Anime & Manga > Kenshiro / Hokuto no Ken
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Autore: DiKey    23/11/2011    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se lo scontro tra Kenshiro e Raoh avesse avuto un finale differente? Bastano pochi secondi per cambiare la storia, per far andare a vuoto un pugno. Questa storia racconta quello che sarebbe potuto succedere se il conquistatore del cielo non avesse perso la vita nello scontro finale.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Raul
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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What If-1 Lin stringeva il corpo senza vita di Yuria ed osservava lo scontro tra Ken e suo fratello Raoh. Era stupita, perchè per quanto lo scontro fosse stato brutale, tale che entrambi (forse per la prima volta) avevano dato fondo alle loro capacità e usato le loro migliori mosse, non c'era odio nei loro pugni.
Raoh quasi sorrideva, i suoi occhi non mostrano nè paura nè esitazione

"Va bene allora. Dato che siamo arrivati a questo ti distruggerò concentrando tutta la mia energia vitale nel mio pugno."

Raoh alzò le braccia al cielo, mentre il suo Ki, palpabile e feroce, spariva

"Ecco il pugno che contiene tutta la mia anima!"

Raoh si mise in posizione, Ken scattò in avanti..

tum

un suono debolissimo, ma Lin riuscì a sentirlo. Non poteva crederci, e poggiò l'orecchio sullo sterno di Yuria. Non era più fredda

tum-tum

il suo cuore batteva ancora!

Raoh alzò il pugno verso il cielo, Ken fece roteare il suo dal basso...

"KEEEN!! La signorina Yuria è viva!!"

fu un attimo di esitazione, solo un attimo, ma il ki di Kenshiro svanì nel nulla, la sua concentrazione spezzata ed il pugno che colpì suo fratello Raoh era privo di forza.
In quel momento, il pugno di Raoh calò seguito da un rombo e fu come se la terra stessa si fosse aperta: pezzi di roccia e sabbia volarono qua e là formando una nube che nascose i due alla vista.
Yuria aveva appena riaperto gli occhi, mentre Lin e Bart non riuscivano a chiuderli

"K..Ken..." mormorò Yuria

"KEEEN!"

Il polverone sollevato dal pugno di Raoh venne dissipato dal vento, rivelando un buco nel terreno simile per forma ed aspetto ad un cratere. Ed al centro di quel cratere c'erano Raoh e Kenshiro, ancora in piedi. Il pugno di Ken era poggiato sul petto di Raoh mentre quello del Ken-Oh l'aveva mancato, passando sopra la spalla del fratello minore.
Ma come era possibile? Neanche un dilettante avrebbe mancato il bersaglio a quella distanza, figurarsi quindi Raoh, l'uomo che stringeva nella mano il cielo stesso.
Questo voleva dire una sola cosa: Raoh aveva mancato il colpo di proposito.
Kenshiro non capiva, non ci riusciva. Guardava Yuria ancora viva, la donna che credeva di aver perso per sempre, e poi guardava suo fratello negli occhi. Raoh sorrideva. Ma perchè non lo aveva colpito nell'attimo in cui si era distratto? Perchè si era lasciato sfuggire una tale occasione di vincere la battaglia che per lui era la più importante di tutte?

"Raoh...perchè?"

"Fratellino, questo mondo ha bisogno che Hokuto e Nanto stiano insieme per poter costruire una pace duratura. Una vera pace che ponga fine al caos una volta per sempre e non solo per qualche tempo. E Yuria non sarebbe mai stata mia: il cielo aveva deciso fin dall'inizio che il suo destino era legato a te."

Senza che nemmeno lui se ne accorgesse, le lacrime iniziarono a bagnare il viso di Kenshiro

"Tu ti saresti lasciato uccidere per fermare questo crescendo di violenza...eri pronto a sacrificarti, a sacrificare la tua ambizione."

Raoh guardò Kenshiro sprezzante

"Non hai capito un bel niente fratellino. Non ho interesse a governare su un mondo in pace, ho in mente un altro posto dove far vivere la mia leggenda! Ed ora va' da lei, che cosa aspetti?"

Raoh spinse violentemente Kenshiro verso Yuria, mentre Re Nero si avvicinò al Re di Hokuto, quasi stesse controllando le sue condizioni. Raoh accarezzò il muso dell'animale e gli salì in groppa, lo spronò e l'animale s'impennò nitrendo

"Yuria! Vivrai ancora qualche anno...vivi in pace e sii felice con Kenshiro!
E tu, fratellino, da oggi tutto quello che apparteneva al Re di Hokuto appartiene a te! Successore dell'Hokuto Shinken, quando tornerò qui voglio trovare quella pace per cui hai tanto lottato, osando addirittura incrociare i pugni con il Dominatore del Cielo! Non deludere tuo fratello maggiore e vivi come ci si aspetta dal successore dell'Hokuto Shinken!"

