legata alla casa infestata ci aveva messo più del solito a rientrare, e ora aveva terribilmente fame. Lo stomaco brontolava a gran voce, così forte che persino Gonza riuscì a udire il bizzarro suono.  

 

Sorrise bonariamente. - Il pranzo è pronto. Ho già preparato tutto ed apparecchiato.

 

- Finalmente si mangia! – esclamò Kaoru, dopodichè corse subito a lavarsi le mani prima di raggiungere la spaziosa sala da pranzo situata a pian terreno.

Entrò e si sedette al suo posto. Prima ancora di farlo iniziò a guardarsi intorno. Mancava qualcuno lì. – Kouga non è ancora rientrato? – domandò, nel momento in cui il buon maggiordomo le mise lo squisito pranzetto davanti a sé.

 

- A dire il vero, è rientrato un’ora prima di voi, ma non ha pranzato.

 

- Non ha pranzato? Si sente male per caso?

 

- Mi ha solo detto che aveva bisogno di riposare. Si è addormentato sulla poltroncina che c’è nello studio.

 

- Forse avrà avuto una giornata difficile. – ipotizzò la giovane artista. L’odore del buon piatto le attraversò le narici aprendole lo stomaco. Prese la forchetta e diede il primo assaggio. Una luce particolare attraversò con un guizzo lampante i suoi occhi. – E’ buonissimo! Lei è davvero un ottimo cuoco!

 

Il maggiordomo arrossì tutto fiero di sé. – Modestamente, cucinare mi riesce proprio bene.

 

- Allora dovrà passarmi la ricetta di questo piatto. Magari uno di questi giorni proverò a farlo anch’io! In Italia ho imparato talmente tante cose che mi piacerebbe metterle in pratica.

 

Gonza deglutì con un’espressione sul viso lievemente agitata. – Certo, senz’altro. – rispose, ma giusto per compiacerla. Quando Kaoru si metteva ai fornelli, nella più tragica delle ipotesi andava a fuoco l’intera cucina, e quando ciò non accadeva, colui che assaggiava un dei suoi “esperimenti” culinari, finiva dritto in ospedale.

 

 

 

Mandò giù l’ultimo sorso d’acqua e si tamponò la bocca con un lembo del tovagliolo.

- Adesso mi sento più felice! – dichiarò, dopo aver consumato il pasto. Si alzò dalla sedia stiracchiandosi le braccia, poi prese con sé due piatti sporchi. – La aiuto a sparecchiare! – disse rivolta al maggiordomo, ma questi con estrema gentilezza scosse il capo.

 

- Non si preoccupi signorina, questo è compito mio. Vada pure a riposare. Una ragazza come lei che studia e allo stesso tempo lavora, deve prendersi una pausa! – Gonza poggiò i piatti sul carrellino per il pranzo, poi tolse con cura la tovaglia e la ripiegò su sé stessa.

 

In quell’attimo Kaoru si ricordò di Kouga. Forse stava ancora dormendo nel suo studio, ma lei moriva dalla voglia di andare lì solo per vederlo.

- Pensa che Kouga stia dormendo ancora? – chiese, probabilmente era in cerca di qualcuno che la incoraggiasse ad andare.

 

Gonza capì con estrema facilità, e così rispose: - Perché non va a controllare? Anche se sta riposando, scommetto che al suo risveglio gli farà piacere trovarla lì.

 

Kaoru sorrise con vigore. – Ci vado subito allora!

 

Scappò, anche se in punta di piedi nello studio. Fece attenzione a non spalancare la porta con estrema violenza, e girò il pomello piano piano.

Kouga stava dormendo sulla sua poltrona, con il capo abbassato e le palpebre degli occhi ben serrate.

Si avvicinò a lui con fare silenzioso, alle sue spalle, poggiata sulla sedia c’era una coperta di calda lana. La raccolse, fuori faceva piuttosto freddo, e lo coprì con estrema cura.

 

- La coperta. – disse ad un tratto una voce. Kaoru sobbalzò, poi si rese conto che quella voce apparteneva a Zarba. – Saresti così gentile da togliermi questa coperta dalla faccia? – chiese educatamente, finché non rivide la luce.

