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Autore: Beatrix Bonnie    22/11/2011    3 recensioni
-Seguito de La sorella perduta- Dopo aver assistito all'entusiasmante finale della Coppa del Mondo di Quidditch e dopo esser rimasti terrorizzati dalla comparsa del Marchio Nero, Mairead, Edmund e Laughlin torneranno al Trinity per affrontare il loro quarto anno, sperando, questa volta, di uscirne indenni. Ma non potranno certo immaginare che cosa è stato preparato per quell'anno! Tra altezzosi cugini purosangue, gelosie e invidie, misteriosi tornei, scuole di magia lontane e sconvolgenti novità, i tre amici metteranno a dura prova la loro amicizia...
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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CAPITOLO 18

Gelosia e amicizia





La mattina del primo gennaio, sembrava che le cose si muovessero a rallentatore: tutti si erano alzati tardi e, nonostante questo, parevano parecchio assonnati. Edmund, in realtà, era andato a letto piuttosto presto, ma era talmente immusonito che il suo malumore poteva benissimo essere scambiato per sonno.

La notizia più interessante che girava in sala comune dei Raloi, ovviamente, era il fatto che il capitano di Quidditch avesse baciato davanti a tutti la giovane promessa della sua squadra. Era esattamente il tipo di piacevole pettegolezzo che poteva rendere più frizzante quella fredda e nevosa giornata di gennaio. I due interessati, almeno, ebbero il buon gusto di non farsi vedere in sala comune per tutta la mattina.

Edmund, esasperato dalle continue voci che giravano e dai commentini romantici di Peig su quanto fossero carini insieme, prese la pergamena con l'indovinello e si ritirò in biblioteca. Proprio sull'uscio della porta, incontrò Moira, appena uscita dalla sala comune dei Llapac che si trovava nello stesso corridoio della biblioteca. Edmund si sentì in dovere di scusarsi per il suo comportamento della sera precedente, così sorrise in direzione della ragazza e le fece capire che voleva parlarle. Lei si limitò ad un cenno alle sue amiche, che afferrarono al volo di doversela defilare, anche se alcune rivolsero loro dei risolini divertiti.

«Eh, senti, Moira...» cominciò a dire Edmund, sentendosi stupidamente a disagio. «Mi dispiace di essermene andato così, ieri sera. Non è stato per nulla carino».

I capelli di Moira erano tornati crespi e indomabili, così come erano ricomparsi apparecchio e occhiali. Eppure Edmund non riusciva più a vederla solo come la ragazza più bruttina del castello: sapeva che era una persona gentile, di animo aperto e di buon cuore. E forse quello superava anche il fatto che non era particolarmente gradevole di aspetto.

Lei sorrise, gli si avvicinò e gli prese la mano. Stranamente, Edmund non sentì l'impulso di ritrarsi a quel contatto, né si sentì arrossire per l'imbarazzo. Era una cosa normale, da amici.

«Stai tranquillo, Edmund. Ho capito» gli rivelò Moira, anche se il ragazzo non aveva ben afferrato che cosa lei avesse capito. O che cosa ci fosse da capire, in generale.

Però Moira era stata gentile con lui. Doveva dirglielo. «Sei davvero una bella persona, Moira» mormorò, con un sorriso sincero. «Sono contento di potermi dire tuo amico».

Moira arrossì leggermente per il commento, ma poi ricambiò il sorriso. «Grazie, Edmund. Anche io sono contenta di essere tua amica» gli rispose.

E poi Edmund fece una cosa piuttosto stupida, che non gli sarebbe mai saltata in mente. Abbracciò Moira.

Lei rimase rigida per i primi secondi, imbarazzata e colta di sorpresa, ma poi ricambiò la stretta.

Quando si sciolsero dall'abbraccio, erano entrambi un po' impacciati, ma felici di aver trovato un nuovo amico su cui poter contare.


Laughlin scoprì che Edmund era in biblioteca, tanto per cambiare. Da quando era sparito, la sera prima al ballo, non l'aveva più visto. Non era difficile intuire il motivo per cui aveva lasciato la festa in fretta e furia, anche se Laughlin era certo che non lo avrebbe mai ammesso. In effetti, si comportava come se nulla fosse successo: era concentrato sulla soluzione del sonetto e quasi non si accorse che l'amico si era seduto di fronte a lui.

«Ehilà! Buon anno!» esclamò Laughlin, sventolandogli le mani davanti al naso.

«Ohi» borbottò in risposta Edmund, passandosi una mano sulla faccia.

