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Autore: xMurderScenex    17/07/2006    6 recensioni
Eccomi con la mia seconda fan fiction. Dunque, Virginia e Julie sono sorelle. La prima vent'anni quasi carina e strana e molto molto acida, la seconda cinque anni, viso angelico e mente molto superiore. Scappano dal loro padre e vanno verso Montrèal. La citta dei Simple Plan. Vi dico solo una cosa, in aereo si può incontrare CHIUNQUE.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Addio

Eccomi qua. Ancora una volta con la testa affondata nel soffice cuscino bordeaux che ti ha regalato tua madre. Urli e urli come un disperato, ma nessuno ti sente, perché la radio è accesa. Le note delle canzoni si confondono con le tue grida disperate. Richieste d’aiuto. Non grida, ma semplicemente richieste d’aiuto.
Allora ti alzi e guardi fuori dalla finestra. Un semplice prato verde e qualche albero stanno lì, immobili come se il tempo li avesse dimenticati.
Mi guardai allo specchio.
Una ragazza di venti anni mi guardava. Gli occhi grigi pieni di lacrime e i capelli arruffati. Ero Orfana di madre.
La mia porta si aprì.
“Vi, posso stare con te?” Julie mi guardò con quei suoi due occhini azzurri. Mi vennero le lacrime pensando che quegli occhi fossero uguali a quelli suoi. Mi asciugai le guance bagnate e feci un sorriso debole.
“Vieni su..” Lei chiuse la porta con quella sua minuscola manina vellutata e si sedette sul grande letto a due piazze. La mia camera era in una soffitta. Perché?
Semplicemente perché quello che era al di sotto della soffitta, era un inferno. Io odiavo quel posto.
Julie si appoggiò ai grossi e soffici cuscini e poi cominciò a torturare le orecchie blu e pelose del mio pupazzo a forma di Stich.
Quel pupazzo, per me, era sacro e raramente glielo facevo toccare. Ma per quella sera, tutto era permesso.
Mi sedetti vicino a lei e la cinsi con un abbraccio.
“Sai una cosa?”
“Dimmi Ju”
“A me non dispiace che sia morta” Quella frase mi colpì dritta al cuore. Non pensavo che Julie, cinque anni, potesse essere così cattiva, ma sottovalutavo il profondo amore e la tanta intelligenza che racchiudeva Julie in quella sua piccola testolina boccolosa.
“Non pensare male, ma insomma… Lei sarà più contenta.. Papà la faceva soffrire troppo.. Ora starà giocando con nonna e nonno a poker di sicuro..” Scoppiammo tutte e due in una bellissima risata.
“Pulce , ti adoro..” Dissi stringendola più forte a me.
“Anche io ti adoro Puzzola”
“Puzzola a me?” dissi cominciando a farle del solletico. Lei cominciò a ridere come una matta e a scalciare. La porta si aprì violentemente.
Due occhi scuri e da porco ci guardavano. I capelli unti ricadevano sul grosso viso paonazzo. In mano, come di sua consueta abitudine, aveva una bottiglia di liquore.
“Julie, vieni su amore.. Dormi con papà stanotte..” disse con la sua voce strana e da ubricaco fradicio. Sapevamo tutti e tre che quella notte, se Julie fosse andata con Charlie, non sarebbe stata una dormita.
“No”
Avete presente quando vi trovate in quei momenti in cui volete dire una cosa, ma sapete che succederà un casino se lo fate; e in quel momento è il vostro cervello che comanda. Lui ti fa dire quella cosa e tu combini una catastrofe. E così che quel “no” uscì dalla mia bocca facendo dilatare le narici di Charlie e potevo sentire la rabbia dentro di lui.
“Che hai detto?”
“Ho detto no. Insomma, io e Ju avevamo pensato di ..” E ora che gli dico? Guardai furtivamente Julie che ci guardava in modo preoccupato.
