L’INIZIO

Ginny stava scrivendo il suo tema per Incantesimo, ma ogni tanto sbirciava fuori dalla finestra per vedere come il sole, quella mattina, splendeva felicemente. In quel momento vide sentì le urla possenti dei tifosi – qualcuno deve aver segnato, speriamo sia Grifondoro- pensò tra se e se sospirando. Lei era sola soletta in Sala Grande, -decisamente grande o forse anche troppo- pensò di nuovo –soprattutto quando non ‘è nessuno … -.
Tutti erano ad assistere la prima partita dell’anno, e Ginny sarebbe dovuta essere a giocare con tutta la sua squadra, ma proprio non se la sentiva … Erano troppe le ragazze che, soprattutto quell’anno, facevano la corte ad Harry, suo unico pallino, sebbene avesse avuto ben altri 3 ragazzi … E poi l’atteggiamento di Harry la infastidiva molto: troppe volte le abbordava con la scusa di essere “ il prescelto”.
- Ma basta pensare a lui! Io devo finire questo tema per la Mc Granit! – Prese in mano la sua piuma e riprese a scrivere.

Anche tra le tribune c’era qualcuno che si stava annoiando. Era certamente infastidito dai commenti -di parte- di Lee, la sua squadra stava perdendo e Harry Potter si sbeffeggiava sulla sua scopa.
- Basta, me ne vado!- disse e si alzò in piedi. Altri due cercarono di imitarlo, ma lui si voltò e li fulminò con lo sguardo, voleva stare da solo.
Si diresse dentro il castello, passò davanti alla sala grande e lì la vide: una piccola ragazzina dei capelli lisci, rossi, lunghi e tirati da una parte, lasciando scoperto una parte del delicato collo, coperto di lentiggini. Per un attimo pensò di continuare a camminare per la sua strada, ma qualcosa lo fermò e lo spinse ad avvicinarsi a lei.

Sentì dei passi, ma non si curò di vedere chi fosse.

Piano piano si avvicinò e, quando fu abbastanza vicino, gli sussurrò all’orecchio: “ perché non sei a vedere la partita, Weasley?”

Appena senti il suono di quella sua voce, si pietrificò. Gli rispose senza guardarlo in faccia: “ non ne avevo voglia! ”. Sentì un leggerò movimento e capì che lui si era appena messo a sedere sulla sua panca, ma cercò di ignorarlo. Lui però insistette con le sue domande: “ E perché sei qui sola soletta?” “ meglio soli che male accompagnati” – sperò che abbia capito che il commento era riferito a lui – ma lui insistette: “ e io sarei una cattiva compagnia?”. Ginny aveva proprio esaurito la sua pazienza, si voltò per risponder gli a tono, ma nello stesso istante che si girò, i loro occhi si incrociarono – erano davvero molto vicini- e lei rimase ipnotizzata. Non aveva mai notato gli occhi cerulei di lui, così belli e così enigmatici. Lui le sorrise ed entrambi rimasero in silenzio.

E proprio così che cominciò la storia: per caso e in segreto tutto ebbe inizio e per caso e in segreto tutto si finirà …