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Autore: Miss Kon    22/11/2011    1 recensioni
Quel giorno pioveva, ma poco cambiava perché non erano certo due gocce d'acqua fredda che potevano cambiare quel loro meccanico muoversi secondo schemi. Bastava quello che succedeva la notte a sconvolgere la loro quiete, non servivano aggiunte.
Così Karin si chiudeva la porta alle spalle, senza rimorsi e senza domande di alcun genere. La testa le doleva sempre troppo per farne.

Un'altra KarinxSuigetsu. Perchè come coppia li amo alla follia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Karin/Suigetsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Non chiedetemi come è nato tutto ciò. È nato e mi piace da morire il risultato, forse sarò l’unica ad apprezzarlo ma non importa! ♥
Le tre righe finali sono parte della canzone “Where is my mind” dei Placebo.
Detto ciò vi lascio alla lettura, spero che non vi faccia eccessivamente schifo.






Where are ours minds?


C'erano quegli occhiali con la montatura rossa, sempre appoggiati sopra quel piccolo e vecchio comodino.
Where is my mind?
c'erano sempre quei vestiti messi lì senza particolare ordine, a tratti pure gettati malamente e di fretta.
Where is your mind?
C'erano sempre quei sospiri e quei gemiti sommessi e sussurrati nel buio della camera.
Where are ours minds?
C'era sempre quel sapore in bocca, un po' dolce e un po' amaro.
"Suigetsu?"
E quella voce sempre un po' assonnata, sempre un po' infastidita.
"Unh?"
E anche quel mugugno assonnato e stanco, non mancava mai.
"Passami gli occhiali, è tardi"
Quella battuta, in tre anni, non era mai cambiata. Come non erano cambiate le loro giornate passate a litigare ed a evitarsi.
Come non erano cambiate quelle movenze sempre identiche tutte le mattine.
Sembrava il copione stantio di un vecchio film, oltretutto girato molto male.
Ogni giorno la stessa scena, ogni giorno le stesse battute ma loro sembravano non stancarsi.
E così come da programma tutto si ripeteva: Suigetsu allungava sempre il braccio verso quel vecchio, unico e piccolo, comodino a recuperare gli occhiali che la rossa gli chiedeva ed ogni volta mugugnava un "racchia" a bassa voce che Karin fingeva di non sentire, troppo impegnata a cercare il proprio reggiseno tra il cumolo di vestiti.
Poi la ragazza, vestita, si alzava, apriva la porta e guardava per un attimo prima la finestra immensa che costeggiava il letto, poi il letto stesso.
Neppure una parola.
Forse quel copione lo recitavano così bene perché era di poche, facili, battute.
Quel giorno pioveva, ma poco cambiava perché non erano certo due gocce d'acqua fredda che potevano cambiare quel loro meccanico muoversi secondo schemi. Bastava quello che succedeva la notte a sconvolgere la loro quiete, non servivano aggiunte.
Così Karin si chiudeva la porta alle spalle, senza rimorsi e senza domande di alcun genere. La testa le doleva sempre troppo per farne.
"A sta sera"
Quella frase stonava con la quiete di quel mattino.
Strideva come un coltello sul vetro e Suigetsu aveva preso l'abitudine, da qualche tempo, di proferirla nel preciso istante in cui la rossa chiudeva la porta, facendo scattare la serratura.
Forse la diceva apposta in quel preciso momento, sicuro che il suono metallico coprisse la sua voce o forse perché voleva avere un alibi, per sé stesso e la ragazza, che li scagionasse dalla colpa di non rispettare il copione: “Io non l'ho detto, lei non l'ha sentito in fondo”
"Sì"
Era solo un sussurro, era di troppo.
In quella mattina, quell'unico monosillabo appena bisbigliato da Karin aveva fatto seguire allo stridere del coltello sul vetro il suono di una superficie che si incrinava bruscamente e violentemente.
Qualcuno non aveva rispettato il copione. Tutti e due a dire il vero.
Erano poche parole, ma fin troppe rispetto al testo originale.
Fuori pioveva, ma non importava. Perché loro due erano come sempre distanti e non solo la lunghezza del corridoio.
Eppure c'era, quella mattina, un sorriso divertito e una testa meno dolente del solito.
Il copione era un po' cambiato.
La distanza un po' accorciata.
E forse un po' delle loro menti erano tornate.
Try this trick and spin it, yeah
your head will collapse, if there's nothing in it and you'll ask yourself
Where is my mind?

  
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