Serie TV > Un Medico In Famiglia
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Autore: Eliessa    25/11/2011    1 recensioni
Questa è una storia sulla famiglia Martini.
Riconosco che non l'ho scritta bene, non piace neanche a me (Con il tempo cercherò di scriverne una migliore!), però ho scritto un finale diverso da quello che tutti conosciamo.
Quello che (almeno io) avrei tanto voluto.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA: SO BENE CHE QUESTA STORIA NON E' SCRITTA MOLTO BENE!

        ACCETTO TUTTE LE CRITICHE, TRANNE GLI INSULTI!



Tutto iniziò dal bacio che si diedero Lele e Bianca in cioccolateria, quando sono rimasti fino a tardi a pulire il laboratorio, perché Giulio involontariamente aveva spostato la leva del termostato facendo andare il cioccolato in ebollizione.
Bianca la mattina seguente sarebbe partita per tornare in Olanda a malincuore, da sua figlia Inge, ma non tutto andò come previsto.
Dopo il bacio Lele era scappato tornando a casa, mentre Bianca era andata in camera sua a sistemare le ultime cose da mettere in valigia. Il giorno dopo, senza salutare il suo amico, si recò all’aeroporto, ma non dimenticò il bacio che l’aveva fatta stare bene, almeno per poco.
Ma una brutta sorpresa la stava attendendo: proprio mentre s’incamminava verso l’imbarco, aveva appreso che era iniziato lo sciopero delle hostess. Forse era un segno del destino. Forse era giusto che lei rimanesse a Roma per vivere con Lele. In fondo a lei non dispiaceva quest’idea.
Lele, invece, andò in clinica, e lì incontrò una persona.
Una persona a cui era stato legato per molto tempo, che era diventata prima sua cognata e poi sua moglie, eppure il destino ha fatto in modo che si lasciassero.
Quella persona era Alice.
Lele, nel rivederla era rimasto stupito. Anche se necessaria come dice lui, la separazione, era ancora innamorato di lei.
Forse per questo aveva baciato Bianca la sera prima, per levarsi Alice dalla testa, senza però alcun risultato.
Alice era bella, come sempre, e subito si era messa a chiacchierare con uno dei suoi vecchi amici, Oscar, ed andarono nel suo studio.
Lele, per paura di parlarle, per paura di fare una pessima figura davanti a lei, decise di barricarsi nel suo studio, così fu Alice che fece la prima mossa e si recò dal lui.
 
-È permesso?- disse Alice, entrando nello studio del marito.
-Alice vieni, entra pure. Come stai?- disse dirigendosi verso la porta per accogliere la moglie. In fondo la loro separazione non era ufficiale quindi erano ancora marito e moglie per la legge.
-Sto bene, tu?-
-Un po’ stanco tra la casa ed il lavoro, ma bene. E tu, come mai da queste parti? Non hai avvertito del tuo arrivo.-
-Si, volevo vedere i bambini, mi mancano un pò. Per caso ho sbagliato momento?-
-No, puoi venire quando vuoi, lo sai. Solo che dovrai aspettare, sono a scuola.-
-Si, su questo ci ero arrivata, per questo sono venuta prima qui, da te. Non mi andava di passare a casa, senza prima averti salutato.-
-Non posso darti torto.- disse Lele quasi ridendo. –Allora, che mi racconti di te?-
-Niente, solite cose, solito lavoro. Tu, come va con il lavoro qui alla clinica?-
-Va bene. Con altri due colleghi stiamo mandando avanti la sperimentazione del farmaco. Ma non parliamo di lavoro, parliamo di te. C’è un uomo in vista?-
-No, cosa ti salta in mente!-
-Eppure al tuo vecchio amico Lele glielo avresti detto. Sarebbe stato il primo a saperlo, ricordi?-
-Si, mi ricordo bene. Ricordo la promessa che ci siamo fatti prima del matrimonio. Però se vuoi, possiamo parlarne questa sera a cena.-
-A cena? Questa sera?- disse Lele con voce tremolante.
-Si, in quel ristorantino che ti piace tanto.-
-Va bene. Alle 20?-
-Perfetto. Eh Lele, visto che questa sera usciamo, che dici se passo domani a casa?-
-Invece che dici se ti fermi a dormire da noi?-
-No, per questa notte preferisco di no.-
-Alice, ma sei sicura che va tutto bene?-
-Si, però vedi Lele… Vabbhè, ci vediamo questa sera, e mi raccomando, non dire nulla a nessuno che sono qui.- disse Alice avviandosi verso la porta.
-No, aspetta un attimo. Non hai finito di completare la frase.-
-A stasera Lele.-
-Alice!- disse Lele, quando ormai era già lontana.-
 
Verso l’ora di pranzo, Lele andò a cercare Maria, la figlia nel suo studio, per parlarle.
