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Autore: crownless    25/11/2011    4 recensioni
Il re si inginocchia davanti allo stregone con devozione, rispetto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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Nel buio tu cammini con me,
tu sei il motivo per cui sopravvivo perché
mi hai dato un obiettivo (...)
Vedrò il tuo volto, saprò perché mi hai scelto.

tu sei il motivo per cui sopravvivo perché

mi hai dato un obiettivo finché
le mie battaglie non saranno concluse.
Ogni tuo sguardo, ogni frase: cose preziose (...)
Non scorderò mai quel periodo in cui non c'eri, quando
l'ultimo atto di fatto era il primo dei miei pensieri (...)
Ricordo con precisione l'istante, il primo contatto, e la promessa che feci, che ancora rispetto,
l'episodio più importante della mia esistenza,
la conoscenza che mi guida in ogni circostanza,
con te sempre insieme in ogni situazione (...)
Nuovi orizzonti, nuove sfide, è un ciclo che si conclude, nuove strade (...)
hai scelto il mio destino e adesso portami lontano.
Lascio che sia tu a guidarmi a condurmi altrove,
perché mi aspettano altri dubbi, nuove insidie, altre prove.
Saprò sentire la tua voce anche se tace,
sarò capace di inoltrarmi in posti senza luce,
in mezzo a volti mai visti (...) ricorda questo esisto solo perché esisti.
Manifesto un legame profondo più dell'oceano
Nel buio tu cammini con me,
tu sei il motivo per cui sopravvivo perché
mi hai dato un obiettivo finché
le mie battaglie non saranno concluse.
Ogni tuo sguardo, ogni frase: cose preziose.
[Kaos - Cose preziose]

Cose preziose




La corona dorata si poggia sulla testa bionda di re Arthur, facendola risplendere di solennità, su cui riposerà in attesa il destino di Albion.

Merlin - “Lunga vita al re!” - mormora un piccolo incantesimo, sovrastato dalle urla delle persone, e il sole nel cielo gira su sé stesso come milioni di stelle cadenti che si uniscono fino ad essere un unico nucleo di luminosa luce, e si ferma nel cielo limpido.

La sua abbondante luce scivola oltre le mura spesse del castello ed inonda la sala del trono. Arthur viene investito dal calore, un tremito del cuore, e chiude gli occhi accecato.

Vede Merlin con i palmi delle mani spalancati, sorridente, dove tiene la sua Corona. I suoi occhi sono dorati.

Destino, sussurra la sua voce bassa, che riesce ad infiltrarsi nel battere convulso del suo cuore.

Il re apre gli occhi, le palpebre pesanti, e si volta verso il suo popolo.
Lo cerca con gli occhi e lo trova immediatamente, come se fosse naturale ed ovvio ritrovarlo subito, sempre, continuamente.

Gwen, il suo amore per lei, pare impallidire accanto a Merlin in quel momento.
E Arthur, osservandolo, capisce e vede tutto ciò che Merlin ha fatto per lui, immagini che formano radici nel suo essere.
Tutto è festoso e allegro e le cicatrici non si sfaldano dalla sua pelle, dopo la morte di suo padre, ma c’è qualcosa nello sguardo di Merlin che lo travolge del tutto e lo fa annaspare facendolo stare meglio, il peso che lo schiaccia alleggerito di molto, quando si incammina solennemente.

Quella luce bollente lo accarezza con dolcezza, amore, lealtà. E il sole pare tanto il sorriso che Merlin gli dona, e tutto è prezioso e destinato a non cambiare mai.

Quando gli passa accanto, Arthur sente la corona farsi leggera, come se non pesasse nulla. Tra lo sgomento del popolo lo agguanta per un polso, attirandoselo bruscamente contro, e si china su di lui.

Oh, è stato talmente stupido; è stato uno sciocco a non vedere la verità per così tanti anni, per non aver compreso quel calore, quella presenza costante che soffiava via i mali da lui, per non aver visto profondamente gli occhi di Merlin. La sua risata, le sue risposte irriverenti, la sua magia, la sua fiducia: cose preziose, indispensabili.
Cose, Arthur sorride,  a cui non può permettersi di rinunciare perché anche se tutto è confuso, allegro, loro due hanno un macigno nel cuore.
La morte e il peso di nascondere ciò che si è.
Ma tutto, senza rimorsi, scivola via.

“Merlin” sussurra sulle sue labbra, e lo vede tremare.
“Arthur, cosa state-”
Ma la risposta di Merlin viene bloccata con foga dal suo respiro rantolante tra la gola e lo stomaco,  e Arthur, distratto, sente l’ansito strozzato di Gwen, del popolo in comunione per quel momento che gli sembra il più importante della sua vita, come se tutto il cammino fatto negli anni fosse stato fatto per arrivare a questo momento, e lo bacia.

La luce sembra ridere con voce cavernosa, simile ad uno screzio delicato del mondo. Le mani di Merlin si aggrappano ai suoi capelli, stringendoli e stringendo contemporaneamente la corona, e Arthur vede il sole, il sole luminoso e caldo; riesce a percepirla, la magia, che si insinua dolcemente nel suo sangue e nel petto squassato di Merlin.

Lo bacia e Arthur Pendragon prende parte del mondo in modo totale, serio, e quando con mani tremanti si toglie la corona dal capo e la spinge contro il torace di Merlin, quasi volesse fargliela incorporare nel suo corpo, l’aria esplode nella stanza.

Il corpo di Merlin accoglie tutto con ardore e Arthur si sente incastrato in lui.

“Da domani sarà tutto diverso,” gli mormora sulle labbra, “non... dovrai più... nasconderti, Merlin.”

Le lacrime del suo servitore gli cadono sul viso, sulle guance, e Arthur lo vede afferrare la corona e stringerla

Arthur, Arthur, Arthur.”

Il re gli artiglia la schiena con le mani, stringendolo forte. La corona reale cade, premuta nel loro abbraccio, con un tintinnio forte, e forte rimbalza sul pavimento.

L’essenziale Arthur ce l’ha tra le mani. Merlin lo bacia e di nuovo i macigni che stringono i loro cuori, soffocandoli, si allontanano con uno scossone lontano, ora irraggiungibili.

La luce è accecante e la magia è in Camelot, dov’è giusto che sia, e Arthur per la prima volta dopo tutto il dolore provato sorride, ed è un sorriso attaccato alle labbra piene e morbide di Merlin.

Le mani di Merlin tra i suoi capelli sono calde e Arthur prima di abbassare le palpebre, ricambiando il bacio, intravede l’oro risplendere nel blu degli occhi dello stregone, e la corona oscilla da terra e ritorna sulla sua testa.

Il loro bacio dà vita ad una nuova era, all’Unione necessaria per forgiare il mondo il cui il re crede, in cui ha sempre creduto senza saperlo, e le cose preziose della sua vita lo scaldano. Un ultimo sospiro caldo nella bocca di Merlin, e Arthur si allontana delicatamente da lui, le sue affusolate mani ancora tra i capelli, e punta un ginocchio per terra.

Il re si inginocchia davanti allo stregone con devozione, rispetto.
E la luce li abbraccia, solenne, eterna.

 
Al di là delle nuvole si sente la risata del Grande Drago. 



fine
  
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