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Autore: Reira_Rem    23/11/2011    0 recensioni
Questa è la mia prima fan fiction che scrivo. Ho voluto scrivere in prima persona nella parte di Nana. Spero che vi piaccia. Vi prego di commentare e indicare alcune imperfezioni.
Grazie in anticipo =D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Nana Osaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hachi correva forte quella sera.
Me lo ricordo ancora.
Quel giorno non riuscivo a trovare una sigaretta.
Il mio unico vizio da dove cui ho tratto piacere.
Tu sei un vizio.
Una striscia seccata con il tempo, una voglia immatura che si è creata dal mio corpo.
Il teatro sembrava una duna desertica, una striscia di leopardo.
Non avevo voglia di vederlo quella sera, però il mio cuore voleva.
Il suo cuore.
Una catena legata al mio petto che lascia segni di vita sulla mia pelle.
"Hachi non correre " urlai. Sembravo la mamma che non avevo mai avuto.
La mia mamma è la prova esatta per quale non riesco a innamorarmi.
Lei, che mi ha lasciata sola e senza una figura di riferimento per l'età futura.
Sapevo che quel giorno non sarebbe stato un giorno tranquillo.
Uno di quei giorni che scosti le tende per vedere se è bel tempo, che speri una buona colazione o che la tua giornata sia abbastanza buona, che arrivi a cena con il sorriso sulla faccia pensando in continuazione quanto fosse bella quella giornata.
La mia felicità è scappata.
Ha preso una valigia grigia e ha messo dentro le sue cose, ha sbattuto la porta per la fretta.
Avevo la testa basta.
Seguivo i suoni dei miei scarponi mescolandosi con le macchie del suono.
" Ei Nana ? Siamo arrivati, tieni – disse tirando fuori i biglietti dalla borsa – questi sono i tuoi ".
Erano duri.
O forse era la tristezza a renderli cosi.
Erano cosi pensati che il mio corpo ha dovuto fare leva su di esso per non far cadere il biglietto.
D'altronde sono umana anch’io.
Stronzate.
Si è umani solo quando vogliamo soffrire.
"Grazie Hachi " risposi " Ora vai a occupare i posti, io cercherò una sigaretta e dopo verrò da te "
" Certo Nana,se non sai dove trovarmi, guarda il numero del posto sul biglietto " disse indicandomi il numero sette sul biglietto.
Ancora con questo sette ?
Quando alzai la testa, vidi nana correre e sparire nella marea di gente che si precipitava all'apertura dei cancelli.
Tutto questo successo ?
Come lo spendi Ren ?
Lo usi solo per te ?
Un messaggio, un pensiero, ogni cosa di te mi sarebbe arrivata.
Ho aspettato più di un anno senza una risposta. Con lo sguardo cercai una panchina, dove sedermi,l'ha trovai subito. 
Il mio peso si lascio andare su di essa.
Ho cercato la felicità nelle piccole cose, ho iniziato a suonare la chitarra per uscire fuori dalla realtà che mi circondava,ho trovato un gruppo,ho trovato te.
Bastardo.
Acido.
Egoista.
Gentile.
Bello.
Unico.
Aspetti di te che nessuno, a parte me noterebbe.
Fermai un anziano signore per chiedergli una sigaretta.
Dalla tasca della giacca ne tirò fuori una. L'ho ringraziai felice.
Il suo sorriso mi ricorda te.
Una parte di te.
Quella parte in cui pensavi che dopo molti anni nella nostra convivenza avremo trovato un piccolo spazio di nulla dove nasconderci e vivere la nostra vecchiaia in felicità.
Avremmo dovuto invecchiare insieme.
Contare le rughe della nostra pelle e ridere di esse.
Vedere i capelli spengersi e accarezzarli più del dovuto.
Sarebbe stata una bella storia la nostra.
Ma si sa come è andata a finire,tu hai tutto.
Io avevo tutto.
Io avevo te.
Tu te ne sei andato.
Sono rimasta sola.
Per fortuna ho incontrato Nana, lei è gentile e si vede che ha sofferto anche lei.
Tutti portiamo un po’ di dolore della nostra vita,l'importante e non farlo capire a nessuno.
Il sole quel giorno urlò il suo ultimo raggio di sole e se ne andò a casa.
La notte piombò intorno a me come un terremoto silenzioso.
La cenere della sigaretta si reggeva a malapena.
Una parte di essa cadde sui miei pantaloni neri.
Ti ho desiderato troppo ?
Ti ho spremuto fino al midollo perché avevo paura che te ne andassi ?
Una parte di me mi dice che lo avrebbe fatto comunque.
Come se non avesse scelta.
Io avevo una scelta.
Mi avevi detto se volevo venire a Tokio con te.
Iniziare una nuova vita.
Trovare un lavoro.
Crescere dei figli.
Ho rinunciato, il più delle volte rinunciamo a cosa assurde.
Mi alzai. Spinsi le mie braccia sulla panchina e vacillai in avanti.
Rivolsi il mio sguardo a una vetrina e notai il mio riflesso.
Avevo il visto stanco, un po’ assonnato. Notai con gusto che quell'ammasso di gente di prima si era dissolta. Erano tutti dentro a sentire te. E pensare che prima fossi solo un bassista altezzoso.
Entrai e diedi il mio biglietto al controllore,lo strappò tra le mani.
M’indicò con il dito dove andare. Segui le sue indicazioni.
Mi trovai una fila di gente che urlava il tuo nome, il buio della sala era impenetrabile.
Un palco gigante si vedeva alla fine delle file.
Nana era lì davanti.
Ti avrei visto da vicino. Avrei rivisto la tua pelle e i tuoi occhi.
Sul proiettore apparvero i numeri che indicavano l'inizio del concerto.
Allo zero cominciai a vedere i volti dei membri.
C'eri tu.
C'era Reira.
Il mio sguardo s’incupì quando vidi lei. Bella,alta,bionda e grandi occhi.
Aveva occupato il mio posto. Lo sapevo.
Però qualche cosa mi spingeva a non odiarla.
Mi precipitai nelle prime file scansandomi delle persone urlanti di gioia.
Vidi Nana cercasi intorno. Aveva paura che non sia venuta.
Forse sarebbe stato meglio. Rimanere seduta sulla panchina a pensare a Ren.
Corsi vicino a lei e quando si girò fu sorpresa nel vedermi.
Alzai lo sguardo verso il palco. C'era Ren.
C'era Reira. C'era il mio cuore che pulsava e spaccava le ossa.

  
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