 
-Maria, torni a casa?-
-Si, perché?-
-Senti, se invece di tornare a casa, andiamo a prenderci un panino al bar?-
-Si, va bene. Ma come mai questa proposta? Per caso devo sapere qualcosa e non sai come dirmela?-
-In effetti si, se l’unica di cui mi possa fidare.-
-Allora andiamo.- Padre e figlia uscirono dalla clinica per dirigersi al bar. –Allora adesso mi dici questo inconfessabile segreto?-
-Questa mattina ho rivisto Alice, tua zia.-
-Cosa? Zia Alice è qui!-
-Si, ma non deve saperlo nessuno. Mi ha invitato questa sera a cena e…-
-Ci pensi ancora a lei?-
-Veramente non ho mai smetto di pensare a lei, ed ogni volta che guardo i gemelli, mi tornano in mente tutti i fantastici momenti che abbiamo vissuto insieme. Non che a te, Ciccio o Annuncia non voglia bene o non ci pensi, ma Alice è stata mia moglie.-
-La sorella di mamma.-
-Elena! Ancora adesso, dopo tutti questi anni sento ancora la sua mancanza.-
-Anche a me manca la mamma, non sai quanto, soprattutto ora. Vorrei averla qui!-
-Ora?- disse Lele un po’ stranito.
-Si. Con Guido volevamo dirlo questa sera a cena, ma tu avrai un’anteprima. Sono incinta.-
-Maria! Che bella notizia! Auguri.-
-Grazie papà.-
-Senti, questa sera ceno fuori, Alice mi ha invitato al ristorante. Non dire a nessuno che lei è qui, domani passerà lei a salutare tutti.-
-D’accordo, manterrò il segreto, e magari domani non torna solo zia Alice, ma anche i coniugi Martini.- disse Maria contenta, anche se in fondo stava provocando il padre.-
-Può essere. E poi ti ricordo che non diamo divorziati, ma solo separati e neanche ufficialmente.- Mentre Lele parlava con la figlia, arrivò il genero.
-Eccoti amore, ti ho cercato ovunque.-
-Scusami Guido, te l’ho rubata per il pranzo.-
-Mi è passato dalla mente di avvertirti, perdonami.-
-Dai siediti.- disse Lele.
-No, non vorrei aver interrotto qualcosa.-
-Tranquillo, abbiamo finito. Che prendi tu?-
Intanto a Poggiofiorito, una bella donna bionda e riccia, era andata nella villetta di fronte la cioccolateria per cercare Lele. Bussò al campanello, e ad aprire la porta fu Elena.
-Ciao Elena, c’è papà?- disse Bianca.
-No, ha chiamato dicendo che pranzava fuori con Maria.-
-Ah, ho capito. Tieni, questa torta è per voi. Senti, quando torna puoi dirgli di chiamarmi?-
-Si, certo.-
-Ciao Elena.-
-Ciao.- Bianca andò via, mentre Elena si dirigeva in cucina.
-Elenuccia, chi era?- le chiede Melina.
-Bianca, cercava papà, ed ha portato anche una torta al cioccolato bianco per noi.-
-Forse volevi per me.- disse Bobò.
-Sei sempre il solito Bobò!-
Intanto nella clinica, dopo la pausa pranzo, Guido era di nuovo nel suo studio con la moglie.
-Senti, ma con tuo padre va tutto bene? Prima era strano.-
-Si, tutto bene.-
-Allora questa sera posso invitarti a cena!-
-No, non posso accettare l’invito. Papà questa sera cena fuori e mi ha chiesto di stare con i piccoli.-
-Ah, ecco dov’era la fregatura.-
-E dai, rimandiamo la nostra cenetta.-
-D’accordo.-
-A patto che mi fai mangiare tutto quello che voglio!-
-Accetto il patto. Però domani mattina dobbiamo dirlo agli altri, tra una cosa ed un’altra e passata una settimana!-
-Papà già lo sa.-
-Cosa?-
-Si, gliel’ho detto oggi, poco prima che tu arrivassi al bar.- Qualcuno bussa alla porta, era Maura.
-Scusate se vi disturbo, ma è arrivata una paziente per Maria.-
-Grazie Maura, arrivo subito.- Maura esce dalla stanza.- Scappo, ci vediamo dopo.- disse Maria senza dare tempo al marito di replicare qualcosa.-
Nel frattempo Lele aveva finto il turno in clinica e tornò a casa.
-Ciao famiglia.- disse Lele come sempre, entrando a casa.-
-Papà!- esclamò Elena.
