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Autore: SeleneLightwood    24/11/2011    3 recensioni
Penelope Light amava studiare Antiche Rune alla sola luce della candela.
[cit.]
Il calore investì il viso di Penelope e lei piegò appena la testa all’indietro, liberandosi del cappuccio e poi del mantello zuppo di pioggia.
Fred la abbracciò da dietro, appoggiandole il mento sui capelli umidi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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A quell’impiastro di mia sorella,

mortalmente contagiata dal mio insano amore per Harry Potter.

Scusa xD

 

 Candles

 


“Blow the candles out 
Looks like a solo tonight 

I'm beginning to see the light”

 

 

La luce tremolante della candela illuminava appena il viso di Penelope, china sul libro di Antiche Rune. Voltò pagina lentamente, cercando di memorizzare quante più rune possibile. Aveva scelto quella materia perché amava le lingue e l’antichità. Adorava sfogliare dei vecchi scritti runici e tradurre, copiare. Percy l’aveva assecondata volentieri, trascinato dal suo entusiasmo: frequentavano la lezione e spesso studiavano insieme.

Non quella volta: Percy era da qualche parte con Oliver Baston, in un probabile quanto vano tentativo di impedirgli di assassinare qualche Serpeverde, così era rimasta da sola a studiare in Biblioteca fino a tardi. Controllò fuori dalla finestra. Il sole era calato ore prima e era stata costretta ad accendere una candela per riuscire a vedere oltre il suo naso.

Si passò una mano tra i capelli ricci e neri e iniziò a rileggere la traduzione che stava cercando di finire a bassa voce.

Era arrivata a metà del saggio, quando uno scricchiolio alle sue spalle attirò la sua attenzione.

Si voltò di scatto, spaventata. Solo un anno prima, proprio in quella biblioteca, si era trovata faccia a faccia con un basilisco: trovarsi di nuovo lì le costava una certa fatica.

C’era un ragazzo con i capelli rossi appoggiato allo scaffale sulla Numerologia Runica con aria particolarmente annoiata, e la stava osservando. Lo sguardo le cadde sulla cravatta rosso e oro, sulle lentiggini e sugli occhi azzurri. Era uno dei fratelli di Percy, senza dubbio.

Penelope lo fissò per qualche secondo prima di ritrovare la voce.

«Si?» disse gentilmente. In fondo non poteva certo trascurare i suoi doveri di Prefetto, qualsiasi cosa lui volesse.

«Tu sei Penelope Light» disse lui. Non era una domanda.

Penelope attese che aggiungesse qualcos’altro – del tipo : la ragazza di Percy – ma lui non lo fece, così disse : «Si, sono io. Ti serve qualcosa…?» esitò, non conoscendone il nome. Era quel Ron? Ma no, era troppo grande.

Lui sfoderò un sorriso smagliante.

«…Fred»rispose. «Sono il fratello di Percy» aggiunse ghignando, e Penelope capì che lui sapeva della sua relazione con Percy. Non che ci fosse niente di male, in fondo. Ormai lei e il Caposcuola Grifondoro stavano insieme da quasi un anno. Tuttavia si sentì leggermente infastidita.

«Ah» commentò solo, non sapendo cos’altro aggiungere.

Lo osservò bene mentre lui le sorrideva e si avvicinava, sedendosi al suo fianco. Era davvero carino, con gli occhi azzurri così vivaci e diversi da quelli di Percy, perennemente altezzosi e sempre nascosti dalle lenti degli occhiali.

«In realtà ero solo curioso» disse lui, sempre sorridendo con aria divertita.

Penelope, per qualche assurdo motivo dovuto a chissà quale strano fattore, arrossì.

Prese tempo, sistemandosi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio e riponendo la traduzione nel libro di Antiche Rune, poi si costrinse a guardarlo, rossa in viso.

«Curioso?» domandò, cercando di capire quale fosse la fonte del suo imbarazzo. Era solo uno dei tanti fratelli di Percy! Il fatto che fosse così carino non contava, no?

Lo guardò di sottecchi mentre lui si allungava verso di lei lungo il tavolo, posando la mano poco distante dalla sua.

«Beh, nessuno di noi si aspettava che Percy trovasse una ragazza così carina» disse alzando le spalle. «No, in realtà pensavamo che non la trovasse proprio» aggiunse ridacchiando, facendola sorridere. Povero Percy, sempre così serioso, preso in giro perfino dai suoi fratelli.

