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Autore: maraman    21/11/2011    2 recensioni
« Lo so, ma non necessariamente lui lo saprà, una volta risvegliatosi. Merlin.. Se in quel letto ci fosse tuo padre, tu cosa faresti? » gli chiese, già conoscendo, però, la risposta. « Farei tutto il possibile per salvarlo. » ammise, sincero. [..] « Se vuoi che tutto rimanga segreto, Arthur, e se davvero ti fidi di me, io posso aiutarti.. Con la magia. » SPOILER 04x03.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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Fandom: Merlin (BBC).
Pairing: Merlin/Arthur.
Raiting: PG.
Conteggio parole: 2765
Genere: Sentimentale.
Warning: What if?
Riassunto: « Lo so, ma non necessariamente lui lo saprà, una volta risvegliatosi. Merlin.. Se in quel letto ci fosse tuo padre, tu cosa faresti? » gli chiese, già conoscendo, però, la risposta.
« Farei tutto il possibile per salvarlo. » ammise, sincero. [..] « Se vuoi che tutto rimanga segreto, Arthur, e se davvero ti fidi di me, io posso aiutarti.. Con la magia. »
 
SPOILER 04x03 - The Wicked Day.
 

Destiny's consequences


E ora, mi dica, come lo ama?
{Cime Tempestose.

 
 
 
Uther Pendragon apre gli occhi, lentamente, facendo vagare lo sguardo sopra di sé.
La prima figura distinta che i suoi occhi vedono è il figlio, Arthur.
Un sorriso si allarga sul viso di quest’ultimo.
« Padre. » sussurra, una lacrima gli scende lenta sulla guancia.
« Arthur..? »
Lui annuisce, carezzandogli la fronte sudata con un fazzoletto umido per asciugargliela.
Il sovrano sospira, sorridendo al figlio e poi socchiudendo gli occhi, mentre il sonno lo riporta indietro, tranquillamente.
Uther non è morto.
Ginevra, accanto al giovane principe, trova la sua mano, stringendogliela con la propria, ma lui non cerca quel calore: è come se non se ne accorgesse nemmeno.
Alza gli occhi azzurri, incontrando lo sguardo di Gaius, che pacatamente tira un sospiro di sollievo, felice che il re di Camelot sia ancora tra loro, che non abbia lasciato tutte le persone che credono in lui, che Arthur non debba ancora assumere il difficile ruolo di sovrano così presto, anche se per ora non si pone il problema di come sia potuto succedere.
« Merlin. » mormora, in direzione dell’anziano.
Ginevra lo fissa, ammutolita, mentre il ragazzo biondo la sposta delicatamente per dirigersi verso il medico di corte.
« Dov’è Merlin? »
« Non lo so, sire. » risponde gentilmente, alzando un sopracciglio, nella sua tipica espressione sorpresa.
Merlin. Perché il giovane non era al fianco del principe, come sempre?
Cos’era successo prima che lui e Ginevra arrivassero in quella stanza?
Cos’era cambiato tra il giovane Pendragon e il giovane mago, così improvvisamente?
« Lascio mio padre nelle vostre mani, Gaius. »
Dice, mentre si sta allontanando per raggiungere la porta.
« Dove andate? Cosa devo dire a Uther nel caso si svegliasse, chiedendomi di voi? »
Arthur volta solo il capo, la mano che tiene aperta l’entrata.
« Che sto cercando Merlin! »
Nella stanza cade il silenzio, il rimbombo nei corridoi dei passi concitati del giovane principe sempre più lontani.
 

