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Autore: Donna93    22/11/2011    1 recensioni
...E ho visto il tramonto con in mano una biro impazzita e più incazzata di me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Non sono qui per giudicarti, sono qui solo per ascoltare tutti i tuoi sbagli, meravigliosa ragazza. E non ho mai detto di essere perfetto, l'ho sempre saputo. Ma so che non è questo che volevi e per una sola volta devi essere onesta con te stessa. E' questo ciò che hai desiderato per tutti questi anni?"

 

Ed è tutto nella mia testa. Tutto.Nella.Mia.Fottuta.Testa.

Sono qui che aspetto con in mano un'orologio rotto. E ho visto il tramonto con in mano una biro impazzita e più incazzata di me.

E' lei la ragione di tutto? No, non credo. Non c'è motivo di trovare risposta che mi possa far capire. Non più. E tutto scorre con indifferenza mentre punti di domanda mi dondolano attorno come allegri coriandoli. Ne prendo uno e lo sbriciolo tra le dita. Ecco. Solo polvere. Un soffio di vento e l'ho già dimenticato.

Mi sorprendo sempre. Sì, in questo sono brava. E una ragione non c'è. Sarebbe come cercare di ripercorrere una storia lunga millenni. Parmenide, Anassimene, Empedocle. L'archè. Ma in questo caso non riesco a trovarla. Però, qualcosa la so e me la tengo per me. Mi limito a scrivere solo per indifferenza, appunto, senza essere debole, questo no. E ora ho davanti un'infinità di scelte. Posso parlare di mille cose, emozioni, e invece ho deciso di essere senza senso.

E' molto più semplice di quanto si possa immaginare.

Mi ricordo di essere stata una bambina che ha sempre amato l'altalena, i pericoli e il gelato.

Tuttavia non sapeva mai scegliere tra la cioccolata e le patatine.

 

Non ho mai pianto molto, solo lo stretto necessario.

A volte per divertirmi nel vedere l'affanno e l'irritazione che creavo attorno.

 

Mi ricordo che venivo sempre pettinata perfettamente, ma anche da spettinata suscitavo tenerezza.

 

Ora, se dovessi perdere i capelli, potrei ridere d'isterismo e graffittare fiori giganti, belli. Ma così grandi da far piangere i bambini. E solo a uno di questi, magari ad una semplice margherita gigante, farò mancare un petalo. E allora tutti lo additeranno e sarà lui da quel momento ad essere l'anomalia. E allora a me verrebbe d'istinto disegnargliene uno di notte, nascosta dal sole e guidata dalla luce di un freddo lampione. Ma so già che sbaglierei colore. E chi lo sa se apposta o meno.

Ma poco importa, giusto?

E il mondo per quel fiore sarebbe sottosopra. E vedrebbe la ragazza che hai sempre odiato diventare la tua migliore amica. Nulla di strano. Lo vedrebbe, certo. Ma  essendo un finale quasi da film potrebbe risultargli banale, scontato. Dal sapore pre-masticato di un fast food. Ma se vedesse la tua amica più cara diventare la tua nemica, allora cosa direbbe? Credo nulla. Logico, i fiori non parlano, ma il mio fiore invece lo saprebbe fare. Solo piuttosto si rifiuterebbe di sprecare parole. Però sono sicura che riderebbe, riderebbe tanto. Fino a raggiungere le nuvole.

Ma la sua risata sarebbe semplicemente un fremito e spetterebbe a me capire se dentro, in fondo, anche solo per un'istante sia apparsa una lacrima.

  
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