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Autore: division will unite    23/11/2011    2 recensioni
One-shot per raccontare qualche breve ma significativo momento prima della partenza di Frank e Gerard.
[Riferimento a The Ghost of You]
Genere: Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I My Chemical Romance, e in questo caso Frank e Gerard, non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro purtroppo e non ho intenzione di offendere nessuno. Uh...si, si tratta di un "pre" della battaglia raccontata in "The Ghost of You" che dovrebbe essere lo sbarco in Normandia :D
In sogno mi è apparsa un'immagine ben precisa e mi è piaciuta così tanto che ne ho ricavato questo. Spero che anche a voi possa suscitare le stesse emozioni che ha suscitato a me scriverla.


Il ticchettio del grande orologio della stazione aveva qualcosa che mi rendeva inquieta.
Era come se scandisse gli ultimi attimi di una vita.
Gli ultimi battiti di un cuore.
Frank e Gerard mi stavano davanti con un'espressione che non aveva bisogno di parole.
Sembravano così diversi da tutti quei loro cotanei che stavano partendo insieme a loro, per portare glorioso il nome della Patria. 
Avevano negli occhi la stessa espressione fiera e spaesata allo stesso tempo.
Ma in realtà erano così diversi.
Erano così fragili.
Erano così forti, insieme.
Erano così giovani...così giovani.
Avevano salutato le loro famiglie a casa.
Avevano preferito che nessuno li accompagnasse alla stazione.
Però avevano voluto me. 
Gli sarò per sempre grata per questo.
Abbracciai Frank, sentivo il suo cuore battere forte contro il mio.
Era come se si volessero incontrare per unirsi per sempre.
Rompere il vincolo della gabbia toracica per far traboccare, l'uno nell'altro, tutto l'amore che contenevano.
In realtà tutto ciò era solo una mia interpretazione, un mio bisogno.
Avevo bisogno di convincermi che lui provasse lo stesso.
Ma sapevo che, in realtà, non era così.
Gli lessi negli occhi il senso di colpa, quando mi staccai da lui.
Il senso di colpa per avermi amata, ma non abbastanza.
Non mi amava come una parte di sè, più di sè stesso.
Sapevo che ci aveva provato, e ci stava riprovando adesso, per quest'ultima volta. 
Anche solo questo mi aveva scaldato il cuore.
Mi andava bene così. Forse avrei dovuto lottare per legarlo di più a me. Non avrei dovuto essere così arrendevole, masochista.
Mi andava bene perchè sapevo che lui non era da solo.
Lui aveva trovato la sua metà perfetta che non lo avrebbe mai lasciato, anche se avesse fatto di tutto per allontanarlo. 
Era rimasto impresso nella sua psiche, come un lampo di luce nella retina, e niente e nessuno avrebbe mai potuto cancellarlo.
Sin da quando li avevo conosciuti, il loro rapporto era così viscerale, che era impossibile non notarlo.
Quando si muoveva uno, lo faceva anche l'altro.
Si seguivano con gli occhi.
Potevo sentire la tensione dei nervi di Frank quando Gerard si avvicinava troppo. 
O la preoccupazione di Gerard quando gli occhi di Frank erano troppo sfuggenti.
Piccoli gesti inconsci, o forse anche troppo consapevoli.
Gesti che avevano portato Frank ad avvicinarsi a me. Forse per volere della società, della sua famiglia. Per volere di Gerard.
Adesso, in questa stazione, sto ammettendo a Frank e a me stessa questi sentimenti.
Senza bisogno di parole, ma solo con un abbraccio caldo, una carezza sulla guancia e un sorriso malinconico.
Lui aveva capito, lo sapevo. I suoi occhi lucidi e più verdi del solito riuscivano a farmi vedere direttamente la sua anima.
Gee si era impercettibilmente allontanato. Stava a fissarsi le stringhe delle scarpe, quasi come se si sentisse di troppo in quel gesto che trasudava intimità e comprensione.
In realtà, anche lui era parte integrante della mia felicità. Gerard costituiva il principio e la fine del rapporto tra me e Frank.
Mi avvicinai a Gee lentamente, non aveva ancora sollevato la testa. Come se si sentisse in colpa.
Lo abbracciai senza preavviso. 
Sentivo che mi sarebbe mancato come l'aria. Mi lacerava il fatto di non avere la certezza che un giorno li avrei rivisti sani e salvi. Non sapevo se la guerra me li avrebbe restituiti integri, insieme, come glieli avevo affidati.
Mi lacerava non avere la certezza di poter rivedere quel viso gentile, di non poter passare intere giornate a leggere insieme e non poter più vagare in quegli occhi ialini, così assorti mentre osservavano la realtà troppo violenta che gli stava attorno.
Gerard aveva riposto in me una fiducia disarmante e io volevo fare lo stesso. 
Ero sul binario di una stazione a salutare , senza neanche una parola, le due personi più importanti della mia vita.
Ebbi solo il coraggio di sussurrare una cosa a Gee, mentre eravamo stretti in un abbraccio vitale: -Abbi cura di lui...- ______________________________________________
Un commento mi farebbe molto piacere :3
 
  
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