Avevo scritto la storia per un contest a turni... purtroppo, vista la scarsità di partecipanti, è stato chiuso prima di cominciare. :(
Prompt e personaggio erano dati: Tom Riddle, Amore.
Rilleggendola dopo qualche
mese non mi sembra più incisiva come quando l'ho scritta...
Ma visto che rappresenta il mio primo tentativo di usare Tom come
personaggio ho deciso di postarla lo stesso per sapere cose ne
pensate... ^^
Broken
Quando
aveva sette anni, Tom Riddle aveva conosciuto Arlinda.
Una
bambina bellissima. I capelli color dell'oro, la pelle quasi
trasparente come quella di lui. Gli
occhi di una sfumatura magnifica di azzurro.
Appena
l'aveva vista aveva capito di volerla tutta per sé.
Poi
lei si era avvicinata a lui.
Non
lo evitava come facevano tutti gli altri - adulti e bambini -,
considerandolo una malattia contagiosa. Non lo guardava di sottecchi,
terrorizzata, come si farebbe con un mostro.
L'adorazione
di Tom aveva toccato le stelle.
Nei
lunghi giorni vuoti all'orfanotrofio si sedevano semplicemente
vicini, senza dire molto, e guardavano fuori dalle finestre polverose
immaginando ciascuno un altro mondo.
Lei,
un piccolo angelo biondo.
Lui,
più simile a un vampiro, tanto era pallido e accigliato.
Così
diversi... ma la bambina aveva compiuto la più grande delle
magie,
quella di imparare istintivamente come stargli accanto.
Quando
infine Tom aveva raccolto abbastanza coraggio per dichiararsi con
lei, circa sei mesi dopo il loro primo incontro, con un malconcio
mazzolino di viole strappate dal minuscolo giardino privato della
direttrice, però, non l'aveva più trovata.
"Arlinda
è stata adottata, non abita più qui."
Tutto
quello che gli era concesso di sapere.
Poi
la donna corpulenta davanti a lui aveva visto cosa teneva in mano e
l'aveva punito per il suo furto.
In preda ad una rabbia cieca eppure
controllata, il ragazzino aveva fatto a pezzi uno ad uno quei piccoli
fiori delicati, davanti agli occhi basiti della direttrice.
Mentre
veniva rinchiuso nel gelido stanzino buio dove avrebbe dovuto passare
l'intera notte, non un suono era uscito dalle sue labbra esangui.
Non
gli importava nulla di ciò che succedeva intorno a lui.
Aveva
solo imparato l'ennesima lezione di vita, nel modo più duro.
L'amore
non fa altro che male.
Da
allora, Tom Riddle non aveva più raccolto viole per nessun
essere
vivente, e non si era più fatto avvicinare da nessuno.
La
sua natura di solitario si era compiuta.
La
sua fortezza di silenzio e terrore aveva eretto l'ultimo bastione.
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Il personaggio di Arlinda è una mia invenzione. Ho voluto immaginare un unico, singolo momento di bontà (se così si può chiamare, vista la sua connotazione forte di possesso ed esclusività) del piccolo Tom. Della serie "anche i peggiori hanno avuto una chance..." ^^