 

- Scusami. – mormorò lei, non avendolo fatto di proposito, poi parlando a voce bassa aggiunse – Spero di non averti svegliato.  

 

- Non stavo riposando. A differenza di Kouga io la notte riposo serenamente.

 

- Cosa vuol dire “ a differenza di Kouga”? Non mi sembra che lui soffra di insonnia… - rispose perplessa l’umana.

 

- Diciamo che la sua è un tipo di insonnia particolare… Dovuta non a qualcosa, bensì  a qualcuno. – Le parole di Zarba avevano qualcosa di strano. Suonavano in un modo particolare, quasi ironico ma pungente al tempo stesso.

 

Kaoru si puntò subito un dito in faccia. – Io? – fece, l’espressione del suo viso mutò in un lampo. Adesso era allibita. – Ma io non…

 

- A detta di Kouga, non solo chiacchieri, ma ti agiti come una trottola fuori controllo. – le riferì il Madougu, e con estrema calma aggiunse – Ieri notte gli hai persino tirato un pugno nello stomaco.

 

Kaoru sgranò gli occhi colta da un stupore istantaneo. Divenne subito rossa in viso, poi iniziò ad agitarsi. – Ma è assurdo! – disse alzando inconsapevolmente la voce. Si portò entrambe le mani sulla bocca, ma ormai il danno era già fatto.

 

Ancora intontito, Kouga riaprì del tutto gli occhi. - Che cosa stai facendo qui?

 

- Gonza mi ha detto che ti sentivi stanco, e sono passata a controllare. – rispose in un primo momento, ma la voglia di continuare l’avvinse – E’ vero che ieri notte ti ho tirato un pugno? - Lui guardò immediatamente Zarba. Lo fulminò con un’occhiata. – E’ vero? – ripeté ancora, con un’aria inquieta. Doveva sapere, e quando egli annuì, provò una terribile vergogna.  Perché non me lo hai detto?

 

- Perché non sarebbe servito a nulla. Non lo fai di proposito, e quando dormi non puoi controllarti.

 

- Invece per colpa mia non riesci a riposare bene. – disse quasi arrabbiata – In questo modo ne risente anche il tuo lavoro.

La parola “lavoro” fece improvvisamente ricordare a Kouga che aveva un compito piuttosto complicato da portare a termine.

Si rimise in piedi, dopodichè raggiunse uno scaffale ricolmo di antichi manoscritti.

Tra i tanti ne prese uno. – E’ questo? – disse rivolto a Zarba, ma l’anello dissentì.

 

- E’ quello là in basso, con la copertina rossa.

 

L’umano si fletté per prendere l’appena indicato libro e cominciò a sfogliarlo.

 

Kaoru osservava con attenzione la scena, gli si avvicinò e provò a gettare anch’ella un’occhiata.

- Stai lavorando ad un nuovo caso?

 

A quella domanda rispose Zarba. – E anche piuttosto difficile.

 

- Qui dice che il suo nucleo dovrebbe trovarsi nel piano più vicino alle fondamenta, ma talvolta può stabilirsi in un luogo presidiato da sorgenti di calore, elettricità o zone umide. – disse Kouga, poi sospirò con accidia – In pratica potrebbe trovarsi ovunque.

 

Zarba si mise pensieroso. – E’ proprio un bel problema. Ti ci vorrà del tempo prima che tu riesca a stanarlo, a meno che tu non abbia una buona dose di fortuna.

 

Sempre più incuriosita da tutto ciò, Kaoru provò a chiedere: - Con che tipo di Orrore avete a che fare questa volta?

 

- Con una casa. – rispose il giovane.

 

- Con una casa? – ripeté confusa l’artista.

 

Il Madougu parlante si apprestò a spiegarle meglio la situazione. – Si tratta di una creatura che si è fusa con un’intera abitazione che per nostra sfortuna non è affatto disabitata. Il problema maggiore in questo caso riguarda le persone che abitano lì dentro. Tra servitù e padroni di casa, trovare il nucleo senza creare confusione non sarà per niente semplice. Inoltre, abbiamo scoperto che i proprietari dell’enorme tenuta, la famiglia Miura, sono una delle famiglie più restie e facoltose del quartiere.

