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Note dell'autrice:
Incredibile,
ma ho scritto una 1827 ! Cosa non si fa
per le amiche … Comunque torniamo a noi. Allora questa
sarà una raccolta di vari generi e varie coppie che
aggiornerò
ogni volta che mi verrà l'ispirazione di scrivere qualcosa
probabilmente
di corto. Intanto vi ringrazio per aver aperto questa storia e spero
che vi piaccia.
Non sono molto ferrata sulla coppia quindi spero di essere stata
abbastanza IC e
che la cosa non sia uscita troppo brutta. Vi prego di farmi sapere e mi
raccomando
sentitevi liberissimi di dirmi quello che volete, come sapete sono alle
prime armi e
accetto tutti i tipi di critica. Vi lascio augurandovi buona lettura.
Ci sentiamo a fondo pagina.
Anche quella mattina stava riposando placidamente sul tetto della sua amata scuola. L'aria di metà Maggio era calda e piacevole, appena mitigata da un leggero venticello che gli scombinava i capelli scuri. Un silenzio ovattato regnava su ogni cosa, le lezioni si stavano svolgendo tranquille e non aveva trovato niente fuori posto durante il suo ultimo giro d'ispezione. Tutto era perfetto.
Improvvisamente però la quiete che tanto adorava venne interrotta da un rumore secco e ripetitivo. Qualcuno stava salendo le scale che portavano al terrazzo, non c'era alcun dubbio.
Aprì gli occhi infastidito. Questa persona, ancora ignota, stava commettendo, volutamente o meno, due errori imperdonabili. Primo correva all'interno dell'edificio scolastico e secondo, ma non meno importante, lo avrebbe disturbato di lì a pochi istanti invadendo il suo spazio. Infrazioni che il capo del comitato disciplinare non avrebbe mancato di far pagare estremamente care allo sfrontato responsabile.
Puntò lo sguardo sulla porticina
che conduceva alle scale in attesa che si palesasse la figura di colui
che stava giocando, forse inconsapevolmente, con la sua inesistente
pazienza. Vide la superficie di metallo muoversi rivelando a poco a
poco la figura trafelata di un minuto ragazzino castano di appena un
anno più piccolo di lui.
<< Sawada Tsunayoshi >> Esclamò prima di assumere una più decorosa posizione eretta. Chi altri poteva essere così sconsiderato o stupido da venire da lui durante uno dei suoi meritati sonnellini mattutini. << Stai saltando le lezioni un'altra volta.>> Precisò il moro.
<< Lo so, ma c'è una buona
ragione stavolta >> Mormorò mantenendo lo
sguardo puntato in quello di Hibari. Poche persone potevano permettersi
un lusso simile, ma ormai da un po' di tempo Tsuna poteva vantare
parecchi privilegi che il Guardiano delle Nuvole gli aveva concesso,
compreso quello di poterlo baciare o per meglio dire di farsi baciare
dal più grande.
Si avvicinò un po' titubante al suo interlocutore, era
nervoso, forse questa volta stava osando un po' troppo. Si
fermò a pochi centimetri da lui e, solo dopo qualche
lunghissimo secondo, trovò il coraggio di mostrare
ciò che stava tenendo nascosto dietro la schiena. Gli porse
un piccolo involucro di carta trasparente chiuso da un sottile nastro
di raso nero e abbassò lo sguardo troppo imbarazzato dal suo
gesto per poter sostenere ancora quegli occhi sfumati di grigio.
<< Biscotti ? >> Dopo qualche secondo di attenta osservazione fu la voce incolore di Hibari a spezzare il silenzio.
<< Sì, biscotti !>> Fu l'imbarazzata quanto inutile precisazione fatta dal Cielo. << Li ho fatti ieri sera e ..>> Le parole del più piccolo vennero interrotte dalla bocca di Kyoya che veloce era andata a catturare quella del compagno. Non fu un bacio così intimo, ma bastò a far arrossire violentemente Tsuna non ancora troppo abituato a quel genere di attenzioni.
Prima di interrompere quel contatto Kyoya andò a catturare il labbro inferiore dell'altro imprigionandolo fra i denti ed esercitando una lieve pressione. Un morso. Quel gesto, solitamente così inusuale per le persone, contraddistingueva gran parte del modo di essere di Hibari, Tsuna stava pian piano imparando ad interpretare il carattere così enigmatico dell'altro e, ormai per esperienza, sapeva dare il giusto significato alle azioni del moro. Quel morso era il suo modo possessivo e un po' irruento di ringraziarlo, ne era sicuro anche se preferì tenere questo pensiero per lui evitando di mettere a voce questa sua teoria, probabilmente le conseguenza non sarebbero state piacevoli.
Il Guardiano si allontanò appena
dal suo Boss e finalmente prese ciò che gli era stato
offerto già da alcuni minuti. Scartò velocemente
l'involucro che avvolgeva i piccoli dolci bruciacchiati e dalle forme
assurde e indecifrabili. Prima di assaggiare un biscotto che con uno
sforzo d'immaginazione aveva etichettato come a forma di stella ripose
il nastrino scuro in una delle tasche della sua giacca.
Il sapore era abbastanza disgustoso, a tratti troppo dolce a tratti
troppo salato, non era per niente omogeneo e la cottura era sicuramente
sbagliata, ma il gusto di quei biscotti gli ricordava loro due. Aromi
stonati e probabilmente impossibili da conciliare che avevano
però trovato una loro dimensione.
<< Sono cattivi vero?>>
Pigolò Tsuna dopo qualche minuto, temeva la risposta, ma
già il fatto che il Guardiano delle Nuvole ne avesse
mangiato più di uno lo rassicurava un po'.
<< Abbastanza>>
Rispose Hibari prima di ingoiare l'ultimo pezzettino che aveva ancora
in bocca. Nuovamente si avvicinò al suo Boss e ancora una
volta fece sovrapporre le loro labbra.<< Alla fine delle
lezioni vieni in infermeria.>> Mormorò
soffiando queste parole sulle labbra dell'altro. << Mi
occuperò di fasciare adeguatamente tutte le scottature che
ti sei fatto.>>
Tsuna arrossì nascondendo le mani medicate in fretta la sera precedente prima di andare a letto e tornò in classe pochi minuti dopo. Non riuscì a concentrasi sulle lezioni troppo impaziente o forse preoccupato che arrivasse il momento il cui Kyoya si sarebbe preso cura di lui ancora una volta.
Fine capitolo.
Angolino saluti:
Allora aspetto vostri commenti
e ancora grazie per aver avuto
la voglia e la pazienza di leggere.
Un bacio, a presto.