Balugina silenzioso il crepitare di fiamme che ardono magicamente.
Fredda sera di novembre, tra queste vecchie e sgangherate mura.
La luna è lontana, eppure siamo qui, senza un vero perché.
-Una partita a scacchi, Rem?
Una poltrona comoda, un salotto caldo e inospitale, una vecchia scacchiera impolverata e due bicchieri, beccati ma presto svuotati.
***
Non è più camino, e non saprei dire s'è ancora sera.
Mi sono svegliato di soprassalto, la gola arsa.
Su quel letto c'è sempre stato posto per tutti, nelle notti gravide d'insonnia a causa del mio malessere.
Adesso siamo qui, solo in due.
E la tua mano, mossa dal sonno, si è accoccolata pigramente su di me.
Inconsciamente.
Faccio piano, per non svegliarti, sarebbe imbarazzante, e la scosto dal punto incriminato.
Riprendo a dormire, con te affianco.
***
Quella sera, non hai vinto tu,
Sir. Né, tanto meno, lo scacco matto è stato il mio.
Uno Stallo.
Nessuno vince.
Nessuno perde.
Come sempre, fra noi.