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Autore: Jane The Angel    19/07/2006    17 recensioni
è la mia prima ff... siate buoni, però fatemi sapere se devo lasciare perdere e darmi all'ippica! La storia mi è venuta in mente dopo aver visto Cinderella story, quindi leggete e... mi lasciate un commentino? ah, la ff è finita ma non riesco a inserirlo, quindi...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cinderella story

Cinderella Story

Capitolo I – Chat Room

Hermione Jane Granger diede magicamente energia al computer che teneva sulle ginocchia, allungata sul suo letto con le tende tirate e la coperta addosso, e si collegò al sito della scuola, www.hogwartsnet.com, sito creato dalla professoressa Mc Granitt all’inizio dell’anno nella speranza di far conoscere studenti di case diverse senza l’interferenza dei pregiudizi che serpeggiavano ad Hogwarts fin dalla sua creazione. Una volta giunta sul sito, Hermione scelse l’opzione Hogwarts’ chatroom. Sullo schermo apparvero due caselle. Nella prima inserì il suo nickname, Trinity, nella seconda la password, Grattastinchi, che apparve scritta con tredici asterischi. Pigiò sul tasto Invio e sullo schermo apparve una casella. A sinistra c’era la conversazione in comune che alcuni degli studenti collegati stavano portando avanti, mentre a destra c’era l’elenco di coloro che al momento erano collegati. Hermione diede un’occhiata, e riuscì a capire l’identità di alcuni degli studenti: Quidditch player era probabilmente McLaggen, così fissato con quel gioco… PPgirl poteva essere Padma Patil, e ne conseguiva che con ogni probabilità CPgirl fosse la gemella, Calì. HPfan doveva essere Colin Canon, il nickname significava certo che era un grande fan di Harry Potter, uno dei migliori amici di Hermione, mentre era certa che Smile fosse la sua migliore amica, Ginny Weasley, poiché lei stessa le aveva rivelato il suo nick qualche giorno prima.

Ginny sapeva dell’abitudine che Hermione aveva di collegarsi alla chat room, e aveva ricevuto precise istruzioni: non doveva dire nulla a nessuno, in particolare ad Harry, e ancora più importante doveva fare in modo che suo fratello Ron, grande amico di Hermione la quale tra l’altro ne era innamorata da anni, non lo venisse mai a sapere.

Dopo un paio di secondi la tastiera del computer di Hermione vibrò: aveva ricevuto uno squillo da Il Nomade, segno che voleva fare una conversazione privata. Hermione attivò la casella per le conversazioni private.

Trinity: ehilà, Nomade. Com’è andata oggi?

Il Nomade : male, mi hanno restituito un compito… sono stato pessimo

Trinity: posso dirti una cosa senza che la prendi come una critica?

Il Nomade : tanto me la chiederesti comunque… avanti, spara

Trinity: hai detto che non vai bene a scuola, ma non riesco a capire perché… non sei certo stupido

Il Nomade : e tu cosa ne sai se sono stupido o no?

Trinity: andiamo… ormai parliamo da più di un mese. E ti assicuro che se tu fossi uno stupido si

capirebbe anche dai tuoi discorsi

Il Nomade : forse è parlare con te che mi stimola a formulare discorsi coerenti

Trinity: non scherzare, io parlo sul serio

Il Nomade : anche io. Sono più che serio, parlare con te è fantastico, non smetterei mai

Hermione sorrise tra sé e, anche se lui non era lì davanti a lei, si sorprese ad arrossire. Ma era vero, anche lei adorava parlare, o meglio, scrivere, al Nomade, chiunque fosse.

Trinity: per me è lo stesso, è strano che un ragazzo parli così di quello che prova… non è che sei

una ragazza, eh?

Il Nomade : no, sono un ragazzo, non ti preoccupare…volevo solo… chiederti una cosa…

Trinity: avanti

Il Nomade : quando potrò vederti?

