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Autore: Portos    24/11/2011    3 recensioni
Sono passati vent'anni dalla morte di Freddie. I loro colleghi hanno deciso di ricordarlo in questo modo...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Who?

 

Tra le mani si era trovato quel biglietto.

Roger lo rigirò tra le mani. La carta era sottile e ingiallita.

Curiosamente lo aveva trovato nella tasca della giacca nera, quella elegante che metteva solitamente nelle grandi occasioni

Quel biglietto poteva trattarsi di qualsiasi cosa, un vecchio appunto, un numero di telefono.

Preso dalla curiosità, con delicatezza lo aprì.

Ehi! Non sono abituato a scrivere certi frasari, ma fa niente. Ricordi la partita, l'ultima partita di scarabeo che abbiamo fatto insieme? L'hai vinta tu, Roger. Non volendo ammettere la mia “cosiddetta sconfitta”.

Lo so, tanto starai ghignando, come tuo solito poiché ti conosco come le mie tasche, amore.

Te l'ho nascosto, in modo che non lo trovassi tanto facilmente...

Ad ogni modo, salutami John e Brian.

Anche se detesto ammetterlo, mi mancherete e lo stesso vale a tutti i miei adorati! Senza dimenticare i gatti! Oh, basta adesso! Sto diventando noioso, adesso devo andare...

P.s. Non leggere il biglietto! Oddio che vergogna. Amore, non leggerlo...(tanto lo so che ti dà fastidio essere chiamato “amore” ma l'ho usato apposta!) purtroppo il tempo, sta scandendo in fretta.

Ciao Freddie.”

 

Non poteva credere, a quello che aveva appena letto, Roger rimase a fissare il bigliettino, come sotto shock.

Come puoi dire addio, ad persona che conosci da quando eri un ragazzo?

Voi formavate la compagnia più sgangherata di tutta Londra, avete girare mezzo mondo, passando a le giornate a litigare per ogni singola nota, o a giocare a scarabeo o facendo cose pazze, le quali potete solo voi combinare?

Semplicemente non si può.

E fino all’ultimo aveva sperato che non si trattasse di quello, di quella malattia divorante, che se può ti prende anche l’anima.

Ma Freddie, a suo modo lo aveva trovato, il modo.

Non diretto, come il suo solito fare ma pacato e quasi in punta di piedi.

Roger richiuse con cura il biglietto, ignorando il nodo allo stomaco e salutò velocemente sua moglie, Sarina.

Indossò il soprabito ed uscì.

Non appena messo un piede fuori, il povero batterista venne investito da una folata di vento gelido.

“E che cazzo!” esclamò Roger rientrando sull’uscio di casa.

Ripartì solo un minuto buono dopo, con il bavero alzato e il soprabito chiuso sino all'ultimo bottone.

La serata si preannunciava nuvolosa e umida.

Spesse nuvole scure, ricoprivano il cielo impedendo di vedere la luna, una fredda brezza girava, infilandosi fra le vie e gli stretti cunicoli londinesi.

Roger scosse la testa, ebbe la tentazione di restarsene a casa al calduccio.

Poi si riscosse.

Non poteva mancare.

Quindi con passo deciso, affrontò l'ariaccia fredda.

Per strada, i pochi passanti affrettavano il passo, chiudendosi nelle giacche cercando di tornare a casa.

Roger si incamminò.

John e Brian lo stavano aspettavano in un pub, poco lontano.

 

“Oh, eccoti qui!” esclamò Brian, alzandosi dalla sedia.

Venne incontro a Roger.

“Oh Rog, sei congelato! Avevi voglia di passare la notte con i pesci nel Tamigi?” commentò ironico Brian.

Il batterista lo fulminò con lo sguardo.

John nel frattempo si era alzato anche lui. Non pareva essere cambiato molto, a parte i capelli più corti diventati color argento.

“Ciao Deaks” mormorò Roger, un po' sorpreso.

“Ciao Roger”

“Dove diavolo sei finito in tutti questi anni?” domandò Roger, alzando un sopracciglio.

“Sono ancora nel giro degli affari” rispose John, con una stretta di spalle.

John si mise a ridere. Poi i due ex compagni si diedero un breve abbraccio.

“Bene, bene”

Brian, John e Roger tornarono al tavolo.

Ordinarono qualcosa.

Tutti e tre tacevano, in un silenzio imbarazzato.

Il batterista fece scivolare una mano nella tasca della giacca, tirando fuori il biglietto. Prendendo l'iniziativa per primo.

“Ragazzi, guardate cosa ho trovato” disse semplicemente.

Lo posò sul tavolo.

John lo prese in mano. E cominciò a leggerlo, mano a mano la voce cominciò ad incrinarglisi.

