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Autore: Martaemedea    21/11/2011    9 recensioni
Chissà se Bulma e Vegeta si sono mai sposati? E se fosse davvero accaduto, come sarebbe potuto andare il loro matrimonio? Ho cercato di immaginarlo ed ecco qua. Un bacio da Rynoa :)
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Un po' tutti, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                                        The Wedding Day

 

 

Il Saiyan continuava ad osservare l’odioso manichino posto di fronte a lui.

“Che situazione assurda” pensava imbronciato, seduto sulla sedia al centro della stanza.

Si era chiuso lì dentro e non intendeva uscire, né indossare l’insulso vestito di fronte a lui. Più lo guardava, più gli veniva il voltastomaco.

“Ma come diavolo mi sono lasciato convincere?” continuava a rimuginare, cercando di prendere tempo. Non mancava molto ormai: gli invitati iniziavano a riempire la chiesa, si poteva udire indistintamente un vociare affannato appena fuori dalla porta. Era un incubo.

Incrociò le braccia al petto e ringhiò rabbioso al suono dei pugni che battevano la porta chiusa a chiave.

<< Vegeta >> la voce di Goku chiamava insistente, incoraggiata da quella di Chichi.

<< Insomma! Vuoi deciderti a sfondare questa porta? Non dovrebbe essere così difficile per te! E poi se non lo fai tu lo faccio io! >> disse Chichi a bassa voce, cercando di convincere il marito.

<< Ma Chichi, la cosa sarà già difficile di per sé per Vegeta, figuriamoci se mi metto a sfondare porte e lo costringo a forza a infilarsi lo smoking. Quando vorrà lui… >>

<< Non c’è tempo! >> tuonò la moglie, agitando le mani e facendo ricadere qua e là petali di fiori dal mazzo che teneva. << Bulma starà già arrivando, persino Trunks e Bra sono fuori che aspettano. Lo sposo deve arrivare prima della sposa, lo sanno tutti! >>.

Goku alzò gli occhi al cielo, provando ancora a bussare, questa volta più timidamente.

<< Vegeta >> chiamò gentile << Ti stiamo aspettando tutti qui fuori, perché non provi a mettere lo smoking? Sono sicuro che ti starà benissimo! >> disse, mentre Chichi al suo fianco gli schiacciava l’occhiolino.

Una voce funerea interruppe quel labile entusiasmo, riportandoli alla realtà del momento.

<< Kakaroth, lasciami in pace se non vuoi che sfondi te, la chiesa e tutti gli invitati. >>

Goku e Chichi trasalirono: quella risposta li aveva convinti ad allontanarsi.

<< Bene, allora ripasserò più tardi… >>

Vegeta si alzò, avvicinandosi al vestito. Osservò quel ridicolo fiore sbucare dalla tasca dello smoking, e quell’infimo particolare gli riportò alla mente i primi momenti passati con la terrestre che lo aveva convinto a quella pazzia.

<< Sono un guerriero, non un fiore! >> le aveva urlato dalla stanza da bagno della Capsule Corporation il giorno in cui tornò sulla terra, dopo la sconfitta di Freezer.

Quella Bulma

Lo aveva stregato, irretito, avvinghiato alle sue braccia e amorevoli cure, fino a farlo ammansire, a renderlo un po’ più terrestre. A poco a poco, si era abituato a quella vita, a quel calore familiare che non aveva mai realmente conosciuto, da abbandonare il desiderio violento della guerra, il ricordo spietato di tutte le morti che aveva provocato con le sue stesse mani, sostituendo a questi l’innocenza dello sguardo di un bambino, il suo, e l’istinto di protezione verso quella piccola bisbetica principessina, tanto simile a sua madre e tanto orgogliosa come lui. Era qualcosa che ormai aveva accettato, così come lei, Bulma, aveva accettato i suoi difetti, fin dall’istante in cui lo aveva accolto in casa sua. D’altronde, l’orgoglio del principe non era scomparso, non si era cancellato, era rimasto, trasformato dall’amore per la sua famiglia: aveva riposto in un angolo profondissimo del suo animo i suoi ricordi più oscuri, i suoi istinti primitivi, in ragione dell’affetto.

Ancora risuonavano nella sua mente le parole che lo avevano convinto a quella pazzia.

<< Vegeta? >>

<< Mmm? >>

<< So che tu sei il Principe dei Saiyan e che non ti abbasseresti mai a simili richieste, per cui ho deciso di farti io la proposta >>

<< Proposta? >>

<< Vuoi sposarmi? >>

Divenne rosso a quel pensiero, così come aveva fatto a quella richiesta. Non rispose, ma quella donna aveva una specie di sesto senso con lui: riusciva a capirlo meglio di chiunque altro.

Ricordava ancora come esultò il minuto dopo, trotterellando in ogni stanza della casa, per informare tutti, persino i vicini, della novità. Anche la signora Brief, si andò a congratulare con lui, esclamando: << Era ora! >> e lo abbracciò per la prima volta, cogliendolo di sorpresa. Vegeta non poteva credere che quell’oca sarebbe diventata sua suocera.

Bussarono ancora alla porta. “Di nuovo quel babbeo” pensò. “Se non apro, mi darà il tormento insieme a quella gallina di sua moglie”. Aprì seccato, scoprendo con sorpresa che non si trattava di Goku, ma del figlio Trunks. Era in smoking nero, con un fiore bianco all’occhiello: un bellissimo ragazzo, perfetto come suo testimone.

<< Papà, sei ancora così? >> Bra apparse dietro il fratello, con il suo solito sguardo accigliato e le braccia sui fianchi. Aveva un vestito rosso lunghissimo e i capelli azzurri tirati all’insù: stupenda, come la madre.