 

- Miura? – ripeté Kaoru, pensando che si trattasse solo di un banale caso d’omonimia, ma per togliersi un peso, volle chiarire ogni suo dubbio con una domanda precisa – In che quartiere si trova questa casa?

 

- Non molto distante dall’edificio scolastico dove prendi lezioni di disegno.

 

Kaoru ebbe quasi un mancamento, il suo viso divenne paonazzo, tant’è che sia Kouga sia Zarba presero a fissarla con aria stordita.

- Qualcosa non va? – le chiese il ragazzo, e lei senza neppure pensarci due volte replicò secca:

 

- E’ la casa infestata!

 

Inizialmente lui non capì. Infestata da cosa? Così chiese: – Da topi?

 

- Da fantasmi!

 

Kouga e Zarba si guardarono reciprocamente in faccia. Kaoru non sembrava avere la febbre, tuttavia pensarono che stesse delirando.

- Non esistono i fantasmi. – rispose seccato il ragazzo, mentre ritornava sulle pagine di quel libro.

Ma lei era pienamente convinta del contrario.

 

- E invece sì! In quella casa ci sono.

 

- Di quale casa stai parlando?

 

- Quella dei Miura, ovvio.

 

- E tu come fai a saperlo?

 

- Fino a questa mattina neppure io lo sapevo, poi ho incontrato Ikuo che… - si trattenne le parole in gola seduta stante, ma ormai non c’era più nulla da fare, l’errore era stato commesso, e quel nome udito perfettamente da Kouga. La investì con un’occhiata gelida, Kaoru deglutì e tentò di giustificarsi raccontando la verità dei fatti – L’ho incontrato questa mattina, è da molto che non frequenta più le lezioni, così mi sono fermata a parlare con lui. – spiegò, ma per qualche strana ragione l’espressione accigliata di Kouga non accennava a diminuire. In quel preciso istante la figlia di Yuuji capì che doveva prendere in mano un argomento che di sicuro a lui non avrebbe fatto piacere ascoltare – So che quel ragazzo non ti piace, mi hai spiegato tutto, ma Ikuo non mi sembra una cattiva persona, e se devo essere sincera, la sera in cui vi siete scontrati, nessuno dei due aveva più colpe dell’altro. Avete esagerato entrambi, senza riflettere su ciò che stavate facendo.

 

- Non ho tempo per parlare di questo. – rispose bruscamente il ragazzo. Lei abbassò gli occhi con profondo dispiacere, sapeva che non avrebbe mai potuto fargli cambiare idea, doveva essere lui di sua spontanea volontà a farlo.

 

- Ad ogni modo – premise la mora, voltando pagina – se quello che dite è vero, i fantasmi non centrano nulla, giusto?

 

- E’ facile scambiare un fantasma con un Orrore, semplicemente perché gli esseri umani non sono a conoscenza di questi ultimi. – precisò Zarba, ed il suo ragionamento filava alla perfezione. – Il problema che ci affligge però resta sempre lo stesso.

 

- Entrare in quella casa. – ripeté quasi esausto Kouga. A furia di pensare ormai non sapeva più che fare. Restava solo un’unica soluzione: Irrompere nell’abitazione senza chiedere il permesso a nessuno, e distruggere la creatura. Insieme alla casa, ovvio.  

 

Ad un tratto Kaoru si mise pensierosa. – Servitù… - pensò a voce alta – Cercasi servitù… - ripeté ancora, poi all’improvviso si batté un pugno sul palmo della mano – Ma certo…! Ho trovato la soluzione! - Kouga le lanciò un’occhiata fiacca. - Sulla bacheca appesa davanti all’istituto scolastico, c’era un annuncio in cui la famiglia Miura cercava dipendenti disposti ad occuparsi della loro residenza.

 

Il signorino storse il naso. - E con ciò?

 

Incrociandosi con fierezza le braccia al petto la ragazza fece un enorme sorriso. – Hai qui davanti a te la futura cameriera di villa Miura!

 

A giudicare dal viso alquanto turbato del giovane signorino, la soluzione adottata dalla sua ragazza non gli andava particolarmente a genio.

