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Autore: Sunny_Blue    24/11/2011    3 recensioni
A soli sette anni, Tom Riddle aveva dovuto imparare dalla vita l'ennesima lezione: l'amore fa male. Non l'avrebbe mai più dimenticato...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Broken

Avevo scritto la storia per un contest a turni... purtroppo, vista la scarsità di partecipanti, è stato chiuso prima di cominciare. :(

Prompt e personaggio erano dati: Tom Riddle, Amore.

Rilleggendola dopo qualche mese non mi sembra più incisiva come quando l'ho scritta...
Ma visto che rappresenta il mio primo tentativo di usare Tom come personaggio ho deciso di postarla lo stesso per sapere cose ne pensate... ^^



Broken




Londra, 1934


Quando aveva sette anni, Tom Riddle aveva conosciuto Arlinda.
Una bambina bellissima. I capelli color dell'oro, la pelle quasi trasparente come quella di lui. Gli occhi di una sfumatura magnifica di azzurro.
Appena l'aveva vista aveva capito di volerla tutta per sé.


Poi lei si era avvicinata a lui.
Non lo evitava come facevano tutti gli altri - adulti e bambini -, considerandolo una malattia contagiosa. Non lo guardava di sottecchi, terrorizzata, come si farebbe con un mostro.
L'adorazione di Tom aveva toccato le stelle.


Nei lunghi giorni vuoti all'orfanotrofio si sedevano semplicemente vicini, senza dire molto, e guardavano fuori dalle finestre polverose immaginando ciascuno un altro mondo.
Lei, un piccolo angelo biondo.
Lui, più simile a un vampiro, tanto era pallido e accigliato.
Così diversi... ma la bambina aveva compiuto la più grande delle magie, quella di imparare istintivamente come stargli accanto.


Quando infine Tom aveva raccolto abbastanza coraggio per dichiararsi con lei, circa sei mesi dopo il loro primo incontro, con un malconcio mazzolino di viole strappate dal minuscolo giardino privato della direttrice, però, non l'aveva più trovata.
"Arlinda è stata adottata, non abita più qui."
Tutto quello che gli era concesso di sapere.
Poi la donna corpulenta davanti a lui aveva visto cosa teneva in mano e l'aveva punito per il suo furto. 
In preda ad una rabbia cieca eppure controllata, il ragazzino aveva fatto a pezzi uno ad uno quei piccoli fiori delicati, davanti agli occhi basiti della direttrice.
Mentre veniva rinchiuso nel gelido stanzino buio dove avrebbe dovuto passare l'intera notte, non un suono era uscito dalle sue labbra esangui.
Non gli importava nulla di ciò che succedeva intorno a lui.
Aveva solo imparato l'ennesima lezione di vita, nel modo più duro.
L'amore non fa altro che male.


Da allora, Tom Riddle non aveva più raccolto viole per nessun essere vivente, e non si era più fatto avvicinare da nessuno.
La sua natura di solitario si era compiuta.
La sua fortezza di silenzio e terrore aveva eretto l'ultimo bastione.

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Il personaggio di Arlinda è una mia invenzione. Ho voluto immaginare un unico, singolo momento di bontà (se così si può chiamare, vista la sua connotazione forte di possesso ed esclusività) del piccolo Tom. Della serie "anche i peggiori hanno avuto una chance..." ^^ 

   
 
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