***

 
Merlin camminava tranquillamente nei corridoi del castello, soddisfatto della festa per il compleanno di Arthur, e in primo luogo del momento in cui quella testa di fagiolo era stato legato per il gioco dei coltellini.
Sorrise tra sé al ricordo del breve momento in cui l’espressione del biondo si era trasformata in ansiosa.
Ok, non poteva non ammettere che anche lui stesso era preoccupato marcio e teso, pronto a salvarlo se qualcosa fosse andato storto.. ma fortunatamente i suoi muscoli si erano rilassati nel momento in cui Arthur, con un sorriso sghembo, era stato liberato.
Quel sorriso che ogni volta gli mostrava come volesse dire: « Avevo ragione io, visto? » alzando di poco il sopracciglio in sua direzione.
Lo infastidiva parecchio, ma ciononostante, non poteva dire di avere una vita noiosa al castello: ogni due giorni doveva salvargli la vita, senza ricevere nessun ringraziamento perché lui ne era ignaro, e nei restanti momenti liberi doveva sgobbare sotto i suoi ordini e richieste.
Sì, ecco. Precisamente non aveva un minuto libero, ma gli piaceva poter passare così tanto tempo con lui, essergli sempre accanto in ogni momento.
Nonostante fosse un principe borioso, arrogante, rompi scatole.. Insomma, con più difetti che pregi, faceva parte della sua vita, più di quanto lui stesso volesse ammettere.
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto da una voce fin troppo nota.
Una voce che di solito non faceva altro che, appunto, prenderlo in giro o rimproverarlo.
La voce della fonte dei suoi pensieri: Arthur.
« Guardie! »
Perché cercava le guardie?
La sua voce proveniva dalla camera del re.
« Guardie! »
Merlin iniziò a correre in quella direzione, trovando le suddette guardie al di fuori della stanza che giacevano a terra.
Spalancò la porta della stanza.
Per lungo tempo quell’immagine rimarrà impressa nella sua mente: il re a terra, stretto dalle braccia di Arthur che lo fissava impotente, una mano posata sul fianco del padre, sporca di sangue.
Al suono della porta che si aprì, alzò lo sguardo, e quando Merlin incrociò i suoi occhi, vide nel profondo oceano la disperazione.
« Merlin.. Non.. Non può morire.. »
Mormorò, mentre le lacrime gli rigavano le guance, lasciando una scia bagnata fino al mento, dove si univano per cadere dolcemente in un punto imprecisato sulla maglia di Uther.
« Vado a chiamare Gaius e le guardie! »
« Merlin.. Non lasciarmi solo.. »
Gli si sciolse il cuore.
« Tornerò subito, Arthur, ma il re ha bisogno di aiuto. »
Lui annuì, ritornando a fissare il corpo inerme tra le sue braccia.
 

***

 
Mentre percorre i corridoi del castello, incrocia Gwain.
« Sire, come sta il re? » con un tono di voce preoccupato, indeciso se fargli o no quella domanda, per paura di una risposta troppo dolorosa.
Il giovane, dandogli la prova di non averlo ascoltato, non gli risponde.
Una semplice domanda: « Hai visto Merlin, per caso? »
Il cavaliere rimane interdetto, fissandolo per poi scuotere la testa.
« Ah! Che inutile servo! Possibile che quando ho bisogno di lui, non c’è mai?! »
Gwain fissa il principe allontanarsi, con un espressione perplessa, scuotendo il capo.
« Non li capirò mai, quei due. »
 
Spalanchi la porta della stanza dove vivono lui e Gaius, piena di tutte quelle cianfrusaglie da medico e chissà cos’altro.
« Merlin! »
Ti risponde solo il silenzio.
Ti maledici per non averlo fermato quando ce l’avevi a portata di mano, invece che rimanere con la bocca spalancata come un pesce lesso.
“ E.. Se se ne fosse andato per sempre? “
Quel pensiero fulmineo ti perfora la mente.
No, non può essersene andato.
Non sarebbe da lui.
Apri la porta della stanza dove passa le sue notti.
La fissi, facendo vagare il tuo sguardo, mentre sorridi improvvisamente, senza un motivo ben preciso.
Nell’istante in cui capisci che potresti perderlo per sempre, ti rendi conto di quanto in verità sia importante.
Niente avrebbe senso, se non puoi condividerlo con lui.
« Merlin.. » mormori, assaporando il suo nome e sedendoti su quel giaciglio scomodo in confronto al tuo morbido letto, mentre i ricordi di poche ore prima ti appaiono davanti come un secchio d’acqua fredda, mentre rivedi, così, i tuoi stupidi errori.
 