Cercò qualcosa da dire in sua difesa ma in quel momento non le venne in mente niente.

«Ci domandavamo tutti come fai a stare con lui» mormorò sorridendo ammaliante.

Penelope arrossì da capo a piedi e in quel momento avrebbe tanto voluto trovarsi di fronte ad un Basilisco, piuttosto che a Fred Weasley.

«E’ un bravo ragazzo» borbottò, ma suonò patetico perfino alle sue orecchie.

Fred continuò a sorridere mentre si alzavano e Penelope raccolse i suoi libri e li cacciò alla rinfusa nella borsa.

Quando alzò il viso lui era a pochi centimetri da lei, e fece un salto indietro, imbarazzata.

Com’era possibile che quel Fred Weasley la facesse sentire così?

Fred le raccolse una piuma che le era caduta a terra e glie la porse. Nel farlo le sfiorò il palmo della mano e Penelope rabbrividì.

«Beh» disse, cercando di mantenere un contegno. «Spero di vederti di nuovo in giro, Fred»

«Ma certo!» esclamò lui, senza spostarsi di un millimetro per farla passare.

Lei lo guardò intimidita. Lui si esibì nell’ennesimo sorriso storto e malandrino.

«Beh, in famiglia ci si abbraccia!» disse tutto giulivo, avvolgendola tra le braccia e quasi stritolandola.

Si separarono qualche istante dopo, e Penelope non poté fare a meno di notare che anche Fred era leggermente arrossito.

Gli sorrise e lui si chinò sul tavolo e spense con un soffio la candela, gettandoli nell’oscurità.

Una mano si strinse alla sua.

«Ti accompagno in Sala Comune» disse. Penelope lo percepì a pochi centimetri di distanza e il suo cuore fece un balzo. Possibile che avesse scelto il Weasley sbagliato?

 

 

Quindici minuti dopo, in sala Comune di Grifondoro, era in corso una riunione strategica di prim’ordine: George era seduto sulla poltrona di fianco ad Angelina, Lee era sdraiato sul pavimento ai loro piedi e Alicia era spalmata al fianco di Lee.

Fred, in piedi, sorrideva in direzione di tutti loro, in attesa della marea di domande che l’avrebbero sicuramente sommerso.

Il primo fu George. «Allora, com’è?»

Dritto al sodo, pensò Fred. Per lui però rispose Lee. «L’ho vista in biblioteca» disse. «è davvero carina».

Si, pensò. E’ davvero davvero carina.

 

 

 

Tre anni dopo

 

 

A Diagon Alley diluviava mentre una figura ammantata correva per la strada quasi deserta. I lunghi capelli ricci le spuntavano a ciuffi da sotto il cappuccio, umidi di pioggia.

Un lampo illuminò l’oscurità e si ritirò in fretta. La figura era riuscita a ripararsi sotto il portico di un negozio dall’aria festosa e colorata. La porta si aprì alle sue spalle e il proprietario – un avvenente ragazzo dai folti capelli rossicci – trascinò la figura dentro.

Il calore investì il viso di Penelope e lei piegò appena la testa all’indietro, liberandosi del cappuccio e poi del mantello zuppo di pioggia.

Fred la abbracciò da dietro, appoggiandole il mento sui capelli umidi.

«George?» sussurrò lei.

Fred ridacchiò tra i suoi capelli.

«E’ andato dalla mamma. Cosa c’è, vuoi cambiare gemello? Lo sanno tutti che io sono il più bello» le mormorò all’orecchio.

Penelope rise piano, voltandosi per trovarselo di fronte.

La stanza in cui si trovavano era buia, fatta eccezione per una candela accesa appoggiata alla mensola della finestra. Penelope la studiò per un attimo.

Fred lo notò e le baciò la fronte, dicendo: «E’ cominciato tutto con una candela, ricordi?»

Penelope sorrise e gli accarezzò una guancia.

«Certo che me lo ricordo,» sussurrò, avvicinandosi alla finestra. «ma non credo di aver ancora bisogno di luce, ora che ci sei tu».

Si chinò a spegnere la fiamma tremolante con un soffio e quando si girò Fred le stava di fronte e gli occhi azzurri brillavano al buio.

«E chi ha bisogno della luce?» domandò ironicamente, prima di chinarsi e posare le labbra sulle sue.

 

 

 

 

 

 

   
 
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