Trinity: presto… ma ora non mi sento pronta, mi dispiace davvero…

Hermione si morse il labbro inferiore, sperando che Il Nomade non se la prendesse per il suo terzo rifiuto. Ma non era davvero pronta, aveva una gran paura di non essere come lui si aspettasse, e se fosse rimasto deluso… cosa sarebbe successo? Avrebbero continuato a scriversi o no?

Il Nomade : va bene, non ti preoccupare. So aspettare, ma sappi che continuerò a chiedertelo nella

speranza di una risposta positiva

Trinity: arriverà, te lo prometto

Il Nomade : non vedo l’ora. Per adesso ti saluto, tra poco spegneranno la linea

Trinity: ciao, Nomade. Ci sentiamo domattina. Sogni d’oro

Il Nomade : lo saranno se sarai presente tu

Hermione, sorridendo per la dolcezza del ragazzo, spense il computer. Erano ormai le undici e mezza, e a breve la Mc Granitt avrebbe chiuso la linea.

A poca distanza Ronald Bilius Weasley, dopo aver scritto l’ultima frase, uscì dall’account di posta del Nomade e spense a sua volta il computer, domandandosi per quella che doveva essere la milionesima volta chi fosse quella ragazza virtuale che, solo scrivendogli, gli faceva battere il cuore come solo una persona riusciva a fare: la sua migliore amica, Hermione Granger.

Capitolo II – L’occasione giusta

Hermione scrisse un buongiorno al Nomade verso le sette e mezza di mattina, appena sveglia, nascondendo il tutto alle tremendamente impiccione Lavanda e Calì. Mentre era in bagno a lavarsi ricevette la risposta.

Ron si era appena svegliato e, trovando il messaggio di Trinity, aveva immediatamente risposto, ben attento a non farsi vedere dai compagni di dormitorio.

Sia Hermione che Ron avevano deciso di evitare di far sapere la loro passione per la chat: così come solo Ginny sapeva di Hermione, solo Harry sapeva di Ron. E così, i due ragazzi andavano avanti da mesi a chattare insieme, senza sapere chi fosse l’altro e, contemporaneamente, tormentandosi per ciò che i loro cuori provavano.

Hermione era innamorata di Ron. Lo sapeva, lo era da quando avevano circa dodici anni e lei ancora non aveva nemmeno iniziato a pensare di interessarsi ai ragazzi, ma le conversazioni con Il Nomade avevano qualcosa di speciale, come se lui la conoscesse meglio di chiunque altro pur non avendola mai vista. Inoltre, sperava che Il Nomade fosse completamente libero, cosa che non si poteva dire di Ron visto che Lavanda Brown passava la giornata a cercare di convincerlo a ricominciare la loro storia.

Ron era innamorato di Hermione e lo sapeva, anche se forse inconsciamente, da quando al secondo anno lei era stata pietrificata dal basilisco, ma parlare con Trinity era facile come non lo era mai stato parlare con Hermione, riusciva ad aprire il suo cuore, cosa che non era mai riuscito a fare prima di allora, anche se forse dipendeva solo dal fatto che non si erano mai visti. E in parte era per questo che insisteva così tanto per incontrarla: forse dopo ciò che provava gli sarebbe stato più chiaro. E inoltre c’era un altro problema, un problema dei capelli biondi di nome Lavanda. Ron ormai non sapeva più come fare per staccare da sé quella specie di polipo: si erano lasciti l’anno precedente, allora perché lei non recepiva il messaggio?

-Ciao, Ron. Harry.- salutò allegramente Hermione scendendo dalle scale del dormitorio femminile.

-Ciao.- la salutarono i due, e insieme si diressero in Sala Grande per la colazione. Ginny si unì a loro dopo una decina di minuti. Aveva un’espressione decisamente allegra, come se fosse successo qualcosa.

-Che succede?- domandò Hermione all’amica.

