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Autore: Circe    23/11/2011    8 recensioni
Istanti che seguono l’entrata di Bellatrix a far parte della cerchia dei Mangiamorte. La nascita definitiva del suo amore passionale, prepotente e un po’ malato per il Signore Oscuro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Il Marchio Nero

Ero sdraiata, anzi, abbandonata sulle lenzuola del mio letto.

Era buio intorno, e dalle finestre aperte sentivo il vento tiepido della notte accarezzarmi delicatamente la pelle nuda del viso, delle braccia e delle gambe. Era discreto e piacevole, tanto da non smuovere nemmeno i pizzi del vestito; muoveva soltanto vagamente alcuni fili di capelli sul cuscino.

Era buio attorno, vero, ma tenevo ugualmente gli occhi chiusi, ferma, immobile, affinavo i sensi, sentivo il profumo della notte attraverso quel vento onnipresente: portava il sapore selvaggio della natura fra i boschi.

Quel sapore di natura, fredda, umida, notturna, mi ricordava sempre lui: un volo nel vento, un volo di morte.

Mi sentivo enormemente sola in quella stanza, il tempo scandito semplicemente dal levarsi della luna sempre più in alto nel cielo. Sembrava stesse penetrando silenziosa nella camera rendendo latmosfera più magica che mai.

Ero ancora eccitata e, allo stesso tempo, spossata a causa di ciò che avevo fatto, e da quello che mi aveva donato.

Sentivo la novità come unidea vaga, ma presente, qualcosa che mi riempiva di esaltazione serpeggiante, qualcosa che mi faceva sentire prepotentemente sola, ma anche straordinariamente libera.

Una sensazione che non mi spaventava, ma mi eccitava sempre più, facendomi sentire completamente persa nel suo potere, nella sua forza e magia.

Persa in balia della sua oscurità, e potente come non mai.

Ero sua. E sorridevo, nel buio, a quella consapevolezza.

Aprivo gli occhi solo per contemplare il Marchio Nero tatuato sul braccio. Mi incantavo a guardarlo: risplendeva di un nero giaietto in contrasto con la luce della luna, diventava sempre più nero man mano che essa saliva nel cielo, illuminando la terra.

La cerimonia della mezzanotte era finita da poco, durante quellora la mia iniziazione aveva avuto luogo nelloscurità e nel fuoco, sotto un albero di noce, lo stesso legno della mia bacchetta. Nulla era stato lasciato al caso: il potere doveva essere forte nel mio corpo, devastante per la mia anima.

Ora mi sentivo stanca ed ero provata, ma nulla mi avrebbe distolto dal guardare incessantemente il teschio col serpente impresso sulla mia pelle nuda.

Resterà per sempre lì, senza che possa mai abbandonarmi, senza che possa mai cancellarsi.

Il Marchio Nero mi stava riempiendo la vita di qualcosa di nuovo, già da quel momento iniziava la sua magia, scavandomi lanima dallinterno, come se fosse entrato dentro di me, senza limitarsi a rimanere sulla superficie del mio corpo.

Bruciava ancora tremendamente; quella sensazione di dolore non mi abbandonava mai, restava lì, perenne, e mi ricordava lui, lo avrebbe fatto per giorni e giorni a venire.

Dolore misto al piacere di possederlo.

Il piacere non mi avrebbe abbandonata mai.

Mai.

Chiudevo ancora gli occhi, per ricordarlo davanti a me mentre, durante il rituale, mi toccava e sfiorava la pelle e la carne con maestria ed innegabile crudeltà.

Dal dolore profondo del suo Marchio su di me, sembrava scaturire il mio più profondo amore.

Intanto la luna penetrava letteralmente dentro la grande stanza, illuminando le lenzuola e tutto il mio corpo adorante.

Era la prima volta che mi sentivo così delirante e fragile.

Tenevo gli occhi chiusi, volevo sentire il suo odore sul mio braccio e lo avvicinavo sempre di più a me. Mentre sospiravo, strofinando delicatamente col viso le lenzuola di lino nere, sentivo il desiderio accrescersi lentamente lungo la pelle di tutto il corpo. Allungavo le membra verso il Marchio: era lui con me, dentro di me, sempre. La sua immagine, personificata da quel tatuaggio, iniziava a prendere risvolti meno vaghi e più netti, forti e chiari nella mia mente.

Era la purezza infinita, mischiata a unindecenza indiavolata.

A tutti quei segnali infuocati le mie labbra hanno iniziato, quasi divelte dalla mia volontà conscia, a sfiorare il Marchio, con un fremito di terrore ed emozione al tocco.

Era davvero mio.

Il calore si sprigionava potente e velocemente dentro me.

Assaporavo quel tatuaggio sul mio braccio con tutta la passione di cui ero capace.

Muovendo le gambe sul lino fresco e leggero, iniziavo a baciare quel simbolo tanto bramato, quasi come se fosse lui, il mio maestro, il mio nuovo Signore.

Era strano, mi sentivo quasi febbricitante.

Il vento mi accarezzava la pelle, ancora più avvolgente di prima, e io scoprivo parte delle cosce dal vestito leggero adagiato con me sulle lenzuola.

Con un semplice e languido tocco della mano destra, mi accarezzavo la pelle ovunque, come faceva il vento.

Pensare a lui mi faceva fremere di vibrante eccitazione, sentire il suo elemento su di me mi dava la sensazione che lui mi sfiorasse di continuo: il suo volo freddo nella notte.

Baciare così appassionatamente il Marchio Nero, segreto e oscuro segno di lui sul mio corpo, mi dava un desiderio fisico straripante.

Non volevo fermarmi né fermare quelle sensazioni.

Era un sacrilegio pensare a lui, proprio a lui, in certi momenti, ma questo segreto mi esaltava ancora di più.

Facevo crescere in me quel piacere ogni istante.

Improvvisamente, quasi come se sapesse, mentre lo baciavo con passione e languore, ho sentito bruciare più forte il Marchio sulla pelle, tanto da percepire quel bruciare sin sulle labbra e sulla lingua.

È stato in quellattimo che, più improvvisamente che mai, ho raggiunto lapice del piacere. Un piacere intenso e violento come non mi era mai capitato di sentire prima di allora.

Ero quasi sorpresa. Estasiata.

Era stato un momento di pura follia e mi era piaciuto da morire. Era terminato troppo presto, sfinendomi, riducendomi a guardare lungamente, ancora intontita, la luce della luna che fendeva il buio e illuminava il mio vestito scomposto sulla pelle nuda delle cosce.

Quella notte lui era entrato in me attraverso il Marchio, e mi aveva donato quelle sensazioni voluttuose e infuocate al tempo stesso.

Rosse di fuoco, nere di oscurità, misteriose come la luna.

Le ho ripetute e ricercate in continuazione quelle sensazioni, notte dopo notte, per tutte le notti a venire.

Non potevo più smettere di pensare e sentire lui, lo desideravo, lo bramavo fortemente, lo facevo con una violenza a me sconosciuta, che diventava sempre più devastante e terribile.

E mi piaceva e consumava ogni notte di più.

 

…………………………….........

Note:

Questa ff l’ho scritta per il contest a turni “Coppa delle case” di Aras. Gareggiavo per la casa Serpeverde e la ff si è classificata prima (insieme ad altre ff del contest stesso).

   
 
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