- Non pensarci nemmeno. – Più che particolarmente, non gli andava affatto a genio.

 

- Ma ragiona…!

 

- Ah! – s’immise come al solito Zarba, non potendo fare a meno di tacere – L’ultima volta che hai pronunciato questa frase, un Orrore stava quasi per divorarti. – fece, riferito chiaramente agli avvenimenti di qualche sera addietro, quelli legati alla creatura che aveva fatto tornare Kouga bambino.

 

Il ragazzo le gettò un’occhiata tutt’altra che benevola. - Non mi avevi parlato di questo.

 

- Era solo un dettaglio.

 

- Un dettaglio piuttosto importante. – rettificò subito il Cavaliere del Makai, senza darle più nessuna via di fuga.

 

- Resta il fatto che a voi serve qualcuno in grado di introdursi in quella casa e che abbia libero accesso ad ogni stanza. E se mi faccio assumere da loro come cameriera, avrò campo libero. – il ragionamento di Kaoru non faceva una piega, anche Zarba sembrava in un certo senso concordare, ma quello con più dubbi restava Kouga.

 

- E cosa pensi di fare una volta che sarai entrata? – le chiese, pur continuando a non vedere di buon occhio l’intera situazione.

 

- Semplice, in quanto cameriera, nessuno sospetterà di me, e con la scusa di aggirarmi per le stanze del palazzo, mi metterò a cercare l’Orrore. Non ci vorrà molto, al massimo mezza giornata, e una volta trovato ti avviserò subito, così potrai eliminarlo. – Kaoru sorrise fiera di stessa e del piano che aveva ideato. Quello a non essere contento, senza ombra di dubbio, era Kouga.

 

Rimise il libro dove lo aveva raccolto, e con estrema calma rispose: - Non farai nulla di tutto ciò.

 

- Ma... perché?

 

- Primo- antepose – è troppo rischioso. E secondo – si avviò a concludere – hai promesso che non ti saresti più intromessa in questo tipo di faccende. – la guardò dritta negli occhi come a dire “te lo sei forse dimenticato?”.

 

Kaoru si ricordò della promessa fatta, e sentendosi a disagio volse altrove lo sguardo. La curva delle sue labbra si piegò verso il basso.

Il signorino lasciò lo studio poco dopo. Non c’era bisogno di aggiungere dell’altro. Per lui quello era un discorso già chiuso.

Non gli avrebbe mai permesso di andare. A meno che, con un abile stratagemma, lei non avesse fatto di testa sua, s’intende.

 

 

 

                                                                Fine episodio

 

 

                                                            

 

 

 

 

 

 

 

I VANEGGIAMENTI E LE RISPOSTE DI BOTAN:

 

Oggi pensavo di non riuscire ad aggiornare a causa del lavoro, ma invece ho finito prima, il capitolo era già bello e corretto, mi è bastato solo gettargli una rapida occhiata, l’ho riletto una sola volta e non più e più volte come faccio di solito, e poi via con la pubblicazione! 

 

 

 

Per DANYDHALIA: Non scusarti di nulla, e anzi, io lo dico sempre a tutti, recensite quando potete e soprattutto leggete quando volete, perché le storie si leggono meglio nei momenti di tranquillità assoluta o quando ne sentite la necessità! 

 

Per Iloveworld: Un sito? Mmh… a parte quello ufficiale che però è tutto in lingua giapponese, prova a cercare su googleGaro Makaisenki”, ovvero il titolo della seconda serie, sicuramente ti uscirà qualcosa. Se vuoi vedere gli episodi, invece, vai su youtube perché ci dovrebbero essere tutti quelli usciti finora!

 

 

 

Alla prossima! Baci!

Botan

 

 

 

ANTICIPAZIONI:

Assunta come cameriera dalla famiglia Miura, Kaoru avrà libero accesso alle enormi stanze della misteriosa casa infestata. Cercherà in tutti i modi di portare a compimento il suo lavoro e nonostante i continui avvertimenti di Kouga, che cercherà in tutti i modi di riportarla indietro, la situazione le sfuggirà di mano.  

Prossimo episodio: #26 Fantasmi – parte 2

   
 
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