Madame Bijoux
All my dreams and all the lights mean
nothing if I can't have you
Il
caschetto nero si rifletteva perfetto nello specchio, quel taglio le
donava
un'aria adulta e sbarazzina.
Solo
una goccia di profumo, non era elegante metterne troppo e se c'era una
cosa che
non sopportava era non essere elegante.
Un'ultima
passata di rossetto, rosso cupo il suo preferito.
Le
mancavano solo i gioielli, aveva ristretto la cerchia a quelli che
erano regali
di Draco. Se avesse potuto gli avrebbe messi tutti, ogni suo regalo
raccontava
un po' di loro. Guardò con un po' di malinconia la collanina
con il simbolo di
Serpeverde che le aveva regalato ad Hogwarts per il loro primo anno
insieme.
Valutò se mettere il braccialetto di smeraldi che le aveva
regalato per il loro
diploma. Sorrise dolcemente guardando il ciondolo a forma di cuore con
incise
le loro iniziali, era un gesto così poco da Draco, ma per
questo lo adorava
ancora di più. Per lei Draco riusciva ad essere un
romantico, solo per lei.
Scelse alla fine una collana e un braccialetto di diamanti che lui le
aveva
regalato per il suo ultimo compleanno. Erano splendenti e bellissimi,
anche se
Pansy dovette confessare a se stessa che quel giorno aveva sperato in
una
scatolina un po' più piccola. Mancava solo l'anello di
fidanzamento per
completare la sua collezione. Sorrise pensando a che strano effetto
avrebbe
fatto se una volta si fosse messa tutti i gioielli che lui le aveva
regalato,
probabilmente sarebbe sembrata un lampadario.
L'ultima
occhiata allo specchio e sorrise. Era perfetta.
Non
vedeva l'ora di incontrarlo, avevano appuntamento al solito posto. Era
un bar
babbano, ma era diventato il loro preferito, aveva un'aria da bei tempi
andati
che a Pansy piaceva da impazzire e contrastava col suo perfetto essere
aristocratico, in più quando erano là dentro
potevano dimenticare la guerra che
imperversava, i mangiamorte, il Signore Oscuro, ed essere semplicemente
loro
stessi. Era la loro
piccola bolla, il
mondo reale non entrava lì dentro.
Arrivò
al bar in perfetto orario, Draco stranamente non c'era ancora. Pansy si
sedette
al solito tavolo sorseggiando un Martini nell'attesa. Stava
giocherellando con
l'oliva quando alzò gli occhi e lo vide.
Capì subito che c'era qualcosa che non andava,
gli occhi erano di un grigio
cupo, anche se cercava di assumere la solita maschera impassibile, lei
lo
conosceva meglio, sapeva che era preoccupato.
La
salutò con un bacio e mentre lo guardava ,per un attimo,
Pansy vide il grigio
dei suoi occhi schiarirsi, pensò che forse sarebbe riuscita
a farlo tornare di
buon umore. Gli dedicò il suo più bel sorriso
mentre scherzosamente lo
rimproverava di essere in ritardo, lui tentò di stare al
gioco e si scusò
ridendo, ma il sorriso non raggiungeva i suoi occhi, anzi questi erano
diventati
ancora più cupi, quasi color piombo. Posò una
mano su quella di lui e domandò a
bruciapelo “Draco, che cosa c'è?”
Lui
scosse la testa “Niente, te l'ho già detto che sei
bellissima stasera?”
Visto
che lui non voleva parlare, decise che avrebbe cercato di scacciare via
i
cattivi pensieri per il momento, avrebbe parlato quando sarebbe stato
pronto, era sempre così con lui.
“Grazie, ma non ti basterà un complimento per
rimediare al ritardo.”
Rise
“Sei terribile”
“Dico
davvero, altri cinque minuti e sarei andata via con quel tipo
lì” indicò un
uomo sulla quarantina con i capelli rossi seduto al bancone, Pansy
contò che
quella doveva essere già la quinta birra che beveva in meno
di mezz'ora.