-Allora, avete fatto tutti i compiti?-
-Si.- rispose Bobò.-
-Bene. Allora, vi dico subito che questa sera non ceno a casa.-
-Ah papà, oggi ti è venuta a cercare Bianca.-
-Grazie Elena, domani passerò da lei.-
-E perché non questa sera?-
-Te l’ho detto Elena, devo uscire. Anzi, vado a preparami.-
Nello stesso momento Lele riceve un messaggio sul suo telefonino: ti aspetto, non cambiare idea!
Dopo essersi preparato andò nel salone.
-Papà, che eleganza! Stai già andando?-
-Si, è ora.-
-Bene. Salutamela!-
-Si. Io vado. Ciao a tutti.- Lui uscì dalla porta e si recò al ristorante.
-Lele sono qui!- disse Alice alzandosi in piedi per farsi vedere.-
-Ciao.- disse l’uomo avvicinandosi. –Sei bellissima.-
-Grazie.- disse quasi arrossendo un po’.-
-Allora, perché non mi racconti un po’ di te?-
-Pati già con le domande. Comunque no. Prima di raccontarti di me, voglio dirti una cosa, e se non lo faccio ora non so se lo farò in futuro.-
-Sarebbe?-
-Oggi, quando mi hai chiesto se avevo un altro uomo, ti ho risposto di no, ed era la verità. C’è solo un uomo a cui penso sempre, che ho lasciato andate via per il mio stupido comportamento da bambina che non ho mai perso, ed ora sto male.-
-Alice…-
-Lele, sono stata una cretina a lasciarti andare. Non avrei mai dovuto. Io ti amo, non ho mai smesso di pensare a te. Io voglio riprovarci, se solo anche tu lo vuoi.-
-Alice.- disse Lele dopo che ritrovò un po’ di voce. –Quanto mi sei mancata, in tutto questo tempo.- disse, mentre si alzava per avvicinarsi a lei e posarle un dolce bacio sulle labbra.
-Ora, però, chi glielo dice ai gemelli?-
-Si. Magari ne parlo prima con Ciccio ed Annuccia e dopo ne parlo con Elena e Bobò.-
-E Maria?-
-Lei, veramente… Bhè, sa tutto.-
-Cosa?- rispose Alice sorpresa.
-È l’unica che non mi tradisce, avevo bisogno di parlarne con qualcuno, ma Oscar era impegnato, papà sta in Puglia, Enrica è con lui.-
-Non sai quanto desidero rivederli tutti quanti.-
-E tu non sai quante volte chiedono di te.- Arriva il cameriere.
-I signori vogliono ordinare?- Mentre la coppia che si era appena ritrovata ordinava la cena, in casa Martini tutti si stavano preparando per sedersi a tavola. Elena e Bobò stavano rientrando in casa, quando quest’ultimo cade in giardino.
-Dai Bobò sbrigati, Melina ci sta chiamando per cena.-
-Elena!- disse il fratello gridando e piangendo.-
-Bobò che hai?-
-Il braccio!- esclamò e cercando di riprendere fiato. –Fa male.-
-Stai sanguinando! Maria! Guido! Presto, correte.- disse Elena cercando di farsi sentire dalla sorella maggiore e dal cognato.
-Non muoverlo.- disse Elena, mentre arrivarono di corsa Guido e Maria.-
-Bobò!- esclamò Guido nel vederlo a terra.
-Fa tanto male, Maria.-
-Dai, adesso cerca di alzarti, entriamo dentro, iniziamo a disinfettarlo e poi andiamo di corsa in clinica.-
-Voglio papà!-
-Ma papà non c’è.- rispose Maria.
-Ora muoviamoci a rientrare, dobbiamo portarlo in clinica, ci vogliono i punti.-
-No Guido, per favore, ha paura.-
-Dai Bobò…!- cercava di incoraggiarlo Elena, mentre lo portavano dentro.-
-Guido, fai piano, fa malissimo.-
-E lo so, cerca di resistere un po’. Maria, prendi le chiavi dell’auto.-
-Si.-
-Io vengo con voi.- disse Elena.-
-No, aspettaci qui.- le rispose il cognato.-
-Io non lascio da solo Bobò.-
-Va bene, vieni.- le rispose la sorella.
-Ma che sta succedendo qui?- disse Melina entrando in cucina.
-Bobò è caduto e dobbiamo portarlo in clinica.- disse Maria. –Per favore, Melina, Ave, rimanete qui fino a che non rientriamo?-
-Si, si, tranquilli, andate. Povero puteo.- disse Ave molto preoccupata.
Nel frattempo Guido, Maria ed i sui fratelli raggiunsero la clinica in auto. All’entrata incontrarono Virginia che aveva il turno di notte.
-Ehi, che succede? Bobò!- esclamò vedendo il piccolo con il braccio insanguinato.
-È caduto in giardino, e si è infilato un ferro nel braccio.- disse Elena.
-Volete una mano? Disse Virginia rivolgendosi a Guido.
