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Autore: Rota    23/11/2011    1 recensioni
La prima cosa che Mikhai gli fece notare, con la sua solita delicatezza nordica di killer in pensione, fu che quella casa puzzava ancora di chiuso, e di parecchio anche.
Dopotutto Badou poteva intuire come mai l'avesse accompagnato fin lì, aiutandolo a non cadere a terra ogni due passi e mezzo per il male che ancora gli opprimeva tutto il fianco destro del corpo. In quel posto gli ordini e la preoccupazione della sorellona Kili non potevano raggiungerlo tanto facilmente, lui non correva il rischio di perdersi in tre stanze e un bagno non più funzionante e, infine, una seppur piccola parte di senso di colpa che provava nei suoi confronti si alleggeriva discretamente. Insomma, il signor Mikhairov aveva tutto da guadagnare, e portava persino del cibo con sé nonché un accendino - Mikhai aveva imparato in poco tempo come guadagnarsi la sua stima e fiducia.
Per tutto questo Badou non gli disse nulla di davvero cattivo e si limitò a grugnire in risposta, zampettando verso l'interno del piccolo appartamento una volta che la porta d'ingresso fu chiusa.
Gli ultimi avvenimenti lo avevano allontanato per qualche giorno da lì, ma sembrava che il disordine che aveva lasciato non si fosse smosso di un solo centimetro. Per qualche istante provò una gradevole sensazione di "casa" o qualcosa di molto simile, la gratitudine che si rivolge al tempo che non muta proprio tutte le cose e le mantiene al posto che gli esseri umani hanno riservato loro. Badou vide persino il pacchetto di sigarette marcite che aveva abbandonato per terra, inerme e tutto stropicciato. Lo calciò senza volerlo e quello andò a finire sotto una pila di fogli ingialliti, nascosto.
Sentì una brezza fredda colpirgli le gambe e girandosi vide Mikhai che teneva le ante di una finestra ormai aperta. Aveva in viso l'espressione di chi respira finalmente dopo tanto tempo passato rinchiuso in un piccolo luogo stretto e angusto - giusto per prenderlo in giro più del dovuto.

[MikhaiBadou - Lime]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Badou Nailson, Mikhai Mikhairov
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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mikhaibadou lime *Autore: Rota
*Titolo: Solo il rumore dei loro respiri, il sapore del fumo e il profumo della carta vecchia
*Fandom: Dogs - Pallottole e sangue
*Personaggi: Badou Nailson, Mikhai Mikhairov
*Generi: Introspettivo, Romantico, Slice of Life
*Avvertimenti: What if...?, Missing Moment, One shot, Yaoi, Lime
*Credits: Tutti i personaggi ivi descritti e mossi non appartengono alla sottoscritta ma alla mente assai brillante di Shiro Miwa. Io non ricavo altro che immane soddisfazione dalla pubblicazione di questa opera (L)
*Rating: Arancione
*Note: Altra MikhaiBadou non vi state sbagliando neanche stavolta (L)
Avevo promesso a Iria una fic più lemon dell'altra, e siccome in questi giorni - tra le mille altre cose - ho riletto proprio gli ultimi numeri del manga ho deciso di mettermi sotto e sfornare questa cosuccia (L) Doveva esserci una vera /lemon/ ma ho preferito fare per ora una lime abbastanza soft, dacché non sono ancora riuscita a prendere tanto la mano con questi due ^^''
Non leggo spoiler indi non so effettivamente cosa accade dopo il volume numero sei, capitolo 57. Mettete da conto che è una "What if" quindi una mia ipotesi e nient'altro.
Non so come diamine mi sia venuta, è una cosa stranissima e probabilmente non ha neanche senso XD
Spero vi possa comunque piacere ^^












Solo il rumore dei loro respiri, il sapore del fumo e il profumo della carta vecchia








La prima cosa che Mikhai gli fece notare, con la sua solita delicatezza nordica di killer in pensione, fu che quella casa puzzava ancora di chiuso, e di parecchio anche.