***

 
Gaius era chinato sul sovrano da troppo tempo. O forse poco. In simili circostanze, il tempo non lo ascolti scandire le lancette.
Arthur dall’altro lato del letto, fissava mentre il medico di corte cercava di pulire quanto poteva la ferita causata da quell’uomo, il cui corpo era stato portato via, ormai.
« Come sta? »
L’anziano si sollevò, incrociando lo sguardo con il principe.
« Non c’è niente che io possa fare, sire. La lama del coltello ha sfiorato il cuore e ha perso molto sangue. Temo gli resti poco tempo. »
Una pugnalata al suo, di cuore.
Gaius fece un breve inchino, abbandonando la stanza, lasciando soli i due giovani.
Merlin fissava in silenzio il proprio amico.
« Merlin.. »
Il giovane, non sapendo cosa fare, lo raggiunse, posando la sua mano sulla spalla del principe.
Vederlo così disperato.. No, non vi era abituato e non si sarebbe mai abituato ad una visione del genere.
Voleva rivedere quel sorriso sprezzante, quegli occhi vivaci, il suo Arthur.
« Sono qui, Arthur.. »
Sì, perché come sempre lui era lì, in ogni circostanza, sempre al suo fianco.
Sotto la sua mano lo sentì tremare.
Arthur si voltò verso di lui, le lacrime che scesero inaspettate dai suoi occhi ancora una volta.
Merlin, di slancio, senza troppi pensieri, lo strinse tra le sue braccia, sentendo il capo biondo posarsi sulla sua spalla.
« Non posso guardarlo morire. Perché Gaius non fa qualcosa?! » il tono di voce si alzò di livello, mentre le sue mani strinsero la maglia dell’altro giovane.
« Perché non c’è niente da fare, Arthur.. »
Il principe si scostò di poco, ma non protestò quando le mani di Merlin cercarono e strinsero le sue.
Quelle mani calde lo fecero calmare momentaneamente, mentre un’idea si faceva spazio nella sua testa.
Decise di esprimere i suoi dubbi a Merlin.
« C’è un modo per curarlo. »
Il giovane lo fissò, invogliandolo a continuare.
« La magia. »
Arthur sentì la stretta delle mani di Merlin stringersi.
Evitò il suo sguardo, spostandolo sul re sdraiato nel letto.
« Uther non so quanto sarebbe d’accordo. »
Le sue mani lasciarono quelle del giovane Pendragon.
Una strana sensazione si fece spazio nel suo cuore al distacco dal calore di Merlin.
Perché quella reazione così improvvisa da parte del giovane amico?
« Lo so, ma non necessariamente lui lo saprà, una volta risvegliatosi. Merlin.. Se in quel letto ci fosse tuo padre, tu cosa faresti? » gli chiese, già conoscendo, però, la risposta.
« Farei tutto il possibile per salvarlo. » ammise, sincero.
« Devo chiedere a Gaius di aiutarmi. »
« No. »
Mormorò, distogliendo lo sguardo dal letto, per riportarlo negli occhi cerulei del principe.
Non lo capiva. L’aveva sempre appoggiato nelle sue decisioni, lui si era sempre confidato con Merlin, perché sapeva di trovarlo d’accordo. O, in caso contrario, si aspettava sempre una spiegazione logica al suo diniego, che questa volta tardava ad arrivare, finché non si pronunciò.
« Se vuoi che tutto rimanga segreto, Arthur, e se davvero ti fidi di me, io posso aiutarti.. Con la magia. »
 

