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Autore: kassandra_Black    24/11/2011    1 recensioni
Non vedeva l'ora di incontrarlo, avevano appuntamento al solito posto. Era un bar babbano, ma era diventato il loro preferito, aveva un'aria da bei tempi andati che a Pansy piaceva da impazzire e contrastava col suo perfetto essere aristocratico, in più quando erano là dentro potevano dimenticare la guerra che imperversava, i mangiamorte, il signore oscuro, ed essere semplicemente loro stessi. Era la loro piccola bolla, il mondo reale non entrava lì dentro.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Madame Bijoux 

All my dreams and all the lights mean

nothing if I can't have you

Il caschetto nero si rifletteva perfetto nello specchio, quel taglio le donava un'aria adulta e sbarazzina.

Solo una goccia di profumo, non era elegante metterne troppo e se c'era una cosa che non sopportava era non essere elegante.

Un'ultima passata di rossetto, rosso cupo il suo preferito.

Le mancavano solo i gioielli, aveva ristretto la cerchia a quelli che erano regali di Draco. Se avesse potuto gli avrebbe messi tutti, ogni suo regalo raccontava un po' di loro. Guardò con un po' di malinconia la collanina con il simbolo di Serpeverde che le aveva regalato ad Hogwarts per il loro primo anno insieme. Valutò se mettere il braccialetto di smeraldi che le aveva regalato per il loro diploma. Sorrise dolcemente guardando il ciondolo a forma di cuore con incise le loro iniziali, era un gesto così poco da Draco, ma per questo lo adorava ancora di più. Per lei Draco riusciva ad essere un romantico, solo per lei. Scelse alla fine una collana e un braccialetto di diamanti che lui le aveva regalato per il suo ultimo compleanno. Erano splendenti e bellissimi, anche se Pansy dovette confessare a se stessa che quel giorno aveva sperato in una scatolina un po' più piccola. Mancava solo l'anello di fidanzamento per completare la sua collezione. Sorrise pensando a che strano effetto avrebbe fatto se una volta si fosse messa tutti i gioielli che lui le aveva regalato, probabilmente sarebbe sembrata un lampadario.

L'ultima occhiata allo specchio e sorrise. Era perfetta.

Non vedeva l'ora di incontrarlo, avevano appuntamento al solito posto. Era un bar babbano, ma era diventato il loro preferito, aveva un'aria da bei tempi andati che a Pansy piaceva da impazzire e contrastava col suo perfetto essere aristocratico, in più quando erano là dentro potevano dimenticare la guerra che imperversava, i mangiamorte, il Signore Oscuro, ed essere semplicemente loro stessi.  Era la loro piccola bolla, il mondo reale non entrava lì dentro.

Arrivò al bar in perfetto orario, Draco stranamente non c'era ancora. Pansy si sedette al solito tavolo sorseggiando un Martini nell'attesa. Stava giocherellando con l'oliva quando alzò gli occhi e lo vide.  Capì subito che c'era qualcosa che non andava, gli occhi erano di un grigio cupo, anche se cercava di assumere la solita maschera impassibile, lei lo conosceva meglio, sapeva che era preoccupato.

La salutò con un bacio e mentre lo guardava ,per un attimo, Pansy vide il grigio dei suoi occhi schiarirsi, pensò che forse sarebbe riuscita a farlo tornare di buon umore. Gli dedicò il suo più bel sorriso mentre scherzosamente lo rimproverava di essere in ritardo, lui tentò di stare al gioco e si scusò ridendo, ma il sorriso non raggiungeva i suoi occhi, anzi questi erano diventati ancora più cupi, quasi color piombo. Posò una mano su quella di lui e domandò a bruciapelo “Draco, che cosa c'è?”

Lui scosse la testa “Niente, te l'ho già detto che sei bellissima stasera?”