Dopotutto Badou poteva intuire come mai l'avesse accompagnato fin lì, aiutandolo a non cadere a terra ogni due passi e mezzo per il male che ancora gli opprimeva tutto il fianco destro del corpo. In quel posto gli ordini e la preoccupazione della sorellona Kili non potevano raggiungerlo tanto facilmente, lui non correva il rischio di perdersi in tre stanze e un bagno non più funzionante e, infine, una seppur piccola parte di senso di colpa che provava nei suoi confronti si alleggeriva discretamente. Insomma, il signor Mikhairov aveva tutto da guadagnare, e portava persino del cibo con sé nonché un accendino - Mikhai aveva imparato in poco tempo come guadagnarsi la sua stima e fiducia.
Per tutto questo Badou non gli disse nulla di davvero cattivo e si limitò a grugnire in risposta, zampettando verso l'interno del piccolo appartamento una volta che la porta d'ingresso fu chiusa.
Gli ultimi avvenimenti lo avevano allontanato per qualche giorno da lì, ma sembrava che il disordine che aveva lasciato non si fosse smosso di un solo centimetro. Per qualche istante provò una gradevole sensazione di "casa" o qualcosa di molto simile, la gratitudine che si rivolge al tempo che non muta proprio tutte le cose e le mantiene al posto che gli esseri umani hanno riservato loro. Badou vide persino il pacchetto di sigarette marcite che aveva abbandonato per terra, inerme e tutto stropicciato. Lo calciò senza volerlo e quello andò a finire sotto una pila di fogli ingialliti, nascosto.
Sentì una brezza fredda colpirgli le gambe e girandosi vide Mikhai che teneva le ante di una finestra ormai aperta. Aveva in viso l'espressione di chi respira finalmente dopo tanto tempo passato rinchiuso in un piccolo luogo stretto e angusto - giusto per prenderlo in giro più del dovuto.
Era ormai sera e l'unica cosa che ancora schiariva il cielo era una luce rossa e forte, obliqua. Troppo tarda l'ora per cominciare qualsiasi tipo di lavoro, troppo presto per mettersi a riposare da qualche parte, avvolti da coperte calde e lunghe.
Si sedettero entrambi in mezzo ai mucchi di fogli, ricavandosi un posto abbastanza grande per poter stare comodi per terra. Sembrava quasi un accampamento, specialmente quando Mikhai tirò fuori dalla borsa dove aveva riposto il cibo anche un fornelletto elettrico - datogli dalla sorellona Kili prima che l'uomo scomparisse senza più dare tracce di sé - che, acceso, illuminò di chiaro un'area ristretta e circolare. L'uomo aveva portato un po' di carne, del pane e del formaggio, e contando che aveva fatto lui la spesa personalmente era già un miracolo che non avesse preso semplicemente scatolette di cibo precotto e qualche bottiglia di liquore. Oh, non si era dimenticato il cioccolato per Badou. Però si era dimenticato le posate, così furono costretti a mangiare con le mani, tra fini insulti reciproci e battute di basso gusto. Su quello loro erano sempre andati d'amore e d'accordo.
Ogni tanto Badou allungava le mani verso il piccolo fuoco, cercando di scaldarsi e recuperare calore. Mikhai lo osservava in silenzio, stringendosi nel proprio cappotto e masticando lento. Per minuti interi non sentivano la necessità di rompere il silenzio e allo stesso modo, quando invece volevano parlare, non si affaticavano a trovare una battuta spiritosa per smorzare una tensione inesistente: stavano bene e non provavano alcun disagio.