-Nulla.- rispose Ginny –O meglio, nulla di cui possa parlarvi io. Lo sentirete alla lezione della Mc Granitt.- e, nonostante le pressioni continue dei tre amici, Ginny non desistette e non si lasciò sfuggire una sola parola. Fu così che il trio terminò in fretta la colazione e si affrettò a recarsi nell’aula di Trasfigurazione, dove la Mc Granitt attendeva gli studenti seduta alla cattedra, mentre con una piuma d’oca intinta nell’inchiostro rosso correggeva dei compiti. Ron vide un foglio di pergamena pieno zeppo di segnacci rossi, ed ebbe la gradevolissima sensazione che l’autore di quel "capolavoro" potesse essere lui stesso.

Si sedettero ai banchi, Ron insieme ad Harry ed Hermione nel banco accanto. Vicino a lei si sedette dopo qualche minuto Seamus Finnegan, che la salutò con un sorriso a cui lei rispose con un Ciao. Ultimamente Seamus le sorrideva spesso, quando si incontravano nei corridoi o quando i loro sguardi per caso si incrociavano in Sala Grande o durante le lezioni.

Ron lanciò un’occhiata assassina a Seamus quando notò che si era di nuovo seduto accanto ad Hermione. Lo faceva spesso, ormai, e a Ron la cosa non piaceva per nulla.

La Mc Granitt iniziò la lezione normalmente, e i tre amici si scambiarono uno sguardo: e la notizia?

Alla fine delle tre ore, comunque, dopo che tutti (o quasi) ebbero trasfigurato il proprio riccio in un bonsai, la Mc Granitt fece loro segno di attendere prima di andare a mensa.

-Ho una bella notizia da darvi.- disse l’insegnante –Quest’anno abbiamo deciso che, per Halloween, verrà organizzato un ballo.-

Sui volti della maggior parte degli studenti si dipinsero sorrisi entusiasti. Tranne che sui volti di Harry, Ron ed Hermione.

Harry sapeva bene chi avrebbe desiderato invitare. Ginny. Ma come poteva invitarla? Dopotutto si erano lasciati, non poteva certo presentarsi lì davanti a lei e dire Ehi, lo so che ci siamo mollati, ma che ne diresti di uscire con me?

Il cervello di Ron stava lavorando febbrilmente. Due nomi si prendevano a gomitate nella sua testa. Hermione o Trinity? Aspettava da secoli di andare ad un ballo con Hermione, ma quella era di sicuro l’occasione migliore per incontrare Trinity, cosa doveva fare?

Hermione era intento impegnata in pensieri non del tutto dissimili. Se Ron l’avesse invitata avrebbe accettato? O avrebbe atteso Il Nomade? Ma poi, Il Nomade l’avrebbe invitata? E Ron, lui l’avrebbe invitata? Era tutto un casino, questo lo sapeva, ma decise che avrebbe accettato l’invito di chiunque gliel’avesse chiesto per primo tra i due, senza ripensamenti. E vedendo l’occhiata che Lavanda stava lanciando a Ron in quel momento, non ebbe problemi ad immaginare chi tra i due avrebbe avuto meno problemi ad invitarla.

-Il ballo sarà aperto a tutti gli studenti del sesto e del settimo anno, non ai più giovani. E, essendo Halloween, sarà un ballo in maschera con tanto di elezione di re e reginetta del ballo. Perciò, ragazzi, vi consiglio caldamente di pensare a chi invitare e a cosa indossare.-

Ovunque i tre andassero c’era solo gente che parlava del ballo. Vestiti, accompagnatori, inviti sperati, desiderati, scoraggiati… la mania della festa si era diffusa molto velocemente per tutta Hogwarts, e alla fine anche Ron era riuscito a prendere una decisione: avrebbe invitato Trinity in modo da eliminare ogni dubbio. Se conoscendola di persona gli fosse piaciuta, beh, sarebbe stato punto e a capo, ma se non fosse stato così almeno si sarebbe sentito totalmente sicuro di ciò che provava per Hermione.

Passò il pomeriggio. Hermione attese invano un invito di Ron. Harry attese un’ispirazione divina che risolvesse la situazione. Nessuna delle due cose avvenne. Ron attese la sera, quando avrebbe parlato con Trinity, per invitarla. E intanto Lavanda attese un invito di Ron, rimanendo delusa.