“…Di andarti a comprare dell’altra birra! Non ce n’era più..”
Guardai Julie perplessa. Quella ragazza era un genio. Ritornai a fissare mio padre che si convinse e se ne andò barcollando per le scale.
Chiusi la porta a chiave e presi il deodorante dal mio cassetto. Ne spruzzai una buona dose finchè quell’odore di barbone ubriaco sparì.
“Vi” Mi voltai. Quegli occhi azzurri mi fecero paura. Era incazzata e spaventata.
“Dimmi .. Julie..”
“Andiamocene, ti prego”
Capii che quello non era un solito capriccio infantile. No, perché Julie non era una bambina che faceva i capricci per un biberon o per una Barbie strafica, Julie era matura.
Quello che lei mi stava dicendo, era una richiesta immediata di aiuto.
“Ma come facciamo?”
Lei si alzò dal letto e afferrò il maialino rosa di porcellana. Lo ruppe e tante banconote e monete si rovesciarono sul letto.
“Questo ci basterà”
Mi avvicinai a lei e le contai. Equivalevano a 3000 dollari contando anche i soldi per il testamento che ci avevano dato una settimana fa.
“Già. Prepara le valigie. Andiamo da Mike”
Julie saltò come una molla verso l’armadio e in un attimo riuscì a chiudere dentro un troller rosa con una faccia di Campanellino stampata davanti, tutto un guardaroba. Si infilò il cappottino rosso con il cappuccio e poi si sedette sul letto guardandomi.
“Come diavolo hai fatto?” le chiesi guardandola stupita.
Lei alzò le spalle e mi sorrise. “Su, muoviti”
Misi con cura tutti i miei vestiti dentro un borsone nero, poi afferrai dall’armadio polveroso il mio zaino fucsia con i teschi. Lo accarezzai e poi cominciai a infilarci dentro cd, libri, trucchi e cazzate varie.
Mi tirai su la zip della felpa della Role Model che mi aveva regalato mamma un mese fa, infilai il mio iPod rosa dentro la tasca dei pantaloni e afferrai il borsone.
“Andiamo?”
“Certo..”
Scendemmo lentamente le scale per non farci sentire da nostro padre. Charlie era sdraiato sul divano e russava come una petroliera. Eravamo ormai davanti alla porta principale, ma Charlie si stava per svegliare.
Uscii velocemente dalla casa e chiamai un taxi alzando la mano, la macchina rosa si fermò sul marciapiede. Una donna mora e robusta caricò su le nostre valigie. Julie era ferma sulla porta.
“Julie muoviti!”
“No! Ci siamo scordate Stich!”
“Te ne comprerò uno nuovo su!” Avevo il cuore in gola. Julie scosse la testa e cominciò a correre verso la soffitta. Prese Stich e corse come una pazza verso la porta d’ingresso, ma Charlie si mise avanti a lei.
Un urlo mi soffocò la gola.
“Dove vai Ju?”
Julie tremava come una foglia, ma il suo piccolo cervellino era in funzione.
“Niente papà, io e Virgy andavamo a comprarti la birra”
Quando Charlie cominciò a mettere in moto il cervello, Julie ne approfittò della sua distrazione per sfuggirgli e si precipitò dentro il taxi con Stich in mano.
Chiusi la porta di fretta “Parta subito!”
E fu così che arrivò l’ultima volta. L’ultima volta in cui vedemmo quegli occhi bruttissimi.


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Eccomi qua con una nuova fan fiction! Beh è dedicata a mia sorella che è uguale a Julie. Spero che vi piaccia. Ora le nostre due eroine andranno a casa di mike e...XD Beh mi sono dimenticata di scrivere che loro vivono a Londra e che Virgy non ha proprio vent'anni, ma 19. Vabbè. Se siete arrivati fin qua a leggere vuol dire che un po' sarà interessante sta shit no? XD seeee illusaaa
  
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