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Autore: Princess Kurenai    21/11/2011    4 recensioni
Scivolò lentamente fuori dal letto, ignorando il torpore che stava abbandonando e la stanchezza del suo corpo. Nuda, percorse un corridoio a lei sconosciuto, riconoscendo il bagno solo grazie alla porta socchiusa.
Sospirò senza trattenere uno sbadiglio e, grattandosi distrattamente la nuca, si soffermò qualche istante davanti allo specchio.
[Shura Kirigakure x Arthur Auguste Angel]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Auguste Angel, Shura Kirigakure
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Un giorno sarò lui
Fandom: Ao no Exorcist
Personaggi: Shura Kirigakure, Arthur Auguste Angel
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: Giallo
Avvertimenti: OneShot, Missing Moment, What if? (E se…), Het
Conteggio Parole: 611 (FiumiDiParole)
Note: 1. Ok… lo ammetto: insieme mi piacciono! Ho cercato di ‘detestare’ Angel, ma non posso! I suoi fluenti capelli svegliano il mio kink primario: i capelloni. Quindi dovevo per forza adorarlo. Poi Shura… ho amato prima lei che il manga/animeXD
2. Ambientata ovviamente dopo la prima apparizione di Angel. Non so la posizione precisa ma è così!
3. C’è un accenno chiarissimo ad un’altra coppia che amo :3
4.Niente beta ç_ç ed è la prima che scrivo su AnE!



{ Un giorno sarò lui ~




Scivolò lentamente fuori dal letto, ignorando il torpore che stava abbandonando e la stanchezza del suo corpo. Nuda, percorse un corridoio a lei sconosciuto, riconoscendo il bagno solo grazie alla porta socchiusa.
Sospirò senza trattenere uno sbadiglio e, grattandosi distrattamente la nuca, si soffermò qualche istante davanti allo specchio.
Ad attirare la sua attenzione fu un segno scarlatto sul suo collo. Abbastanza visibile e, nel toccarlo, anche vagamente doloroso.
Storse il naso mentre la sua mente riportava alla luce qualche astratto momento della sera prima.
Non aveva dei ricordi confusi in realtà - ricordava tutto: dalla sua schiena premuta contro la parete fredda della camera da letto, alla presa ferrea delle mani nel compagno sui suoi fianchi -, ma in tutta sincerità non le andava di ripensarci né di prestare troppo interesse a quello che era successo.
Accantonò quindi quel ricordo per entrare in doccia, e mentre l’acqua tiepida iniziava a colpirla, lavando via segni meno visibili della serata e la stanchezza, altre reminiscenze della sera prima le fecero spuntare un leggero ghigno sulle labbra.
Sapeva di essersi vendicata nel modo migliore per quel morso: le sembrava di stringere ancora tra le mani i capelli biondi del suo compagno, riuscendo a strappargli dei lamenti così sensuali da non capire se provava dolore o piacere.
Si lavò velocemente e, coprendosi con un asciugamano, ripercorse il corridoio fino alla camera da letto dove il suo compagno ancora riposava.
Lo osservò per qualche momento mentre si rivestiva - e copriva il segno sul suo collo con un foulard - e per l'ennesima volta da quando l'aveva conosciuto pensò che le apparenze con lui potevano davvero ingannare.
Sembrava un angelo dai lunghi capelli biondi e la pelle liscia. Faceva di tutto per mostrare a tutti quella sua facciata, ma lei lo conosceva più a fondo di chiunque altro.
Non era un angelo, né lo sarebbe mai stato, perché dietro quell'aspetto si celava il diavolo. Certo, non il vero diavolo - erano esorcisti e non scherzavano su quelle cose -, ma era un modo come un altro - forse solo un po' colorito - per dire che Angel, il nuovo Paladin, non era poi così perfetto.
Mise a tacere la voglia di sbuffare e di tirargli ancora i capelli - aveva appurato che quella non era una parrucca, e se lo era sembrava ben incollata - e, finendo di sistemarsi gli stivali, prese le chiavi per poter tornare all'Accademia.
Solo sull'uscio si permise di lanciare un'ultima occhiata al compagno.
Dormiva ancora ignaro di tutto, con i capelli abbandonati disordinatamente sul cuscino e sul letto. Se fosse stato sveglio, sicuramente avrebbe cercato di bloccarla e l’avrebbe stressata con qualche stupido commentino – Angelera bravo soprattutto in quello: riusciva a prenderla per sfinimento.
Si fece quasi più attenta nella sua osservazione e non riuscì a trattenersi dal sorridere quando i suoi occhi notarono alcuni graffi sulla schiena dell’uomo - sì, si era vendicata a sufficienza per quel morso sul suo collo.
Il suo sorriso però si spense quasi subito e fece un altro passo verso l'uscita. Non sapeva se quello che era successo poteva essere classificato come errore o un piacevole incontro occasionale ma... non cambiava niente tra di loro.
Uno strano peso le mozzò il fiato, ed un viso familiare le riaffiorò in mente: il volto della persona più importante della sua vita.
" Non sarai mai come lui...", mormorò mordendosi le labbra, abbandonando poi la casa che rimase immersa nel silenzio.
Solo quando la porta si chiuse alle spalle di Shura, Angelaprì gli occhi e, scostandosi i capelli dal viso, si concesse un sorriso triste e quasi malinconico.
" Un giorno.", rispose piano al suo solitario appartamento, come se il ricordo di Shura potesse sentire quella sua promessa. " Un giorno lo sarò."




   
 
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