-No, tranquilla, ora lo porto nel mio studio. Grazie.- Tutti andarono nello studio. Una volta lì, Maria aiutò Bobò a farlo salire sul lettino, mentre Guido si preparava per fare l’anestesia a cognatino ed operarlo.
-Guido, ho paura. Voglio papà.-
-Ti fidi di me?- il piccolo annuì. –Prometto che non ti farò male.-
-Però lo voglio.-
-Ma si può sapere dov’è finito tuo padre?- sussurrò Guido alla moglie.-
-Eh… è uscito.-
-Si, ma Bobò non si calma. Chiamalo e digli di venire qui.-
-Non dovrei, però…-
-Chiamalo, per favore.-
-Va bene.- Maria si avvicinò alla porta e chiamò il padre. –Papà, scusa se ti disturbo, ma devi correre in clinica, Bobò si è fatto male. Va bene, ti aspetto.- La ragazza chiuse la telefonata e si avvicinò al marito. –Sta arrivando.-
-Bene.- rispose Guido. Intanto al ristorante Lele raccontò alla moglie quello che le aveva detto la figlia.
-Allora?- disse Alice
-Dobbiamo andare in clinica, Bobò si è fatto male, non ho capito bene. Quel che è certo è che le sue urla le ho sentite per telefono.-
-Ma è tanto grave?-
-No, Maria mi ha detto di no.-
-Allora corri, vai.-
-No, tu vieni con me. È in questi momenti che devono vederci insieme, e poi non ci sarà bisogno di parlare se stiamo insieme.-
-Bene. Andiamo.-
Intanto l’anestesia che Guido aveva fatto a Bobò finalmente aveva fatto effetto e stava mettendo i punti.
-Sai Guido, dovevo fidarmi di te. Non fa più male. Ora non voglio neanche più papà.-
-Come non mi vuoi?- disse Lele entrando insieme ad Alice.
-Papà! Esclamò Bobò.-
-No, devi star fermo, non abbiamo ancora finito.- lo fermò Guido.-
-Mamma.- esclamò Elena.
-Tesori miei.- disse Alice abbracciando Elena e camminando verso l’altro figlio.
-Ciao zia.- le disse Maria dandole semplicemente una carezza sulla spalla, perché sapeva che prima di tutto venivano i figli. Voleva saltarle addosso, abbracciarla. Era molto affezionata a lei, ma ora c’era qualcuno che aveva la priorità.
-Allora Bobò, ti piace proprio farci spaventare, eh?- disse il padre
-Diciamo che ha solo 15 punti al braccio.-
-Grazie Guido.-
-Di niente Lele.-
-Mamma, ma tu quando sei arrivata?-
-Questa mattina.-
-E perché non sei venuta prima da noi?-
-Perché di mattina siete a scuola e poi avevo un appuntamento.-
-Ecco! Uffa, vieni sempre per lavoro. Questo vuol dire che tra due giorni tornerai a Parigi.-
-No. Non è così Elena. È vero, non sono venuta perché avevo un appuntamento, ma era con tuo padre.-
-Che vuoi dire mamma?- disse Bobò perplesso.
-Che se vui volete, possiamo tornare ad essere di nuovo una famiglia.-
-Quindi tu e papà, state di nuovo insieme!- continuò entusiasmato, facendo un salto che lo portò a terra.-
-Bobo, stai calmo o ti farai male al braccio. E devo finire di fasciarlo.- disse Guido facendolo risalire sul lettino.-
-Si, scusa Guido.-
-Allora, che dite bambini, siete d’accordo?-
-Papà, come potremo non esserlo? Non desideravamo altro noi.-
-Ecco cosa mi stavi nascondendo.- sussurrò Guido alla moglie.
-Non fare l’offeso, non potevo dirtelo.-
-Ma come, tu lo sapevi?- disse Elena avendo ascoltato la mini conversazione tra la sorella ed il cognto.
-Si, lo sapevo.
-Allora Bobò, il braccio ora è fasciato, non muoverlo troppo altrimenti si riapriranno i punti.-
-D’accordo.-
-Signor Martini.- disse con aria divertita Guido. –Si ricordi che deve ritornare qui tra sette giorni.-
-Certo dottor Zanin, non lo dimenticherò.- disse ridendo e stando al gioco.
-Ora andiamo a casa, Ave e Melina ci stanno aspettando.-
-Mamma, è vero che tu vieni con noi?- domandò Elena.
-Si.- rispose il padre. –La mamma viene con noi. Andiamo.- Insieme uscirono dalla clinica ed andarono a casa, dove Ave li stava aspettando impaziente.
-Oh, siete arrivati. Il puteo come sta?- disse Ave.