«Qualche problema?» buttò lì Laughlin, nella speranza di farlo sfogare un po'.

Edmund mugugnò ma non rispose. Si limitò a fare un cenno con la testa verso il foglio di pergamena dove era scritta la poesia. Laughlin sbirciò le prime righe, ma era ovvio che la sua domanda non era riferita all'indovinello per il Torneo. Che razza di zuccone!

Non migliorò la situazione l'arrivo di Mairead e Faonteroy: lui, come al solito, aveva la faccia di uno che si è fatto trascinare controvoglia, mentre lei aveva un sorriso beato sul volto. Si sedettero entrambi allo stesso tavolo di Laughlin e Edmund, ma nessuno dei due sembrava molto intenzionato a studiare.

«Così tu e Mr Quidditch, adesso, siete una coppia?» indagò Edmund, con un tono sarcastico che non era da lui.

Per fortuna Mairead non se ne accorse. Arrossì leggermente, ma sorrise. «Be', tecnicamente sì. Non è meraviglioso?»

«Meraviglioso» confermò Edmund, inclinando indietro la sedia e piazzando i piedi sul tavolo, con le braccia incrociate sotto la testa, in una posa da vero machio. Aveva l'aria maliziosa e menefreghista.

Mairead, Laughlin e Faonteroy gli lanciarono un'occhiata sbalordita. Quel comportamento era così poco da... Edmund!

«Che stai facendo?» gli chiese Mairead, scandendo bene le parole per assicurarsi che Edmund capisse quello che stava dicendo.

Il ragazzo si strinse nelle spalle. «Sono il Campione del Trinity, posso fare quello che voglio» rispose, come sfidandola a dire il contrario.

Mairead scosse la testa, scioccata. «Dovresti essere felice per me, invece di fare il geloso perché io ho il ragazzo e tu no!» sbottò furibonda.

Edmund le rivolse un sorriso fastidiosamente beffardo. «Grazie, ma non sono interessato ad avere il ragazzo» replicò, facendo brillare gli occhi per la sua risposta sagace.

Mairead si alzò di scatto dalla sedia. «Sei un completo idiota!» lo insultò.

Edmund la ignorò, stringendosi nelle spalle. Ormai, dargli dell'idiota era diventato un piacevole passatempo per Mairead. Non che lui si offendesse più di tanto, dopo l'ennesima volta.

«Faonteroy, andiamo!» ordinò la ragazza, facendo un cenno al cugino.

«Ma ci siamo appena seduti» protestò debolmente quello, ben sapendo che comunque si sarebbe lasciato trascinare dalla cugina anche controvoglia.

Solo quando i due ragazzi si furono allontanati, Laughlin riservò un'occhiata di rimprovero a Edmund.

«Che c'è?» chiese quello, come se il suo comportamento fosse il più naturale del mondo.

«Burke, leva immediatamente i piedi dal tavolo!» ordinò scandalizzata la professoressa O'Connel che stava girovagando per gli scaffali della biblioteca alla ricerca di un libro sugli Incantesimi di Appello e Esilio da consigliare a Henry Alabacor, l'unico a non essere ancora riuscito a padroneggiarli.

«Mi scusi, professoressa!» esclamò Edmund, quasi cadendo a terra per la fretta di eseguire l'ordine.

Laughlin represse una risatina. «Quando passa la O'Connel, la gente fugge da lei come se avesse le ali ai piedi!» sussurrò divertito, osservando come gli studenti si prendessero la briga di assumere comportamenti rispettosi solo in presenza dell'insegnante di Incantesimi.

Improvvisamente Edmund si illuminò. «Che cosa hai detto?» chiese a Laughlin, con gli occhi sgranati per l'eccitazione.

«Io?»

«Sì, sulla O'Connel!»

Laughlin lo guardò perplesso. «Che la gente fugge da lei come se avesse le ali ai piedi?» ripeté con aria confusa. Non capiva davvero cosa ci fosse di emozionante in quella frase.

«Le ali ai piedi...» sussurrò Edmund, colto dall'estasi, manco avesse visto una schiera di cori angelici. In realtà, gli era solo venuta un'idea.

«Laughlin, ti amo!» esclamò di getto, afferrando il volto dell'amico tra le mani e schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia.

Laughlin si impietrì, gli occhi sgranati per la sorpresa. «Bleah!» sbottò, asciugandosi la guancia con il dorso della mano. «Ed, com'era quella storia del ragazzo?»

Ma non ottenne alcuna risposta, perché Edmund se l'era già defilata.