<< Muoviti devi prepararti! >> prese il padre per un braccio e lo trascinò dentro.

<< Bra! Avevi promesso che saresti rimasta in sala con Pan e gli altri! >> la riprese il fratello.

<< Papà ha bisogno di essere incoraggiato anche da me >> rispose severa la ragazza << Vero, papino? >> disse, rivolgendosi languida al padre.

Vegeta mollò la presa.

<< Non metterò mai quel ridicolo vestito >>

<< Non è poi tanto diverso dal mio, papà >> fece Trunks.

<< C’è un fiore dentro quella tasca >> rispose Vegeta, secco.

<< Oh basta! Non fare il bambino! Metti quello smoking e vai in sala, ti stanno aspettando tutti! >> lo rimproverò Bra, fulminandolo con lo sguardo. Come poteva dire di no a quello sguardo deciso e a quel tono fermo? Era troppo simile a lui per non notarlo.

Vegeta sbuffò, chiudendosi in camerino.

<< Passatemi quel ridicolo… smoking >> fece il principe, sporgendo la mano dalla tendina.

I fratelli sorrisero soddisfatti, accontentandolo.

Si preparò con cura, indossando i pantaloni neri e la camicia candidamente bianca, profumata, sistemando il colletto. Allacciò le scarpe nero lucide e uscì fuori, affrontando gli sguardi dei figli.

<< Oh! >> esclamò Bra << Stai benissimo papà! >>.

Trunks si avvicinò, aiutandolo a mettere la giacca.

<< Sei un figurino >> commentò.

<< Poco sarcasmo >> ringhiò il padre, abbottonando la giacca nera.

<< No, guardati >> disse, rivolgendogli lo specchio.

Era davvero lui? Stava davvero per farlo? Ormai non c’era scampo: ma doveva ammettere che quello smoking non era affatto male.

Uscì fuori accompagnato dai figli, dove lo attendevano tutti i guerrieri pronti a congratularsi o, all’occorrenza, ad approfittarsi della situazione per schernirlo.

<< Ehi Vegeta, stai proprio bene! >> urlò Crilin.

<< Uno sposo perfetto >> rincarò il Genio.

<< Proprio carino! >> aveva esclamato la madre di Bulma.

<< Sembra un pinguino >> commentò a bassa voce Jirobai, beccandosi una legnata da Balzar.

Vegeta, paonazzo, fu condotto verso l’altare, contornato di fiori d’arancio. Vi salì, cercando di dimenticare gli sguardi, i commenti e le risatine dei presenti. Rimase in piedi immobile, accanto al figlio e al rivale in basso, che Bulma aveva invitato a fare da secondo testimone, nonostante le lamentele del Principe. Dal lato della sposa, la figlia e Chichi attendevano il suo arrivo.

Finalmente, l’organo prese a suonare la marcia. Il Saiyan avvertì il suo cuore battere all’impazzata, mentre scorgeva dall’entrata, la sua donna.

Bella, bellissima: pura dentro il suo abito bianco, semplice, senza spalline, con una corona di fiori contornarle i capelli azzurri, sciolti e ondulati. Lei lasciandosi sfuggire un sorriso, abbassò lo sguardo nascondendo le lacrime di gioia, stringendosi al braccio del padre. Vegeta era estasiato da quella figura: era disposto ad affrontare tutta quella messinscena per lei, quel rituale tutto terrestre che non gli apparteneva, pur di accontentarla.

Bulma arrivò alla fine della navata, lasciandosi abbassare il vero trasparente sul volto dal padre, ormai anziano. Dietro di lei, la piccola Pan la seguiva trotterellando, portando gli anelli degli sposi.

Il prete prese a recitare la predica, mentre Vegeta prendeva Bulma per mano: i suoi gesti erano impacciati e insicuri, ma la sua decisione era ferma.

<< Sì, lo voglio >> rispose alla consueta domanda del celebrante, guardando lei, fissando i suoi occhi scuri su quelli di Bulma, talmente chiari da poterli scorgere dietro la trasparenza del velo.

<< Sì, lo voglio >> disse a sua volta la donna, con la voce rotta dal pianto. Finalmente, il momento tanto aspettato era arrivato.

La piccola Pan, al cenno del sacerdote, giunse volando verso gli sposi, provocando i rimproveri dei genitori e le risate dei presenti e del nonno.

I due si scambiarono gli anelli. Tutti i presenti fremevano all’arrivo del momento tanto atteso: il bacio. Poter vedere il Principe in certi atteggiamenti, non era cose di tutti i giorni: la frequenza dei suoi gesti di affetto era pari a quella della vista di una stella cometa.

<< Può baciare la sposa >> disse il pastore.

Vegeta guardò prima i presenti, fulminandoli col suo sguardo minaccioso e tetro, esitando per un breve istante.

<< Forza Vegeta >>

<< Avanti papà >>

Lo incoraggiarono il figlio e il Saiyan dietro di lui.

“Oh maledizione!”.

Vegeta alzò il velo alla sua sposa, e la baciò senza pensare.

Un applauso si levò alto all’improvviso, seguito quasi da un ola di accompagnamento. Quale esitazione, quale attesa: ma ne era valsa la pena. E lo stesso Vegeta, poteva dirsi soddisfatto di quella giornata. Il giorno del matrimonio.

 

The End.

 

 

 

 

In attesa del decimo capitolo della mia fic “L’inizio”, che ne dite di questo piccolo racconto sul giorno del matrimonio di Vegeta e Bulma? Fatemi sapere! Bacioni, Rynoa. J

   
 
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