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Autore: Medea Astra    23/11/2011    2 recensioni
La notte prima dell'uccisione di Nevius, Zackar si trova a riflettere su come tutto sia nato. Cosa ha spinto una giovane donna avvenente e piena di speranze a condurre una vita da fuggiasca e a dover uccider per vivere? E' dipeso tutto da lei o è stato il fato a scegliere? A voi, miei posteri l'ardua sentenza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shitennou/Generali
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sbottonava la camicia piano, bottone per bottone, le piaceva vedere la sua pelle nuda dopo una giornata di intenso lavoro. Le sue unghie curate erano in netto contrasto con le macchie di fango che aveva addosso, eppure, cosa c’era in lei che non fosse in antitesi con tutto il resto? Era una donna giovane e bella, avrebbe potuto tranquillamente sposare un principe e viver serena come qualsiasi dama del suo rango ma lei no, lei aveva intrapreso una strada diversa. Aveva solo sedici anni quando il generale Kaspar le aveva messo gli occhi addosso, si era sentita lusingata dalle sua avances ma mai e poi mai avrebbe pensato che qualcosa nell’animo di quell’uomo dai modi tanto duri e scontrosi potesse essere sincero. Una sera però alla festa per l’incoronazione del principe Endymion l’aveva visto avvicinarsi, era pacato nei gesti ma sicuro di sé, la prese per mano e la condusse nel giardino. Sotto un albero di pesco si sedettero ed iniziarono a parlare come due vecchi e buoni amici, lui era spigliato e lei titubava un po’ nel rispondere nel vano tentativo di mascherare il rossore che man mano le tingeva le guance.
“Credete per caso che io non mi sia accorto della tua timidezza? Smettila di sfuggirmi, non ci riuscirai mai, io sono un predatore e tu sei il mio bottino di caccia, sei mia adesso e per sempre” disse lui un attimo prima di poggiare le sue labbra su quelle della giovane.
Lei scossa si staccò immediatamente restando a guardare i suoi occhi color ghiaccio. Era inebetita da ciò che era successo e principalmente dalle sue parole, lui credeva che lei fosse la sua preda? Si sbagliava di grosso quel povero illuso, per quanto bello potesse essere nessuno l’avrebbe mai sottomessa, lei era nata libera come il vento e tale sarebbe rimasta fino alla fine dei suoi giorni. Gli si avvicinò tremando e una volta raggiunte le sue labbra gliele morse con forza. Lui stranamente non fece una piega, leccò il sangue che gli colava e con uno sguardo malizioso la riportò alle sue camere.
Davanti la porta di quella che era la sua stanza da notte Zackar si avvicinò a Kaspar per dargli la buonanotte, convinta che lui se ne andasse, ancora una volta però i suoi piani non andarono in porto, lui la spinse dentro e velocemente si posizionò su di lei. L’aggressività selvaggia, quasi felina di qualche minuto prima era scomparsa, adesso sul suo viso tutto ciò che si leggeva era voglia di averla, fame del suo corpo, bisogno di lei. Quando la penetrò per la prima volta, asciugandole una lacrima che solitaria percorreva la sua guancia, a Zackar sembrò quasi di vedere amore negli occhi di quell’uomo. Si addormentarono stretti l’uno all’altra, senza parlare, consapevoli che quella notte li avrebbe uniti per sempre.
Zackar non lo vide per quasi una settimana, iniziò a dubitare che quello che era successo non fosse solo un gioco per lui, l’idea di essere stata uno strumento di piacere le faceva schifo, avrebbe preferito morire piuttosto che soddisfare i bassi istinti di un uomo che non l’amava. Arrabbiata con se stessa e con il destino si gettò sul letto affondando il viso tra i morbidi cuscini.
Un rumore improvviso la distolse dai suoi pensieri, qualcuno stava bussando alla porta, si alzò e lentamente andò ad aprire. Kaspar entrò in un baleno richiudendo la porta dietro di sé.
“Perché stai piangendo?” chiese come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Lei lo guardò allibita, come poteva piombare da lei e chiederle certe cose così scontate? Cosa credeva che fosse fatta di ferro? Non pensava che era una ragazza che aveva concesso il proprio corpo ad un uomo ben più grande di lei che non aveva più visto per oltre sette giorni?
“ Mi hai usata… mi hai solo usata per soddisfare le tue voglie, sei un porco, sei solo un lurido maiale ecco quel che sei..” gli urlò dandogli uno schiaffo.
Lui rimase calmo, si passò una mano sul viso poi, lentamente, la prese tra le braccia ed affondò il viso tra i suoi boccoli biondi.
“Sei solo una bambina viziata, se non sono venuto da te per tutto questo tempo è stato solo per proteggerti. Beryl mi ha convinto a star dalla sua parte, mi ha rivelato che Endymion si sbarazzerà dei suoi generali dopo il matrimonio. Ho già parlato con Jadeite e Nephrite, loro sono d’accordo con me, ci siamo alleati alla grande Metallia e partiremo stasera stesso. Le guardi di palazzo già mi cercano, io volevo solo lasciarti fuori da tutta questa storia.”
“ No, io non voglio lasciarti andare, non lo permetterò tu…”
“Zackar, se sono venuto qui da te è proprio per questo, non so stare senza di te, ci ho provato ma giuro che non ci riesco. Ogni notte senza te è stata un inferno, bramavo le tue labbra, i tuoi seni, le tue gambe strette al mio bacino… volevo te amore.”
