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Autore: Il Saggio Trentstiel    22/11/2011    12 recensioni
"L'amicizia dovrebbe essere una preziosa carezza
di cui non puoi fare a meno."

Il condizionale è d'obbligo.
Perché, molto più di frequente, l'amicizia ci lascia contusi in un angolo, a leccarci le ferite, a versare lacrime.
A tentare invano di trovare una soluzione.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"L'amicizia dovrebbe essere una preziosa carezza
di cui non puoi fare a meno.
"
(Sergio Bambaren)



Ehilà! Tutto bene? Che mi racconti?
...
Beh, mi fa piacere!
...
Oh, le solite cose! Università, scout, uscite con amici e ragazza...
...
Sì, non lo sapevi? Beh, è tanto che non ci vediamo, che non ti fai vivo!
...
Certo, lo immagino. Però... Ecco, di questo volevo parlarti.
...
Ti ripeto, lo immagino e lo capisco! Il lavoro, e... Scusa, cos'altro fai oltre al lavoro?
...
Gli amici?
...
So benissimo che non siamo gli unici... Scusa se ti sembro troppo invadente, ma oltre ai tuoi cugini, chi altro frequenti?
...
Oh, ecco. Vuoi che ti dica chiaramente come la penso?
...
Senza rancore? Perché sai, tra amici si deve parlare con sincerità!
...
Bene, allora... Da dove posso cominciare? Da questa estate, durante la quale io e gli altri ti siamo stati più che vicini durante quel periodo triste?
...
No, non voglio altri ringraziamenti, voglio che una volta tanto nella tua vita ti comporti da amico, da persona alla quale importa almeno qualcosa di coloro che lo circondano!
...
Guarda che nessuno mi, anzi, ci ha costretti a consolarti, farti uscire per evitare che tu ti piangessi addosso e via dicendo: lo abbiamo fatto con piacere, da amici!
...
Ancora? Non. Voglio. Altri. Ringraziamenti. 
...
Te l'ho detto, mi piacerebbe che tu evitassi di usarci e poi gettarci via come scarpe vecchie!
...
Oh sì che l'hai fatto! Non sono neanche l'unico a pensarla così!
...
"Si dice il peccato, non il peccatore".
...
No, non sto esagerando! Avanti, dimmi quante volte ti sei fatto sentire, che so, per uscire una sera e andare in pizzeria, o al pub, o che so io di recente?
...
Partite di calcetto? Ma fanculo alle partite di calcetto! Un'ora durante la quale ti sfoghi, stai un po' con gli amici e poi torni a casa tua, pronto per uscire con i tuoi fighissimi cugini!
...
No, non li conosco, ma... Sbaglio affermando che preferisci uscire con gente di trent'anni, con tanto di compagna o addirittura moglie, piuttosto che con chi ti è stato vicino per mesi?
...
Perché? Perché evidentemente noi non siamo alla tua altezza! Certo, cosa potranno mai darti dei ragazzi con cui sei cresciuto, che conosci da almeno sei anni, con cui hai condiviso davvero di tutto?
...
Non mi frega un cazzo se sei cresciuto anche con i tuoi cugini!
...
No, non mi calmo! Sto cercando di farti capire in tutti i modi che sei stato scorretto con noi, un opportunista, un approfittatore, e che nonostante tutto vogliamo che tu torni ad uscire con noi!
...
Oh, certo, durante la settimana lavori: pensa un po', io e gli altri durante la settimana frequentiamo l'università! E cosa mi dici del fine settimana?
...
Non puoi mai, povera stella? Allora come mai trovi sempre il tempo per uscire con i tuoi cari cugini?
...
Certo, adesso lo stronzo sono io!
...
Ti rendi conto di cosa stai dicendo? Ogni tanto ti ascolti quando parli?
...
Vaffanculo, davvero.
...
Sì sì, salutami i tuoi cugini: tanto è da loro che correrai, vero?
 
 
Mi guardo allo specchio.
Sono rosso in volto, ansimo, ho addirittura i capelli scompigliati.
Ne ho dette tante, forse anche troppe, ma sono certo che se avessi avuto lui qui davanti avrei fatto anche di peggio.
...
No, non è vero.
Perché ho paura.
Ho una fottuta paura di perdere quello che, una volta, era un amico.
Di perdere lui, e di perdere gli altri.
Sospiro affranto.
Il cellulare squilla.
Rispondo come un automa.
"Pronto?"
"Ehi bello, ti va di andare in pizzeria stasera?"
"Sì, certo, volentieri. Chi altro verrebbe?"
"Bah, i soliti, lo sai!"
"Tutti?"
Tre secondi di silenzio mi separano dalla risposta.
Tre secondi pregni di significato, pesanti, quasi insopportabili.
"No, non tutti."
Ha capito, ha capito alla perfezione cosa si celava dietro quel mio "Tutti?".
Lo sapevo.
Questo però non rende meno amara la delusione.
"Ci vediamo alle otto al solito posto, comunque..."
"Ok, a dopo."
Riattacco.
So già come sarà la serata.
Allegra, caotica, piena di battute, risate, chiacchiere incontrollate.
So anche esattamente quando l'allegria scemerà per un istante.
Tra una boccata di fumo e l'altra, qualcuno formulerà la fatidica domanda.
"Dov'è lui?"
Stasera sarò io a rispondere.
Stasera risponderò che lui non c'è.
E che non vuole esserci.



"Troppo spesso l'amicizia è un pugno,
dritto nello stomaco.
Purtroppo anche di quel dolore
non si può fare a meno.
"
(Io, l'amico ferito)
   
 
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