-Sto bene Ave, tranquilla. Ah, visto che ci siamo, ti presento mia madre.-
-Eh, si.- continuò Guido. –Alice, lei è Ave mia madre, mamma lei è Alice la moglie di Lele.-
-Finalmente la conosco.-
-E poi c’è Melina che già conosci.- continuò Elena.-
-Visto che tutto è andato per il meglio, io andrei.-
-Si, certo, vai pure Melina, grazie.- disse Lele.
-A domani professò.- disse per poi uscire dalla porta della cucina.
-Bene, vado anche io.- disse Ave
-Si, ti accompagno io.-
-No, tranquillo, riposati.-
-Non ci penso proprio, a quest’ora non vai in giro da sola.- Rivolgendosi a Maria.- Ci vediamo tra poco.-
-Ok. Ciao Ave.-
-A domani.- le rispose la suocera.
-Papà, papà!-
-Guarda che sono qui davanti a te, non serve gridare Bobò.-
-Scusa. Io ed Elena possiamo dormire con voi, come facevamo a Parigi quando faceva freddo?-
-Ma qui non fa freddo.-
-Però è tornata mamma.-
-Dai, ti prego, per favore papà.- continuò Elena.
-E va bene. Andate a lavarvi, mettetevi il pigiama e poi scendete.-
-Grazie!- esclamarono i gemelli abbracciando i genitori.
-Aspettate, salgo con voi, a domani papà. Zia.-
-Ciao Marì.- disse il padre.
La notte passò e la mattina Maria si svegliò presto, non riuscì a dormire, così verso le sette meno un quarto, dopo essersi preparata per andare in clinica, decise di scendere in cucina per preparare la colazione. Alice, abituata a svegliarsi presto invece, andò in cucina non sapendo però di trovare la nipote.
-Maria già in piedi?-
-Si, non riuscivo a dormire. Senti, ti va di parlare un po’, come una volta?-
-Certo, sediamoci. Che ti succede? Non hai la faccia contenta.-
-Si vede, eh? Il fatto è che mi sembra tutto così strano.-
-Ti manca la mamma?-
-Si. Ora ci sei tu, e ne sono felice, ma avrei voluto che ci fosse per… per la nascita di mia figlia.- disse toccandosi il ventre.
-Maria, tu sei incinta?-
-Si, con Guido volevamo dirlo questa mattina a tutti.-
-Io sono convinta che anche lei avrebbe voluto vedere nascere sua nipote, ma non possiamo tornare indietro nel tempo e modificare il nostro destino. Sarebbe troppo semplice una vita così, che ne pensi?-
-Si, hai ragione. E poi non voglio tornare indietro nel tempo.-
-No?-
-No, perché altrimenti non avrei per madre una zia rivoluzionaria come te, e due fratelli fantastici.-
-Ah, Maria, sei sempre la solita. Però ricorda una cosa, io non voglio e non prenderò mai e poi mai il posto di Elena.- disse abbracciandola ed in quel momento arrivò Lele.
-Ecco dov’eri finita. Ti cercavo per tutta casa.- disse rivolto ad Alice.
-Ed invece sono qui.-
-Ma ho interrotto qualcosa? Vi disturbo?-
-No, stavamo solo parlando.- disse Maria.
-Allora ho interrotto qualcosa, torno dopo.-
-No papà, abbiamo finito, tranquillo.-
-Bene, allora posso rubartela? Dovrei parlarci io.-
-Anche tu? Ma che sono diventata il personaggio dell’anno? Ieri i gemelli, oggi tu e Maria. Chi sono diventata? Però mi sa che quello che devi dirmi non è di certo una buona notizia.-
-Si… anzi no.-
-Si o no.- disse Alice.
-Andiamo di là?-
-Si. Maria finisci di preparare tu?-
-Si, ci penso io.- Lele ed Alice andarono in camera da letto, mentre Maria finiva di apparecchiare la tavola.
-Allora, cosa devi dirmi?-
-Alice, ora che ci siamo ritrovati, non voglio perderti mai più, per questo desidero essere chiaro con te.-
-Hai un’altra?-
-No, non ho un’altra. Però ieri mi sono baciato con Bianca, la sorella di Giulio.- disse Lele tutto d’un fiato.
-Lele, a me sinceramente non importa della tua vita sentimentale che hai avuto, perché tu ora vuoi stare con me, o forse ti sei pentito?-
-No, che dici?-
-Bene, allora non esiste nessun problema.-
-Si, però devo andare a parlare con lei, per… per chiarire.-
-Certo, e non t’impedisco di farlo. Quindi puoi andare quando vuoi, non devi chiedermi il permesso.-
-Sapevo che mi avresti capito.- disse dandole un bacio. –Ora torniamo in cucina, abbiamo lasciato Maria da sola, e tra due minuti saranno tutti a fare colazione.- Ma in cucina era già arrivata tutta la famiglia Martini.
-Ci vedo bene? Zia, sei qui!- disse Annuccia saltandole addosso.
