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Autore: Little Lilium    22/11/2011    1 recensioni
In un’epoca di miti e di magia il destino di un regno grava sulle spalle di una giovane strega. Il suo nome: Marlin. Spero di avervi incuriosito. Questa non è una semplice fan fiction dove Merlin è rappresentato come una donna, c’è molto di più. Buona lettura. Se vi va, lasciate un commento.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Gaius tirò le briglie del suo destriero, cosicché si fermasse. Finalmente, dopo qualche giorno di cammino, era giunto a Ealdor, un villaggio non molto lontano da Camelot. L’uomo scese dal cavallo e legò le briglie a un albero lì vicino. Fatto questo, si addentrò nel villaggio e non appena fece un altro passo, un uomo, Thor il capo villaggio, gli andò incontro con un sorriso mesto dipinto sul volto. << Gaius! >>, esclamò in tono amichevole.

<< E’ sempre un piacere vederti, Thor >>, ricambiò Gaius, abbracciando l’amico di vecchia data. << Spero che a portarti qui non siano delle notizie spiacevoli >>, si augurò Thor, assumendo un’espressione leggermente seria.

<< No >>, lo tranquillizzò, << ordinaria amministrazione >>, spiegò, << ad ogni modo >>, sviò il discorso, << come va la vita qui? >>.

<< Alzi e bassi >>, sospirò il capo villaggio con rammarico, << il raccolto non sarà abbondante quest’anno e le bocche da sfamare sono in continuo aumento >>.

<< Mi dispiace >>, Gaius chinò il capo, e poi domandò: << che mi dici d Hunith? >>.

Il sorriso torno di nuovo sul volto di Thor. << Ha partorito da un mese e mezzo una bella bambina >>.

Gaius alzò un cipiglio, incuriosito. << Non sapevo che Hunith si fosse sposata >>.

Thor fece un sorriso di circostanza. << Infatti, non lo è >>, confessò, passandosi una mano tra i capelli. << Nessuno sa chi sia il padre >>, premise, accorgendosi dell’espressione stranita di Gaius. << Lei non ha proferito parola >>.

<< Comprendo >>, annuì Gaius, << potresti condurmi da lei? >>.

<< Come mai cerchi Hunith? >>, chiese sospettoso Thor, corrugando la fronte.

<< Questioni strettamente personali >>, dichiarò Gaius, impassibile.

<< Capisco >>, rispose Thor, un po’ deluso dalla risposta del vecchio amico. << La puoi trovare a casa >>, lo indirizzò, indicando con l’indice una vecchia capanna.

Gaius ringraziò Thor e si avviò verso la casupola. Stava per bussare, quando una voce lo fermò: << entra pure Gaius >>, fu invitato a entrare.

Gaius, per nulla perplesso, fece il suo ingresso nella casa. La prima cosa che notò fu un focolare acceso e una donna che era seduta dinanzi a esso, così da dare le spalle a Gaius. << Ti aspettavo >>, annunciò Hunith, senza voltarsi.

Gaius chiuse la porta e si avvicinò a lei. << Pratichi ancora la magia Hunith? >>, domandò Gaius, senza accennare un saluto.

<< Non è del tutto corretto >>, affermò Hunith, continuando a tenere lo sguardo fisso sul fuoco, << è la magia che pratica me >>, illustrò, con una smorfia, << io sono solo un fantoccio nelle sue mani >>, continuò.

<< Sai che non dovresti… >>, intervenne saggiamente Gaius.

<< Non voglio che le parole che ti ho appena detto finiscano al vento Gaius >>, dichiarò Hunith, sospirando, << ti prego di rispettare le mie scelte >>.

<< L’ho sempre fatto >>, sostenne Gaius, affiancandola, << sai già il motivo per cui sono qui? >>. << Lo so già da abbastanza tempo >>, rispose, inclinando leggermente la testa e fissando intensamente il fuoco. << Mi sono preparata alla risposta, caro amico, ma stavolta non credo che il mio intervento potrà portare beneficio a Camelot >>.

Gaius fece per parlare, ma Hunith glielo impedì, proseguendo: << anche se il destino ha deciso che io mi debba recare a Camelot >>, chinò la testa, distogliendo per un istante lo sguardo dal fuoco, << anche se questo significherà nascondere me stessa >>.

<< Quindi tu sai il reale motivo della mia proposta? >>.

<< Tua? >>, alzò la voce Hunith con un velo di rabbia, << Perché vuoi difendere quel drago? >>, sussurrò gelida, << pensi che non sappia che dietro a questo tutto ci sia lui? >>.

<< Kilgarrah rappresenta l’antica religione >>, le fece presente Gaius, in tono di rimprovero, << e tu lo sai bene >>.

<< Questo non lo ostacola a interagire nelle vite altrui a suo piacimento >>, precisò Hunith, con rabbia. << Ora che è incatenato sotto le viscere del castello >>, assottigliò lo sguardo sul fuoco, << accentuerà di più la situazione >>, commentò, ridendo sarcasticamente, << ma questo non gli impedirà di starsene rinchiuso lì per qualche tempo >>. Si alzò dalla sedia e per la prima volta guardò in faccia Gaius.

<< Hunith, se non te la senti, non è necessario che tu venga con me a Camelot >>, le anticipò Gaius, provando tenerezza per quella povera donna, che un tempo conosceva meglio di chiunque altro, ma ora gli pareva tanto estranea.

<< Non importa quello che sento >>, si allontanò da lui, sospirando, << devo seguire la mia religione, che mi sta ora ordinando di adempire il mio destino >>. Fissò Gaius, accennando un sorriso. << Così sia Gaius. Se per il bene di tutti dovrò diventare la madre del principe, e privare la mia bambina della mia presenza, lo farò, a malincuore, ma lo farò >>. Il suo volto fu solcato da delle lacrime.

Gaius le andò in contro e la strinse a se. Hunith non ricambiò quell’abbraccio, ma non lo respinse. Rimase lì, immobile, come una statua.

<< Allora non perdiamo altro tempo >>, mormorò Gaius, rafforzando di più l’abbraccio.

Per Hunith fu dura allontanarsi dal suo villaggio e dalla sua preziosa bambina, che stava lasciando in custodia alla vecchia del villaggio: Emily, sua madre. Il distacco fu molto doloroso, difatti, per tutto il viaggio, i suoi occhi rimasero costantemente lucidi, finché non giunsero a Camelot.

Il re Uther accettò di buon grado Hunith, che era stata anni prima al servizio dei Pendragon. Hunith occupò il posto di Igraine nel cuore del bambino.

 Allattò lei stessa il principe e tutte le cure, che avrebbe voluto dare alla sua bambina, le diede ad Artù, che crebbe in fretta e considerò Hunith ben presto sua madre.

Gli anni passarono e purtroppo il giorno del sedicesimo compleanno del principe Artù, venne fuori il fatto che Hunith praticasse la magia, bandita da Camelot. Uther deluso e amareggiato non perse tempo a farla giustiziare. Ad Artù si spezzò il cuore. In lui si ruppe qualcosa, che difficilmente il tempo avrebbe potuto sanare. Le sue urla e le sue preghiere furono vane, non riuscirono a salvare Hunith dal suo triste destino.

Furono innumerevoli le lacrime di Gaius e altrettanto le domande che si pose quando udì Hunith dichiarare mentre stava per essere bruciata al rogo: << ora tocca a te, Marlin >>, per poi spirare.

 

  
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