Visto che lui non voleva parlare, decise che avrebbe cercato di scacciare via i cattivi pensieri per il momento, avrebbe parlato quando sarebbe stato pronto, era sempre così con lui. “Grazie, ma non ti basterà un complimento per rimediare al ritardo.”

Rise “Sei terribile”

“Dico davvero, altri cinque minuti e sarei andata via con quel tipo lì” indicò un uomo sulla quarantina con i capelli rossi seduto al bancone, Pansy contò che quella doveva essere già la quinta birra che beveva in meno di mezz'ora.

Draco seguì il suo dito con lo sguardo, poi alzò un sopracciglio scettico “Quello lì? Davvero?”

Lei si strinse nelle spalle “Può avere il suo fascino.”

“Pansy quella sembra la brutta copia di Weasley e già Lenticchia non è che sia un adone.”

Risero tutti e due, Draco ordinò uno scotch e lei un altro martini. Parlarono, scherzarono, ma Pansy non riusciva a togliersi la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava in Draco, per quanto vedeva che si sforzasse, semplicemente sapeva che c'era qualcosa di strano quella sera, lo sentiva.  E quando Draco finì il suo terzo scotch, Pansy seppe che stava per venire a conoscenza di ciò gli passava per la mente.

Posò il bicchiere sul tavolino e per un attimo lo vide serrare la mascella “Adoro questo posto e amo stare con te, anzi amo te, lo sai vero?”

Annuì, non voleva interromperlo. Fare questo genere di dichiarazioni all'improvviso era qualcosa di decisamente inusuale per lui.

Le prese la mano e lasciò che le loro dita si intrecciassero.  Nonostante il calore all'interno, aveva le dita così fredde quella sera.

“Lo sai che sei l'unica con cui voglio stare e se potessi non mi separerei da te, davvero.”

Pansy lo guardò un attimo spaesata, ora non riusciva  davvero a seguirlo “Draco...”

Lui si passò una mano tra i capelli con fare quasi disperato, non lo vedeva così quasi da quando al sesto anno Voldemort gli aveva chiesto di uccidere Silente, ora iniziava ad essere più che preoccupata. “Non voglio lasciarti, vorrei solo restare qui e fare di te la signora Malfoy, vorrei solo renderti felice”

Lei lo interruppe “Draco che stai dicendo? Non capisco.” Non aveva ancora chiara la situazione, ma di una cosa era certa, il mondo reale era riuscito ad entrare anche lì, e la loro bolla le stava per scoppiare dritta in faccia.

Draco rafforzò la presa sulla sua mano mentre la guardava dritto negli occhi, erano così dannatamente cupi e il suo sguardo così serio, che Pansy pensò che qualcuno ne avesse improvvisamente risucchiato tutta la felicità.  Restarono in silenzio a guardarsi per un momento, prima che lui parlasse di nuovo “Devo andare via. Il signore oscuro mi ha affidato una missione molto delicata e non posso rifiutarmi di compierla.”

Ad ogni sua parola sentiva la terra sotto i piedi venirle meno. “Che missione è?”

“Quella a cui erano stati affidati Theodore e Daphne”

Sì portò una mano alla bocca con orrore, conosceva la missione e sapeva la fine che avevano fatto i loro amici. Così come quelli prima di loro. Erano morti.  Tutti morti.

“Non andare!” disse d'impulso, come se le sue semplici parole avessero davvero potuto fermarlo.

Lui le accarezzò il viso teneramente “Sai che devo.”

“Non devi, scappiamo, andiamo lontano, andiamo in un posto dove questa stupida guerra non può raggiungerci, ci deve essere da qualche parte! Andiamo via Draco.” Si era aggrappata saldamente alla manica della giacca del ragazzo nella paura che potesse sfuggire lì da lei in quel momento. “Scappiamo stanotte, viaggiamo con mezzi normali, niente magia, carte d'identità false, facciamo perdere le nostre tracce. Conosco qualcuno a Notturn Alley che potrebbe aiutarci...” parlava a raffica, elaborando  velocemente una soluzione alternativa, non poteva perderlo, poteva sopportare molte cose, ma non quella.