Raoh spronò l'animale che iniziò a muoversi al passo, lasciandosi alle spalle Kenshiro e Yuria.

"Re Nero...sai bene dove dobbiamo dirigerci!"

Quando suo fratello maggiore svanì all'orizzonte Ken stringeva ancora Yuria, mentre Bart non riusciva a capire del tutto quello che era successo

"Quindi..chi ha vinto?" Chiese incrociando le braccia dietro la testa

Kenshiro non gli rispose. Guardò lo stesso orizzonte da cui Raoh era scomparso, mormorando qualcosa.

"Sono onorato di chiamarti fratello...Raoh."

***

"Hwooo!"

Kaioh distese la mano emanando un raggio di ki che travolse i Demoni che aveva di fronte. Questi si contorcevano mentre le loro ossa si spezzavano ed il sangue schizzava con innaturale violenza fuori dalle loro vene, finchè rimaneva solo una macchia di sangue e budella sulla terra nera a ricordare della loro esistenza. Il ki usciva fuori dalla sua armatura come demoniaco fumo rosso e poco per volte il metallo della sua armatura cominciò ad incrinarsi.
Si guardò le mani che tremavano. Ma non di paura: lui, Kaioh, non ha paura di niente, non può nemmeno provarla la paura.
No, questo tremolio era un tremolio di eccitazione.
Hyo colpì tre demoni con una rapida serie di colpi diretti ai loro punti di pressione, e gli diede le spalle

"Fratello, cosa succede?"

"dovresti preoccuparti di quello che succederà a te piuttosto!"

I demoni saltarono verso Hyo brandendo le loro armi, ma Hyo non si scompose.

"State zitti, idioti. Non avete capito che siete già morti?"

Il Generale si limitò ad alzare il mantello per proteggersi dai pezzi di corpo che venivano schizzati qua e là, senza togliere l'attezione dall'uomo che considerava un fratello.
Kaioh iniziò a ridere e guardò verso il cielo, verso l'orsa maggiore che brillava fiera e forte. Sollevò la mano destra, e scagliò verso le sette stelle il suo attacco più potente, una colonna di ki rosso che sembrò oscurare il cielo e le stelle

"Il destino di Hokuto, il destino di Hokuto! Satana mi ha messo di fronte un'altra prova!
E' giunto il momento in cui l'Hokuto Ryuken trionferà!"

Ma non si era accorto che il vento aveva già disperso il suo colpo.

***

C'era una sola nave, un solo uomo disposto ad andare al di là del mare, lì nella terra dei demoni dove nessuno provava neanche ad avvicinarsi. Ci voleva lui per andare dall'altra parte, un pirata. Quando Raoh scese da cavallo, avvolto nel suo mantello, due persone gli andarono incontro.

"Akashachi, la mia nave è pronta?"

il pirata si tolse il cappello in segno di saluto di fronte all'uomo che più di tutti rispettava.

"Pronta a salpare!" gli disse ridendo, pieno di felicità. Era giunto il momento che aveva aspettato da tanto. Dalla cabina del capitano uscì fuori un ragazzino di tredici anni urlando

"E' arrivato il Re! E' arrivato il Re!

Tutto l'equipaggio salì in coperta al richiamo di Shachi, il figlio del capitano. Tutti volevano guardare l'uomo nel quale avevano riposto i propri sogni e speranze.
Il re sorrise e poggiò la sua enorme mano sulla testa del ragazzino, scompigliandogli i capelli

"Sei cresciuto bene. Sei quasi un uomo ormai. Ma il titolo di Re, non mi appartiene più."

Akashachi rise ed agitò la mano destra come se facendo vento potesse spazzare via queste parole di Raoh

"Sciocchezze, un re non è fatto da un trono o da una corona. Lei resterà sempre il nostro Grande Re! Siamo pronti a salpare!" 

Tutto l'equipaggio rispose esultando.
Raoh annuì soddisfatto lottando per nascondere il sorriso che stava per disegnarsi sul suo volto ed incrociò le braccia osservando il mare. Questo era il momento di tenere fede alla sua promessa. I lunghi capelli castani della ragazza che gli si strinse al fianco vennero mossi dal vento, ma Raoh continuava a guardare fisso il mare, come se il suo sguardo potesse vedere oltre quella pericolosa distesa di acqua salata.

"Reina, è giunto il momento che tu e tuo fratello avete tanto aspettato. La nostra terra ci aspetta"

Reina si limitò ad annuire, mentre il sole sorgeva illuminando di rosso il mare.
   
 
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