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Autore: lunadicioccolato    25/11/2011    2 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alucard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene popolo di lettori (LOL) questa è la mia prima fanfiction (perciò siate clementi u.u) su un personaggio che adoro...ALUCARD *w* Spero vi piaccia, guys :) Buona lettura!



The Angel of Darkness

Freddo.
Urli laceranti nella notte.
Il vento tagliente che pungeva la faccia e frustava i capelli. 
Tutto questo lui non lo sentiva, continuava impietoso a  seminare morte e distruzione, a mietere anime corrotte e impure in quella notte senza luna.
L'oscurità faceva il suo gioco, avvolgendolo come un manto vellutato e fluente. 
Che notte magnifica, pensò inspirando a pieni polmoni l'acre profumo di sangue disperso nell'aria.
Passeggiò lungo un viale pregustando il massacro che avrebbe compiuto di lì a poco.
Sir Integra Fairbrook Wingates Hellsing lo aveva congedato dalla riunione dell'Organizzazione ordinandogli di recarsi alla Cattedrale di Southwark e sterminare ogni individuo inumano che gli si fosse parato davanti. Con ciò gli dava il permesso di sterminare vampiri.
Alucard aveva accettato di buon grado la proposta: nelle ultime settimane aveva avuto a malapena il piacere di uccidere degli immondi ghouls, si era annoiato davvero troppo.
Aveva bisogno di sgranchire le gambe e fare un po' di esercizio. Inoltre aveva bisogno di familiarizzare di più con la Jackal, la sua nuova meravigliosa pistola, anche se di tecniche assassine ne aveva tante, alcune infinitamente più potenti, nemmeno lontanamente comparabili con delle armi da fuoco.
E se avesse incontrato un vampiro di alto livello, tanto meglio! Adorava quel genere di divertimenti, così brutali ed eccitanti. Quasi gli davano i brividi.
Avrebbe giocato un po' con le sue prede prima di farle a pezzi, gli erano già venute in mente alcune forme di tortura che aveva appreso in Transilvania secoli prima e che avrebbe volentieri affinato.
Lui, il Re dei Non Morti, una perfetta e invincibile macchina assassina avrebbe ucciso a sazietà quella notte. Non solo per dovere, quello era certo.
Ma se esisteva qualcuno che non era così ipocrita da ammettere di amare le carneficine truculente e macabre, quello era lui.
E costituiva l'unica valida eccezione alla consueta regola di nascondere i crimini commessi.
Ne andava davvero fiero Alucard, si crogiolava nell'enumerare le vittime giorno per giorno, senza avvertire un briciolo di rimorso.
Non doveva temere le macchie incancellabili della coscienza, perché lui non la aveva.
L’unica cosa di cui doveva preoccuparsi  era servire la sua padrona, senza violare i patti che li legavano, senza rompere quel vincolo che aveva il colore del sangue.
Era appena giunto davanti alla chiesa quando vide spuntare dei ghouls nascosti dietro a grandi cipressi.  Prima che si potessero avventare contro di lui li aveva già polverizzati.
I nemici arrivavano a frotte e lui li sterminava altrettanto velocemente, senza neanche sporcarsi il lungo cappotto rosso.
D’un tratto i suoi sensi avvertirono un movimento anomalo. Ghignò di gioia: c’era un vampiro nascosto lì da qualche parte che aveva creduto stupidamente di potergli sfuggire. Vagò alla ricerca del nosferatu nel cimitero adiacente all’edificio. Spuntavano  mostri persino da dietro le lapidi  e le statue.
Non c’è gusto così però.
Continuava a lasciar dietro di sé una scia di sangue e cadaveri man mano che proseguiva verso il cuore del cimitero. Davvero troppo facile.
<< Non credere di aver vinto, Alucard! >>, proruppe una voce profonda, ammaliante, proveniente dalle viscere dell’inferno. La voce di una donna.
Dall’oscurità emerse una figura alta e pallida. Si trattava di una donna che dimostrava al massimo diciotto anni. Una lunga matassa di ricci capelli corvini le ricadeva sulle spalle, il sangue che la lordava contrastava con il candore della pelle e del vestito. La vampira puntò gli occhi duri e fiammeggianti in quelli del Conte. Questo rise sguaiatamente e passò la punta della lingua sui canini appuntiti.
<< Oh, ma che maleducata che sono, avevo dimenticato di presentarmi >> disse sarcasticamente la donna. << Sono Heleonore D. Parkinson, lieta di fare la sua conoscenza >>
<< Non mi importa affatto di sapere il tuo nome, vipera >>, replicò irreprensibile il conte. << Solo sappi che stanotte è giunta la tua ora, e non puoi evitare di morire! >>
La donna gli si avvicinò con passo seducente, prese il suo mento tra le mani e gli sussurrò con tono ammaliante << Oh, davvero? Ma io voglio giocare un po’ con te… >>. Lo afferrò in una stretta mortale per qualunque essere umano e lo baciò sulla bocca.
<< Non mi affascini per niente con i tuoi trabocchetti, cagna. E’ finita! >>, esultò Alucard affondando i canini nella giugulare della vampira. Stille di sangue gli macchiarono le labbra. La donna resisteva ansimando, le era rimasto un briciolo di energia mortifera in corpo. Raccogliendo le sue ultime forze e maledicendo il Nosferatu gli si scagliò addosso, cercando di artigliargli la faccia con le sue lunghissime unghie. Tuttavia il tentativo fu presto stroncato da un colpo esperto della Jackal di Alucard, la donna era stata una preda troppo facile da distruggere. L’aveva dilaniata in poco tempo senza alcuna esitazione. Si era innervosito e l’aveva uccisa velocemente, invece di sottoporla alla lenta tortura che aveva previsto. Inevitabilmente era rimasto deluso, come tutte le volte.
Si ripulì il sangue dal viso. La qualità è mediocre.
Dopotutto era immortale, nessuno lo aveva mai sconfitto.
Era l’angelo dell’oscurità, il terrore dei mostri, colui che indomabile avrebbe ripulito il mondo dalla sozzura di esseri inferiori, dai parassiti delle tenebre.
Solo in quel modo avrebbe accentuato l’abisso enorme che lo divideva dagli altri mostri, senza permettere a nessuno di paragonarlo più ai luridi e indegni discendenti la cui spina dorsale poteva essere spezzata senza fatica.
Aveva un nome da mantenere alto, in fondo era pur sempre il Re dei Non Morti…
  
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