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Autore: amuto    22/11/2011    4 recensioni
Ho deciso di scrivere una fanfiction da un capitolo composta da alcune Drabble. Ovviamente è una Dramione e spero che questa mia idea possa intrigarvi un po' ^-^
Troverete tutti i POV di Draco e Hermione, escluso un flash-back e l'ultima drabble che sarà scritta in terza persona.
Inoltre la storia è ambientata a un settimo anno un po' diverso per Hermione, capirete solo leggendo!
Eccovi un anticipo:
I capelli biondi schiacciati sulla fronte per l’acqua che scendeva a catinelle. Mi tolsi gli occhialini bagnati. Non riuscivo a vederla bene dalle lenti appannate.
Stupida Grifondoro, entro l’ alba le sarebbe venuta una bronco polmonite se continuava a stare lì.
Scesi dalla scopa e la gettai a terra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Eccomi con una nuova follia! Per chi segue anche l'altra mia fanfiction stia pure tranquillo, aggiornerò anche quella allo scadere del mese ;D
Vi auguro buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate!!


<< E quindi?>>
<< Quindi cosa?>> chiese inarcando il sopracciglio.
Blaise sospirò portandosi una mano alla fronte.
<< Quando hai deciso di realizzare questo grande sogno?>> chiese in modo lento e chiaro per far assimilare il concetto all’amico. Ovviamente parlando in modo ironico.
<< Oh, quello.>> rispose sussurrando.
<< Già, quello.>>
Draco richiuse l’armadio. Stava cercando gli occhialini da Quidditch.
<< Diciamo abbastanza…>> rispose all’amico mentre si dirigeva verso il comodino.
<< Cioè? Giorni, settimane?>> continuò il moro curioso.
<< Mesi?>> abbozzò Draco come risposta.
Svaligiò il cassettino. Seppelliti dall’ ordine equilibrato di fogli, piume, provette e buste da lettera, c’erano i suoi bellissimi occhialini.
<< Trovati!>> esclamò acciuffandoli.
<< Mesi?!>> urlò inorridito Blaise, ignorando la conquista del biondo.
<< Mesi.>> rispose duro lui.
<< E io non me ne sono mai accorto?>> proseguì il moro scioccato.
Malfoy fece spallucce. Del resto, anche lui se ne era reso conto recentemente.
<< Bene…che vuoi che faccia?>> chiese sorridendo.
Quello ghignò di rimando.
<< Basterà essere noi stessi…>>
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Si stava allenando al campo da Quidditch, erano le 2 di notte, e lui si allenava. Per di più, io ero lì, sugli spalti. Merlino, quanto lo detestavo quando faceva così. Sapevo che mi pedinava, me n’era accorta ormai. Lo avevo visto in biblioteca, sulle sponde del Lago Nero, nelle vicinanze del bagno di Mirtilla Malcontenta, proprio quando ero in quei posti. Credeva che fossi stupida? E ora, mentre maledicevo il mondo sotto la pioggia, sugli spalti rosso-oro del campo da Quidditch, lui si “allenava”.  Le lacrime si mischiavano alle gocce di pioggia. Ormai indifferente all’acqua che cadeva a dirotto, mi strinsi a me stessa. Finché quella testa di cazzo non mi volò praticamente davanti.
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<< Allora, devo assicurarmi che i suoi compagni non si accorgano che non è a letto, giusto?>>
<< Esatto, dovrai fare qualsiasi cosa per poterli fermare nel caso in cui se ne accorgessero.>> risposi convinto impugnando la scopa.
<< Ti rendi conto che se Gazza mi becca girovagare per la scuola all’ 1 e 30 mi spacca il culo?>>
<< Te l’ho detto prima Blaise, basterà che tu sia te stesso. Alla fine, lasceranno perdere…>>
Blaise scosse piano il capo.
<< Ok, ma se stasera non la baci, non ti aiuterò più. Già è difficile starti dietro quando organizzi le tue missioni-pedinaggio, ora che ti sei deciso devi fare centro, chiaro? Anche perché lei non è mica scema, se n’è accorta, sai?>>
<< Ovviamente, Blaise. Ora andiamo, non voglio fare tardi.>> aprii la porta e uscii in punta di piedi.
<< Non vuole fare tardi, lui. Solo che qui ci rimette Blaisuccio, non LUI…>> si lagnò bisbigliando mentre uscivamo, Blaise.
Appena fummo fuori, mi voltai.
<< Augurami buona fortuna.>> ordinai.
<< Non ne avrai bisogno…Lei saprà capire.>> disse sibillino il moro.
<< Ora va, e non farti beccare da Gazza!>>
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<< Non dovresti stare qui sola, sotto la pioggia alle 2 di notte…>>
I capelli biondi schiacciati sulla fronte per l’acqua che scendeva a catinelle. Mi tolsi gli occhialini bagnati. Non riuscivo a vederla bene dalle lenti appannate.
