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Autore: Aly Black    22/11/2011    7 recensioni
Allora, prima "storia", tratta di un ricordo di Sirius durante la sua infanzia. Per chiunque legga, siata clementi con le critiche. Ringrazio la mia beta. Buona lettura! =)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Orion Black, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ringrazio Crazy_k per avermi messo la pulce nell'orecchio per scrivere e di essere stata la mia Beta nonostante i suoi impegni ed EmilyBlack28 per essere una fan dei fratelli Black come me...Questa "storia" è dedicata a voi..:)
 

Un dolce ricordo al profumo di cioccolata
 

Sirius aveva sempre odiato le idee della famiglia Black riguardanti il sangue; non gli importava se un mago era purosangue, mezzosangue o nato babbano.

Era sempre andato contro le regole.
Odiava la casa dov’era nato, non era un posto dove crescere. L’ambiente era sempre molto scuro, i quadri dei Black passati non rivolgevano mai un sorriso a chi ci passava innanzi, le teste degli elfi impagliate facevano sfoggio della loro bruttezza, eppure, quella casa portava alla luce, oltre agli incessanti rimproveri e castighi, dolci ricordi; ricordi di quando era bambino, quei rari momenti in cui i suoi genitori non erano solo nobili purosangue, ma una mamma e un papà.
 
Uno di questi ricordi ora bussava alla porta della mente di Sirius. Si era ritrovato seduto dietro la scrivania dello studio di suo padre, al numero dodici di Grimmuld Place. Non sapeva neppure lui perché fosse entrato in quella stanza che, di solito, non considerava. Forse, per ricordarsi il genitore che era solito trascorrere molto del suo tempo seduto su quella poltrona, tra quelle quattro mura.
Sistemandosi più comodo, affondando nell’imbottitura morbida dello schienale, l’uomo lasciò che la sua memoria lo investisse in pieno...
 
Aveva circa cinque anni e, complice il freddo, era costretto a letto a causa di una forte febbre. Avrebbe dovuto saltare uno di quei noiosi ricevimenti che si organizzavano spesso fra purosangue, dove i grandi ballavano e parlavano fra loro mentre i bambini si annoiavano. Poco male, nessuna grave perdita, pensava Sirius. La volta precedente era rimasto quasi un’ora seduto su quel maledetto divano a casa di suo zio Cignus, una noia pazzesca se non ci fosse stata la sua adorata cugina, Andromeda.
Normalmente, quando o lui, così come suo fratello, si ammalava, restava a casa con Kreacher, l’elfo domestico. Quella volta, invece, a Kreacher era staro ordinato di seguire la padrona Walburga e il padroncino Regulus alla festa mentre Orion sarebbe rimasto accanto a suo figlio. Una cosa insolita.
 
Fuori nevicava e spifferi d’aria gelida filtravano attraverso le fessure delle finestre.
Sirius se ne stava rannicchiato sotto la spessa coperta di lana ma tremava ugualmente, sia per il freddo, sia per la febbre. Poco prima di scoppiare a piangere, non sapeva nemmeno lui il perché, un lieve bussare alla porta interruppe il silenzio della stanza. Quando l’uscio si aprì, il piccolo vide, niente meno che, suo padre, intento a reggere un vassoio in argento con sopra due grosse tazze e, dal profumino che quelle emanavano, dovevano proprio esser ricolme di cioccolata calda. Orion Black era conosciuto e stimato dagli altri purosangue. Aveva fama d’un uomo che non sprecava parole inutili, parlava poco e quando lo faceva in genere era per esprimere un’importante opinione. Era un uomo saggio, un gran purosangue. Raramente scambiava effusioni con il resto della sua famiglia, anche se, ogni tanto, concedeva un gesto d’affetto ai suoi figli o una breve conversazione.
 
Orion Black si avvicinò al bambino e, vedendolo sull’orlo delle lacrime, gli concesse una delle sue rare carezze e, cosa ancora più strana, appoggiando il vassoio sul comodino, strinse Sirius a sè, infondendo al piccolo una serenità che poche volte provava accanto ai membri della sua famiglia. Sciolto l’abbraccio si sistemò ai piedi del letto e sorseggiò la calda bevanda insieme al suo primogenito.
Una volta finito, l’uomo restò ancora con Sirius, cercando di giocare insieme, rendendo il bambino felice come non mai! Era infatti raro che il vecchio Black gli concedesse tutte quelle attenzioni.
Sirius, quel pomeriggio, si sentì amato e il freddo che prima gli pungeva la pelle era, tutto a un tratto, sparito.
Quando, infine, giunse l’ora di coricarsi, il bambino non voleva assolutamente che il padre andasse via, lasciandolo di nuovo solo. Era stato bene quel pomeriggio, gli era piaciuto stare col suo papà, così, con un po’ di coraggio, domandò: “Resti a dormire con me, per favore?” i suoi occhi erano tornati lucidi perché immaginava già quale poteva essere la risposta ma Orion, inaspettatamente, gli sorrise e scandì due semplici lettere: "Sì"
Accoccolatosi sotto le coperte, il padre abbraccio il suo tesoro, suo figlio, e per farlo addormentare si mise a cantare sottovoce una dolce ninna nanna, Sirius si addormentò così, sereno, col sorriso sulle labbra fra le braccia del suo papà. E fu così che li trovò Walburga al suo ritorno, ma non ebbe cuore di svegliare suo marito…
 
Un lieve bussare risvegliò Sirius dai suoi pensieri.
Fuori nevicava ed Harry era salito per informarlo che aveva preparato un po’ di cioccolata calda.
Con un sorriso, il giovane Black seguì il suo figlioccio di sotto pesando, tra sé e sé, che dove c’era affetto, una casa, una famiglia, c’era sempre anche odore di cioccolata. 
  
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