Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Veronique.    23/11/2011    2 recensioni
Vicky e Liam, il suo migliore amico. A causa del lavoro del padre di lui sono costretti a separarsi. Ma lei sa che la loro amicizia è forte e che si potranno rivedere. Lui si farà nuovi amici con il quale inizierà a vivere il suo sogno e lei spera di poterne fare parte. Ma prima..dovranno rivedersi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Corri corri, tanto non mi prendi” scherzò una bambina dai capelli rossicci

“Corri corri, tanto non mi prendi” scherzò una bambina dai capelli rossicci.

Rideva, si stava divertendo mentre giocava con il suo migliore amico, un bambino poco più grande di lui.

 

Passavano così le loro giornate, sempre insieme. Dopotutto lui era il suo migliore amico, erano cresciuti insieme. Le loro mamme si erano incontrare all’ospedale ed entrambe avevano partorito il 29 agosto.

Vicky era nata qualche minuto prima ed era solita vantarsi con il bambino che replicava sempre “Sono più alto, chi mi dice che sei più grande di me?” ed ogni volta scoppiavano a ridere.

E anche quel pomeriggio erano impegnati a giocare, a rincorrersi nel campo davanti a casa di lei, quando la madre del bambino arrivò, con un’espressione dispiaciuta sul volto.

“Liam..” lo chiamò, cercando di non sembrare giù di morale. Non poteva dare quella notizia, non poteva separarli.

I due bambini smisero di giocare e guardarono la giovane donna, impazienti di sentire cosa avesse da dire. Lei si morse il labbro inferiore, cercando le parole esatte nella propria testa: “Ecco, noi..dobbiamo andare via. Papà ha trovato un lavoro e..dobbiamo andare con lui” disse poco dopo.

Il sorriso dai volti dei due bambini sparì, non poteva essere vero. Dovevano ancora conquistare l’albero che avevano visto il giorno prima, fingere di essere una famiglia e giocare ancora insieme.

Avevano così tanti progetti insieme, non potevano separarsi. Era troppo presto.

“No, no mamma io resto qui” rispose Liam, abbracciando l’amica del cuore, che era rimasta impassibile. Era piccola, ma capiva bene quelle cose.

Aveva capito che la sua amicizia con Liam era destinata a finire. Ci sarebbero state le solite false promesse “vi scriverete e ogni tanto vi verremo a trovare, oppure voi verrete a vedere la casa nuova”.

Frasi fatte, frasi che lei dovette fingere di credere. Ormai era tutta una bugia, tutte quelle frasi non avrebbero mai portato a qualcosa di vero. Finse un sorriso e guardò l’amico “Noi rimarremo amici per sempre” disse, certa di convincere l’amico “tieni, prendi questo” continuò , cercando di frenare le lacrime, che volevano correre libere lungo le sue guance “è il mio braccialetto preferito, c’è scritto il mio nome e non devi perderlo chiaro. Tra tanti anni, quando sarò abbastanza grande verrò a cercarti e se avrai ancora il mio bracciale vorrà dire che non ti sarai mai dimenticato di me” sorrise e lo abbracciò, cercando di godersi quegli ultimi istanti insieme.

Lui prese il bracciale tra le mani e lo strinse, quasi come se tenesse tra le mani un tesoro inestimabile. E per lui era quello, un tesoro, qualcosa che l’avrebbe legato per sempre alla sua , la sua migliore amica.

“Devi aiutarmi a metterlo” disse, passandole nuovamente il braccialetto. Lei lo guardò e gli prese il braccio destro, dove ci legò il bracciale. Rimasero così per qualche ora, senza dirsi nulla ma alternando sorrisi ed abbracci.

 

Passarono i giorni e Vicky passò molto tempo assieme a Liam, per aiutarlo a preparare gli scatoloni. Quello più difficile da preparare fu quello delle loro foto, ad ognuna era associato un ricordo, una risata, un pianto o una litigata.

“Guarda, qui hai un cucchiaio in mano” disse ridendo “la tengo io, come prova, anche se..hai la faccia terrorizzata” continuò a ridacchiare e mise la foto da parte, tra quelle che avrebbe tenuto lei.

Non aveva ancora pianto ed era strano, perché considerava Liam come un fratello, era il suo migliore amico, quasi il suo unico amico ed ora che se ne stava per andare sarebbe stata sola.

Il suo volto assunse un’espressione triste, mentre guardava le foto e pensava a cosa avrebbe fatto senza di lui.

“Ehi, conosco quella faccia” disse lui, guardandola e lasciando da parte le foto. La conosceva troppo bene, sapeva cosa aveva in testa in quel momento, quindi le prese le mani e sorrise “ascoltami, adesso io andrò via ma tu non sarai mai sola, capito?” e aspettò un suo cenno del capo per continuare a parlare “sei una persona meravigliosa, non mi dimenticherò mai di te e tu farai lo stesso, altrimenti non potremo andare a vivere insieme a Londra, come abbiamo sempre sognato” fece una pausa e sorrise nuovamente “quindi appena sarò partito voglio che tu faccia subito amicizia con qualcuno, non voglio che tu stia da sola, anche perché non sarai mai sola” concluse e la abbracciò. A Liam sarebbero mancati quegli abbracci, il profumo di biscotti che avevano i capelli di e il suo sorriso contagioso.