***

 
Le grandi zampe si posano dolcemente sul prato verde.
Il cielo scuro ha nascosto il suo arrivo, nonostante il suono delle sue ali l’hanno preannunciato.
« Kilgharrah. » mormori, mentre lui sospira, ponendosi nella sua solita elegante e possente posizione.
« Perché mi hai chiamato, giovane mago? »
« Il destino che mi hai predetto, non si avvererà. Temo di aver commesso un errore. »
« Il destino che ti ho predetto, non è cambiato, Merlin, a meno che sia tu a decidere che così sia. »
« Cosa significa? »
I suoi grandi occhi ti fissano, ammonitori, come gli occhi di un padre in procinto di farti una predica.
« Ti ho mai dato delle risposte precise, giovane signore dei draghi? Sapevi che, chiamandomi, non avresti avuto risposte. Nel momento in cui hai compiuto ciò che sentivi giusto nel tuo cuore, io già lo sapevo, ma non posso dirti ciò che vorresti sentir pronunciare perché tutto dipende da voi. »
« Noi? »
Il drago sposta lo sguardo alle tue spalle.
Allora ti volti e, dove si trovano gli alberi che delimitano quella piccola radura dove solitamente incontri Kilgharrah, c’è Arthur in piedi che ti fissa con uno sguardo innervosito.
« Questo momento sarebbe comunque giunto, un giorno o l’altro. »
Il principe non sembra badare di molto al drago, che annuendo, si alza in volo, lasciandovi soli, conoscendo, in cuor suo, come gli eventi si sarebbe conclusi.
 

***

 
Arthur lo fissò perplesso. Non capiva, cosa intendeva dire? Lo avrebbe portato da uno stregone che l’avrebbe aiutato, giusto?
Un pensiero malsano, però, iniziò a tormentarlo, ma no, non poteva essere.
Arthur si avvicinò al giovane, posando una mano sulla sua spalla, riconciliandosi con il calore del suo corpo.
« Cosa intendi dire, Merlin? »
« Volete salvarlo ad ogni costo? »
Annuì.
Il ragazzo scostò dolcemente il peso della mano del principe dalla sua spalla, dirigendosi al lato opposto del letto. Diede un ultimo sguardo all’altro, per poi sospirare e concentrarsi sul sovrano pallido sotto le coperte.
Pronunciò delle parole che il biondo non comprese, ma seguì i gesti dell’amico senza staccare lo sguardo dai suoi occhi, che alla fine della litania, s’illuminarono di una strana luce dorata.
Il silenzio calò sulla stanza, interrotto dal respiro di Uther che tornava regolare.
Merlin aveva paura, ma prese coraggio, alzando gli occhi scuri verso quelli di Arthur che spostò velocemente lo sguardo stupito dal padre al giovane mago per ben due volte.
Stava sognando, o era la realtà?
« Mi dispiace. » sussurrò Merlin.
Non poteva sopportare ciò che sarebbe successo, non ci riusciva. Il solo pensiero lo distruggeva.
Per rendere la persona a cui più teneva, felice, si era scoperto, rivelando ciò che teneva nascosto da sempre.
Gli diede le spalle, uscendo dalla stanza, lasciandolo in piedi a bocca aperta come uno stupido e pochi minuti dopo sopraggiunsero Gaius e Ginevra per stare accanto al principe e al sovrano che tutti ormai credevano morente. Quando giunsero, non si aspettavano, però di vederlo riaprire gli occhi.
 