Stupida Grifondoro, entro l’ alba le sarebbe venuta una bronco polmonite se continuava a stare lì.
<< Sparisci Malfoy…>> rispose roca.
Scesi dalla scopa e la gettai a terra.
<< Devo farti delle domande, Granger.>> le dissi.
Non alzò il capo, continuando a stringersi nei vestiti inzuppati.
<< Sono io quella che deve fare domande, non tu…>>
E alzò il capo, squadrandomi come faceva quando litigavamo. Ed era da molto che non ci rivolgevamo la parola. Da quel giorno ormai lontano.
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<< E’ un’assurdità, io non ti ho rubato nulla!>>
<< Che c’è Mezzosangue, ore che sei rimasta sola inizi a mentire?>> ridacchiò acida la voce di Pansy Parkinson.
<< Credi a quello che vuoi, carlino, ma io non ho davvero rubato nulla.>> rispose secca.
Fece per allontanarsi ma dall’angolo uscirono Nott e Goyle. Si fermò e rise amara.
<< Davvero Parkinson? Stai facendo sul serio?>>
<< Tenetela ferma.>> fu uno sbuffo, l’ordine della Parkinson, mentre i due ragazzi andavano a immobilizzarla.
<< Lasciatemi! >>
<< Urla quanto vuoi, Mezzosangue. Ormai non ci sono più Potty e Weasley a proteggerti…>>
Già, perché dopo la guerra, solo lei era tornata a completare gli studi. Dopo la guerra, aveva perso i suoi genitori. Dopo la guerra, era rimasta sola. Abbandonata. Come un oggetto in soffitta.
<< Che succede qui?>>
La figura maestosa di Draco Malfoy, spuntò dall’angolo buio dove erano nascosti inizialmente Nott e Goyle. Probabilmente anche lui soffriva d’insonnia.
<< Draco…Stavamo solo parlando con la Mezzosangue.>> disse Pansy con fare indifferente.
<< Mollatela.>> ordinò il biondo ai suoi scagnozzi. I due obbedirono immediatamente, come facevano sempre con il Principe delle Serpi.
<< Fila a letto Granger. Penserò io a loro.>>
---
<< Chiedi pure, Granger.>>
Stava in piedi, di fronte a me. E io lo stavo bruciando con lo sguardo.
<< Perché?>> chiesi semplicemente. Lui sapeva a cosa mi riferivo.
Ai pedinamenti che erano seguiti dopo quella notte, alla fine dei nostri litigi, alla fine delle frecciatine, alla fine di tutto quello che eravamo stati in passato.
<< Perché cosa?>> chiese in modo ingenuo.
Si sapeva che Malfoy era il mago dell’inganno, il maestro della furbizia, il blablabla e tutti quegli altri stereotipi a cui avevo imparato a credere. Steriotipi che spesso si rivelavano reali, come il fatto della furbizia e dell’inganno…in fin dei conti, era una serpe, no?
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Così ingenua nella sua innocenza. Avrei voluto stringerla a me e cullarla, raccontarle tutto, raccontarle cosa mi stava accadendo, raccontarle quante emozioni mi provocava anche solo stando immobile. Perché questo mi succedeva sapendo che lei era nella stessa stanza in cui ero io. Perché spesso chiudevo gli occhi per addormentarmi e pensavo a lei, alla Granger. E se solo lei avesse saputo tutto, magari avrebbe capito. Avrebbe capito che ero cambiato. Avrebbe capito che anche io sapevo amare, che anche io ero capace di dimostrarmi umano.
<< Non fare il finto tonto con me, Draco. Non ho mai amato essere beffata.>> .
Tagliente come una lama.
Ma io avevo sentito solo una cosa: Draco.
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Lo vidi fissarmi, ammutolito. Sembrava andato in stand-by. E ebbi il timore di sapere perché. Draco. Certo, non ci avevo pensato. Io e lui eravamo sempre stati Malfoy e Granger, o Malfuretto e Mezzosangue. Mai Hermione e Draco. Forse per abitudini, per i modi in cui eravamo stati condizionati, per l’odio e il rancore coltivati negli anni. Per sentimenti adolescenziali che nemmeno due maghi esperti avrebbero saputo gestire. E ammettiamolo che confrontarsi con il platinato era sempre emozionante. Sembravamo creati per distruggerci a vicenda, anche se alla fine nessuno dei due crollava. Eravamo due avversari alla pari, io e lui.
<< Concordo, è una cosa che hai sempre odiato.>>
<< Di che stiamo parlando, Malfoy. Di umiliazioni o di noi due?>> chiesi schietta.
Sembrò rifletterci su.
<< Alla fine le due cose sono collegate, no?>> rispose in un sussurro.