Le stesse cose sarebbero mancate a lei, il sorriso di Liam e la sua risata, causata dalle battute che facevano ridere solamente lui.

Poi entrambi si alzarono e andarono a fare merenda, mancava poco alla partenza e quelle ore sembrava stessero passare troppo in fretta.

Ma nessuno dei due voleva pensarci o dirlo, forse senza dire niente la cosa non si sarebbe realizzata.

 

“Dobbiamo andare”.

Eccole, le parole che nessuno voleva pronunciare o sentire. Ecco le parole che avrebbero reso il loro addio vero.

“Chiamami ogni giorno, promettimelo e scrivimi, poi quando avrò il cellulare ci sentiremo tantissimo” le promesse che spesso vengono fatte agli addii ma che raramente vengono mantenute. Ma c’era qualcosa nello sguardo di quei bambini di 10 anni che le rendeva vere, le rendeva promesse su cui sperare.

Un ultimo abbraccio, poi sarebbero andati via o avrebbero perso l’aereo. Vicky aveva anche pensato di far perdere l’aereo alla famiglia, ma poi nessuno avrebbe rimborsato loro i soldi poi ormai la casa dei Payne era già stata venduta e non ci sarebbe stato un posto dove dormire.

Liam salì sull’auto e si mise accanto al finestrino, la macchina si mise in moto e lui tirò giù il vetro “non ti dimenticherò mai , davvero” urlò mentre la macchina si allontanava.

Ed eccole, le lacrime che erano state trattenute per troppo tempo si fecero strada lungo le guance rosse di Vicky. Un pianto liberatorio che non aveva intenzione di finire, aveva trattenuto quelle lacrime per così tanto tempo che ora sembravano interminabili.

Non appena l’auto svoltò l’angolo corse in camera sua e si buttò sul letto, guardando la foto di loro due che sorridevano. Forse quello era solo un brutto sogno. Sì, si sarebbe svegliata da li a poco con Liam nel letto accanto e sarebbero andati a giocare insieme.

 

La mattina dopo la bambina si svegliò, sperando vivamente che tutto ciò che era successo fosse stato un brutto incubo, come aveva pensato prima di addormentarsi.

Ma nel letto accanto al suo c’erano solamente i peluche e guardando dalla finestra di casa sua vide le tapparelle della finestra della camera del suo migliore amico abbassate. Davanti alla casa un cartello con scritto “venduta”.

Se n’era davvero andato, l’aveva davvero lasciata da sola.

Scese a fare colazione, senza dire una parola e ripensò alle parole di Liam “non sarai mai sola”. Furono queste parole a motivarla, a ritrovare il sorriso e la speranza.

Lui aveva sempre ragione dopotutto.

Terminò la colazione ed andò a scuola, come tutti i giorni. Si sedette al suo banco, quello accanto al suo era vuoto e ciò riportò la malinconia nel suo cuore. Scrisse le parole di Liam su un foglietto e le rilesse, quelle parole sarebbero state la sua speranza, la sua arma per combattere la tristezza.

Le ore di scuola passarono lentamente senza la sua compagnia e questo comportò anche seguire matematica, oh lui gliel’avrebbe pagata prima o poi. Non aveva mai seguito matematica poiché era impegnata a ridere o a prendere in giro il professore.

 

Tornò a casa a piedi e notò un furgone dei traslochi, forse..forse erano tornati indietro. No, certo che no. Ormai erano andati via. Si schiarì la voce e cercò di spiare qualcosa attraverso i mobili appoggiati sul marciapiede e notò una bambina dai capelli castani e gli occhi furbi. Quest’ultima le sorrise, l’aveva scoperta.

Vicky mosse la mano per salutarla e le si avvicinò “tu chi sei?” le chiese, cercando di sembrare gentile. Forse era questa la sua occasione per ricominciare, doveva seguire ciò che il suo migliore amico le aveva detto di fare.

La bambina di fronte a lei sorrise ancora, tenendo stretto il suo orsacchiotto e le rispose “Nathalie, sono..nuova” rise, facendo ridere anche .

 

Sarebbero diventate amiche? Forse.

 

 

Qualche anno dopo:

Nat, muovi le chiappe altrimenti perdiamo l’aereo e se lo perdiamo non possiamo andare a firmare il contratto per l’affitto” urlò una giovane adolescente dai capelli rossi. Li teneva raccolti in una treccia che le ricadeva sulla schiena. Indossava anche un foulard verde, che teneva come fascia.

Erano passati sette anni da quando Nathalie e Vicky si erano incontrate dalla prima volta ed ora erano pronte ad affrontare una nuova avventura insieme, nonostante le madri avessero concordato che a 17 anni non si poteva andare a vivere da sole. Ma loro erano l’eccezione alla regola.

Vicky aprì il portafogli e guardò il pezzo di carta, dove con una scrittura infantile una bambina aveva scritto una frase “mai da sola”. Una frase che l’aveva aiutata nel tempo.

Una frase che l’aveva aiutata a credere nei suoi sogni, a non essere sola. Una frase che le ricordava il suo migliore amico, che le ricordava Liam.

 

Liam e Vicky si sarebbero rivisti? Chi lo sa.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Veronique.