Premessa: ispirata dal contest indetto da me e Yori "Christmas comedy" (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10003339) ecco a voi questa piccola one shot, che spero possa piacervi.
Buona lettura, Jo.

Tear  







 

Lasciandosi carezzare dalle gocce che le scendevano sul viso, dal calore che si era formato nell’abitacolo della doccia, rifletteva.
Vegeta era scontroso, assolutamente intrattabile, tanto arrogante da essere snervate e spesso ripetitivo.

Si era scocciata di ascoltare sempre le stesse minacce!

Avrebbe preferito sentirsi dire “attenta a te o uccido il gatto”paradossalmente quelle parole sarebbero state più incisive, soprattutto se dette a suo padre.

Rise divertita, per quel frivolo pensiero. Certo, un’intimidazione simile sarebbe stata troppo misera per un sangue blu come lui.

Ogni tanto, però, poteva variare, giusto per non essere troppo monotono, pensò sorridendo.

Ma il saiyan era anche rozzo, certe volte inaspettatamente maldestro, troppo forte per vivere su quel pianeta, in quella bellissima casa, la sua.

Ogni cosa che toccava, la distruggeva e Bulma ancora non aveva compreso se ciò accadesse per distrazione o perché consapevole, per dispetto, per farla arrabbiare…
Lo faceva apposta! Sì, la maggior parte delle volte era pura malignità.

Vegeta si divertiva ad urlarle che le sue inutili cose erano semplicemente rottami fragili, proprio come i terrestri.
Rottami che però continuava a usare!

Lui, il borioso principe dei saiyan, con un suo regale dito avrebbe distrutto ogni cosa a tempo debito.
Ma Bulma sapeva che quelle minacce erano solo parole, sicura che lui non avrebbe ucciso nessuno, almeno lo sperava dopo quello che era accaduto, e che stava accadendo, tra loro.

L’unica certezza che possedesse al momento era la sicurezza che Vegeta, presto, avrebbe rotto qualcosa…doveva solo attendere l’inevitabile per porvi rimedio.
Forse, il malcapitato oggetto sarebbe stato lo sportello del frigo, oppure uno dei tanti mobili dell’ampia dimora, quasi sicuramente uno dei macchinari della Gravity Room che subiva maltrattamenti infiniti fino a raggiungere l’Aldilà dei rottami.

Sterminatore di pianeti, pluriomicida d'intere razze e…delle sue invenzioni, anche.

Quella giornata però ancora non aveva sentito il saiyan chiamarla, ma la serata era appena iniziata e da poco il sole era tramontato, lasciando la città dell’Ovest illuminata soltanto dalle stelle che brillavano nel limpido cielo primaverile.
Forse, Vegeta era di buon umore…

Dopo essersi spalmata la crema sulle mani, per trovare un po’ di sollievo dall’odioso lubrificante per macchinari, prese il nuovo completo intimo e lo indossò soddisfatta, aggiustando delle piccole pieghe che la seta aveva formato all’altezza dell’addome.

Fu sorpresa di ritrovarselo lì nella sua stanza, appena uscita dal bagno, proprio mentre lo stava pensando.
Quella vicenda era maliziosamente inquietante, ma sorrise felice di vederlo prima di coricarsi.

Il principe la guardò profondamente, quel cupo e indecifrabile cipiglio la affascinava incredibilmente, sortendo l’effetto contrario che Vegeta desiderava trasmettere: scoraggiare chiunque avesse di fronte con la propria arrogante indifferenza.

Lo vide sorriderle malizioso.
Sì, era proprio una buona giornata, pensò divertita.

Con passo felino, il saiyan si avvicinava.
Come una preda a caccia, non distoglieva lo sguardo dalla donna che sosteneva il peso di quegli occhi profondi, come se fosse la cosa più semplice al mondo.

Ormai aveva impresso il marchio infuocato dei suoi maliziosi occhi turchesi sul corpo scultoreo di Vegeta, sicura di sé e di ciò che voleva.
Era la sfida ad attrarlo, questo Bulma lo sapeva benissimo, ma lei stessa si divertiva stuzzicandolo e rispondendogli a tono o, come in quella circostanza, sostenendo il suo cipiglio, con fierezza e fermezza.

Ogni movimento, lento ma al tempo stesso deciso, era un preliminare che avrebbe contribuito all’exploit del piacere di entrambi.
Ormai vicini si unirono in un bacio passionale, iniziando a frugare l’uno il corpo dell’altra, come due amanti che, a lungo separati, si cercavano, nonostante a dividerli fosse solo l’orgoglio del principe.

Le mani, forti e callose, di Vegeta palpavano con veemenza i seni della scienziata, fino a quando un rumore improvviso risuonò nella stanza con eco, come il primo tuono di una violenta tempesta.

Bulma aveva cambiato improvvisamente espressione, lo sguardo era divenuto truce d’un tratto, aveva inarcato le sopracciglia e assottigliato gli occhi celesti.

-Adesso basta!- aveva urlato, allontanandosi dal saiyan –questo completino l’ho comprato stamattina. Non puoi strapparmi i vestiti ogni volta!- in fine, aveva aggiunto isterica.

Goffamente si era diretta verso l’armadio, infilandosi poi una larga e comoda tuta da lavoro.
-Vado in laboratorio a costruire dei robot per i tuoi allenamenti, tanto domani mattina romperai anche quelli.-
Aveva detto uscendo dalla stanza, lasciando lì Vegeta, incredulo e rosso in viso, con i lembi della succinta canotta di seta tra le mani serrate.