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Autore: _broadway_    21/11/2011    6 recensioni
E se Ran si fosse stancata di attendere il ritorno di Shinichi, soffrendo senza poter mai avverare i suoi sogni di felicità?
Una Ran diversa, che fra lacrime e tristezza, trova la nforza di far scadere quel tempo promesso.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Sappiate che fin ora ho solo recensito, ma ho una grande passione per la scrittura, perciò, prima che iniziaste a leggere la fic, vorrei ringraziare immensamente tutti gli autori che ho avuto l’onore di recensire e tutti quelli che ci deliziano con le loro storie…Siete tutti fantastici!
Non vorrei annoiarvi troppo, soltanto mi piacerebbe moltissimo se lasciaste un piccolo commentino alla storia, positivo o negativo che sia… Buona lettura!
 
Desclaimer: I personaggi non sono miei e appartengono a Sir. Gosho Aoyama, che stimo con tutta me stessa, e questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.
 
 

Non sono fragile

 
Il telefono squilla, un fremito mi percuote con insistenza.
Guardo il display, con quella poca speranza che mi rimane, desiderando di leggere il tuo nome.
Shinichi.
Allora questa volta non è un sogno. Ti rispondo e finalmente un po’ di felicità si fa posto nell’anima sola e straziata dal dolore, a causa tua.
Perché non capisci che mi basterebbe solo averti qui per tornare ad essere allegra e solare, per tornare ad essere la Ran di un tempo?
Mi dici soltanto di aprire la porta d’ingresso e io lo faccio, non so dubitare di te, non ho la forza di farlo.
Allora ti vedo, con la divisa blu del Liceo che non frequenti da tanto tempo. Troppo. La tua solita espressione triste, con il tuo sorriso forzato che ti senti costretto a fare, quello che sfoggi tutte le volte che torni da quando sparito nel nulla, da quando hai lasciato un buco vuoto nel cuore dei tuoi amici, di quelli che ti vogliono bene. Nel mio.
A volte penso che questa persona non sia veramente tu, non puoi essere il ragazzo allegro e divertente che sei sempre stato, il fanatico dei gialli, non puoi essere l’amico d’infanzia che mi ha fatta innamorare.
Dimmi di no, Shinichi.
“Ciao Ran, come stai?” Me lo dici come se nulla fosse, come se non fossi mai scomparso per mesi senza farti vedere, telefonando solo ogni tanto, con quelle telefonate brevi e concise.
Vuoi davvero sapere come sto? Uno schifo.
“Bene” Ti mento e la falsità delle mie stesse parole mi travolge.
“Senti Ran, sono molto impegnato in un caso e sono passatoper salutarti ma…”.
“Basta.”Una lacrima scende sul mio viso.
Sempre la solita storia, non resterai qui, lo so. Poi mi fai promettere di aspettare il tuo ritorno, ma il mondo non vive per te, e nemmeno io.
Vorrei tanto che stavolta restassi con me, che non la tua permanenza non durasse solo fino a domani.
Un’altra lacrima mi solca il volto e mi sembra di morire. Ma a te non importa di questo, vero Shinichi? Ho cercato di credere che un giorno saresti tornato e saresti rimasto, che avresti messo me prima del tuo lavoro da detective, prima della fama, prima di tutto. Ma forse sono io che ho sbagliato a vivere per te, illudendomi che un giorno mi saresti stato accanto.
“Ran ti prego, io ritornerò. Prometti che mi aspetterai. Promettimelo…”
Le tue parole sono sempre le stesse, dolorose.
Adesso però sono stanca di soffrire, di essere sola e triste.
Questa volta sarai tu a conservarmi nei tuoi ricordi. Solo nei ricordi.
“Sono stanca di aspettarti.”
“Io…” Emetti un sospiro e per la prima volta ho la certezza che tu stia davvero soffrendo, ma non basta a colmare il vuoto che mi hai lasciato nell’anima; basta con questo delirio di emozioni, io non voglio più cambiare a causa tua.
“Vattene, risolvi i tuoi casi, se questo ti rende un detective felice, ma non tornare qui, mai più”.
“Ran, ti supplico…”
“Sono stanca di aspettarti, di sperare che la tua permanenza non finisca tra due secondi, di essere sola. Tutto il dolore che ho provato in questi mesi, nei quali mi avrai chiamato una volta ogni due settimane, facendoti vedere un paio di volte.
“E’ un addio, Ran?”Quando dici il mio nome, lo pronuncia con una nota amara nella voce, che mi fa andare su tutte le furie. Fai l’offeso dopo tutto quello che ho passato? Fallo, non mi importa, non più.
“Addio, Kudo.”
Non piangi solo per non ferire il tuo orgoglio, ma so che vorresti. Perché quelle lacrime, dipinte dal pennello di un pittore triste, ora non ci sono. Sei tu l’artista, e ti rifiuti di far uscire quella goccia amara dai tuoi occhi blu. Gli stessi che non voglio più guardare.
Non rispondermi, sparisci come hai fatto fino ad adesso.
Ora soffri, fatti invadere dal rimorso, se davvero ti dispiace, piangi in silenzio, Shinichi Kudo.
Io non ho più voglia di farlo.
Non sono l’anima fragile e indifesa che credevi…
E’ stata tutta un’illusione. Sognavo di vederti tornare, sognavo di starti accanto per sempre, di specchiarmi ancora nei tuoi occhi azzurri come l’oceano, forse però mi sono persa troppo nelle onde di quell’oceano.
E, come una folata di vento invernale, tagliente, il mio sogno si spezza e finalmente, vedo la realtà. Questa cruda verità senza di te.
Questa è la verità, Shinichi, è finita.
O forse non è mai cominciata.
 
Kuroshiro: Salve lettori, grazie per aver letto questa fic. E’ nata in un momento a scuola, mentre guardavo annoiata fuori dalla finestra. Pioveva e l’albero perdeva le foglie. Così ho pensato: “Potrebbe rappresentare i sentimenti di Ran?” e così è nato questo delirio depressivo…
Ringrazio in anticipo quelle povere anime con un grande cuore che si fermeranno a leggere, e magari, a lasciare un commentino!
 
A presto, Kuroshiro 

  
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