Scosse la testa, “Pansy”

“Draco non capisci, è pericoloso, non ti lascerò andare a correre quel rischio.” Mentre lo diceva si accorse che le lacrime avevano iniziato a scenderle copiose lungo le guance.

Draco gliele asciugò in silenzio, poi le prese il viso tra le mani “Ascoltami, se potessi fuggirei via con te ora, ma non voglio vivere una vita a scappare dal Signore Oscuro, non sarebbe una vita e lo sai che alla fine ci troverebbero.” Pansy aprì la bocca per obiettare, ma lui la interruppe con un dito “Lo sai che ci troverebbero. Ed è vero, non credo in questa causa, ho smesso di crederci tanti anni fa, ma sono un Malfoy e non passerò per un vigliacco.”

“Non saresti un vigliacco, lo hai detto tu è una causa in cui non credi, Draco possiamo ancora avere un futuro, insieme.”

Lui rimase in silenzio, come se stesse contemplando la possibilità, facendole riaccendere la speranza per un momento. “Ha mia madre" disse semplicemente, ma questo per lui significava tutto.  Poi aggiunse: "Se io scappassi se la prenderebbe con lei. Se io vado ho la certezza che voi due qui sarete al sicuro.” E quando Draco pronunciò queste ultime parole, la ragazza seppe che lui aveva già preso la sua decisione e per quanto potesse insistere,pregare, niente gli avrebbe fatto cambiare idea.

Rimasero a guardarsi senza dire una parola per quella che sembrò essere un'eternità, fu Pansy, con le lacrime che avevano ripreso a scorrerle sul viso, a rompere per prima il silenzio “Quando devi partire?”

Draco contrasse nuovamente la mascella prima di parlare e lei seppe che quello che stava per dire non le sarebbe piaciuto “Stasera.”

Emise un grido strozzato “No!”

Una smorfia di dolore fece contrarre il viso del ragazzo. Una mano sul braccio, là dove c'era il marchio.

“Ti sta chiamando” una laconica constatazione

“Devo andare, Pan.” Lo sforzo evidente nel pronunciare quelle semplici parole.

Pansy annuì. Lui cercava di fare il forte, ma sapeva che stava per cedere, aveva gli occhi terribilmente lucidi.

Si alzò e la baciò, la baciò  in modo disperato,stringendola forte a sé, sapendo che forse non ci sarebbe stato un domani per loro.

Si aggrappò a lui, gli tirò la manica della giacca mentre lui le dava un altro piccolo bacio prima di allontanarsi.

“Draco?” lo chiamò con un filo di voce “Promettimi solo una cosa, promettimi che tornerai da me.”

Deglutì prima di fare una promessa che forse non sarebbe stato in grado di mantenere. “Lo prometto, Pan”. Voleva darle speranza, era l'unica cosa che le era rimasta. Che, in realtà,  era rimasta ad entrambi. “Ci rincontremo qui, come ogni giovedì sera e la tua unica preoccupazione sarà quale dei gioielli che ti ho regalato mettere.” Le accarezzò il viso per l'ultima volta. Poi sospirò.

Mentre si asciugava gli occhi con il dorso della mano, Pansy sentì il sonoro “pop” della smaterializzazione, la sua mano ora afferrava l'aria e sul tavolo notò una piccola scatola azzurra. La scatola che aveva sperato di ricevere per il suo compleanno. L'aprì e dentro c'era l'anello più bello che una ragazza potesse mai desiderare, solo che ora le sembrava completamente inutile visto che non poteva avere con sé la persona che gliel'aveva regalato.

Da quella sera, ogni giovedì sera, non importa se fuori nevicasse o quanto facesse freddo, Pansy andava nel loro bar, indossando tutti i gioielli che Draco le aveva regalato, aspettando il ritorno del suo amore perduto. 

La chiamavano Madame Bijoux.

 

   
 
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