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Autore: kia84    22/11/2011    2 recensioni
Ero sola e stavo tremando, le mie paure alle spalle che cercavano di raggiungermi silenziosamente per prendermi alla sprovvista. Non volevo che mi prendessero. Dovevo andarmene da li in fretta ma non sapevo da che parte rifugiarmi, tutto intono a me era bianco tranne quel tronco vecchio e ruvido che stavo toccando con mano. Quel tronco era reale, ma le mie paure lo erano? Quel posto era reale? Io lo ero?
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era lui
Feci un altro passo, calpestando le foglie secche che il gelido inverno aveva spogliato dagli alberi, e rimasi in allerta. Una folata di vento mi scompigliò i capelli dietro alla spalla procurandomi dei brividi alla base del collo. Stavo congelando. Appoggiai una mano sul tronco mentre osservavo una nuvoletta bianca uscire dalle mie labbra con un sospiro. Il tempo non era decisamente dei migliori e la nebbia intorno a me rendeva il paesaggio molto inquietante, praticamente da film horror. Cosa ci facevo in mezzo al nulla? Sentivo soltanto il martellio incessante del mio cuore, poi più nulla. Ero sola e stavo tremando, le mie paure alle spalle che cercavano di raggiungermi silenziosamente per prendermi alla sprovvista. Non volevo che mi prendessero. Dovevo andarmene da li in fretta ma non sapevo da che parte rifugiarmi, tutto intono a me era bianco tranne quel tronco vecchio e ruvido che stavo toccando con mano. Quel tronco era reale, ma le mie paure lo erano? Quel posto era reale? Io lo ero? Un leggero rumore di foglie calpestate mi fece alzare la testa di scatto, non ero più sola. Cercai di scrutare oltre quel banco di nebbia ma era tutto futile, non vedevo a un palmo dal naso. Seguii l'istinto, che più volte mi aveva portato soltanto guai, e feci un passo avanti sbucando oltre il tronco senza mai lasciarlo con la mano come se fosse stato la mia unica salvezza se mi fossi trovata nei casini. Strinsi gli occhi cercando di concentrarmi sull'ombra di una sagoma che via via si stava facendo più nitida. La sagoma era rannicchiata per terra su se stessa, sembrava stesse tremando per lo stesso freddo che mi gelava le ossa, si alzò in piedi sbandando per riuscire a restare in equilibrio sui suoi piedi e rimase per alcuni secondi immobile dandomi la schiena. Capii all'istante che stavo osservando un ragazzo completamente nudo e feci un sospiro di sorpresa portandomi una mano alle labbra nella speranza di non interrompere quella sorta di magia che si era venuta a creare da quando avevo posato gli occhi su di lui. La nebbia era ancora fitta e, nonostante fosse a pochi passi da me, non riuscivo ancora a scorgere i suoi lineamenti quando si girò dalla mia parte. Sembrava annusasse l'aria in cerca di qualcosa, forse in cerca del mio odore. In cerca di me, questo pensiero fece aumentare i miei brividi che non erano più causati dal freddo. Poi incrociò il mio sguardo e tutto cambiò all'improvviso. Era lui quello che stavo cercando, tutto dentro di me lo stava gridando a gran voce. Non ero più sola, non sentivo più freddo. Vedevo soltanto i suoi occhi scrutarmi l'anima, leggermi come un libro aperto, percepivo la stessa consapevolezza attraversargli lo sguardo. Ero io, lui lo sapeva. Ci eravamo trovati nella nebbia e nella nebbia sfumammo all'ululato di un lupo che squarciò la magia. I suoi occhi si restrinsero diventando aggressivi e si avvicinò pericolosamente a me in un lampo per poi svanire com'era venuto. Non avevo avuto paura dell'aggressione ma del suo abbandono, del vuoto che aveva appena scavato dentro di me la sua assenza. Una lacrima rigò il mio viso, tornato immediatamente freddo, e si congelò morendo da sola. Un secondo ululato mi strappò ai miei pensieri portandosi dietro la nebbia e tutte