Erano ormai le nove e mezzo quando Hermione salì in dormitorio. Ron fece per fare lo stesso, ma Ginny lo fermò –Ron, devo parlarti.- disse.

-Cosa?- domandò Ron, scocciato di dover aspettare. Aveva paura che non sarebbe riuscito ad invitarla, se avesse aspettato troppo.

-Non hai invitato Hermione.- constatò Ginny.

-No.-

-Non vuoi andare al ballo con lei?-

-Non è che non voglio… è complicato, Gin, lascia stare.-

-Non è complicato, lei ti piace e devi…-

-E finiscila ora!- esclamò Ron tenendo basso il volume della voce –Mi sono davvero stufato, sono anni che continui a spingermi verso Hermione, perché non ti fai un po’ gli affari tuoi, ora?- e detto questo si voltò e salì in dormitorio, seppur un po’ dispiaciuto per come aveva trattato la sorella.

-Che succede?- domandò Harry sorprendendo Ginny alle spalle.

-Nulla.- rispose la ragazza seccata, senza voltarsi.

-Non dire stupidaggini, hai una faccia…-

-Ho appena litigato con Ron. E nessuno mi inviterà al ballo. Tutto qui.- rispose Ginny. Quella mattina era stata felice della notizia, ma ancora non aveva ricevuto nessun invito e la cosa l’aveva messa di cattivo umore, senza contare lo scatto d’ira del fratello.

-Io si.- disse Harry d’impulso. Ginny rimase immobile qualche secondo assorbendo quelle parole, poi si voltò verso il ragazzo –Cos’è, un invito?- domandò.

-No. Ginevra Molly Weasley, vuoi venire al ballo con me? Ecco, questo era l’invito.- sorrise Harry.

-Si. Questa era la riposta.- disse Ginny ritrovando l'allegria.

Ron, una volta collegatosi al sito, fece uno squillo a Trinity.

Hermione aprì la finestra di conversazione.

Il Nomade : è tutto il giorno che aspetto di parlarti

Trinity: davvero? Qualche motivo in particolare?

Il Nomade : prima mi serve un’informazione: sei del sesto o del settimo, vero?

Trinity: la regola, se non sbaglio, è niente informazioni personali

Il Nomade : ti prego, è davvero importante. Non voglio sapere l’anno preciso, ma dimmi se sei tra

sesto e settimo…

Trinity: e va bene, si, sono tra sesto e settimo

Il Nomade : è fantastico… beh, allora senti… lo so che mi hai già risposto ieri sera, ma devo

vederti. Che ne dici di incontrarci al ballo di Halloween alle undici, al centro esatto

della pista da ballo?

Hermione non riuscì a reprimere un sorriso: si! Gliel’aveva chiesto! Come poteva dire di no, a questo punto, dopo aver sperato così tanto in un suo invito?

Il Nomade : se non vuoi farti riconoscere puoi venire con un sacchetto in testa, non so, devi solo dirmi che

potremo parlare guardandoci negli occhi

Trinity: d’accordo, hai vinto. E non metterò il sacchetto

Dopo aver risposto, Hermione lanciò un’occhiata al suo baule e sorrise entusiasta vedendo l’abito che la madre le aveva mandato quando le aveva detto del ballo, quella mattina. Era un vestito da egiziana che aveva fatto sua madre a mano qualche anno prima, di lino bianco con leggere rifiniture dorate, ed Hermione lo adorava.

Capitolo III – Emergenza costumi

-Come mai così allegra?- domandò Ginny ad Hermione quando la ragazza la raggiunse in Sala Grande con un sorriso che andava da orecchio ad orecchio.

-Ho ricevuto un invito per il bello. E tu perché così allegra?- rispose Hermione.

-Non mi dire! Anche io!- esclamò Ginny –Chi ti ha invitata?-

-Giurami che non dirai assolutamente nulla a nessuno, soprattutto a tu sai chi. E ovviamente non sto parlando di Voldemort.- trattò Hermione.