***

 
« Fifone che non sei altro! Mi hai lasciato lì, come uno stupido, senza spiegarmi un fico secco! »
Si stava avvicinando, indicandoti con l’indice mentre iniziava, come al solito quando facevi qualcosa di sbagliato, a darti contro.
« Ma voi siete uno stupido. » tenti, mentre un sorrisino furbo ti si apre sul volto.
Come ai vecchi tempi. Oddio, per vecchi tempi si intende il giorno prima, quello prima ancora e tutti quelli da quando sei arrivato a Camelot.
Ora, il tempo di scherzare è finito.
Dopo una risata da parte di Arthur, cala il silenzio.
Siete vicini, quel tanto che vi obbliga a fissarvi negli occhi.
« Come sta Uther? »
« Lui.. Si è svegliato. Ha aperto gli occhi, poco dopo che te ne sei andato. »
Annuisci, sorridendo felice.
Il tuo incantesimo ha funzionato. Sei felice di esser riuscito a dimostrare ad Arthur che la magia, non sempre procura dolore. O almeno, speri che il messaggio gli sia arrivato.
« Perché non me l’hai mai detto? »
« Come potevo? Siete una testa di legno, non avreste mai capito. »
« Smettila con gli insulti, idiota di un fifone. Non avrei mai permesso che ti venisse fatto del male, mago o non mago. Nonostante tu sappia che mio padre odia la magia, l’hai salvato. Non potrò mai ringraziarti abbastanza. »
« L’ho fatto solo per voi, come ogni cosa da quando sono qui. »
Una carezza inaspettata, sono quelle parole.
E senti il desiderio bruciante di sfiorare la sua guancia con la tua mano, di far tue quelle labbra che hanno pronunciato quella frase.
Non sai spiegartene il motivo. Anzi sì, lo sai benissimo.
« Merlin.. Ho temuto che te ne saresti andato via per sempre da me. »
« E quale altro stupido servo vi avrebbe salvato tutte le volte che vi foste trovato con il sedere per terra? »
Sorride.
« Non avrei mai trovato un servo pazzo e imbranato quanto te. »
« Mh.. No. Non avreste mai trovato un altro servo stupido come me che era disposta a rischiare la vita ogni volta, perché pazzo di voi. »
« Mh sarebbe una dichiarazione, Merlin? Non sei bravo nemmeno in questo. »
Uno sbuffo, mentre pensi ad un modo per vendicarti.. e lo farai, presto, molto presto.
Ma ora non vale la pena di mettersi a pensare a tutto ciò, perché le sue labbra sono morbide e calde contro le tue e la sua mano tra i tuoi capelli è infinitamente leggera.
« Beh se questo è il modo per ringraziarmi di aver usato la magia a fin di bene, dovrei farlo più spesso. »
« Ma stai zitto, mago dei miei stivali. »
E si riappropria delle tue labbra, un bacio dolce, attraverso il quale ti sembra di sentire tutto ciò che ha provato nel momento in cui credeva tu te ne fossi andato, lasciandolo.
Sorridi sulle sue labbra, il cuore leggero per esserti liberato non di un peso, ma bensì di due segreti che custodivi gelosamente attendendo il momento giusto, che contro ogni tua aspettativa, era giunto così presto.
Al mondo, spesso, non siamo noi a decidere quando un momento è giusto, sono le circostanze che ti portano a rischiare.
Merlin, sei felice di aver rischiato?
Arthur, sei felice che lui abbia rischiato?
 

***

 
« Dov’è Arthur? » sospira il sovrano mentre Ginevra lo aiuta a sollevarsi quel poco da essere in posizione seduta.
La ragazza sposta lo sguardo su Gaius.
« E’ uscito qualche ora fa per cercare Merlin. » mormora con tono divertito.
Ginevra lo fissa perplessa, consigliando al sovrano di riposarsi ancora.
« Quando incontrerò il principe, gli dirò che avete chiesto di lui. »
Lui annuisce, voltandosi, perdendosi a fissare la notte fuori dalla finestra.
La giovane serva si ferma accanto a Gaius.
« Non so quanto presto torneranno, quei due. » le sussurra, sorridendo serafico, alzando le sopracciglio e voltandosi mentre esce dalla stanza fischiettando.
Ah sì, il caro e vecchio Gaius si è dato tutte le risposte da solo alle domande sull’improvvisa guarigione del sovrano. Un medico di corte così furbo ed intelligente riesce a leggere tra le righe, non gli si può nascondere niente, a Camelot.
 
 
Note.
Bene, in questi giorni mi sono sentita ispirata: due fanfic su Merlin in due/tre giorni.
Le tematiche sono abbastanza elementari, per così dire.
Ciononostante, quando ho visto l’episodio 04x03, quest’idea mi è piombata in testa e non voleva uscire, quindi l’ho messa per iscritto. Non ho mai particolarmente amato Uther, ma veder soffrire Arthur è stato un pugno nello stomaco, quindi.. Perché non modificare un po’, con un tocco ovviamente yaoi?
No, non tifo per Ginevra, voglio puntualizzare questo punto, che magari ha instillato dei dubbi dopo la precedente fanfic. (:
Sono completamente e pienamente per Arthur e Merlin. u.ù Quindi ecco ciò che, probabilmente, ci si aspettava alla fine di questa fanfic.
Spero di ricevere i vostri pareri, positivi o negativi che siano!
Baci.
 
 
 
 
 
  
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