Eppure, da quando avevano lasciato l'Ospedale, nessuno dei due aveva fatto più parola riguardo quello che era successo non più di tre giorni prima - anche se era la causa del fatto che Badou faticava a fare certi movimenti, anche se era la causa del fatto che Mikhai aveva comprato occhiali nuovi. Nessuno di loro era quel genere di persone che rifuggivano per sempre alle proprie responsabilità, specialmente messe alle strette e di fronte all'ineluttabile evidenza, ma era anche vero che c'erano diverse occasioni per diverse cose: si erano trovati in quel preciso luogo per fare più chiarezza possibile con tutto quello che avevano a loro disposizione, aspettando intanto un'altra mossa nemica. Le ferite che impedivano i loro corpi erano segnali indelebili di quello che era capitato e anche per rispetto verso quello che era successo i due uomini volevano solo godersi una piccola parentesi dove poter far finta di essere persone normali, con desideri e pensieri normali. Da soli non sapevano come e dove muoversi ed entrambi erano più che convinti che cercando informazioni era un ottimo modo per passare il tempo. In più, quello era un buon riparo per la pioggia, quindi andava ancora meglio.
Dopo aver mangiato tutto il mangiabile, Badou si concesse una sigaretta - a vederlo così, venne voglia anche a Mikhai di fare qualche tiro, tanto che a poco dalla fine gliela prese di mano e si godette lui il poco tabacco rimanente. Il ragazzo lo guardò male e lo riprese con voce stridula, come se fosse da persone mature fare azioni del genere; tuttavia, nel prendere il pacchetto dai propri pantaloni, estrasse due sigarette per offrirne una al proprio ospite, con un sorriso un po' sghembo e l'irritazione non del tutto passata nei suoi occhi. Il russo lo ringraziò di cuore senza rendere al suo astio della propria sfacciataggine.
Si ritrovarono vicini quando Badou allungò il collo verso le sue mani, alla ricerca della fiamma del suo accendino. Il fornelletto era ormai spento, dalla finestra si intravedeva solo al di là di qualche nube di passaggio una tenue luce pallida e niente più, qualche stella spaurita compariva di tanto in tanto a far brillare il buio come una lucciola particolarmente eccitata.
Solo il rumore dei loro respiri, il sapore del fumo e il profumo della carta vecchia.
I filtri finirono ben presto nel posacenere, lasciando ogni cosa alla più totale oscurità. Badou sospirò, appoggiando la testa indietro su qualcosa e chiudendo l'occhio, paradossalmente, per svuotare meglio la propria mente da ogni pensiero, ma anche se lo avesse tenuto aperto non avrebbe visto nulla capace di attirare l'attenzione. Lo sentì bene, però, quel fruscio che indicava che Mikhai s'era mosso verso di lui.
Badou lo conosceva abbastanza bene da poterne intuire movenze e intenzioni; se lo figurò benissimo, quindi, lì al buio, mentre indovinava il suo profilo e lo accarezzava con lo sguardo serio - Mikhai era davvero serio in poche occasioni, specialmente quando si parlava di morte, di reputazione e di amore. In quel caso, Badou non aveva dubbi di cosa si potesse mai trattare.
Si erano già conosciuti, con estremo imbarazzo ed estrema lentezza: Mikhai non l'aveva trattato come una donna e aveva avuto bisogno del suo tempo per imparare come si poteva muovere nei suoi confronti, mentre Badou partiva da un'esperienza adolescenziale circa quindi non faceva testo.
Anche quella volta, Mikhai lo guardò a lungo nel buio, sul viso e lungo il corpo, prima di individuare le labbra e puntarle senza esitazione. Il ragazzo restò in un silenzio assorto, permettendogli di studiarlo con la dovuta calma e anche quando lui alzò la mano per accarezzargli la guancia non fece nulla né per incoraggiarlo né per scacciarlo via. Era calmo e non lo sentiva come una minaccia, ma se l'uomo lo desiderava davvero avrebbe dovuto convincerlo con ben altro.
L'uomo fece scivolare la mano in basso, passando i polpastrelli delle dita sul mento fino a dietro la mandibola - vicino alla nuca. Lisciò i suoi capelli e giocò con alcune ciocche lunghe, soprappensiero, senza mutare espressione sul viso. Solo quando condusse anche l'altra mano al suo viso Badou ebbe la certezza che stesse arrivando il suo bacio, perché era una cosa che aveva già fatto e che sembrava compiacerlo particolarmente.