Draco
seguì il suo dito con lo sguardo, poi alzò un
sopracciglio scettico “Quello lì?
Davvero?”
Lei
si strinse nelle spalle “Può avere il suo
fascino.”
“Pansy
quella sembra la brutta copia di Weasley e già Lenticchia
non è che sia un
adone.”
Risero
tutti e due, Draco ordinò uno scotch e lei un altro martini.
Parlarono, scherzarono, ma Pansy non riusciva a togliersi la sensazione
che ci fosse qualcosa
che non andava in Draco, per quanto vedeva che si sforzasse,
semplicemente
sapeva che c'era qualcosa di strano quella sera, lo sentiva. E quando Draco
finì il suo terzo scotch, Pansy
seppe che stava per venire a conoscenza di ciò gli passava
per la mente.
Posò
il bicchiere sul tavolino e per un attimo lo vide serrare la mascella
“Adoro
questo posto e amo stare con te, anzi amo te, lo sai vero?”
Annuì,
non voleva interromperlo. Fare questo genere di dichiarazioni
all'improvviso era qualcosa di decisamente inusuale per lui.
Le
prese la mano e lasciò che le loro dita si intrecciassero.
Nonostante il calore all'interno, aveva le dita
così fredde quella sera.
“Lo
sai che sei l'unica con cui voglio stare e se potessi non mi separerei
da te,
davvero.”
Pansy
lo guardò un attimo spaesata, ora non riusciva
davvero a seguirlo “Draco...”
Lui
si passò una mano tra i capelli con fare quasi disperato,
non lo vedeva così
quasi da quando al sesto anno Voldemort gli aveva chiesto di uccidere
Silente,
ora iniziava ad essere più che preoccupata. “Non
voglio lasciarti, vorrei solo
restare qui e fare di te la signora Malfoy, vorrei solo renderti
felice”
Lei
lo interruppe “Draco che stai dicendo? Non
capisco.” Non aveva ancora chiara la
situazione, ma di una cosa era certa, il mondo reale era riuscito ad
entrare
anche lì, e la loro bolla le stava per scoppiare dritta in
faccia.
Draco
rafforzò la presa sulla sua mano mentre la guardava dritto
negli occhi, erano
così dannatamente cupi e il suo sguardo così
serio, che Pansy pensò che
qualcuno ne avesse improvvisamente risucchiato tutta la
felicità. Restarono
in silenzio a guardarsi per un
momento, prima che lui parlasse di nuovo “Devo andare via. Il
signore oscuro mi
ha affidato una missione molto delicata e non posso rifiutarmi di
compierla.”
Ad
ogni sua parola sentiva la terra sotto i piedi venirle meno.
“Che missione è?”
“Quella
a cui erano stati affidati Theodore e Daphne”
Sì
portò una mano alla bocca con orrore, conosceva la missione
e sapeva la fine
che avevano fatto i loro amici. Così come quelli prima di
loro. Erano morti.
Tutti morti.
“Non
andare!” disse d'impulso, come se le sue semplici parole
avessero davvero potuto fermarlo.
Lui
le accarezzò il viso teneramente “Sai che
devo.”
“Non
devi, scappiamo, andiamo lontano, andiamo in un posto dove questa
stupida
guerra non può raggiungerci, ci deve essere da qualche
parte! Andiamo via
Draco.” Si era aggrappata saldamente alla manica della giacca
del ragazzo nella
paura che potesse sfuggire lì da lei in quel momento.
“Scappiamo stanotte,
viaggiamo con mezzi normali, niente magia, carte d'identità
false, facciamo
perdere le nostre tracce. Conosco qualcuno a Notturn Alley che potrebbe
aiutarci...” parlava a raffica, elaborando
velocemente una soluzione alternativa, non poteva perderlo,
poteva sopportare molte cose, ma non quella.