Brian aprì la bocca alquanto stupefatto.

“Non ci posso credere!” esclamò John, posando il biglietto.

“Allora noi gli ricambieremo il favore” disse Brian in tono solenne.

“Oggi sono vent'anni che se ne è andato”

“Però, ti immagini lui a 65 anni che ti chiama ancora “dolcezza”?” commentò John con un sorriso amaro.

“Infatti nel biglietto, chiama Rog “amore”, mah”aggiunse Brian, scuotendo i riccioli bianchi.

“Tacete voi due” disse Roger imbarazzato. Quasi si cominciava a pentire di averglielo dato da leggere...

“Mi manca ancora, molto lo sapete?” ammise John.

“Anche a noi”

Dopo che il cameriere ebbe servito i tre.

Brian May, John Deacon e Roger Taylor alzarono i bicchieri.

“A Freddie Mercury, amante della vita e della musica”

I bicchieri tintinnarono tra loro.

Anche se i Queen, non ci sarebbero più stati, loro avevano voluto lo stesso ricordarlo così.

 

Roger s'abbandonò contro lo schienale della sedia, sentiva il cuore più leggero, un sorriso gli animava le labbra.

Voltò la testa, osservando la strada.

John e Brian chiacchieravano del più e del meno, tranquillamente.

Roger si ritrovò a pensare, che forse Freddie ne sarebbe stato felice, ma chissà ora a chi diavolo stesse tormentando con i suoi orrendi nomignoli, da qualche parte...rigirò il bicchiere tra le dita.

“Sa, che avete da dirmi, vecchiacci?” disse Roger voltandosi.

“Quello sarai tu!” replicò John puntò sul vivo.

“Ha ragione Deaks, non siamo mica antidiluviani!” aggiunse Brian. In quel momento se avesse avuto la Red Special in mano lo avrebbe inseguito con quello.

“Però siamo invecchiati, abbiamo figli tanti figli!”
“Compreso il Rog, ma non è riuscito a batterti!” rise Brian

“Ne ho cinque, e allora?”
“E Freddie cosa avrebbe avuto?”

“Una marea di gatti!”

“Ricordo quando pubblicò l'album di Mr Bad Guys, oltre che a ringraziare noi, per non aver interferito, disse anche che lo avrebbe dedicato a chiunque amasse i gatti come lui e il resto del mondo si sarebbe fottuto, molto elegante...” raccontò Brian.

“Non c'era alcun bisogno di raccontarlo, grazie” lo stoppò John.

“Ma io stavo solo dicendo...”

“Che noia!” esclamò Roger.

Brian gli sibilò di stare zitto, ma John era troppo occupato a ridere.

 

Uscirono verso le undici.

La luna finalmente splendeva serena.

Roger tirò di nuovo fuori il biglietto. Lo rilesse una seconda volta.

Poi lo ripose nella tasca.

Girò la testa per un attimo, osservando la strada.

Di nuovo il nodo allo stomaco si fece sentire, ma lui continuò ad ignorarlo.

C'era qualcosa nell'aria...chiuse per un attimo gli occhi.

Per un attimo gli parve di avvertire la presenza di Freddie nei dintorni.

Forse c'era davvero, pensò.

Sorrise lievemente e gli diede addio.

Deaks e Brian lo stavano aspettando, in fondo alla strada.

 

“Ehi! Vuoi darti una mossa?” lo chiamò John.

Roger gli fece un gestaccio.

“Che palle! John sei rimasto sempre la stessa lagna!” replicò il batterista.

Roger s'accomiatò ai due.

“Rog taci un po' che ti strangolo!” rispose John, Brian si mise a ridere incontrollabilmente.

Poi le tre figure, s'allontarono fra le ombre della sera.

Fine

 

Anni prima,1984.

“Adesso ti chiameremo Rogerina, amore” disse Freddie travestito da casalinga, per il video di I want to break free.

Roger gli fece il dito.

“E allora tu, sarai Melina Mercury” replicò Roger, con un sorriso al veleno.

“Invece John, sarà Old Mom e Brian, Brianna” completò Freddie con sadismo.

Brian e John gli lanciarono diverse occhiate assassine alle sue spalle.

Povero Freddie, se ne fosse accorto....si sarebbe dato alla fuga... Ma questa è un'altra storia.

 

Nota au: Ed eccoci, con altra storia insulsa e vaii! Presto tornerò di nuovo, a presto Portos.

Spero che vi piaccia, buona lettura.

Lo so, che vizio di m...a ma ho scoperto che mi piaceva di più così, sorry!

 

Freddie amava immensamente i gatti e la frase citata nella storia è vera.


 

  
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