-Vieni qua, bella mia.-
-Quanto rimani questa volta?-
-Tutta la vita?-
-Eh?-
-Io e zia Alice siamo di nuovo una coppia.-
-Veramente? Finalmente era ora.-
-Vedo che non ti dispiace la cosa?- le disse il padre.
-Per niente.- Entra Melina.
-Giusto a voi cercavo, professò!-
-Ed io sempre qua sto Melì, che t’è successo?-
-Vi cerca la signora Bianca. Ha detto che è da ieri che l’aspetta.- Guido arriva in cucina e si siete accanto la moglie.
-Grazie.- Lele lanciò uno sguardo ad Alice come per dirle che era arrivato il momento di andarle a parlare e lei annuì. –Allora, chi vuole i cornetti per colazione alzi la mano.- Tutti la alzarono.
-E tu perché due mani?- disse rivolgendosi a Maria.
-Ho due bocche da sfamare, per favore.-
-Va bene, torno subito.-
-No, aspetta prima di andare vorremo dire una cosa.- disse Guido.
-Sarebbe?- chiese Annuncia.
-Sono incinta.- Tutta la famiglia Martini si congratulò con i futuri genitori per l’evento che a breve ci sarebbe stato.
-Dopo questa breve festa, io vado a prendere i cornetti, torno subito.-
La famiglia Martini continuò a fare colazione, mentre Lele andò da Bianca.
-Posso entrare?- disse Lele sulla porta del laboratorio della cioccolateria.
-Si, entra.- disse Bianca felice e sorridente. – Finalmente ti rivedo, mi sei mancando.- Disse cercando di dargli un bacio, ma lui si spostò facendo rimane la donna stupita.
-È tornata Alice.-
-Bene, così i bambini possono stare con lei. Quanto si ferma?-
-Molto tempo, tanto… Per sempre.-
-Che… che vorresti dire?-
-Io e Alice siamo tornati insieme.-
-Cosa?! E il bacio che ci siamo dati ieri?-
-Quel bacio è stato solo un errore, nient’altro, non dovevo!-
-Martini, non può essere, non ci credo.-
-È stato solo un momento di debolezza. Comunque credo che le scuse non servano a niente, ma credimi, è meglio così, anche per i bambini.
-Si, certo, per i bambini. Devi ricostruire la tua famiglia, ma prima che arrivasse lei noi ci siamo baciati e stavamo iniziando a pensare ad un futuro insieme, o perlomeno io ci stavo pensando. Stavo andando in Olanda per poi trasferirmi per sempre qui.-
-Forse hai corso un po’, e ti chiedo scusa se ti ho fatto crede qualcosa che ora non è.-
-Bianca, il bacio…-
-È stato solo un errore, ma per me no. E comunque non posso impedirti nulla. Solo amici Martini, ci stai?- disse Bianca allungandole una mano e Lele gliela strinse.
-Scusami Bianca!-
-Sto bene, tranquillo.- disse trattenendo le lacrime.
-Facciamo un patto?-
-Sentiamo.-
-Se hai bisogno, di qualsiasi cosa in qualsiasi momento tu mi avverti. Per te ci sarò sempre.-
-D’accordo.- Dopo qualche attimo di breve ed imbarazzante silenzio Lele iniziò a parlare di nuovo.
-Senti, i cornetti posso prenderli io?-
-Si, certo, sono caldi, li ho appena fatti.-
-Grazie.- disse andandosene.
-Addio Martini.- disse sussurrano quando Lele era ormai lontano. Bianca continuò nel suo lavoro, ma iniziò a piangere silenziosamente. Lele invece era arrivato a casa, con una busta grande e piena di cornetti al cioccolato, crema e marmellata.
-Sono arrivato con i cornetti.-
-C’è anche per me un cornetto?- disse Guido.
-Si, li ho presi per tutti. E tu Bobò stai calmo. A te ne tocca solo uno.-
-Ma Maria ne può mangiare due ed io?-
-Tu non hai due bocche da sfamare, Bobò.- disse Elena.-
-No, ma ho due stomaci.-
-E vorrà dire che uno questa mattina digiunerà.-
-No, amore, che fai?- disse Maria, mentre Guido le aveva levato uno dei due cornetti.-
-Due ti fanno male.-
-Ma ho molta fame.-
-Non ti preoccupare, ti passerà la fame.-
-E Giulio dov’è finito? Di solito è già qui?-
-Starà ancora dormendo.- disse Lele. Invece Giulio era sveglio e stava per andare dal suo amico, ma passando a salutare la sorella, la vide strana, così decise di parlarle.
-Bianca, che ti succede?-
-Niente, non ho niente.- disse girandosi verso il formo per infilarci una teglia di biscotti.