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<< Davvero, di che stiamo parlando? A cosa vuoi alludere?>>
Io non ero un Grifondoro, il coraggio mi mancava. Non potevo mica dirle così, di getto, che era da una vita che non me la levavo dalla testa. Era troppo persino per me.
Stesi zitto, incerto su come farle capire ciò che non riuscivo a dire.
<< Sai cosa dicevano ieri il fratello di Colin Canon e un Tassorosso?>> mi chiese all’improvviso.
La guardai e scossi il capo. Come potevo sapere che farneticavano quei due deficienti?
<< Che ti hanno visto seguirmi in biblioteca ieri. E nell’aula di Trasfigurazione l’altro ieri. E così via per una settimana. Se ne stanno accorgendo tutti, sai? Finchè ero solo io a sospettarlo andava bene, ma negli ultimi tempi anche gli altri hanno preso a prestarmi attenzione. Mi spieghi che accidenti vuoi da me?>>
<< 5 minuti.>>
---
<< Scusami?>>
La pioggia gli stava facendo male davvero.
<< Dammi del tempo per dimostrarti chi sono veramente.>>
Non seppi se piangere o ridere.
Decisi di fare tutte e due le cose.
<< Stai scherzando, vero?>>
<< No, sono serio. E’ da tanto che ti aspetto. Ma tu non hai guardato abbastanza in me per capire. E io non posso più aspettare.>>
Era serio davvero.
Mi spaventai. Ebbi paura del suo sguardo argenteo che aspettava una mia risposta, serio. Sincero. E piansi anche per quello.
---
Mi stava fissando scioccata. Se solo si fosse avvicinata avrebbe sentito quanto forte batteva il mio cuore in quel momento…
Insomma, mi ero appena dichiarato all’unica persone capace di non corrispondermi, stavo gelando ed ero terrorizzato dalla reazione della Granger.
Era normale che il mio cuore stesse galoppando.
Scosse il capo in segno di disappunto, o l’unica cosa che avrebbe mai potuto provare per me.
Disgusto.
<< Sei un idiota…>>
---
Abbassò lo sguardo ferito.
Gli stava bene. Così imparava a divertirsi con le emozioni della gente.
<< Sei un vero idiota! Stupido, egoista, pomposo e viziato idiota!!!>>
Ero completamente isterica. E sola.
E lui sapeva che io ero sola. Non tolleravo che ne approfittasse.
<< Non puoi prendermi in giro anche adesso…Lo so, sono una sudicia Mezzosangue ai tuoi occhi ma meritò un po’ di umanità anche io!>>
---
Riprese a piangere mentre mi urlava contro.
Sapevo che era sola. Ero lì per colmare quel vuoto che aveva nel cuore, donandogli il mio. Ma era anche logico che per la banalità della cosa, lei non mi credesse.
E fu proprio questo che mi spinse ad alzarmi e sedermi accanto a lei.
Ci toccavamo.
Non ero mai stato tanto vicino a Hermione.
La guardai mentre si sforzava di ignorarmi, fissando l’erba bagnata del campo.
<< Non potrai mai essere sudicia ai miei occhi, Mezzosangue.>>
---
Aveva pronunciato quel “Mezzosangue” senza crudeltà.
Ed era stato tremendamente dolce.
Ma perché? Perché con me?
E perché essere presa in considerazione mi faceva piangere ancora di più?
Mi voltai per incontrare i suoi occhi grigi. Per vedere se mi stava davvero prendendo in giro. Ma non vidi nessuno dei sentimenti che ci avevano sempre caratterizzato.
E smisi di pensare.
---
Si appoggiò alla mia spalla per poi raggomitolarsi contro di me, mentre continuava il suo pianto. L’abbracciai e poggiai la guancia sui suoi capelli.
Era così vulnerabile.
E io cosi emozionato.
<< Oh, Malfoy…se solo potessi capire.>> sussurrò.
Le alzai un po’ il viso, per poterla guardare negli occhi.
<< Ci proverò, te lo prometto.>>
Restò a fissarmi anche lei.
Finché le nostre labbra non si unirono, facendo finire anche la notte..
---
9 ANNI DOPO
Erano all’altere. Mancava solo la sposa.
Una tensione pesante aleggiava nell’aria e nel corpo dello sposo.
Ma forse qualcuno sapeva come allentarla un po’.
<< Oh, io non ti ho mai visto con quella faccia da idiota.>>
Draco guardò male il suo amico intento a fissarlo con un ghigno stampato in faccia.
<< Sta zitto idiota, sto per sposarmi!>>
Blaise sorrise per poi rispondere.
<< Oh, Draco…>>
Il biondo lo fisso, pronto a una delle solite uscite del suo migliore amico.
<<…Io sono solo me stesso.>>
  
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