-Certo, non dirò niente a nessuno, soprattutto a chi so io. Spara!-

-Il Nomade!- sussurrò Hermione eccitata.

-Oddio!- esclamò Ginny coprendosi la bocca con la mano –Veramente? Nel senso che finalmente vi incontrerete, dopo tutto questo tempo?-

-Già! Sono così emozionata… e tu? Con chi ci andrai?-

-Beh, a dire il vero non è poi questa grande novità… mi ha invitata Harry.- ammise Ginny.

-Non mi dire che è rinsavito!- esclamò Hermione –Era ora… l’infermità mentale stava durando davvero troppo.-

Entrambe scoppiarono a ridere.

-Cos’è successo di tanto divertente?- domandò Ron arrivando con Harry accanto alle due. Hermione, notando che anche Ron sorrideva, si rabbuiò per un secondo: aveva forse invitato Lavanda? Ma poi si disse con decisione che, d’altronde, se lei andava al ballo con Il Nomade lui poteva andare al ballo con chi gli pareva e non le avrebbe fatto nè caldo nè freddo. Si, come no.

-Nulla, solo che ora entrambe abbiamo un cavaliere per Halloween.- rispose Ginny fissando il fratello e sperando di ottenere qualche reazione. E non rimase delusa, non troppo almeno. Il sorriso di Ron si incrinò leggermente: era stato forse Seamus ad invitare Hermione? Ma poi si disse che, se con Trinity fosse andata male e avesse capito di essere davvero innamorato di Hermione, avrebbe escogitato qualcosa, certo non l’avrebbe data vinta a Seamus. Mai.

Dopo colazione i quattro si divisero per andare a lezione: Hermione aveva Rune Antiche, Ginny Cura della Creature Magiche e Harry e Ron avevano un’ora buca, così tornarono in sala comune.

-Ronnino!- esclamò una vocetta stridula nel momento esatto in cui i due entravano dal buco del ritratto. Ron sobbalzò quasi vedendo Lavanda e Calì andare verso lui ed Harry.

-Harry! Ti và di venire a fare un giro?- domandò Calì in un tono che non ammetteva repliche.

-Ma… io veramente…- cercò di ribattere Harry per salvare l’amico, ma ormai Calì l’aveva afferrato per un braccio e lo stava trascinando fuori dalla stanza.

-Ehm… beh, io dovrei proprio…- cercò di svignarsela Ron, ma Lavanda lo bloccò con l’abilità di un giocatore di rugby e si avvicinò a lui, decisamente troppo per i gusti del ragazzo, che fece un passo indietro –Ronnino, quanto ci stai mettendo ad invitarmi? Potrei anche accettare un altro invito se non ti sbrighi!- esclamò la ragazza.

-Beh, faresti meglio ad accettare un altro invito, perché io non ho intenzione di chiederti di venire al ballo.- disse Ron in tono deciso, e si eclissò nel dormitorio maschile.

Lavanda, lasciata sola, rimase per un secondo immobile e soppesare la situazione. Sapeva chi aveva invitato Ron: chi altri, se non Hermione Granger? Infuriata, Lavanda si recò nel dormitorio femminile e afferrò una boccetta di Inchiostro Anti-smacchiatore comprato al negozio di scherzi dei gemelli Weasley. Oh, non avrebbe permesso ad Hermione Granger di rubarle il ragazzo, questo era certo. E sapeva come evitare il problema.

Hermione entrò nel dormitorio vuoto. La maggior parte degli studenti erano in Sala Grande a pranzare, ma lei aveva finito prima. Si sedette sul suo letto e subito notò che il suo baule era aperto. Pensò di essersi distratta e di non averlo chiuso bene, ma quando si avvicinò per chiuderlo avvertì l’odore per lei inconfondibile di inchiostro. Quasi tremando aprì del tutto il coperchio e rimase a bocca aperta, incredula: il bellissimo abito confezionato da sua madre aveva, proprio al centro della morbida gonna bianca, un’enorme macchia nero-bluastra di inchiostro.

