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Autore: xMudblood    20/11/2011    1 recensioni
Non ero una ragazza che credeva nel destino, che ogni cosa accade per una ragione, non lo ero. Poi quando mi ci ritrovai ad un centimetro dal viso pensai che forse per qualche strano motivo qualcuno mi voleva fare un regalo, il regalo più bello di tutta la mia vita.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Eccolo.
Camminava tranquillo con il passo sicuro, stretto nei suoi pantaloni con il cavallo basso. Si stringeva nella sua felpa e affondando le mani nelle tasche. Ne tirò fuori una sistemandosi i capelli color platino e la rinfilò dentro. Alzò il viso distogliendolo dalle sue scarpe e i suoi occhi color ghiaccio penetrano i miei occhi marroni. Il mio cuore perse un paio di colpi: ormai avevo totalmente dimenticato cosa volesse dire respirare. Tentai di sorridergli, per quanto potessi. Poi lui spostò il viso e allungò un braccio nella direzione in cui guarda e abbracciò una ragazza. Quella ragazza che, se potessi, fulminerei con lo sguardo. Ripresi a respirare. Mi si sciolse in un attimo il sorriso, in una piccola convinzione: il principe di ghiaccio non sarà mai mio. 

Lo sanno tutti com’è Niall. Altrimenti perché lo chiamerebbero principe di ghiaccio?
Le mie nuove compagne di classe mi spiegarono che era inutile che io continuassi a guardare Niall: lui era davvero il ragazzo più impossibile dell’universo. Era il ragazzo più bello di tutta la scuola, alcune dicono addirittura di tutta l’Irlanda. Ogni volta che ti guardava negli occhi anche per un attimo ti faceva venire i brividi perché succedeva così raramente,  così come era raro vederlo sorridere: nessuno riusciva a farlo sorridere. Quasi nessuno. La ragazza bionda di cui non ricordo il nome era l’unica che riusciva a farlo sorridere. Le guance gli diventavano rosse insieme alle orecchie dando vita ad una risata melodica che avrei voluto ascoltare tutto il giorno. Ma questo non era possibile, perché io non ero lei.
Lui non mi piace, insomma. Non mi è nemmeno passato per l’anticamera del cervello!’ mentii.

Non ero una ragazza che credeva nel destino, che ogni cosa accade per una ragione, non lo ero. Poi quando mi ci ritrovai ad un centimetro dal viso pensai che forse per qualche strano motivo qualcuno mi voleva fare un regalo, il regalo più bello di tutta la mia vita.
Quella sera pioveva ed io aspettavo un auto che non sarebbe mai passato. Le macchine correvano veloci e io disperata decisi di fare l’autostop.
‘Adesso perché non sono bionda con gli occhi azzurri ed irlandese nessuno mi da un passaggio?’ urlai dentro di me. Poi una macchina nera con i vetri scuri spense i fari e si avvicino a me. ‘Grazie a Dio.’ Pensai. Appena il finestrino si abbassò i due occhi color ghiaccio mi pietrificarono.
Credo ti serva un passaggio’ la sua voce era dolce e stranamente amichevole. Mi squadrò per un attimo ed io arrossii: i miei Ugg erano ricoperti di fango ed ero così zuppa che sembrava fossi uscita dalla doccia. Lui era la perfezione fatta persona: una maglietta con uno scollo a V verde a maniche lunghe e dei jeans stretti. Una sciarpa al collo sembrava stare lì tanto per esserci: non sembrava aver freddo. ‘Vieni, qui.’ Mi disse. Le mie gambe cedettero e io avevo bisogno di sedermi. Lui mi stava parlando, mi aveva guardata, si era preoccupato per me. Tirò fuori da una borsa sportiva una felpa rossa e bianca gigantesca e mi obbligò a metterla. Passò dei minuti a guardarmi mentre io invece non tolsi lo sguardo dai mei piedi. Non era Niall, non era possibile. Lui non parlava con nessuno tanto meno con le sconosciute.‘Allora, ehm, se non vuoi dirmi il tuo nome potresti almeno dirmi dove devo portarti?’ disse improvvisamente. Quasi sobbalzai. Lui era reale, lui era lì vicino a me ed io sentivo il suo profumo sulla sua felpa. Gli dissi la via di casa ed era stranamente a qualche isolato da casa sua. Passai il viaggio in silenzio a pensare a cosa dirgli, cose tipo ‘Te vieni nella mia stessa scuola lo sai? Facciamo il corso di filosofia insieme, ogni tanto mi guardi ma credo che tu in realtà non sappia nemmeno che esisto.’ Sbirciai nella sua direzione e lo vidi sorridere quasi come se mi avesse letto nel pensiero. Con una velocità pazzesca uscì prima lui dalla portiera, aprì la mia e mi accompagnò davanti alla porta con l’ombrello. ‘Gra..zie’ balbettai. Lui sorrise ancora una volta e mi disse ‘Ci vediamo a scuola.’
Non ricordo quanti minuti passai fuori il portico della mia casa. Fissavo il soffitto gelando sul pavimento. Quella notte dormii con la sua felpa, ma che dico? Non riuscii a dormire, avevo paura che fosse soltanto un bel sogno.