-Guardami. Tu stai piangendo.-
-Lele è tornato con Alice.-
-Cosa? Avrai capito male.-
-No, è appena stato qui. Me lo ha detto chiaramente.-
-Ma ieri mi hai detto che vi siete baciati…-
-Ieri era ieri. Sai cos’è? Che per una volta ci avevo sperato.-
-Vuoi che ci parli io?-
-No, no, tranquillo, ci siamo chiariti, siamo solo amici.-
-Senti, tra poco arriva Inge, giusto? Vai ad aggiustarti un po’, non è il caso che ti veda così.-
-Hai ragione.- disse accennando un sorriso.-
-Però Bianca scusami, è più forte di me, devo andare a parlar con Lele.-
-No, ti prego.-
-Cinque minuti Bianca, ma non preoccuparti non gli dirò che mi hai palato, ok?-
-Va bene.-
- Ti aspetto lì.-
-Ok.-
-Allora famiglia Martini cosa c’è per colazione?- disse Giulio entrando come al solito dalla porta della cucina.
-Quello che vuoi. Eravamo in pensiero per te.-
-E invece eccomi qui, dovrete sopportarmi ancora un po’.-
-Sei sempre il solito.- disse Alice.
-Alice.-
-Ecco qui, i miei due più cari amici, proprio come i vecchi tempi.-
-Si, ma tanto tra poco riparti e saremo di nuovo soli.-
-Bianca non ti ha detto nulla?- disse Lele.
-No, cosa doveva dirmi? Sono rimasto fermo a ieri.- disse facendo finta di non sapere nulla.
-Da ieri sono cambiate un po’ di cose. Alice ed io abbiamo deciso di riprovarci.-
-Ma Lele!-
-Dai, in fondo te ne ho sempre parlato.-
-Si, allora non mi resta che dire, bentornata tra noi Alice.-
-Grazie Giulio.-
-È permesso?- disse una voce femminile proveniente dalla porta.
-Si entra Bianca, vieni.- la invitò Lele.
-Sono venuta per Giulio. È tardi, dobbiamo andare.-
-Dove andate?- chiese Lele.
-Arriva Inge. Stiamo andando a prenderla all’aeroporto.-
-Papà, dopo la scuola può venire qui a giocare con noi?-
-Certo, se Bianca vuole.-
-Vuoi Bianca? Può venire, per favore?-
-Si, certo. Ora però dobbiamo andare.-
-Grazie della colazione che non ho fatto bella gente, io vado. A dopo.- disse Giulio.
-Ciao.- disse Bianca, per poi dirigersi fuori con il fratello.
-Papà, ma che ha Bianca?-
-Non lo so Elena.- Dopo una breve pausa di silenzio.  -Allora, avete fatto colazione? Ora tutti a scuola, andate a prendere le cartelle.-
-Si papà.- rispose Bobò.
-Annuccia tu che fai, vieni con noi?-
-No, sta per arrivare Gianfi.-
-E chi è Gianfi?- disse Alice.
-Gianfilippo è un ragazzo carino che mi piace. No, un momento perché vi sto raccontando queste cose?-
-Eppure Maria alla tua età mi raccontava tutto.-
-Vermente?-
-Si.- rispose Maria. –Di certo non potevo parlarne con te che eri solamente una bambina o con Ciccio che pensava solo a prendermi in giro.-
-Si Annuccia, però mi raccomando con questo Gianfilippo.-
-E dai Lele, lasciala vivere.- Suonano il campanello.
-Ecco, è arrivato. Ci vediamo a pranzo. Ciao.- disse uscendo di corsa.-
-Bambini, siete pronti?-
-Si, eccoci, rispose Elena.
-Lele, senti mi dai un passaggio in clinica?- chiede Guido.
-Si.-
-Noi ci vediamo dopo lì.- disse rivolto a Maria.
-Si, a dopo.-
-E un bacio a mamma non lo da nessuno?- disse Alice.-
-Certo. Ci siamo noi.- disse subito Bobò.
-Ora andate o farete tardi a scuola.-
-Ciao mamma.-
-Buona scuola.-
-Ciao amore.- disse Lele per poi andare via con i figli.
Nello stesso istante dalla porta secondaria, quella della cucina entrò Ciccio con sua moglie Trecy.
-Siamo in ritardo per la colazione?-
-Bhè, direi di si.- Rispose Alice.
-Zia Alice.- esclamò Cicco andandola ad abbracciare.-
-Salve signora.- la salutò Trecy.
-Ma questo lei è proprio necessario? Chiamami Alice e dammi del tu, te lo chiedo per favore.-
-Va bene. Allora ciao Alice.-
-Ecco, così va meglio.-
-Allora, che mi racconti di bello.- disse Cicco versandosi del caffè.