Con il passare dei giorni, Mairead si era ormai rassegnata al fatto che sarebbe stata oggetto di pettegolezzo almeno per un po'. Trovava particolarmente odiosa non la cosa in sé, quanto più l'impressione che Leonard ne godesse. Certo, lui era carino e quando la baciava Mairead sentiva lo stomaco attorcigliarsi e il cuore battere forte nel petto, ma non sopportava le pubbliche manifestazioni d'affetto che la facevano sempre restare al centro dell'attenzione. La ragazza era stata costretta a mettere il veto ai baci in pubblico, soprattutto nella sala comune dei Raloi. Non riusciva a reggere il fatto che la gente la squadrasse da mattina a sera solo perché stava con il ragazzo più carino della scuola.

C'era poi un altro problema: Edmund aveva praticamente smesso di parlarle dall'inizio di gennaio. Mairead ogni tanto si sedeva con i suoi vecchi amici e cercava di fare conversazione ma, se Laughlin non aveva nulla contro di lei, Edmund si era chiuso in un ostinato mutismo che la ragazza non riusciva più a sopportare. E questo andava unito al fatto che, a volte, spariva per delle ore intere e nessuno sapeva dove fosse finito.

Una sera di inizio febbraio, mentre se ne stava accoccolata su una poltrona insieme a Leonard a leggere il Corriere, vide passare Edmund con sotto braccio una scatola di cartone. Le pianse il cuore quando lui le lanciò un'occhiata piena di disprezzo e se la defilò nel dormitorio. Era arrivato il momento di porre rimedio a quella situazione.

Mairead si alzò dalla poltrona e si affrettò a salire le scale a chiocciola sulla destra, che portavano alle stanze maschili. Salì al quarto piano e, ignorando le proteste di Anneus che era appena uscito dalla stanza, vi si fiondò dentro.

Edmund era seduto sull'unico letto a baldacchino che aveva le tende tirate su tre lati. Quando vide entrare la sua amica, non poté trattenere un'espressione sorpresa. «Mairead, che diavolo...?»

«Edmund, dobbiamo parlare» decretò la ragazza, sedendosi sul letto al suo fianco.

«Non ho niente da dirti» replicò Edmund, in tono duro.

Ma questo non fermò la determinazione di Mairead. «Senti, lo so che Leonard non ti va a genio, però credo che sia stupido gettare la nostra amicizia alle ortiche per una cosa del genere» gli disse, guardandolo con intensità.

Edmund deglutì, quando si sentì puntati addosso quegli occhi verdi così profondi.

«Almeno prova ad essere felice per me!» lo supplicò Mairead, afferrandogli la mano.

Nel momento stesso in cui le dita di Mairead sfiorarono le sue, Edmund si sentì bruciare. Perché solo lei gli faceva quell'effetto?

«Ti prego, Ed. Sei importante per me».

Oh, non sapeva nemmeno lontanamente quanto Edmund avrebbe voluto essere importante per lei.

Il ragazzo aveva la gola secca e non riusciva a parlare. Avrebbe voluto dire molte cose, avrebbe voluto rivelare che odiava Connery solo perché otteneva tutte le sue attenzioni, attenzioni che lui avrebbe voluto per sé. Ma non disse nulla. E non riuscì a resistere ancora a lungo allo sguardo intenso di Mairead.

Alla fine, semplicemente, annuì.

«Oh, grazie, Edmund!» scoppiò Mairead, gettandogli le braccia al collo.

Edmund mugugnò per quell'abbraccio inaspettato che gli aveva causato un'accelerazione di battito cardiaco. Ma alla fine ricambiò la stretta, con un unico, singolo singhiozzo.



Povero Eddy!! ç_ç

Ve l'avevo detto che l'avrei maltrattato per bene in questo capitolo... meno male che, almeno, ha trovato una nuova amica in Moria. Certo, bisogna ammettere che lui stesso si è comportato un po' da idiota! QUI, l'immagine dell'apoteosi della sua idiozia, quando cioè mette i piedi sul tavolo della biblioteca.

Quanto a Mairead, non è molto sveglia: è convinta che Edmund sia arrabbiato con lei perché non gli piace Connery, ma non capisce che a lui non piace Connery perché sta con lei! (che bel pensiero contorto!).

Laughlin, invece...be', lui è sempre lui! Il mio preferito, in tutte queste questioni di cuore, perché non si fa prendere da mille preoccupazioni. Insomma, è sciallo, come direbbe mia sorella! XD

Prossima settimana: seconda prova! Che cosa avrà intuito Edmund? ^^

A presto,

Beatrix B.

   
 
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