le miei speranze. L'ululato si trasformò nel suono di una sveglia che mi fece aprire gli occhi di scatto. Era stato solo un sogno, non era stata la realtà eppure quelle sensazioni erano ancora li, vive più che mai. Mi portai una mano sulla guancia e asciugai quella lacrima solitaria che aveva segnato la fine della magia. Perchè sentivo la mancanza di una persona che nemmeno conoscevo? Mi tirai su controvoglia e seguii la solita routine giornaliera con gesti meccanici mentre la mia testa era altrove a fantasticare su di lui. Chissà com'erano i suoi lineamenti, chissà che suono aveva la sua voce, chissà qual'era il suo nome...tutte domande che non avrebbero mai avuto una risposta. Decisi di fare un pò di jogging per scaricare la frustrazione e mi portai dietro Shiver, un Levriero di sei anni che mi aveva lasciato a casa il mio ex come dono della separazione. Almeno il cane era decisamente più fedele di quel bastardo del padrone. Mi lasciai alle spalle il parco e arrivai all'inizio del bosco quasi senza nemmeno rendermene conto. Non mi ero mai spinta fin li e un pò mi intimoriva fare quel passo addentrandomi in un altro mondo mai esplorato ma seguii alla cieca la curiosità di Shiver e la mia e oltrepassai quell'invisibile barriera che mi separava dalla meta. Dopo nemmeno cinque minuti, un ululato squarciò il silenzio e Shiver iniziò a diventare irrequieto strattonando a forza il guinzaglio che avevo tra le mani. Cercai di richiamarlo per calmarlo ma fu tutto inutile, il guinzaglio mi scivolò dalle mani e Shiver corse tra gli alberi come un folle e a me non restò altro che seguirlo a perdifiato gridando il suo nome. Quando si perse tra i fitti cespugli, accelerai il passo per poi fermarmi di scatto alla vista del cane che annusava tutto contento la mano di un estraneo e sbatteva la coda a destra e a sinistra come non gli avevo mai visto fare prima. Cercai di riprendere fiato per formulare una qualsiasi scusa per l'eccessiva esuberanza di Shiver quando i miei occhi incrociarono quelli dello sconosciuto e tutto si fermò all'istante. L'avevo riconosciuto, era lui. E lui aveva riconosciuto me proprio come nel sogno, soltanto che questa era la realtà e Shiver me lo confermò leccandomi la mano per poi tornare dallo sconosciuto scondinzolando come un folle eccitato. Feci un passo avanti, ancora senza trovare la parola, finchè lui non fece un sorriso sghembo che nascondeva un segreto, una consapevolezza, e che mi fece battere più forte il cuore. C'era qualcosa di sinistro in quel sorriso ma io sapevo che non mi avrebbe fatto del male, non avevo paura. Ci eravamo trovati entrambi e quello era soltanto l'inizio di un lungo viaggio verso l'ignoto, insieme. Presto sarei diventata come lui, completa con me stessa. Completa con lui.
"Finalmente sei arrivata, hai seguito la mia voce. Ti aspettavo." mormorò lui rialzandosi per porgermi la mano con naturalezza.
Non gli risposi che continuavo a inseguirlo da tempo ascoltando il suono del lupo che mi indicava la strada, lui lo sapeva già. C'eravamo rincorsi a vicenda finendo li, l'una di fronte all'altro, a raccontarci le nostre storie con un solo sguardo. Adesso non ero più sola. Strinsi la mia mano nella sua, ricambiando il suo sorriso sicuro, e lo seguii nel bosco con Shiver che trottorellava felice al mio fianco. Avevo trovato la mia realtà.


ciao a tutti, questo è un piccolo esperimento che mi è venuto in mente in un momento di tristezza (giusto perchè sono molto sadica e ho ancora tante storie da finire di scrivere) e non sono sicura se farlo finire così oppure farlo diventare una sorta di introduzione a un'altra one shot...mumble mumble, consigli??
spero vi piaccia e mi scuso in anticipo se trovate degli errori. vi prego commentate.
un bacio
kia
   
 
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