-Te lo dico io.- rispose la sorella. –Papà sta di nuovo con zia.-
-Finalmente.-
-Ed io sono incinta.-
-Eh!-
-Sarai zio, fratellone mio.-
-Auguri.-
-Grazie.-
-Ma scusate un momento, fatemi capire bene, tutti stavate aspettando questo momento?-
-Bhè si. In fondo, dopo tutto quello che avete passato non ci sembrava giusto che due persone come voi si lasciassero.-
-Ah, i miei nipotini.-
-E tra poco anche un bis-nipote.-
-Eh già, c’è la new-entry.-
Loro quattro continuarono allegramente la conversazione fino a quando per Maria non si era fatta l’ora di andare in clinica ed il fratello l’accompagnò.
Inge, invece, era arrivata a casa e appena i gemelli tornarono da scuola andò da loro per giocare insieme. […]
Da quando Lele ed Alice decisero di mettersi insieme di nuovo, erano passati due mesi.
Lei aveva un ritardo, così decise di fare il test di gravidanza, che però risultò negativo. Era solo un falso allarme, purtroppo. Però decise non buttare il contenitore con dentro il test, ma decise di riporlo nella sua parte di armadio.
Quello stesso giorno, Lele lo trovò per puro caso, perché aveva sbagliato ad aprire la parte di armadio.
Non poteva crederci, se fosse stato positivo, ci sarebbe stato un sesto Martini.
Quest’idea gli faceva un po’ paura, ma nello stesso momento era eccitato all’idea di avere un altro figlio.
Prese la scatola per vedere il risultato, ma prima si sedette sul letto e mentre stava venendo a conoscenza del risultato entrò Alice.
 
-Amore, sei incinta?-
-Non so se fartelo scoprire o dirtelo.-
-Che vuoi dire?-
-Che sarebbe stato bello avere un altro figlio da te.-
-Sarebbe stato?-
-Non sono incinta, è solo un falso allarme. Questo non l’ho gettato forse perché in fondo ci speravo. Ma sono consapevole che non sarà facile portare avanti un’altra gravidanza. Ricordi?-
-Si, me lo ricordo. Però mi ricordo anche che sono nati i gemelli. E se vuoi possiamo sempre provarci.-
-Grazie!- disse Alice abbracciando il marito.
-Di cosa?-
-Di avermi ridato la speranza, quella che avevo perso.- Delle urla iniziavano a sentirsi in quella camera.
-Papa, papà!- disse Maria per poi entrare nella camera del padre.
-Maria che hai?-
-È femmina! Guarda.- disse mostrando l’ecografia.
-Allora ora bisogna scegliere solo il nome.-
-Ancora c’è tempo. Mancano cinque mesi. Ma questo?- Indicando il test. –Sei incinta anche tu?-
-No, purtroppo no. Ma non dirlo a nessuno.-
-Mi dispiace. In fondo avrei voluto un altro fratellino.-
-Ora andiamo di là.- disse Lele.
 
Il tempo passava. Bianca si era trasferita definitivamente a Roma pur sapendo che non sarebbe mai potuta stare con Lele. Cercò di migliorare il suo rapporto con lui, ma sempre e solo come amici, e ci stava riuscendo, anche se non era facile. La famiglia Martini stava ritornando quella che era, una famiglia numerosa, soprattutto con l’aggiunta di Libero ed Enrica che lasciarono la “Puglia Dop” nelle mani di Nilda, che ormai si era rifatta una vita lì con Andrea e la figlia, per trasferirsi di nuovo nella loro casa.
Maria e Guido invece decisero di acquistare la villetta accanto, quella di proprietà di Torello, che una volta ritrovata la sua Cettinin, si trasferirono insieme al piccolo Eros a Brescia, nella sua città d’origine, dove aveva avviato un’agenzia di pompe funebre, la migliore della città.
Era il 12/11 quando Maria, era a casa con Guido e si sentì male, o meglio aveva rotto le acque.
Quando Guido la portò in auto, tutta la famiglia Martini vide la scena, e raggiunsero la clinica tutti quanti insieme.
Quel giorno era nata la piccola Eleonora.
Però appena Maria fu portata nella stanza dove poter stare con la piccola appena nata, il marito ed i parenti, Alice fece un annuncio. Era ramata incinta per la terza volta. Ora la prossima nascita sarebbe stata il futuro Martini.
E questo era la famiglia Martini, un misto di gioia e di dolore, dove con l’aiuto della famiglia, e dell’amore reciproco che tutti provavano anche la più complicata delle situazioni poteva risolversi.
E Giulio e Bianca? Bhè, lei incontrò un uomo di origini americane che la colpì subito e dopo un lungo periodo di amicizia decise di dargli un’opportunità, andando a conviverci insieme ad Inge; mentre per Giulio il destino ha voluto che incontrasse una sua vecchia fiamma e coronarono il loro sogno d’amore, sposandosi.

 

Fine.

   
 
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