-Herm? Tutto ok?- non avendo visto l’amica in sala comune dopo cena, Ginny era andata a cercarla e ora stava bussando alla porta del suo dormitorio.

-Tutto ok.- rispose una voce da dentro, ma Ginny comprese immediatamente che non andava tutto bene, così entrò –Herm? Che hai?- domandò vedendo Hermione seduta sul letto con aria affranta e in mano l’abito bianco e oro.

-Una sciocchezza…- rispose Hermione tirando su con il naso.

-Herm, avanti, che succede?-

-No, è solo che… il vestito… si è macchiato.- disse Hermione senza distogliere gli occhi dalla macchia.

-Tutto qui? Si rimedia, andiamo, basta un Gratta e Netta!-

-Non… non và via… ho provato tutto, è un’ora che provo, dev’essere quell’inchiostro di Fred e George… e il ballo è domani sera!- si lamentò Hermione.

-Domani sera, e allora?- si affrettò a consolarla Ginny sedendosi accanto a lei –Domani pomeriggio andremo a Hogsmeade e ne prenderemo un altro… ma come hai fatto a rovesciare la boccetta?-

-Non sono stata io.- disse Hermione sull’orlo delle lacrime–Era così quando sono entrata, il mio baule era aperto… come facciamo a comprarlo domani pomeriggio? Non avremo abbastanza tempo…-

-Avremo tempo… che vuol dire che il baule era aperto? Credi che Calì o Lavanda…-

-Non lo so… ma non mi interessa, voglio solo un abito per il ballo, non posso incontrare Il Nomade così!-

-E non lo incontrerai così.- disse Ginny –Troveremo qualcosa, vedrai.-

-E dire che ho sempre creduto di non interessarmi a queste cose… e ora guardami, sono disperata per un ballo, un ragazzo e un vestito!- ridacchiò Hermione.

Il pomeriggio seguente le due non poterono uscire prima delle otto di sera per via delle lezioni, e quando si recarono ad Hogsmeade la maggior parte delle ragazze stava iniziando a prepararsi nei rispettivi dormitori.

-Mi dispiace così tanto, Ginny… vai a prepararti, io me la cavo…- ripeté Hermione per la milionesima volta mentre camminavano per la via principale del paese, quella piena di negozi.

-Sta’ zitta e cammina.- la liquidò Ginny continuando a camminare. Erano le nove e mezza, avevano girato tre quarti dei negozi, e tutti avevano finito i costumi per via del ballo. Ad un certo punto Ginny, passando davanti ad un negozio, vide una mascherina bianca, che copriva giusto la parte degli occhi, bianca e brillantinata, ma poiché non c’era un abito allegato passarono oltre. Passando davanti ad un negozio di abiti da sposa, Ginny ebbe l’illuminazione.

Capitolo IV – Il ballo

Ron ed Harry erano arrivati insieme nella Sala Grande, decorata in puro stile Hogwarts. Pipistrelli vivi svolazzavano sul soffitto senza però avvicinarsi più del dovuto ai ragazzi che ballavano di sotto, luci blu  e viola soffuse e una nebbiolina azzurra donavano al luogo un’atmosfera decisamente spettrale. Harry era vestito da pirata, e con la camicia un po’ sbottonata e la benda sull’occhio era davvero un ragazzo da notare. Ma era nulla in confronto alla figurona che faceva Ron con il vestiti che gli aveva mandato la madre. Contrariamente a quanto si aspettava, il costume era veramente spettacolare: stile principe delle favole, color blu notte con leggere rifiniture dorate e pantaloni bianco panna. Con i suoi capelli rossi, gli occhi celesti e il fisico allenato dal Quidditch attirava parecchi sguardi.