Aveva un sapore dolce, proprio sulla punta della lingua. Gli piaceva accarezzarlo e baciarlo lento, respirando piano con gli occhi socchiusi, come il vecchio ed esperto amante che era. Si faceva sempre più ingombrante tra le sue gambe, poco a poco e senza imporsi forzatamente, fino a che Badou non si ritrovava a stringergli la vita con i polpacci e a domandarsi come era finito proprio in quella posizione.
E le sue mani erano sempre caldissime, ovunque riuscissero a posarsi.
Toccare le forme di un uomo non era come toccare quelle di una donna: il ragazzo aveva sentito la sua incertezza, la prima volta, contro la pelle. Eppure Mikhai lo sapeva riscaldare a dovere, indovinare con più precisione le sue piccole voglie e soddisfarle con poche sapute mosse. Riusciva a farlo sentire desiderato, con quelle carezze lente che riservava al petto, al ventre e all'interno coscia.
Badou lo prendeva per le braccia e lo toccava a sua volta, ruvido e grezzo com'era sempre nelle questioni sentimentali. Lo spogliava di fretta e lo baciava ovunque, aveva le labbra morbide e sapeva istintivamente dove posarle per fargli piacere. I suoi occhi, spudorati, lo guardavano a lungo e si soffermavano spesso dove l'interesse diveniva qualcosa di più caldo - subito la mano andava proprio lì, a soddisfare una curiosità latente.
L'uomo gli sollevò la maglietta e lo baciò vicino all'ombelico, sul ventre piatto e morbido. Badou gli prese i capelli tra le dita e sospirò per fargli capire che apprezzava, sentendolo scendere con le labbra fino ai pantaloni e risalire senza fretta al suo petto.
Scivolarono, in un abbraccio strano, sul pavimento freddo.
Gli occhiali di Mikhai caddero a terra ma l'uomo non si prese la briga di recuperarli dacché non servivano affatto. Si tolse con un gesto quanto aveva ancora addosso, rimanendo a petto nudo; lo stesso fece Badou prima di guardarlo a lungo.
Non si abbracciarono, ma le braccia del ragazzo avvolsero la sua vita sempre più stretto e le braccia dell'uomo scivolarono sotto il collo bianco di lui. Ripresero a baciarsi senza averlo calcolato ma solo per la vicinanza effettiva e per nulla maliziosa delle loro bocche - d'altronde non era sgradito a nessuno dei due.
Ad un certo punto Badou ghignò, sogghignando in maniera poco carina. Mikhai lo guardò un poco allarmato senza però spostarsi di un solo millimetro dalla posizione assunta e sbuffò quando capì che altro non era che imbarazzo per tutto quello: non era certo abituato a ricevere tanto riguardo proprio da un uomo ma neanche il ragazzo tra le sue braccia poteva vantare un'esperienza del genere. A questo pensiero, borbottò tra il contrariato e il leggermente divertito, constatando quanto stupidi dovevano essere per arrivare lì e poi imbarazzarsi tutto d'un colpo.
I preliminari finirono proprio quando si riguardarono negli occhi.
Dormirono poi sotto le giacche e sopra gli altri vestiti, tralasciando questioni d'igiene e cose spiacevoli affini.
Quando il ragazzo si svegliò, Mikhai già stava guardando il sole dalla finestra, senza sorridere - con la solita faccia da schiaffi che si ritrovava, impassibile a qualsiasi cosa. Appoggiato sui gomiti, aveva il busto alzato e i capelli chiari che ricadevano ovunque, eppure lo sguardo serio e concentrato, quasi dovesse annunciare chissà quali verità sul mondo.
Quindi disse, noncurante.
-Questa mi pare una buona giornata...-
Badou sbadigliò apertamente e rabbrividì contro il pavimento dov'era ancora sdraiato.
Guardò l'uomo e sorrise, allungando le braccia in alto per stiracchiarsi
-Probabilmente hai ragione, mister...-
   
 
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