Scosse
la testa, “Pansy”
“Draco
non capisci, è pericoloso, non ti lascerò andare
a correre quel rischio.”
Mentre lo diceva si accorse che le lacrime avevano iniziato a scenderle
copiose lungo
le guance.
Draco
gliele asciugò in silenzio, poi le prese il viso tra
le mani “Ascoltami, se
potessi fuggirei via con te ora, ma non voglio vivere una vita a
scappare dal
Signore Oscuro, non sarebbe una vita e lo sai che alla fine ci
troverebbero.”
Pansy aprì la bocca per obiettare, ma lui la interruppe con
un dito “Lo sai che
ci troverebbero. Ed è vero, non credo in questa causa, ho
smesso di crederci
tanti anni fa, ma sono un Malfoy e non passerò per un
vigliacco.”
“Non
saresti un vigliacco, lo hai detto tu è una causa in cui non
credi, Draco
possiamo ancora avere un futuro, insieme.”
Lui
rimase in silenzio, come se stesse contemplando la
possibilità, facendole riaccendere la speranza per un
momento. “Ha mia madre" disse semplicemente, ma questo per
lui significava tutto. Poi aggiunse: "Se io scappassi se la
prenderebbe con lei. Se io vado ho la certezza
che voi due qui sarete al sicuro.” E quando Draco
pronunciò queste ultime
parole, la ragazza seppe che lui aveva già preso la sua
decisione e per quanto
potesse insistere,pregare, niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
Rimasero
a guardarsi senza dire una parola per quella che sembrò
essere un'eternità, fu
Pansy, con le lacrime che avevano ripreso a scorrerle sul viso, a
rompere per prima il silenzio “Quando devi partire?”
Draco
contrasse nuovamente la mascella prima di parlare e lei seppe che
quello che
stava per dire non le sarebbe piaciuto “Stasera.”
Emise
un grido strozzato “No!”
Una
smorfia di dolore fece contrarre il viso del ragazzo. Una mano sul
braccio, là
dove c'era il marchio.
“Ti
sta chiamando” una laconica constatazione
“Devo
andare, Pan.” Lo sforzo evidente nel pronunciare quelle
semplici parole.
Pansy
annuì. Lui cercava di fare il forte, ma sapeva che stava per
cedere, aveva gli
occhi terribilmente lucidi.
Si
alzò e la baciò, la baciò in
modo disperato,stringendola forte a sé, sapendo che forse
non ci sarebbe
stato un domani per loro.
Si
aggrappò a lui, gli tirò la manica della giacca
mentre lui le dava un altro
piccolo bacio prima di allontanarsi.
“Draco?”
lo chiamò con un filo di voce “Promettimi solo una
cosa, promettimi che
tornerai da me.”
Deglutì
prima di fare una promessa che forse non sarebbe stato in grado di
mantenere.
“Lo prometto, Pan”. Voleva darle speranza, era
l'unica cosa che le era rimasta.
Che, in realtà, era rimasta ad entrambi.
“Ci rincontremo qui, come ogni giovedì sera e la
tua unica preoccupazione sarà quale dei gioielli che ti ho
regalato mettere.”
Le accarezzò il viso per l'ultima volta. Poi
sospirò.
Mentre
si asciugava gli occhi con il dorso della mano, Pansy sentì
il sonoro “pop”
della smaterializzazione, la sua mano ora afferrava l'aria e sul tavolo
notò
una piccola scatola azzurra. La scatola che aveva sperato di ricevere
per il
suo compleanno. L'aprì e dentro c'era l'anello
più bello che una ragazza
potesse mai desiderare, solo che ora le sembrava completamente inutile
visto
che non poteva avere con sé la persona che gliel'aveva
regalato.
Da quella sera, ogni giovedì sera, non importa se fuori nevicasse o quanto facesse freddo, Pansy andava nel loro bar, indossando tutti i gioielli che Draco le aveva regalato, aspettando il ritorno del suo amore perduto.
La
chiamavano
Madame Bijoux.