Erano lì ormai da circa due ore. Erano le dieci e un quarto, e Harry continuava a cercare Ginny con lo sguardo. Dopo un quarto d’ora la ragazza, con addosso il suo abito rosa confetto da tipica contadinella inglese e in mano un bastone bianco di paglia, entrò nella Sala e raggiunse Harry e il fratello, che fu intanto raggiunto da Lavanda, vestita (o forse sarebbe più opportuno dire svestita...) da indiana, con un minuscolo top e una gonna sbrindellata in pelle chiara.

-Ciao, Ron, ti và di ballare?- domandò Lavanda.

-No, scusa… devo andare.- disse il ragazzo, poi si allontanò da quella specie di piovra.

-Tanto Hermione Granger non verrà!- gli urlò dietro Lavanda. Ron non la sentì, ma Ginny si, e comprese tutto –Tu… sei stata tu? Sei stata tu a rovinare il vestito di Hermione?-

-Non sono affari tuoi, Weasley.- rispose altezzosa Lavanda.

-Sei proprio una…- Ginny si interruppe con un sorrisetto –Beh, hai sprecato il tuo tempo. Hermione verrà, ero con lei e stava finendo di prepararsi.-

-Se sta bene a lei venire con l’abito macchiato…- ribattè sarcastica Lavanda.

-Oh, non verrà con il costume macchiato.- sorrise Ginny voltandosi verso le scale. In quel momento anche metà della sala fece lo stesso.

Hermione, un po’ insicura, iniziò a scendere le scale. Si sentiva addosso lo sguardo di tutti, e doveva ammettere che l’abito che Ginny aveva scovato era davvero spettacolare: il corsetto era di pizzo, ornato da minuscole perline, e la gonna lunga fino a coprire i piedi era ottenuta da diversi strati di pizzo, il tutto rigorosamente bianco. A completare l’opera, portava la mascherina brillantinata che Ginny aveva adocchiato nel negozio di costumi.

Ron si voltò verso le scale e rimase a bocca aperta. Per un secondo si maledisse per non averla invitata, era davvero stupenda. Ma poi ricordò il suo piano: incontrare Trinity e capire esattamente ciò che provava.

Erano esattamente le undici, ed Hermione raggiunse il centro della pista, proprio sotto un grande lampadario stile discoteca anni ’60. Attese, in ansia.

Ron si incamminò verso la pista, e vide Hermione nel punto in cui avrebbe dovuto incontrarsi con Trinity.

-Sei al centro della pista.- le fece notare arrivandole alle spalle e cercando intanto di vedere se Seamus era nei dintorni.

-Nomade…- disse Hermione voltandosi, poi vide Ron –Oh, sei tu… credevo…-

Ron era rimasto a bocca aperta: l’aveva chiamato Nomade? Non poteva crederci… le due ragazze di cui era innamorato… potevano essere la stessa persona?

-Tu… mi hai chiamato Nomade?- domandò incerto.

-Già… è una lunga storia, non…-

-Tu sei Trinity?- la interruppe Ron bisognoso di una conferma.

Hermione si bloccò e guardò Ron negli occhi, incredula. Possibile che Ron fosse Il Nomade? Che i suoi sogni, tutti i suoi sogni, si fossero davvero avverati?

-Non mi dire che… tu?- domandò con voce tremante.

-Io sono Il Nomade.- disse Ron, più sicuro di sé leggendo negli occhi della ragazza tutto fuorché dispiacere.

-E io sono Trinity.- disse Hermione mentre il cuore iniziava a battere sempre più forte: aveva sbagliato a dubitare del suo amore per Ron, e ora aveva capito che in qualunque situazione si fossero conosciuti si sarebbe comunque innamorata di lui, erano fatti per stare insieme.

-Beh… ora dovremmo… ballare, si suppone.- disse Ron.

-Già.-

Ron passò una mano attorno alla vita di Hermione, lei sulla sua spalla solida, e lui le prese l’altra mano. Iniziarono a muoversi lentamente, stando vicini.

-Herm?- la chiamò ad un certo punto Ron.

-Si?- rispose lei guardandolo nei suoi magnifici occhi azzurri.

-Ti amo.-

-Anch’io, Ron. Anch’io.-

 

  
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