“Mi hai chiamata a..a..amore” biascicò lei stupita.
“ Non importa come io ti chiami, io e te siamo destinati a star insieme, quel che ci lega è troppo forte. Ti prego Zackar, vieni con me, unisciti a noi Shitennou, potremo viver insieme per l’eternità.” I suoi occhi erano speranzosi, si vedeva tutto l’amore che provava per lei.
“ Si.. si amore, verrò con te”
Quella sera Zackar si fece trovare seduta sulla loro panchina. Kaspar arrivò seguito da Nephrite e Jadeite. In silenzio lei li seguì e da quel momento cominciò la sua nuova vita.
Con i tre uomini divenne donna, i suoi lineamenti si assottigliarono, i suoi seni s’ingrandirono e le gambe un tempo magre ed ossute divennero ben tornite. Era sicura di esser diventata ancor più bella di com’era da ragazza, aveva sentito più volte i commenti dei suoi compagni e di casto non avevano nulla. Con il passare del tempo il suo rapporto con Kaspar divenne ancor più intenso e quella che era nata come una sana amicizia con Jadeite e Nephrite, divenne una spietata competizione.
Quel giorno la sua rivalità con Nephrite aveva toccato l’apice. Avevano tentato di uccidersi a vicenda e lei era stata ferita al viso. Sperava che un bagno caldo calmasse i suoi nervi. S’immerse nell’acqua bollente ed aspettò che si raffreddasse un po’. Non poteva crederci, quell’idiota aveva tentato di ucciderla, se Kaspar fosse venuto a conoscenza di quel che era successo, sicuramente il suo rivale sarebbe morto tra atroci tormenti.
Stava passando la spugna carica di schiuma sulle sue gambe quando d’un tratto le apparve davanti il suo compagno. Nonostante tutti gli anni trascorsi insieme si stupiva ogni volta di quanto fosse bello. Spesso le capitava di sentirsi inadatta a lui, troppo poco attraente per lui, troppo poco intelligente, troppo giovane, troppo Zackar…
Gli occhi dell’uomo percorsero ogni centimetro del suo corpo indugiando sui suoi seni. Le si avvicinò e prendendole la spugna dalle mani iniziò a massaggiarla.
“ Ho saputo di te e Nephrite. E’ stato lui a farti quel segno sul viso?”
Lei tentò di coprirsi il viso, si vergognava ad ammettere di esser stata colta alla sprovvista e soprattutto di essersi lasciata ferire da quello che considerava un inetto.
“S..s..si!” disse infine con le spalle al muro.
“ La pagherà cara- sibilò lui tra i denti- la pagherà molto cara”.
In quel momento Zackar pensò alle punizioni che avrebbe potuto infliggere a Nephrite, nessuna le pareva all’altezza di lavare l’onta subita. Ne andava del suo orgoglio e avrebbe lavato tutto con il sangue, anche se fosse stata l’ultima azione della sua vita.
“Voglio che muoia, voglio che quella sciocca ragazzina  terrestre assista alla sua morte “
“ Sei ancora così ingenua mio piccolo fiore profumato, non deve morire, deve essere costretto a scegliere tra la sua vita e quella della ragazzina. Voglio che in ogni caso soffra. Se la ama veramente morirà, se sta solo giocando ce la consegnerà senza rifletterci due volte e noi avremo di che divertirci uccidendolo ugualmente. Pensa che bello potergli dire che ha sacrificato un’innocente invano. Immagina il suo viso deformato dalla paura, sono certo che se la farà sotto.”
“Amore sei così geniale… sei semplicemente straordinario” disse lei gettandogli le bracci al collo.
Lui le baciò il collo. Nessuno poteva toccare Zackar, lei era la sua donna e l’avrebbe difesa a costo della sua stessa vita. Se l’era promesso quella notte di tanti anni prima, quella in cui aveva giurato a Beryl eterna fedeltà, non avrebbe mai tradito la sua regina, l’avrebbe difesa fino all’ultimo respiro, a tutti i costi, ma la sua donna era intoccabile, per lei avrebbe rotto qualsiasi patto. Lei era la cosa più importante che avesse anzi, a ben pensarci era l’unica cosa che aveva, l’ultimo e sottilissimo filo che lo legava alla realtà.
“ Per te tutto Zackar, domani uccideremo quel traditore e poi tutto il potere sarà nostro, quando vinceremo la battaglia contro le Inner Senshi ho deciso di ritirarmi a vita privata, allenerò nuovi guerrieri affinchè diventino generali ma non scenderò più in battaglia, non metterò più a repentaglio la mia vita. Torneremo a casa amore, torneremo dove tutto è cominciato, finalmente liberi e lì ti renderò mia per sempre!”
“ Kaspar tu…t..tu vuoi.. vuoi?”
“Si amore, voglio sposarti e renderti madre di quello che sarà il più grande Shitennou di tutti i tempi.”
Lei lo baciò dolcemente, non riusciva nemmeno a pronunciare la sola sillaba che aspettava di dover dire da anni. Lui capì e la strinse forte contro il suo petto proprio come aveva fatto la sera del loro primo incontro.
La preda e il predatore sarebbero stati insieme per sempre, adesso ne avevano la certezza.
 
 
   
 
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