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Autore: JeffMG    20/11/2011    1 recensioni
Da un lontano futuro delle creature somiglianti agli umani invadono la terra, sterminando ogni forma di vita umana.
Solo un uomo è superstite,esso nella cattiveria,
ritroverà l'umanità.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 L'arresa.
 
Il ticchettio della pioggia mi aiuta ad essere conscio di quello che attorno a me accade, è sempre stato così fin da quando ero piccolo. Quando gli altri bambini scendevano in strada a giocare al sole, io desideravo fortemente la pioggia e questo
fu considerato un inizio di depressione da un bambino forse troppo bizzarro, che faceva scorrere le dita nella sabbia e 
non ne faceva castelli, che abbracciava un albero ma non ci disegnava un cuore, che contemplava una statua invece di distruggerla.
Una volta sentii in un film che mai il protagonista si sarebbe potuto immaginare simili catastrofi nella sua vita, quando 
la mattina si era messo i calzini per uscire di casa. Neanche io questa mattina ho pensato a cosa sarebbe potuto succedere
nella mia giornata mentre mi mettevo i calzini, quelli rossi che mia moglie mi ha lavato e stirato, quelli che ricordo ancora,
sapevano di pulito e del buon odore che sprigiona l'ammorbidente che mi ha chiesto di comprare la settimana scorsa.
Non pensai a quello che nella mia vita sarebbe potuto accadere, ma solo al fatto che avevo fame e che dalla cucina
si sentiva un invitante odore di frittelle e caffè, dopo che mia figlia imparò a cucinare tutte le mattine si esercitava
per cucinare la colazione ed io non dovevo preoccuparmi di svegliarmi prima per un tazza di carburante. 
Dopo la quieta stagnante di ogni mattina, ora
l'inferno è salito in terra ma le sue fiamme e la lava,le leggendarie creature alate come pipistrelli sono state sostituite da estranei pallidi. 
 
La via sembra libera, solo l'acqua scorre violenta sulla strada. 
Quante persone sono cadute a terra avanti ai miei occhi?
Dicono che Dio si cerchi sul punto di morte ed ora nella mia mente un eco lontano lo invoca.
Immagino un uomo contornato da vapori, una luce divina gli illumina il volto coperto da una lunga barba bianca.
Sono stato educato da cattolici ed è questa l'immagine dell'uomo che noi chiamiamo Dio.
Mi accascerò sul grembo divino e confesserò ogni peccato, dalle mie labbra usciranno fili di bugie,
saranno soffiati da un vento gelido che insinuerà in me il perdono. 
Cerco conforto in immagini divine di cui ogni uomo sulla terra ha sentito parlare e mi chiedo chi di loro 
sarà ad accogliermi in quello che si chiama l'aldilà, la vita oltre la morte.
Mi hanno sempre detto che per essere felici bisogna concentrarsi sul presente e non far vagare la mente ma ora
questa realtà sta distruggendo quello che in me resta di umano e solo i ricordi aiutano mente e spirito a sorpavvivere. 
Ho visto madri cadere, padri sparare, figli urlare, vecchi aspettare in silenzio la morte perché impossibilitati 
nel combattere, difendersi o fuggire.
Ho visto la vera natura di un essere umano e non è quella dolce sfumatura di arte che viene raccontata nelle canzoni,
nei film e nei libri... No, in punto di morte, nell'attimo della sopravvivenza si diventa spietati e non si riconosce 
nemmeno il proprio amore, la propria famiglia... Si diventa come degli atomi pronti a prevalere su chiunque.
L'uomo diviene animale e quei pochi che hanno voluto conservare l'umanità, uccidersi. 
Sono qui, superstite di un' intera specie che si è disprezzata tra simili. 
Scendo dall'auto e le scarpe si riempiono d'acqua, le nuvole si congiungono, come se fosse il giorno del giudizio. 
Quella che una volta era New York ora è un cumulo di macerie. 
Sotto un lampione giace un uomo morto, tra le mani stringe una pistola e dalla fronte un filo di sangue si fa strada sino al collo.
Da quando mi sono abituato alla morte?
 
Uno sparo, afferro la calibro nascosta nella tasca interna del cappotto. 
Coraggio, sono un bravo cristiano.
E' legittima difesa, al tribunale mi giudicheranno innocente.
Quale tribunale? Quale governo? Non esiste più niente.
Arrivo alla fine della via, dove ieri il macellaio mi vendeva le bistecche. 
Che fine hanno fatto lui e la sua famiglia?
Tendo la mano al vuoto e non sento l'aria, ma qualcosa di solido. 
Un pannello di vetro mi separa dall'altra parte della strada. 
Un esercito di presunti umani, privi d'indumenti, mi puntano contro grandi armi. 
Fucili da guerra, mitragliatrici, non li stringono alle mani. 
Sono loro stessi le armi! 
Vengono fuori dalle braccia ricoperte delle loro pelli, sono parte del corpo.
Attorno alle canne vi è un anello rosso che sembra ardere. 
Da che pianeta vengono? Sono parte di un futuro?
Muovono le bocche masticando un inglese scorretto.
Mi uccideranno come hanno fatto con gli altri. 
Raggiungerò mia moglie in un luogo che non è questo mondo distrutto. 
Tolgo i vestiti, voglio essere nudo a questa fine. 
Non avere materiale addosso, non vestire la carne ma solo l'anima con la mia resa.
Allargo le braccia per accogliere ogni corpo estraneo. 
Chiudo gli occhi e mi concedo gli ultimi respiri da umano. 
La pioggia è tornata e si fa strada sul mio viso. 
Una volta mi hanno detto che Dio è nella pioggia. 
Allora, credo che non sarò solo nella morte ma diversamente credo che ogni uomo morto, è in questi frammenti di pioggia. 
Bagnate il mio corpo fratelli e sorelle. 
Non sono mai stato così neutrale. 
 
"Sparate all'ultimo essere umano!"
urla uno di loro, forse il capitano.

 
Ecco la fine, si muove dentro un oceano di sentimenti che disturbano le frequenze di ricordi.
Sento un ronzio, apro gli occhi. 
Migliaia di anelli rossi trapassano il pannello avanti a me. 
Stanno arrivando, tra poco tutto sarà finito.
Sono l'ultimo a vivere nel mondo. 
Un anello rosso si appoggia come una medusa al petto richiamando ad un brutale appello, ogni vena del mio corpo. 
Sento il respiro mancare, il corpo restringersi. 
Nel male io sorrido, perché sono l'ultimo uomo a questa terra ad aver provato sentimento di pace e arresa. 
  
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