Nei giorni successivi ci scambiammo qualche sorriso senza che nessuno se ne accorgesse. Quel giorno poi presi coraggio e decisi di riportargli la felpa con la scusa di rivolgergli di nuovo la parola. Mi ero preparata un discorso preciso, a memoria. Ma avevo la mente annebbiata da un pensiero fisso: lui.
Grazie ancora per l’altra volta. Non so come fare per ringraziarti’ Dissi consegnandogli la felpa.
Di cosa? Figurati.’ Mi disse lui guardandomi. Quando mi allontanai mi sentii chiamare e mi girai di scatto. ‘Magari la prossima volta invece di incontrarci così che ne dici di vederci per una cioccolata calda?’ mi chiese. Rimasi muta e immobile come la prima volta che mi rivolse la parola. ‘Facciamo mercoledì?’ insistette. Feci cenno di sì con la testa e lui si allontanò svanendo nella folla.

 

Eravamo la coppia più felice della scuola ed anche la più invidiata. Venni a scoprire che la ragazza bionda non era altro che sua sorella. Stare con lui era magnifico mentre per la sorella sembrava una brutta idea: avevo come la sensazione che volesse allontanarmi da lui, per sempre.
E così accadde. Era un pomeriggio di primavera e Niall mi disse che era finita, finita per sempre. Non so spiegarti come mi sentii, perché è qualcosa di talmente brutto che nessuno vorrebbe mai provare. Senza una spiegazione, senza che mi ascoltasse. Mi disse soltanto che era finita e che non voleva più vedermi. Solo qualche mese dopo capii cosa fu realmente successo. Niall era lì seduto su quel letto che non era il suo. Non era il nostro. In quella camera bianca lui mi prese per mano con le lacrime agli occhi.
Ti amo, lo sai? Ti amo.’ Lo pregaii di non dirlo perché sapevo che lo stavo perdendo per sempre. Ma la sua stretta forte cedette e i suoi occhi ghiaccio non guardarono più me, ma il vuoto.”


E te mamma, come hai fatto a superare tutto questo?’ disse mia figlia in tono serio, interrompendo il racconto.
Sto male ancora oggi, mi manca come se fosse morto ieri’ risposi amaramente. ‘Ogni tanto quando guardo il tuo viso vedo i suoi occhi e il suo sorriso. Somigli tanto a tuo padre, forse è uno dei motivi per cui non riesco a rimproverarti.’ Aggiunsi
Credi che riuscirai mai a trovare uno come lui?
Non riuscirò mai a trovare uno come lui, che ha dato vita ad una delle cose più belle su questa terra’  Abbracciai mia figlia con le lacrime agli occhi e lei mi accarezzò la schiena.
 

NOOOTA!
a te che stai leggendo questo, grazie mille. *-* Questo è il frutto di un pomeriggio depresso nel quale mi stavo annoiando, quindi è possibile che non vi piaccia, perchè l'ho scritta completamente di getto. Fatemi sapere che ne pensate, sono davvero curiosa.

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